Sabato 30 aprile, alle ore 19, GRIOT presenta “Radici”, libro serigrafico che raccoglie le storie in forma di albero di diciassette migranti, realizzato da ELSE con la collaborazione della casa editrice Orecchio Acerbo, di Asinitas Onlus e di CEMEA del Mezzogiorno Onlus
Assieme ad alcuni degli autori, interverranno Fausta Orecchio, della casa editrice Orecchio Acerbo, Paola Spigarelli e il maestro di serigrafia Claudio Tosi di CEMEA del Mezzogiorno e Stefano Cisale di Asinitas
“Radici” non è solo un libro, sottile, fatto di una ventina di pagine. E’ un progetto che nasconde e svela mondi: i mondi dei diciassette autori, migranti provenienti da diversi paesi e approdati a Roma, si sono portati dietro e hanno scelto di raccontare a chi li ha saputi ascoltare. E’ un’opera d’arte, perché le storie di Kiran, Ibrahim, Jesmin e di tutti gli altri hanno un’ispirazione, partono dall’immagine potente ed evocativa dell’albero, che dispiega i suoi rami, affonda le sue radici e produce i suoi frutti nutrendosi dell’aria, della luce e delle sostanze nutritive della terra che lo accoglie. E’ anche un oggetto, perché le venti tavole che lo costituiscono sono il prodotto di un laboratorio di un’arte antica e affascinante, quella della serigrafia, che i diciassette autori di “Radici” hanno frequentato imparando a trasformare le loro storie in arte.
Eritrea, Ciad, Afghanistan, Palestina, Algeria, Bangladesh, India, Romania. Donne e uomini con radici lontane da qui e tra loro. Uniti dalla comune radice della diversità, e da una nuova lingua che avvicina.
Il libro, amorevolmente cucito a mano, è il primo piccolo grande capolavoro di ELSE, che sta per Edizioni Libri Serigrafici E altro, un laboratorio serigrafico sostenuto dalla casa editrice Orecchio Acerbo, da CEMEA del Mezzogiorno Onlus e da Asinitas Onlus, oltre che dalla rivista “Lo Straniero” diretta da Goffredo Fofi. A parlare del progetto ELSE e del libro “Radici” saranno con noi Fausta Orecchio, della casa editrice Orecchio Acerbo, Paola Spigarelli e il maestro di serigrafia Claudio Tosi, di CEMEA del Mezzogiorno, e Stefano Cisale di Asinitas, oltre ad alcuni tra gli autori del libro.
Categoria: Eventi passati
"Haile Selassie I. Discorsi scelti, 1930-1973". Presentazione del libro di Lorenzo Mazzoni
Ne discuteranno insieme al curatore Lorenzo Mazzoni, la scrittrice etiope Maaza Menghiste, autrice del libro “Lo sguardo del Leone” (Neri Pozza) e Matteo Guglielmo, esperto di geopolitica del Corno d’Africa.

Quella dell’imperatore Haile Selassie I è certamente una delle più importanti figure storiche del ‘900. Dal 1930, data della sua incoronazione, al 1973, quando ormai molto anziano, fu destituito da un colpo di stato militare guidato da Menghistu, Haile Selassie ha segnato con il suo lungo regno sull’Etiopia un secolo di cruciale importanza per il continente africano. Dalla sua strenua resistenza all’invasione fascista agli anni dell’esilio durante la breve occupazione italiana dell’Etiopia, si è posto come interlocutore di fondamentale importanza al cospetto della comunità internazionale, forte del governo su uno degli imperi più antichi del continente. Circondato da un’aura mitica, in quanto rappresentante di una dinastia imperiale che fa risalire le sue origini al re Salomone, nel dopoguerra la figura di Haile Selassie è al centro di drammatiche vicende storiche, simbolo di un potere imperiale di stampo medievale che pure tenta di modernizzare, ma diventa anche il riferimento spirituale del movimento transnazionale del rastafarianesimo, un movimento culturale legato alla musica reggae reso celebre dal suo principale portavoce, Bob Marley. Per i seguaci della filosofia rasta, Heile Selassie incarna la seconda venuta di Cristo, e i suoi discorsi rappresentano una sorta di Nuovissimo Testamento.
