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Presentazione di "Africa loro" di Franco La Cecla (2019, Milieu edizioni)

Giovedì 4 luglio alle 19, GRIOT presenta il libro di Franco La Cecla “Africa loro. Viaggio lungo un continente” (2019, Milieu edizioni). Insieme all’autore ci sarà il sinologo e cineasta Carlo Laurenti. 

L’Africa è il luogo per eccellenza della presunzione europea e in particolare italiana. Da “aiutiamoli a casa loro”, a “ricacciamoli a casa loro”, dal becerismo salviniano alla France-Afrique, al buonismo veltroniano, alla retorica degli aiuti, quello che prevale è la totale ignoranza di un mondo che non è solo un serbatoio di potenziali invasori o il luogo di residenza dei miserabili della terra. L’Africa è un continente vasto, moderno e antichissimo di cui continuiamo a ignorare abitanti e geografia facendo finta di sapere ma che non siamo mai andati a vedere di persona.
Una ricerca sulla sostenibilità alimentare in Kenya, Tanzania e Sudafrica vi ha spinto Franco La Cecla. In questo diario di campo, tramite l’amicizia con un personaggio singolare, l’autore racconta quello che capisce e che non capisce. Soprattutto si accorge che esiste una “Africa loro” che per un bianco europeo è problematico cogliere nella sua interezza. L’Africa è un luogo intenso e nuovissimo per il nostro sguardo così abituato ad accontentarsi di stereotipi.

Franco La Cecla è un antropologo, ha pubblicato molti libri e collabora stabilmente con la RepubblicaAvvenireIl Sole 24 ORE. Ha insegnato in numerose università italiane e straniere tra cui l’Università di Bologna, Palermo, Venezia, Berkley.

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"Che cosa leggo questa estate?" Le ultime novità della letteratura africana raccontate da GRIOT.

Domenica 30 giugno alle 18.30 GRIOT vi racconta le ultime uscite letterarie africane in lingua italiana e inglese per consigliarvi cosa leggere questa estate. 

Ancora non avete una lista dei libri da leggere questa estate? Volete qualcosa di nuovo oltre ai candidati al Premi Strega, ai bestseller internazionali e alle mode letterarie del momento? E’ dall’inverno che rimandate il momento di scegliere cosa leggere?

Negli ultimi mesi le case editrici italiane hanno pubblicato molti libri di autori africani e noi vogliamo consigliarveli e raccontarveli! Dai romanzi più tradizionali ai racconti horror, gli scrittori africani e le scrittrici africane stanno spopolando in tutto il mondo (e da GRIOT). Vi parleremo anche delle prossime uscite e delle novità in inglese. 

La scelta è ampia e per tutta la giornata del 30 giugno vi faremo anche uno sconto sui libri. 

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Presentazione di "Afrofobia" di Mauro Valeri (2019, Fefé editore)

Venerdì 14 giugno, alle 18.30 GRIOT presenta il saggio di Mauro Valeri “Afrofobia. Razzismi vecchi e nuovi” (Fefè editore). L’autore ne parlerà con l’editore Leonardo De Sanctis.  

Nei documenti ufficiali ONU e UE si fa sempre più uso del termine afrofobia per indicare “paura eccessiva” e avversione nei confronti di africani e afrodiscendenti. In realtà il razzismo moderno nei confronti dei neri ha origine molto antica e mutazioni recentissime. Il libro ricostruisce, attraverso un’analisi storica e sociologica, le metamorfosi del razzismo da quello schiavista a quello coloniale, da quello di Stato a quello democratico, da quello ribaltato a quello di guerra. Con particolare attenzione al razzismo italiano dal 1860 ad oggi. Nel 2018 Mauro Valeri ha tenuto presso GRIOT un corso di 10 lezioni dal titolo “Vecchi e nuovi razzismi. Il caso italiano” che ha accompagnato la stesura del saggio.

