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Presentazione di "Ritornerai a Isfahan" di Mostafa Ensafi (2019, Ponte33)

Sabato 13 aprile alle 18, GRIOT ospita lo scrittore iraniano Mostafa Ensafi per la presentazione del suo romanzo “Ritornerai a Isfahan”, pubblicato da Ponte33. Insieme all’autore parteciperanno la giornalista Marina Forti e Parisa Nazari, interprete e promotrice culturale.

Shamim Shamse, affermato professore di letteratura persiana dell’Università di Tehran, si sta affacciando alla soglia dei quarant’anni quando il passato riemerge nella sua vita.: una studentessa polacca, Eliza, si presenta nel suo studio senza preavviso. E’ la figlia di Adri, la ragazza che Shamim aveva amato da giovane e che gli aveva spezzato il cuore con una partenza inspiegabile e definitiva. Adesso Eliza è arrivata da Varsavia carica di notizie e determinata a far luce sul vissuto di sua madre e della nonna, Barbara, che durante la Seconda guerra mondiale aveva trovato rifugio nella città di Isfahan dopo essere approdata in Iran insieme ad altre migliaia di profughi polacchi reduci dai gulag sovietici.
Nonostante la moglie e la figlia insistano per lasciare l’Iran, Shamim decide di rimanere e incoraggiato dall’amico Taher, accetta di aiutare Eliza nelle sue ricerche, anche nella speranza di dare finalmente un senso all’abisso di domande che Adri aveva lasciato dietro di sé.

Mostafa Ensafi è nato nel 1987 a Tehran, città in cui vive. Svolge la professione di ingegnere civile, ma ha sempre coltivato la sua vera passione, la scrittura. Ha pubblicato racconti su giornali e riviste ed è stato a lungo editor del blog letterario “51”. Ritornerai a Isfahan, il suo primo romanzo, è uscito in Iran nel 2016 e ha catturato da subito l’attenzione di pubblico e critica, collezionando numerose ristampe in breve tempo.

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Presentazione di "La fine del colonialismo italiano" di Antonio M. Morone (2019, Le Monnier)

Domenica 7 aprile, alle 18, presentiamo “La fine del colonialismo italiano”, raccolta di saggi curata da Antonio M. Morone (2019, Le Monnier editore). Insieme al curatore parteciperanno Donatella Strangio, docente di Storia economica all’Università La Sapienza e Luca Puddu, docente di Storia e Istituzioni dell’Africa presso lo stesso Ateneo.  

La ricerca storica degli ultimi anni si è finalmente confrontata con il colonialismo italiano in Africa mettendo in crisi l’idea degli “italiani brava gente” portatori di civiltà agli africani. Ma cosa è successo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e l’inizio della Repubblica Italiana? Il diritto di autodeterminazione delle popolazioni colonizzate dall’Italia venne riconosciuto solo nel 1949 ma i rapporti personali, lavorativi, militari e istituzionali con gli ex-colonizzatori continuarono in modo più o meno faticoso e conflittuale per decenni. Questa raccolta di saggi affronta in particolare tre nodi tematici all’interno di questi rapporti: la rinnovata politica coloniale dell’Italia repubblicana nel secondo dopoguerra; il mutare dei rapporti politici e sociali tra colonizzatori e colonizzati nella lunga transizione all’indipendenza delle colonie; e infine la dimensione delle memorie e delle rappresentazioni del passato coloniale. Tre temi che vengono declinati partendo da diverse discipline, argomenti e casi studio che hanno lo scopo di rispondere alla domanda: Quando e come è finito il colonialismo italiano in Africa?

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Presentazione del saggio "Comunicare l'Africa" a cura di Alessandro Suzzi Valli (2018, Aracne)

Venerdì 5 aprile, alle 18, GRIOT ospita la presentazione del volume “Comunicare l’Africa”, curato da Alessandro Suzzi Valli, pubblicato da Aracne. Insieme al curatore partecipano gli autori Barbara Cannelli e Oreste Floquet. Modera Virgilio Bartolucci.