Il libro di Lorenzo Mazzoni, “Haile Selassie I. Discorsi scelti, 1930-1973”, pubblicato da Stampa Alternativa, presenta una selezione dei discorsi tenuti da Ras Tafari Makonnen, ossia Haile Selassie I, tra il 1930 e il 1973 al popolo etiope, alla Società delle Nazioni, alle Nazioni Unite, all’Organizzazione dell’Unità Africana, al Concilio Mondiale delle Chiese e ad altri organismi e istituzioni internazionali, per la prima volta in una traduzione italiana.
A discutere con l’autore, Lorenzo Mazzoni, saranno presenti Maaza Menghiste, scrittrice nata in Etiopia e residente negli Stati Uniti, autrice del romanzo “Lo sguardo del leone” (Neri Pozza), e Matteo Guglielmo, esperto di geopolitica del Corno d’Africa, autore del saggio “La Somalia. Le ragioni storiche del conflitto” e del blog Inside HOA. Notizie dal Corno d’Africa.
Lorenzo Mazzoni è fondatore di un’associazione socioculturale di carattere rastafari, con sede a Barcellona. Negli ultimi tre anni ha pubblicato due libri: per Coniglio Editore “Kebra Nagast. La Bibbia segreta del Rastafari” (Roma, luglio 2007), per Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri “Rasta Marley. Le radici del Reggae” (Viterbo, giugno 2009).
GRIOT festeggia il "Jackie Robinson Day". Presentazione del libro "Il mio nome è Jackie Robinson", la storia del grande campione di baseball e icona delle lotte per i diritti civili in America
Venerdì 15 aprile alle ore 19 GRIOT festeggerà il Jackie Robinson Day, con la presentazione del libro “Il mio nome è Jackie Robinson” di Scott Simon
Interverranno: Marco Contini, della redazione Esteri del quotidiano La Repubblica, osservatore del mondo americano e appassionato di baseball, e Mauro Valeri, sociologo ed esperto di sport e razzismo.
Jackie Robinson è un’icona dello sport e un simbolo della lotta per i diritti civili, il primo afroamericano a giocare nel baseball professionistico con la maglia dei Brooklyn Dodgers. Siamo alla fine degli anni ’40, e l’appassionante vicenda sportiva e umana di Jackie Robinson ha avuto la forza di mettere l’America di fronte alle profonde contraddizioni della sua democrazia, segnata dalle pesanti discriminazioni nei confronti della sua componente afroamericana. Con caparbietà e determinazione, Jackie Robinson ha resistito all’ostilità nutrita dai suoi compagni e dai tifosi della sua squadra, conquistando tutti e spianando la strada all’ingresso di altri afroamericani nella principale lega americana di baseball. Ancora oggi, in suo onore, nessun giocatore nella Major League indossa la maglia con il numero di Jackie, il 42. Nel suo libro “Of thee I Sing: A Letter to my Daughters”, il presidente Barack Obama ha inserito Robinson tra i tredici grandi personaggi americani che hanno cambiato il corso della storia, perché con il suo esempio “ci ha mostrato come trasformare la paura in rispetto”.
Ogni anno, il 15 aprile, l’America festeggia il Jackie Robinson Day: proprio in questa data, nel 1947, Robinson esordì nella Major League e cambiò la storia del baseball professionistico e, più in generale, delle relazioni razziali negli Stati Uniti. GRIOT farà eco ai festeggiamenti negli Stati Uniti, presentando il libro “Il mio nome è Jackie Robinson”, scritto dal giornalista Scott Simon e pubblicato dalla casa editrice 66thand2nd. A conversare sul libro, sulla figura di questo straordinario atleta e sul lungo e tortuoso percorso delle lotte per i diritti civili negli Stati Uniti saranno con noi Marco Contini, della redazione Esteri del quotidiano La Repubblica, grande osservatore del mondo americano e appassionato di baseball, e Mauro Valeri, sociologo che da anni studia il fenomeno del razzismo nel mondo dello sport.