Mauro Valeri è Dottore in sociologia e psicoterapeuta, ha diretto l’Osservatorio nazionale sulla xenofobia dal 1992 al 1996, e dal 2005 è responsabile dell’Osservatorio su razzismo e antirazzismo nel calcio. Ha insegnato Sociologia delle Relazioni Etniche alla Sapienza Università di Roma. Ha pubblicato diversi saggi sul tema del razzismo, tra cui: La razza in campo. Per una storia della rivoluzione nera nel calcio (Edup, 2005); Black Italians. Italiani neri in maglia azzurra (Palombi, 2007); Nero di Roma. Storia di Leone Jacovacci, l’invincibile mulatto italico (Palombi, 2008); Che razza di tifo. Dieci anni di razzismo nel calcio italiano (Donzelli, 2010); Stare ai Giochi. Olimpiadi tra discriminazioni e inclusioni (Odradek, 2012); Mario Balotelli. Vincitore nel pallone (Fazi, 2014); con Mohamed Abdalla Tailmoun e Isaac Tesfaye, Campioni d’Italia? Sport e seconde generazioni (Sinnos, 2014); Il generale nero. Domenico Mondelli: bersagliere, aviatore e ardito (Odradek, 2015).

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Presentazione di "La straordinaria storia di cinque uomini che vissero in Iraq" di Abdul Munim Altai (2018, Schena editore)

Giovedì 20 giugno alle 19 ospitiamo la presentazione del libro “La straordinaria storia di cinque uomini che vissero in Iraq” di Abdul Munim Altai. All’incontro partecipano Muna Altai, traduttrice del libro e figlia dell’autore e Marisa Paolucci, giornalista e scrittrice. Introduce Leila Karami (Università La Sapienza).

“Vi racconto la storia di cinque uomini che vissero in Iraq. Li accompagnerò nel loro cammino, dall’infanzia fino alla loro tragica fine. Un racconto suddiviso in due parti: la prima sul periodo che va dalla rivoluzione popolare irachena del 1920, con la quale si proclamò l’indipendenza dell’Iraq, fino alla seconda rivolta del partito Baath avvenuta nel 1968; la seconda parte comprende il periodo che va dall’avvento della dittatura di Saddam Hussein del 1968 alla fine della guerra del Golfo nel 1992.
Chi sono e cosa rappresentano questi uomini? Sono persone speciali o addirittura degli eroi? Non è semplice definire, in base ai confusi criteri del nostro tempo, un eroe. Anche se sono d’accordo con Brecht quando afferma: “Beato il popolo che non ha bisogno di eroi. Non voglio azzardare un giudizio in merito, specialmente quando i nostri personaggi sono completamente sconosciuti, senza che un monumento, una piazza o una semplice lapide ne rammenti la memoria, senza alcuna occasione che li commemori. Molti non hanno nemmeno una tomba che raccolga i loro miseri resti. Sono, però, rimasti nei cuori e nei ricordi di coloro che li hanno conosciuti, coronando la loro memoria con una gloriosa luce di stima e di rispetto.”

Abdul Munim Altai (Bassora 1926 – Faenza 2001), si è laureato in medicina all’Università degli Studi di Napoli Federico II, mentre insegnava arabo all’Università degli Studi L’Orientale. Per decenni è stato il medico dell’Ambasciata italiana a Baghdad e delle più importanti società italiane in Iraq. Ha pubblicato diversi articoli ed è stato autore di diverse pubblicazioni di medicina e di opere letterarie: “Lawrence, il famoso avventuriero inglese”, “L’avventura della corazzata Bismark”, “Evoluzione del tempo”, “Il vagabondo”, “Hiroshima mai più”, “Lawrence e il suo ruolo nella rivolta araba”, Un nuovo Dio per un nuovo uomo”.

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Presentazione di "Nella casa dell'interprete" di Ngugi wa Thiong'o (2019, Calabuig)

Domenica 24 novembre alle 18.00 GRIOT presenta “Nella casa dell’interprete” di Ngugi wa Thiong’o (2019, Calabuig). Parteciperanno la traduttrice del libro Maria Teresa Carbone e Alessandro Triulzi, docente di Storia dell’Africa.