Il volume è una raccolta di contributi scritti da studiosi internazionali di lingue e culture africane, oltre che da esperti di comunicazione sociale e di filosofia del linguaggio, già incontratisi in occasione della conferenza internazionale ICoCALL 2015 per dibattere, in un contesto multidisciplinare, su temi di grande attualità inerenti la comunicazione sociale dell’Africa subsahariana. La raccolta è presentata in una prospettiva diacronica che spazia dalle prime forme di comunicazione alle tecnologie più moderne, passando per le lingue native e l’oralità — vero nocciolo della questione —, il cinema e la radio, senza dimenticare il grande ruolo della musica, intesa qui come surrogato della comunicazione linguistica.
Il libro è composto dai contributi di: Andrea Alejo Jara, Felix Amani, Barbara Cannelli, Oreste Floquet, Moses Gatambuki Gathigia, Alessandro Jedlowski, Herrmann Jungraithmayr, Antonietta Limatola, Giuliano Luongo, Susana Moreno Maestro, Armella Muhimpundu, Martin Njoroge, Martin Nkafu Nkemnkia, Francesco Raffaele, Raymond Siebetcheu, Alessandro Suzzi Valli.

Alessandro Suzzi Valli, studioso di lingue e culture africane, ha completato i suoi studi presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” specializzandosi in Linguistica africana storico–comparativa. Nello stesso ateneo ha insegnato Linguistica africana. Si è anche occupato, attraverso la partecipazione a progetti internazionali di ricerca, di linguistica descrittiva ed etno–linguistica delle lingue minoritarie della Nigeria, pubblicando numerosi contributi su riviste e collane specializzate. Recentemente ha esteso i suoi interessi scientifici alla sociolinguistica e alle scienze della comunicazione sociale.

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Un aperitivo per le donne del Madagascar

Sabato 30 marzo, alle 18.30, GRIOT ospita un aperitivo in sostegno di H4O – Help For Optimism e delle sue attività in Madagascar. Per la partecipazione è richiesta la prenotazione e un contributo di almeno 20 euro.

C’è un piccolo villaggio sulla piccola isola di Nosy Komba in Madagascar, a pochi chilometri dalle spiagge bianche paradiso dei turisti, le cui capanne da qualche tempo hanno i loro primi bagni. Bagni privati. Una cosa per niente scontata da quelle parti, dove la prima causa di stupro per le donne, così come la prima causa di abbandono scolastico femminile, è proprio l’assenza di un bagno sia a casa che a scuola.
I bagni di Antintorona li ha costruiti, con l’aiuto degli stessi abitanti, un giovane torinese, Edoardo Bono. Che nel 2014 ha iniziato a raccogliere fondi per i villaggi del Madagascar con la sua Ong, H4O, la formula dell’acqua rivisitata che sta per “Help for Optimism”.
E invita all’ottimismo vedere ciò che Edoardo è riuscito a fare in soli 4 anni: non solo i bagni nel villaggio, ma anche la produzione del primo dentifricio made in Madagascar – “Tsara Tsiki”, bel sorriso – e un programma di educazione all’igiene per i bambini e per le loro mamme. Con l’obiettivo di raggiungere tutti gli abitanti di Nosy Komba.

Vi aspettiamo da GRIOT per conoscere Edoardo e i suoi progetti e contribuire al miglioramento della vita delle donne malgasce!

Per partecipare prenotatevi scrivendo a [email protected] 

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Presentazione di "Cook for good" di Amal for Education

Sabato 23 marzo alle 18, ospitiamo la presentazione del libro di ricette “Cook for good” edito da “Amal for Education”. Partecipano la presidente di “Amal” Isabella Chiari, e i docenti di lingua araba e attivisti Sami Haddad e Alma Salem. 