Aperitivo Bafoulabè da GRIOT, con Madya Diebate e Djibril Gningue
Domenica 10 aprile alle ore 19, aperitivo musicale Bafoulabé da GRIOT
Un’occasione per ascoltare dal vivo Madya Diebate alla kora e Djibril Gningue a ngoni e basso e gustare sapori provenienti da Africa e Medio Oriente… nel cuore di Trastevere!
Bafoulabé è il nome di una formazione musicale aperta, che vede al suo interno diversi musicisti che si alternano a seconda del progetto musicale in corso. E’ il nome di un villaggio in Mali, ma indica anche il punto esatto in cui si incrociano due fiumi. Nel caso dei due musicisti ospitati da GRIOT, Bafoulabé vuole essere punto di incontro, a cui approdano e da cui ripartono due esperienze musicali differenti.
Madya Diebate e Djibril Gningue propongono uno spettacolo di musiche dall’Africa Occidentale che attinge al repertorio della musica tradizionale mandinga, epiche e storie che narrano dell’impero del Mali e dei suoi eroi, miti tramandati dai griot, di padre in figlio, fino ai giorni nostri. Un repertorio classico, arrangiato con la sensibilità moderna di due straordinari interpreti della diaspora. Madya Diebate suona la kora, un’arpa tradizionale mandinga a 21 corde, e canta le epopee dell’impero del Mali. Djibril Gningue suona il ngoni un liuto a quattro corde originario delle savane del Sahel e il basso elettrico.
L’aperitivo che accompagnerà l’esibizione dei due artisti comprende specialità dal Nordafrica e dal Medio Oriente, the e tisane, bevande alcoliche e analcoliche e vini biologici, al costo di 10 €.
Madya viene dalla Casamance, una regione a sud del Senegal in cui prevale l’etnia mandinka. Discende da una famiglia griot, con una parentela stretta con la famiglia di Toumani Diabate e Ballake Sissoko. La kora, l’arpa a 21 corde dei mandingo, è originaria di quelle terre. A differenza dei maliani, in Gambia e in Casamance la kora si suona in modo più ritmico e percussivo, con le corde che vengono colpite e pizzicate.
Madya Diebate può essere considerato uno dei più virtuosi suonatori di kora della diaspora africana. Attento interprete della cultura mande suona sia in gruppi tradizionali che in progetto di fusione che vedono assieme la crema del jazz italiano e la tradizione orale ouest-africaine. http://www.myspace.com/madyadiebate
Djibril è un polistrumentista senegalese di etnia serer. Suona il basso, la chitarra acustica e elettrica, il ngoni (chitarra tradizionale africana), la kora (arpa africana) e le percussioni (sabar, djembe). Djibril ha una lunga esperienza musicale a Dakar, Senegal, dove ha suonato con i migliori musicisti. In Europa e in Italia ha collaborato con diversi gruppi musicali e teatrali. http://www.myspace.com/djibril_gningue
Derek Walcott presenta a Roma in prima mondiale l'opera teatrale "Moon-child (Ti Jean in Concert)"
Lunedì 4 aprile, alle ore 21, presso l’American Academy in Rome, verrà presentata la prima mondiale dello spettacolo teatrale del Premio Nobel per la Letteratura Derek Walcott
Lo spettacolo si svolgerà in lingua inglese, con una sinossi in lingua italiana. L’evento è stato reso possibile grazie al “Maria Cox and New Initiatives for Don Fund”. L’ingresso è gratuito, previa esibizione di un documento all’ingresso.
