Domenica 26 febbraio dalle 18,00 alle 19,30 GRIOT vi aspetta con l’artista Roberta Kirn per sperimentare una “Circle Songs”!
Ideate dal cantante Bobby Mc Ferrin, uno dei principali ispiratori dell’artista Roberta Kirn, le “Circle Songs” rappresentano una forma di improvvisazione di canto corale che, utilizzando qualsiasi tipo di suono prodotto con le voci, conduce spontaneamente alla nascita di brani a cappella.
Roberta Kirn, educatrice musicale, musicista e danzatrice, ci guiderà in un’esperienza travolgente di improvvisazioni ritmico vocali, botta e risposta, ritmi globali, melodie, armonie, impennate lussureggianti, strani rumori, linguaggi inventati, silenzio, preghiera e risate!
Le “Circle Songs” sono prima di tutto un grande divertimento, ma sono anche strumenti meravigliosi che ci aiutano a sviluppare competenze essenziali nel canto d’ensemble: l’ascolto profondo, il grounding nel proprio corpo, il modo di collegarsi al ritmo proprio ed altrui, rafforzando la capacità di ancorarci al nostro ruolo restando in armonia con gli altri elementi. Dall’incastro di tutte le voci, lo sviluppo armonico crea una vera e propria “canzone”.
“This expression from Zimbabwe is one of my most favorite because it is my deeply held belief that singing, drumming and moving with others is not only fun, but profoundly healing “ Roberta Kirn (http://www.bewellsing.com/about)
Laboratorio aperto a tutti, sono benvenuti i bambini!
Quota di partecipazione 10€, tessera associativa eventi GRIOT inclusa.
Prenotazione obbligatoria scrivendo a [email protected] o chiamando lo 0658334116 tra le 15,30 e le 20,00.
Categoria: Eventi passati
Presentazione di "Via della Rivoluzione" di Amir Cheheltan, (2016, Lastaria Edizioni)
Domenica 5 marzo alle 16,30 GRIOT presenta il romanzo “Via della Rivoluzione” dello scrittore iraniano Amir Cheheltan. Insieme all’autore partecipano all’incontro Fariah Sabahi e Antonello Sacchetti.
Fatah è il proprietario di una clinica dove si effettuano interventi per eliminare le tracce di rapporti sessuali prematrimoniali, dopo aver svolto l’ennesimo intervento di imenoplastica per salvare la rispettabilità di una sua giovane e affascinante paziente, la vita di Fatah subisce uno sconvolgimento improvviso da cui scaturisce la ricerca ostinata di un amore perduto. Shahrzad vorrebbe sposarsi con un uomo impiegato presso il carcere di Teheran, dove sono rinchiusi perlopiù prigionieri politici. Mostafa, pur desiderando l’amore, trascorre la sua quotidianità e gli anni migliori della sua gioventù dentro le mura di questa prigione compiendo torture indicibili. Le loro esistenze si incrociano legandosi in un unico e inesorabile destino che sovrasta ogni personaggio di quella che può definirsi un’opera corale. In queste pagine coraggiose e intense, censurate in Iran, come altri libri di Amir Cheheltan scritti dopo la Rivoluzione iraniana, la città di Teheran è parte integrante e vivida della narrazione, in cui i temi della vita quotidiana e della sopravvivenza sono centrali mentre sullo sfondo scorre la storia del paese e l’interazione tra religione, stato e processo di modernizzazione, come racconta l’autore nell’intervista rilasciata a Farian Sabahi per Io Donna
Amir Hassan Cheheltan, ha iniziato la sua attività di scrittore alla fine degli anni ’70 e da allora ha pubblicato numerosi racconti e romanzi tradotti in molte lingue e a volte censurati in Iran. Per alcuni ha alternato la letteratura all’ingegneria elettronica, per poi dedicarsi unicamente alla scrittura. Ha vissuto in Gran Bretagna e, quando la situazione politica in Iran è diventata difficile per gli scrittori e gli artisti, in Italia, attualmente vive a Teheran.
Presentazione di "Viaggio in bianco e nero" di Alessandra Altamura
Sabato 25 febbraio, alle 18, GRIOT ospita la presentazione del romanzo “Viaggio in bianco e nero” di Alessandra Altamura. Insieme all’autrice partecipa la scrittrice Aminata Fofana.