«Com’è potuto un intero villaggio, con la sua gente, la sua storia, tutto, scomparire così?» Se lo chiede il giovane Ngugi wa Thiong’o, di ritorno nell’aprile 1955 dal college britannico vicino Nairobi che frequenta, quando scopre che il suo paese natale è sparito, e la sua casa di famiglia rasa al suolo. Attraverso il racconto dei suoi anni giovanili e della sua formazione all’interno del sistema scolastico coloniale wa Thiong’o rievoca le esperienze che lo trasformarono in un dissidente politico e in un autore fondamentale per la letteratura mondiale. Scritto nel 2012, questo memoir trasmette tutta la complessità del vivere e formarsi sotto il regime coloniale, apprendere la bellezza della letteratura europea e vedere il proprio villaggio distrutto. “Nella casa dell’interprete” è un nuovo capolavoro dell’autore keniano che nella sua vastissima produzione letteraria ha spaziato dalla critica, al teatro, dall’autobiografia al romanzo.

Ngugi wa Thiong’o (1938) è la principale figura letteraria dell’Africa orientale ed è considerato fra i massimi esponenti della letteratura africana. Dopo aver studiato a Kampala (Uganda) e a Leeds in Inghilterra, pubblica il suo primo romanzo Weep Not, Child (Se ne andranno le nuvole devastatrici, Jaca Book), ma è con A Grain of Wheat (Un chicco di grano) che guadagna fama internazionale. Dopo avere insegnato per un decennio all’Università di Nairobi, nel ’77 pubblica Petals of Blood (Petali di sangue, Jaca Book), romanzo in cui condensa una dura critica alla società keniota postcoloniale. Più volte candidato al Nobel per la letteratura e vincitore di numerosi premi internazionali, vive e insegna negli Stati Uniti.

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Presentazione de "L'Islam italiano" di Fabrizio Ciocca (2019, Meltemi).

Domenica 19 maggio alle 18.30 GRIOT presenta il saggio “L’Islam italiano. Un’indagine tra religione, identità e islamofobia” di Fabrizio Ciocca (2019, Meltemi editore). Insieme all’autore parteciperà Beatrice Tauro di Arabpress. 

L’Islam è la seconda religione in Italia on due milioni e mezzo di fedeli; oltre un milione di questi hanno la cittadinanza italiana perché nati o divenuti italiani per scelta. I musulmani sono quindi, nel nostro Paese, una presenza stabile eppure ancora molto frammentata e fraintesa. Il saggio di Fabrizio Ciocca attraverso i dati emersi da una ricerca su oltre 300 profili facebook e molte interviste presenta i bisogni e le problematiche della minoranza islamica italiana. “L’Islam italiano” è un’indagine puntuale, piena di dati utili per comprendere in quale modo le politiche dovrebbero affrontare il processo di “normalizzazione” dei rapporti tra lo Stato italiano e le varie comunità islamiche che vi abitano.

Fabrizio Ciocca, nato a Roma, si è laureato in Sociologia Politica a La Sapienza, ha conseguito un master in Sistemi Urbani Multietnici alla Link Campus University e frequentato diversi corsi di formazione su geopolitica, globalizzazione e diritti umani. Studioso dei fenomeni migratori, è autore di diversi articoli e saggi sulle comunità islamiche in Italia, tra cui La presenza musulmana in Italia: criticità e potenzialità (Tawasul Europe, febbraio 2018).

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Cena siriana con HummusTown

Domenica 23 giugno dalle 20 alle 22 GRIOT vi invita al nuovo appuntamento in sostegno di HummusTown: venite a mangiare con noi! 

Hummustown da due anni offre a rifugiati siriani l’opportunità di cucinare e distribuire cibo delizioso in tutta Roma. Grazie alla forza di volontà della sua fondatrice, Shaza Saker, da piccolo esperimento nato dalla frustrazione di vedere tanti siriani senza un lavoro e quindi senza prospettive, adesso è una realtà viva e in espansione. Sin dall’inizio dell’iniziativa HummusTown ha aiutato più di dieci rifugiati a diventare economicamente più indipendenti e, di riflesso, più integrati nella vita romana. Attualmente ci sono sei rifugiati che lavorano come parte della squadra.

L’obiettivo è aiutarli a raggiungere la massima indipendenza, essere in grado non solo di sopravvivere a Roma, ma di prosperare, crescere ed essere in grado di inviare denaro alle loro famiglie nel paese d’origine.

GRIOT vuole sostenere e aiutare il progetto di HummusTown e dei suoi cuochi inaugurando un appuntamento serale due volte al mese su prenotazione per mangiare in libreria falafel, mutabbal, shamandar e, ovviamente, hummus!