American Academy in Rome, Villa Aurelia
Largo di Porta San Pancrazio, 1
www.aarome.org
La Libreria GRIOT sarà presente all’evento con una selezione di testi di Derek Walcott, in lingua originale e in italiano con testo originale a fronte
Proiezione del film documentario "Solo andata. Il viaggio di un Tuareg"
Sabato 19 marzo, alle ore 18.30, da GRIOT verrà proiettato il film documentario “Solo andata. Il viaggio di un Tuareg” (Italia, 2012), di Fabio Caramaschi
Sarà presente l’autore
Sidi è un giovane Tuareg, emigrato assieme alla sua famiglia dal Sahara Nigerino a Pordenone, nel cuore del nord-est industriale italiano. Quando la famiglia è partita per l’Italia, Sidi e i suoi sono stati costretti dalle leggi sul ricongiungimento a lasciare in Niger il figlio più piccolo, che sta crescendo con il nonno e gli ultimi custodi della tradizione, mentre il fratello Sidi diventa ogni giorno più italiano. Dopo avere vissuto metà della sua vita in Africa e metà in Italia, l”identità adolescente di Sidi è oggi divisa fra il desiderio di integrarsi nella nuova realtà italiana e la nostalgia degli immensi spazi e della vita semplice e libera dell’infanzia africana ormai lontana. Per affrontare i suoi dubbi e le sue paure, è Sidi stesso ad impugnare la telecamera per scoprire il nostro mondo e contemporaneamente rivelarci il suo. L’ “inchiesta” di Sidi raggiunge un fondamentale punto di svolta quando il padre riesce a vincere la sua lunga battaglia contro la burocrazia italiana e ottiene finalmente i documenti per fare venire in Italia anche il figlio più piccolo, Alkassoum. Mentre il nonno e quelli che non hanno mai abbandonato il loro deserto lo percorrono ancora una volta in carovana, i due fratelli in Italia affrontano uniti una non facile integrazione in un mondo dove sembrano essere necessari, ma non sempre voluti.
Fabio Caramaschi, autore, fotografo e regista, racconta questa storia con il documentario “Solo andata. Il viaggio di un Tuareg”, frutto di un paziente lavoro durato otto anni. In questo periodo, le riprese sono maturate di pari passo con la creazione di un rapporto di conoscenza e fiducia reciproca, necessario per rappresentare da un punto di vista interno le complesse dinamiche del fenomeno migratorio, fatto di soggetti portatori di storie personali e familiari, e non di numeri o di etichette. Trasmesso per la prima volta il 4 luglio 2010 nel programma DOC3 di Rai Tre, “Solo andata” è stato proiettato in decine di sale in tutta Italia, partecipando a diversi festival internazionali.
Libia, tra rivolta, repressione e intervento internazionale. Riflessione con Eric Salerno e Annamaria Rivera
Libia, tra rivolta, repressione e intervento internazionale. Riflessione con Eric Salerno e Annamaria Rivera
Domenica 20 Marzo, alle ore 18.30, la Libreria GRIOT organizza un incontro sugli eventi in Libia. Interverranno Eric Salerno, giornalista e autore di numerosi testi sul Medio Oriente e sulla Libia, e Annamaria Rivera, docente di Etnologia e Antropologia Sociale all’Università di Bari
La straordinaria e (almeno da questa parte del Mediterraneo) inattesa ondata di rivolte e manifestazioni che ha attraversato il Nordafrica e il Medio Oriente dallo scorso dicembre si è drammaticamente impaludata in Libia. In molti, nelle settimane precedenti all’esplosione delle proteste nel paese, avevano escluso quello libico dal novero dei regimi “a rischio”.
Queste ipotesi sono state spazzate via dalle manifestazioni che hanno attraversato anche la Libia e che sono state accolte da Gheddafi e dai suoi fedelissimi con un’intransigenza sanguinaria che le diplomazie occidentali hanno faticato a condannare del tutto. Nel mezzo di una brutale guerra civile, sono moltissime le emergenze che destano preoccupazione: dalla repressione feroce messa in atto dal regime di Gheddafi contro i ribelli al rischio di veri e propri stermini di massa nei confronti delle popolazioni di regioni come la Cirenaica, storicamente più riottose rispetto al controllo esercitato dal centro; dalla gravissima situazione in cui si trovano le migliaia di migranti detenuti nelle carceri libiche anche a seguito delle politiche di chiusura delle frontiere e di respingimenti messi in atto dal nostro paese ai rischi legati al blocco degli approvvigionamenti energetici. L’atteggiamento della comunità internazionale nei confronti della cr isi libica è stato ambiguo e prudente, fino alle importanti decisioni prese poche ore fa in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La situazione continua a mutare di ora in ora: per commentare gli ultimi sviluppi e tentare di darne un quadro più ampio, saranno con noi Eric Salerno, giornalista e autore di due testi sulla storia della presenza italiana in Libia, e Annamaria Rivera, antropologa e attivista antirazzista.