Alessandra Altamura è un’insegnante e soprattutto una viaggiatrice. Dai suoi viaggi nascono storie che, come nel caso di questo romanzo, vanno lontane e arrivano alla candidatura al Premio Strega 2016 con l’autorevole supporto di Franco Cardini che così descrive il libro:
“Viaggio in bianco e nero di Alessandra Altamura è un libro atipico sia nella forma, sia nel taglio, sia nella presentazione editoriale, sia nella qualità di scrittura. L’Autrice è una giovane insegnante con qualche esperienza a suo modo giornalistico-letteraria e qui presenta un suo originale bricolage di esperienze e di riflessioni di viaggio: un po’ cronaca, un po’ indagine, un po’ testimonianza, un po’ fantasia. Siamo assediati e circondati dalla letteratura di viaggio: ma questo sorprende e avvince – specie i vecchi professori che credono di saperla lunga – soprattutto per la qualità che non ti aspetti, anzi diciamo pure che non speri. Qui ci sono belle pagine, tocchi felici di fantasie, descrizioni e metafore non banali e che si fanno ricordare. E’ un racconto pulito, un libro scritto da un’Autrice che crede ancora nei libri, che si aspetta di mettere insieme quei lettori del tipo che tutti noi che un po’ scriviamo vorremmo avere per qualcosa di quelle che ti è capitato di pubblicare. I lettori che ti leggono, che nei libri cercano una risposta alle loro domande.”
Alessandra Altamura vive a Lucca, dove insegna lettere in una scuola media. Ha pubblicato con le Edizioni Il Foglio Music club Toscana. Storie a tempo di musica (2012) e Maschio e femmina li creò (2014). Questo libro è frutto dei suoi viaggi attraverso il mondo.
Insieme all’autrice partecipa la scrittrice Aminata Fofana, autrice di La luna che mi seguiva (Einaudi, 2006).
Presentazione di "Chi, cosa. Rifugiati Transnazionalismo e Frontiere" (2017, Mincione Edizioni)
Domenica 19 febbraio alle 18,30 GRIOT ospita la presentazione di “”Chi, cosa. Rifugiati Transnazionalismo e Frontiere” (2017, Mincione Edizioni) a cura di Osvaldo Costantini, Aurora Massa, Jvan Yazdani.
Insieme ai curatori intervengono Claudio Paravati (Direttore della rivista Confronti) e Silvia Cristofori (Ricercatrice di Antropologia Culturale, Link Campus University, Roma)
Il volume propone un affresco sul tema della migrazione, con contributi di antropologi italiani e internazionali, capace di spostare lo sguardo al di fuori dei confini europei e focalizzare gli aspetti salienti del fenomeno, le sue criticità tecniche oltre a quelle politico-culturali mantenendo un’impronta divulgativa in grado di catturare l’interesse di un pubblico ampio.
Emerge così l’analisi su “l’Effetto” migratorio e le “Cause”; sul diritto internazionale e comunitario; sul conflitto tra i paesi europei intorno alla questione migratoria.
Problematica che fa da sotto testo al caso Brexit, del quale verranno presi in considerazione tanto il retroterra nel dibattito pubblico sui temi dei confini, quanto le possibili ricadute sulla questione migratoria.
Dalla Prefazione di Pino Schirripa: “Lo spostamento forzato e volontario di popolazioni è diventato in questi ultimi anni uno dei punti focali del dibattito politico, e non solo, in Occidente e in specie in Europa. L’arrivo di migranti e rifugiati, spesso mascherato da emergenza per celare l’approssimazione delle pratiche di intervento, marca in maniera netta e oppositiva visioni politiche e sociali che fanno della solidarietà, o invece della sicurezza, se non della purezza, uno dei segni di posizionamento”
Osvaldo Costantini è consulente per la raccolta dati con l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM). Oltre a vari saggi riguardanti i temi dell’Eritrea e della sua diaspora, ha da poco curato la bibliografia e la nota biobibliografica del testo di Amalia Signorelli “Ernesto De Martino: teoria antropologica e metodologia della ricerca” L’asino D’oro edizioni.
Aurora Massa è dottore di ricerca in antropologia. Si occupa di movimenti migratori nel Corno d’Africa e in Italia ed è autrice di numerosi articoli scientifici in italiano e in inglese. Ha collaborato con vari centri di accoglienza per minori stranieri e richiedenti asilo sul territorio romano e con la Cooperazione Italiana in Etiopia.
