Giovedì 9 novembre alle 18,30 GRIOT è lieta di ospitare l’artista libanese Mazen Kerbaj
A dialogare assieme a lui ci sarà la giornalista Maria Camilla Brunetti
Mazen Kerbaj (Beirut, 1975) è uno dei principali artisti libanesi contemporanei. Caratterizzato da un profondo eclettismo, Kerbaj è disegnatore, fumettista, musicista e intellettuale estremamente critico dell’attualità libanese, mediorientale e araba. Autore di graphic novel, strisce a fumetti, vignette, è anche uno dei fondatori del festival di musica indipendente libanese Irtijal.
Attualmente vive a Berlino, dove di recente ha presentato la versione inglese del suo primo graphic novel, Beirut won’t cry, originariamente pubblicato a puntante sul suo blog nel 2006, durante la guerra israelo-libanese. In quei 33 giorni, in cui Beirut e il Libano sono squassati dai bombardamenti israeliani, Mazen racconta la cronaca nerissima della guerra attraverso i disegni che pubblica sul suo blog (WAR’S) KERBLOG. Scritto in arabo, inglese e francese, il blog diventa famosissimo, unico testimone di una guerra non coperta dai giornalisti internazionali e Mazen diventa un cronista inconsapevole ma prezioso per i media occidentali.
Nei suoi fumetti c’è tutta l’ironia e l’amarezza di cui è capace un artista sensibile e critico che si interroga sul presente, sui problemi del suo Paese e su quelli della regione mediorientale.
Maria Camilla Brunetti è una giornalista, capo redattrice della rivista Il Reportage per cui si occupa prevalentemente di cultura e società del Medio Oriente.

ham è uno strano oggetto editoriale, un libro ibrido in cui il racconto del viaggio è affidato al legame tra fotografia e scrittura. Al ritorno da un viaggio in Siria cominciato nel 2010 per ragioni di studio e conclusosi poco prima delle proteste antigovernative del 2011, Giuseppe Alizzi compone luoghi, persone e cose in un insolito taccuino di viaggio per frammenti di immagini e parole che intessono lo spazio/tempo vissuto e quello del racconto. Affidato all’evocazione delle sensazioni che ciascuno di quei frammenti trasmette, Sham Sham , pur non essendo un reportage sulla catastrofe che da anni si consuma in Siria, è di questa che ci parla, mostrandola attraverso «quello che non c’è o potrebbe non esserci più».
trasmissione orale (non è quindi necessario saper leggere la musica), allo scopo di sviluppare l’ascolto e le competenze canore di ogni partecipante. Il suo insegnamento si basa sul divertimento e sul piacere del canto corale, capace di creare naturalmente l’armonia tra le persone. Uno dei numerosi valori trasmessi da questa esperienza è quello dell’incontro attraverso l’aspetto universale della musica, un “viaggio” attraverso paesi e culture di tutto il mondo, un lavoro di ricerca e sperimentazione volto a superare i confini della parola per fare del canto uno strumento di comunicazione non mediata di emozioni e sentimenti.
ietà civile e sviluppo in Africa subsahariana” propone una riflessione a carattere storico, antropologico e politico-istituzionale sui temi della democrazia, della società civile e dello sviluppo in Africa subsahariana. Attraverso diversi sguardi interpretativi, i saggi raccolti cercano di comprendere se dinanzi ai fallimenti dei percorsi democratici, all’esplosione dei conflitti, ai processi di privatizzazione e al dilagante neoliberismo, il concetto di società civile possa ancora oggi essere utile per interpretare i processi politici e di cambiamento dell’Africa contemporanea. Attraverso diverse prospettive scientifiche, il volume problematizza il concetto di società civile evidenziandone la multidimensionalità nel continente africano. Nei saggi emerge un panorama eterogeneo dove la società civile è definita in termini di organizzazioni non governative, chiese e movimenti pentecostali; identificata con i capi tradizionali; o intesa come espressione dei movimenti rurali e della cittadinanza. La raccolta propone una innovativa prospettiva interpretativa che vede nella partecipazione e nel grado di coinvolgimento delle comunità marginali il nodo centrale per una lettura attuale del concetto di società civile.
rontiera con la Somalia. In questo territorio poverissimo, fortemente segnato da carestie e siccità, i Camilliani hanno realizzato numerosi progetti, dal supporto medico ospedaliero, ai programmi alimentari, alla costruzione di serre e di pozzi d’acqua. Il libro è il racconto di Luna in prima persona del viaggio nella missione del CTF, attraverso gli scatti in bianco e nero e, grazie alla realtà aumentata, attraverso numerosi filmati realizzati al momento dello scatto, visibili sullo smartphone grazie a un QR Code.



ito della Settimana del libro palestinese, GRIOT presenta una “piccola rassegna letteraria”, una panoramica dei titoli più interessanti della letteratura palestinese contemporanea, dalle poesie del compianto Mahmoud Darwish alle struggenti storie dell’autrice palestinese-americana Susan Abulhawa, passando per i racconti della giovane Adania Shibli, le poesie di Ibrahim Nasrallah, il memoir di Mourid al-Barghouthi e tanti altri. La letteratura palestinese racconta di una Palestina viva, giovane, attenta e appassionata, che non ha nessuna intenzione di essere dimenticata. Ne parliamo con Chiara Comito, arabista e curatrice del blog di letteratura araba contemporanea “editoriaraba”.