Presentazione del laboratorio "Scrivere l'Africa, scrivere la migrazione" a cura della scrittrice e giornalista Igiaba Scego. Interviene Jean-Léonard Touadi, deputato e giornalista
Domenica 13 marzo alle 18.30 presso la Libreria GRIOT sarà presentato il laboratorio “Scrivere l’Africa, scrivere la migrazione” a cura di Igiaba Scego
Intervengono Igiaba Scego, scrittrice e giornalista e Jean-Léonard Touadi, deputato e giornalista
Nei media italiani – con pochissime eccezioni – l’immigrazione è presentata come un “problema”, l’immagine degli immigrati – di donne, uomini, bambini, adulti e anziani – è stereotipata e lontana dalla realtà: gli immigrati vengono spesso ridotti alle rispettive etichette “etniche”, perdono la loro soggettività e diventano un unico insieme, problematico appunto. Gli stereotipi li conosciamo: si va da quelli pietistici a quelli criminali. Sembra che la normalità non esista, quando si parla di immigrati, e che le etichette che riconducono uomini, donne e bambini alle loro origini nazionali o alle loro fedi religiose esaurisca tutto quello che c’è da dire di loro. La “paura del diverso” trae linfa da questa ghettizzazione mediatica.
Sarebbe invece fondamentale, in una società sana, aperta e informata, che i media si dessero delle regole nel trattare il fenomeno dell’immigrazione, pretendendo dai professionisti del settore il massimo rigore nel riportare le notizie e stigmatizzando rappresentazioni sensazionalistiche e semplificate di realtà che sono complesse, multiformi e, soprattutto, fatte di soggetti e non di etichette. ll soggetto migrante merita quindi un’analisi che tenga conto di elementi di natura storica, geopolitica e sociale approfonditi, e necessita di una narrazione che permetta il superamento dei pregiudizi che alimentano atteggiamenti e comportamenti discriminatori.
La costruzione di una società pluriculturale passa anche attraverso un’informazione imparziale, equilibrata e matura, in grado di restituire la profondità e le sfaccettature del fenomeno migratorio. In questo contesto, il seminario a cura della scrittrice/giornalista Igiaba Scego si propone lo sviluppo di un nuovo, alto, profilo di esperto dell’immigrazione e delle relazioni interculturali nell’ambito dei media. Articolato in otto appuntamenti di due ore, il seminario fornirà spunti tramite letture di giornali e riviste, una bibliografia ragionata e una selezione di video. Comprenderà inoltre dei momenti laboratoriali, in cui i partecipanti potranno confrontarsi sui propri modi di raccontare la migrazione, riportando fatti, delineando analisi ed esprimendo opinioni di tipo più approfondito e attento.
Per maggiori informazioni sul programma dei corsi e le modalità di iscrizione, contattare: [email protected] – tel. 06 58 33 41 16. Via di S. Cecilia 1/A – 00153 Roma.
Incontro con Gilbert Gatore, autore del libro "Il passato davanti a sé"
Sabato 12 Marzo, alle ore 18.30, GRIOT in collaborazione con il Centre Saint-Louis de France organizza un incontro con l’autore ruandese Gilbert Gatore
L’autore del romanzo “Il passato davanti a sé” (Fazi Editore) incontrerà i suoi lettori da GRIOT
Nato nel 1981 in Ruanda, Gilbert Gatore è fuggito dal suo paese nel 1994, e dal 1997 vive in Francia. Allo scoppio della guerra e per i successivi quattro anni ha tenuto un diario dove ha riportato gli orrori ai quali, ancora bambino, era stato costretto ad assistere. Un diario che gli verrà poi confiscato alla frontiera con lo Zaire. Dal tentativo di ricostruire quelle pagine perdute nasce il romanzo “Il passato davanti a sé” (Fazi Editore).