La cena è su prenotazione (entro il 21 giugno) e costa 15 euro, insieme alla cena vi offriremo acqua, tè  tisane, il vino invece è a parte!

Per prenotare scrivete a [email protected] o chiamate al 0658334116 

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Presentazione di "Storia della schiavitù in Africa" di Paul E. Lovejoy (a cura di M. Pavanello, Bompiani 2019)

Mercoledì 8 maggio alle 18 GRIOT ospita la presentazione del libro “Storia della schiavitù in Africa” di Paul. E. Lovejoy, a cura di Mariano Pavanello.
A dialogare con il curatore ci sarà l’antropologo Stefano Maltese.

“Un tempo dominava il pregiudizio dell’Africa continente senza storia. La conoscenza etnografica e storiografica, di cui il libro di Lovejoy è una preziosa e fondamentale testimonianza, ha fatto giustizia di questa idea insieme ingenua e arrogante”, afferma Mariano Pavanello nell’introduzione a questo testo divenuto un classico per gli studi di settore. Paul E. Lovejoy conduce il lettore dalle origini delle tratte della schiavitù in Africa nel XV secolo fino alle sue ultime forme globali nel XX secolo, all’epoca della decolonizzazione. Il libro segue le trasformazioni di un fenomeno strettamente legato alle forme di produzione, correggendo interpretazioni storiografiche fuorvianti come quella secondo cui l’Africa avrebbe passivamente subito la tragedia della tratta schiavista, o l’altra per cui i flussi di schiavi verso l’Europa e l’America avrebbero facilitato l’integrazione nelle comunità di arrivo. In questa edizione originale il pubblico italiano troverà per la prima volta tutto il materiale statistico sulla demografia del commercio degli schiavi, i risultati di ricerche recenti e una bibliografia aggiornata.

Paul E. Lovejoy è uno storico canadese specializzato in Storia dell’Africa e della diaspora delle popolazioni africane. È Distinguished Research Professor presso il Dipartimento di Storia dell’Università di York, Toronto.

Mariano Pavanello è un antropologo africanista. Ha insegnato a lungo all’Università di Pisa e all’Università di Roma La Sapienza, dove è stato direttore del Dipartimento di Storia Culture Religioni.

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Presentazione del saggio "Cine-Ethiopia: The History and Politics of Film in the Horn of Africa" di Jedlowski, Thomas, Ashagrie.

Venerdì 12 aprile alle 18, GRIOT presenta il volume “Cine-Ethiopia: The History and Politics of Film in the Horn of Africa” a cura di A. Jedlowski, M. W. Thomas e A. Ashagrie, pubblicato da Michigan State University Press. Partecipano Alessandro Triulzi (AMM e Università di Napoli L’Orientale), i curatori del libro Alessandro Jedlowski (Université Libre de Bruxelles) e Michael W. Thomas (SOAS), e Aurora Massa, autrice di uno dei saggi (Università di Trento).

Da ormai una quindicina di anni, il cinema etiope è in pieno “boom”. I muri di Addis Abeba sono tappezzati di poster cinematografici, e la pubblicità degli ultimi film in uscita si affaccia dalle vetrine dei negozi e dalla carrozzeria degli autobus. Nei sempre più numerosi e affollati cinema multisala -simbolo di una prosperità di cui i giovani etiopi sono affamati- la produzione locale ha sbaragliato la concorrenza di Hollywood e Bollywood. Nonostante la sua crescita dirompente, questo fenomeno è stato ampiamente trascurato dagli studiosi di film e media africani. Cine-Ethiopia: The History and Politics of Film in the Horn of Africa rappresenta il primo volume interamente dedicato allo studio della storia e degli sviluppi recenti del cinema etiope. Nel corso di questo incontro, uno dei curatori del libro, Alessandro Jedlowski, e gli autori di uno dei capitoli inclusi nella raccolta, Aurora Massa e Osvaldo Costantini, discuteranno i contenuti del libro e delle loro più recenti ricerche nel Corno d’Africa insieme ad Alessandro Triulzi, presidente dell’Archivio delle Memorie Migranti e professore di Storia dell’Africa.