Un libro di ricette tutto particolare. Fatto dai nostri volontari siriani e turchi. I piatti della tradizione spiegati passo passo con bellissime immagini e le parole di persone che collaborano con noi dall’Italia e dal confine turco-siriano.
Un gruppo di persone che si sono incontrate e messe al servizio del bene. Ci sono architetti e docenti universitari di arabo, siriani a Roma, cuochi turchi a Roma, insegnanti di arabo e matematica siriane profughe in Turchia. Ciascuno a dedicato una ricetta e la sua storia per questo libretto. 
Un libretto nato dopo molte cene di beneficenza offerte da Amal for Education, con cuochi di eccezione, e dall’apprezzamento dei nostri ospiti. È così venuta l’idea di questo libretto che spiega la Siria e la Turchia con i loro profumi e le loro tradizioni gastronomiche.

Per scoprire l’hummus e tanti altri piatti meno conosciuti della tradizione mediorientale, spiegati passo passo dai nostri autori e con note culturali e suggerimenti di preparazione. Il ricavato di questo libretto servirà a sostenere le attività di Amal per i bambini e le donne siriane profughe in Turchia. Dal confine-turco siriano storie e ricette che aiuteranno famiglie, orfani, bambini e donne nel loro cammino verso la crescita e l’autonomia.
Aiutaci a diffondere la tradizione, l’educazione e la cultura anche attraverso il piacere della tavola.

Le ricette sono di: Fadwa Ajmi, Elif Altug, Osman Avci , Fatimah Bakry, Hala Ghazal, Ayhan Gürçam, Sami Haddad, Evren Kuru, Duaa Masry, Maisà Sahrour, Un Kulthum.

Amal for education (amal in arabo significa ‘speranza’) è un’associazione non profit dedicata allo sviluppo e promozione di progetti di sostegno all’educatione e alla formazione specialmente in aree di conflitto. Ad Amal collaborano come volontari educatori, insegnanti, professori, traduttori ed esperti di comunicazione, persone che conoscono il mondo arabo e la lingua che gratuitamente mettono le loro competenze al servizio di chi ha bisogno per lo sviluppo di progetti di sostegno all’educazione. Operiamo soprattutto in Medio Oriente e per il sostegno all’educazione ai rifugiati in Siria e Turchia, ma anche in Italia in risposta al terremoto o per l’accoglienza degli immigrati.

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Presentazione di "Fuga dall'Egitto" di A. Meringolo Scarfoglio e "Il paese che era la nostra casa di A. Malek

Domenica 31 marzo, alle 18, GRIOT ospita una doppia presentazione sull’esilio e il ritorno, la rivoluzione e la storia in Egitto e Siria. Azzurra Meringolo Scarfoglio, autrice di “Fuga dall’Egitto” (Infinito edizioni) e Alia Malek, autrice de “Il paese che era la nostra casa” (Enrico Damiani editore) dialogano con Francesca Gnetti, giornalista di Internazionale.  

Alia Malek, figlia di siriani emigrati negli USA, nel 2011 è tornata a Damasco con la scusa di ristrutturare la vecchia casa di famiglia, in realtà per raccontare su diversi giornali– in forma anonima – quello che stava accadendo all’inizio della mancata rivoluzione contro Bashar Al-Assad. Questo memoir è il racconto dei due anni passati in Siria e il racconto del passato della sua famiglia, due storie inevitabilmente intrecciate con il dolore e la resilienza di una esperienza personale di ritorno ad una madrepatria che diventa matrigna.

Alia Malek è una giornalista, con un passato da avvocata per i diritti civili. Ha scritto per Al Jazeera America, The New Yorker, The New York Times, Foreign Policy e The Nation. “Il paese che era la nostra casa” è il suo terzo libro, il primo ad essere tradotto in italiano.

Azzurra Meringolo Scarfoglio nel suo nuovo reportage ha incontrato e intervistato alcuni esuli egiziani scappati dal loro paese dopo il ritorno dei militari al potere nel 2013. In un paese in cui la censura è fortissima e molte persone finiscono in carcere (almeno 113 nel 2018) con accuse molto gravi solo per aver parlato di politica o sessualità, l’esilio è spesso l’unica maniera per rimanere vivi e continuare a lavorare. La giornalista ricostruisce la geografia della nuova diaspora egiziana composta da giornalisti, sindacalisti, artisti, medici, poeti, politici e attivisti per i diritti umani, che dall’estero continuano a lavorare per il ritorno della democrazia e di un futuro migliore per il loro paese.