Nel libro, sono due i personaggi a dialogare senza saperlo. Il primo, Niko, si è volontariamente sequestrato in una grotta dove, per perdere ogni nozione di sé, si lascia ridurre in schiavitù da una colonia di scimmie: un teatro d’ombre all’interno del quale diventa ostaggio dei suoi sogni, dei suoi segreti. L’altro è la giovane Isaro, una ragazza che non ha conservato delle proprie origini africane che il nome. Nata in Ruanda, adottata da una coppia di francesi, Isaro è cresciuta ignorando ogni cosa del proprio passato; fino a quando una frase, ascoltata per caso, non la fulmina costringendola a tornare indietro, a quella storia che è riuscita finora a cancellare.
Con asciutta determinazione Gilbert Gatore pone l’una di fronte all’altro, in uno spazio e un tempo indeterminati, vittima e carnefice senza mai chiuderli nel perimetro di un atto di accusa, di un giudizio. Perché, simili come sono nella loro impotenza, le domande da porsi sono per entrambi le stesse: come perdonare, come dimenticare. «Il Ruanda e l’Africa non sono mai citati», dice Gatore di quest’opera, «Di fronte all’orrore incommensurabile, la testimonianza brutale mi dà fastidio. Il mio libro non è né un saggio politico, né l’ennesima testimonianza del povero, piccolo ruandese».
“Il passato davanti a sé” è stato selezionato per il Prix Goncourt du Premier Roman 2007, il Prix Inter/Telerama e il Prix des cinq continents de la Francophonie 2008. Ha vinto il Prix du roman Ouest-France Etonnants Voyageurs 2008. È il primo volume di una trilogia, “Figures de la vie impossibile”.
In collaborazione con il Centre Saint-Louis de France
"Verrà domani e avrà i tuoi occhi". Presentazione dell'antologia di scrittori migranti, con Aly Baba Faye
Venerdì 11 Marzo, alle ore 18.30 GRIOT presenta “Verrà domani e avrà i tuoi occhi”, un’antologia di scrittrici e scrittori migranti pubblicata dalla casa editrice Compagnia Delle Lettere
Introduce Aly Baba Faye, sociologo ed esperto di tematiche legate alla migrazione
Essere stranieri in Italia può non essere molto divertente, ma gli autori che hanno contribuito all’antologia “Verrà domani e avrà i tuoi occhi” pubblicato dalla casa editrice La Compagnia delle Lettere, hanno scelto l’arma affilata dell’ironia per parlare di sé, delle loro vite nel nostro Paese e anche di noi.
C’è il buttafuori senegalese che canta l’amore e la lontananza che uccide i rapporti, “l’eterna attesa di mogli e mariti, di figli e figlie”. C’è la prostituta dell’Est intrappolata nel cortocircuito della propria vita e c’è la badante ecuadoriana che proprio non ci sta a farsi mettere i piedi in testa. C’è lo scrittore del Burkina Faso ingannato da un editore senza scrupoli e c’è la bambina rom con le dita sporche di inchiostro che non si cancellerà. Sono loro i protagonisti di questi frammenti di vita, spaccato di una società che senza immigrati è condannata al declino, scorci di esistenze raccontati con originalità da scrittori migranti e italiani.
Dei racconti, del contesto dal quale hanno preso vita e dell’Italia che raccontano ne parleremo durante un’incontro alla Libreria GRIOT, assieme al sociologo ed esperto delle tematiche legate alle migrazioni Aly Baba Faye. Interverranno alcune delle autrici che, assieme alla casa editrice, hanno dato vita a questo progetto editoriale: Claudiléia Lemes Dias, Guergana Radeva, Flore Murard-Yovanovitch, Queenia Pereira de Oliveira e Kathiusca Toala Olivares leggeranno brani dei loro testi, sullo sfondo della musica del percussionista senegalese Moustapha Mbengue.
Titolo: Verrà domani e avrà i tuoi occhi
Autore: AAVV
Editore: Compagnia Delle Lettere
Anno: 2010 pag. 144
ISBN: 9788887847253