Azzurra Meringolo Scarfoglio è una giornalista della redazione esteri del Giornale Radio Rai. Ha vissuto in Egitto prima e dopo la rivoluzione del 2011 e ha pubblicato “I ragazzi di Piazza Tahrir” (2011, Clueb) e “Il sogno antiamericano” (2017, Clueb).

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Presentazione di "Lo specchio vuoto" di Samir Toumi (2018, Mesogea)

Sabato 16 marzo, alle 18.30, GRIOT presenta il libro dello scrittore algerino Samir Toumi, edito da Mesogea. Insieme all’autore ci saranno Chiara Nielsen di Internazionale e Chiara Comito di Editoriaraba. 

Algeri. La mattina del suo quarantaquattresimo compleanno, un anonimo impiegato della Società nazionale gas e petroli algerini si sveglia, si guarda allo specchio e non vede la propria immagine. È la prima delle cancellazioni che da quel giorno scandiranno la sua vita determinandone il destino. In preda al terrore che gli procura lo specchio vuoto, l’uomo ricorre alle cure di uno psichiatra, il Dottor B., il quale lo dichiara affetto dalla «sindrome da cancellazione», disturbo molto raro, poco studiato ma di grande suggestione simbolica e politica. Infatti, sembra colpire «per lo più individui algerini di sesso maschile nati dopo l’Indipendenza», proprio come il protagonista, figlio di un valoroso e rispettato ex combattente del fln, la cui figura continua a pesare come un macigno sulla sua vita.

Samir Toumi, qui tradotto per la prima volta in italiano da Daniela De Lorenzo, in una scrittura asciutta ma intensa, venata di amara ironia e sostenuta da un ritmo serrato, con Lo specchio vuoto consegna al lettore una storia di ordinaria follia e la metafora di un paese, l’Algeria contemporanea. Il travaglio di generazioni strette tra indipendenza ereditata e coscienza colonizzata.

Samir Toumi (Bologhine, Algeri, 1968) ha vissuto saltuariamente in Francia e in Tunisia, per poi tornare in pianta stabile ad Algeri nel 2004. Lo specchio vuoto è il suo secondo romanzo dopo Alger, le cri (Barzhak 2013) e gli è valso, nel 2016, il premio dell’associazione Francia-Algeria del cnl di Parigi. Nel 2017 è stato tra i finalisti del Premio per la Letteratura araba.
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Presentazione di "Specchi degli Angeli" di Ibrahim Nasrallah (2019, Edizioni Q)

Domenica 10 marzo, alle 18, GRIOT ospita la presentazione della nuova raccolta di poesie dello scrittore Ibrahim Nasrallah, “Specchi degli Angeli” pubblicato da Edizioni Q. Insieme all’autore parteciperanno Wasim Dahmash, saggista, docente e traduttore e Simone Sibilio, docente di lingua e cultura araba presso l’Università Ca’ Foscari. Modera Chiara Comito di Editoriaraba.

“Specchi degli Angeli” è una raccolta di poesie che Ibrahim Nasrallah, uno dei più importanti poeti arabi contemporanei, concentra attorno ad un solo tema: una bambina ancora in culla, colpita a morte nel corso di un bombardamento, dialoga col suo angelo custode. Qui la figura dell’angelo affonda nel mito dell’angelo protettore, il custode di ogni bambino delle credenze popolari. Il libro si frammenta in distacchi emotivi racchiusi nelle strofe, scansioni che si diramano soprattutto dai dialoghi dei due personaggi principali. Ma il racconto è affidato anche ad altri punti di vista: prendono la parola la madre o il padre e, come per una sorta di indicazione del passare delle generazioni, la “nonna”. È la nonna a ricordare che i palestinesi possono trovare nella speranza un rimedio collettivo di sopravvivenza ed è la nonna a essere sovrapponibile alla bambina, se le fosse stato dato di crescere.

Nato ad Amman nel 1954 in un campo profughi, Ibrahim Nasrallah alterna la scrittura poetica a quella in prosa. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui Booker Prize nel 2018. Sono stati tradotti in italiano i romanzi: Febbre, Edizioni Lavoro, Roma 1999 e Dentro la notte, Ilisso, Nuoro 2004. Tradotte in italiano si trovano anche alcune sue composizioni pubblicate in miscellanee di poesia araba. Un’antologia, Versi, è uscita per le Edizioni Q, Roma 2009 e 2017.

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Presentazione di "Allah, la Siria, Bashar e basta?" di Alberto Savioli (2018, BiancaeVolta ed.)

Venerdì 23 novembre alle 18,00 GRIOT ospita la presentazione del libro “Allah, la Siria, Bashar e basta?” di Alberto Savioli. Insieme all’autore parteciperà l’islamista Lorenzo Declich.

Alberto Savioli dal 1997 ha lavorato come archeologo in Siria, divenendo un esperto di tribù beduine, poi in Libano, Turchia, Iraq, Arabia Saudita. Dal 2012 è impegnato con l’Università di Udine nel Progetto Archeologico Terra di Ninive nel Kurdistan Iracheno. In “Allah, la Siria, Bashar e basta?” Savioli  racconta la sua esperienza ventennale in Siria scavando nei ricordi precedenti alla guerra civile, quando il paese era considerato uno dei più avanzati del Medioriente. Questo scavare, messo in relazione con il presente, tira fuori tutte le contraddizioni del passato che non appare più così idilliaco come viene raccontato dal regime. Nel libro di Savioli si intrecciano esperienze, ricordi, conoscenza e molto amore per un paese del quale l’autore ha vissuto in prima persona la distruzione e per il quale si è schierato senza timore, scegliendo chi chiedeva democrazia cambiamento e libertà. Dal 2011, infatti, Savioli ha partecipato alle vicende della rivolta siriana, collaborando con la redazione del sito SiriaLibano, con il sito Q Code Magazine e con la rivista di geopolitica Limes. Le vicende politiche del Medio Oriente lo hanno portato ad assistere ad eventi epocali: nel 2014 mentre si trova a nord di Mosul (Iraq), assiste all’avanzata dello Stato islamico e all’attacco contro le comunità yezide dell’area.

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Etiopia ed Eritrea: che succede? Incontro con Aster Carpanelli, Emilio Ernesto Manfredi e Chiara Nielsen

Venerdì 16 novembre, alle 19, GRIOT ospita un incontro per capire cosa sta succedendo tra Etiopia ed Eritrea.
Partecipano all’incontro Aster Carpanelli, docente di lingua amarica, Emilio Ernesto Manfredi, analista e docente di “Migration and Conflict prevention in Africa” presso la Paris School of International Affairs e Chiara Nielsen, giornalista di Internazionale. 

L’estate del 2018 ha portato dei cambiamenti epocali nel Corno d’Africa: Etiopia ed Eritrea, due stati in guerra per decenni, hanno fatto pace.

Isias Afewerki, dittatore dell’Eritrea dal 1993 e Abiy Ahmed Ali, giovane primo ministro etiope eletto da qualche mese, hanno dato una svolta hai rapporti tra i due paesi, vicini e legati da una storia comune. E se l’Etiopia già da qualche tempo ha intrapreso la strada verso della democratizzazione – come dimostrano l’elezione di Abiy Ali e la nomina di numerose donne ad altissime cariche dello Stato – così non è per il paese vicino, chiuso in una dittatura asfittica e brutale.
Etiopia ed Eritrea si configurano quindi come due paesi accomunati dalla posizione e dalla storia, ma alle prese con un presente profondamente diverso. Cosa sta davvero succedendo, dunque, nel Corno d’Africa? Con l’aiuto degli ospiti presenti tenteremo di capirlo, entrando nelle maglie dei rapporti che legano Etiopia ed Eritrea tra loro, da un lato, e con il resto del mondo, dall’altro.