Jvan Yazdani laureato in antropologia, fa ricerca nel Causaso, in Georgia e Azerbaigian, tra popolazioni turcofone in area post-sovietica. Attualmente svolge un dottorato in Scienze storiche, Antropologiche e Storico-religiose sui percorsi migratori di popolazioni diasporiche.
Presentazione di "Musafir" di Rosario Simone (2016, Edizioni Ad est dell'equatore)
Sabato 18 febbraio, alle 18,30 GRIOT presenta “Musafir” di Rosario Simone, 2016 Ad est dell’equatore Edizioni. Parteciperà, insieme all’autore, il presidente di Antigone Patrizio Gonnella.
“Musafir”, in arabo, vuol dire viaggiatore e Rosario Simone è un giornalista ma soprattutto un instancabile viaggiatore con lo zaino in spalla. I suoi viaggi iniziano negli anni Ottanta, in un mondo arabo molto diverso in cui era possibile viaggiare in autostop e continuano quasi fino alla fine del secolo. Dalle sponde algerine, all’Anatolia, passando per il Marocco, la Tunisia, la Libia di Gheddafi dove sono ancora evidenti le tracce della colonizzazione italiana. E poi ancora la Siria, il Kurdistan e l’Iraq, dove, prima di essere rimpatriato per la guerra del golfo con una delegazione europea, viene ingaggiato come interprete dalla “cbs news” e diventa testimone involontario del conflitto. Rosario simone non è un turista, non è un fuggitivo e nemmeno un esiliato: è un narratore che racconta con la forza del candore quello che vede e il suo è un diario capace di trasmettere immagini vivide agli occhi del lettore. Un inno al viaggio e al suo fine più profondo: la conoscenza. quella che aiuta a comprendere il mondo arabo e le radici di quanto accade oggi nel Mediterraneo.
Rosario Simone. Dal 1991 lavora presso industrie farmaceutiche occupandosi di export. Pubblica nel 1993 un reportage sulla Libia su “Il Corriere del Ticino”. Iscritto all’ordine dei giornalisti, collabora con giornali italiani, svizzeri, olandesi, statunitensi e degli Emirati Arabi. Nel 2001 riceve la menzione d’Onore dall’ICCROM nel concorso internazionale Media Save Art per un reportage apparso su “Il Corriere della Sera” sulle biblioteche della Mauritania. Nel 2013 il manoscritto Musafir riceve la Menzione Speciale al Premio Saverio Tutino; nel 2014 riceve il secondo premio nella categoria inediti al Premio Letterario Il Molinello, Rapolano (SI).
Attualmente collabora con la redazione senese de “La Nazione” e il giornale on line di Abu Dhabi “Al Ain.net”.
Giulio Regeni, le verità che ancora ignoriamo.
Sabato 4 febbraio, alle 18,30, il giornalista della Rai Amedeo Ricucci e Lorenzo Declich raccontano cosa è successo dopo il ritrovamento del corpo di Giulio Regeni a Il Cairo e a che punto sono le indagini.
“Fin dal 25 gennaio 2016 c’è un elefante che si aggira nelle stanze della politica italiana, ma in mezzo al polverone si fa fatica a vederlo. Chi scrive è certo che anche soltanto ascoltare o leggere Giulio Regeni restituito alla sua famiglia e ai suoi amici, avrebbe aperto uno squarcio nella nebbia, avrebbe convinto tutti su chi era lui, senza il bisogno di chiedere lumi ai suoi genitori, ai suoi amici o a coloro con cui faceva ricerca, e nemmeno ai mille tromboni – più o meno ben collocati nel sistema mediatico italiano – che hanno gettato fango su di lui. Oggi, se Giulio Regeni fosse ancora vivo, chiunque intervistasse Abd al-Fattah al-Sisi di certo non potrebbe farlo spaziare in lungo e in largo, con fare da “padre di famiglia”, su teorie del complotto e notazioni minacciose sugli amichevoli e storici rapporti fra due grandi paesi. Anzi, probabilmente Abd al-Fattah al-Sisi un’intervista non la concederebbe”. (Lorenzo Declich, “Giulio Regeni, le verità ignorate” Alegre, 2016; pag. 161)
Dopo un anno il polverone non si è ancora depositato e l’elefante è sempre lì, Amedeo Ricucci e Lorenzo Declich fanno il punto sulle indagini e su quello che è successo negli ultimi 12 mesi.
Amedeo Ricucci è giornalista in Rai dal 1993, dove ha seguito come inviato speciale i principali conflitti internazionali degli ultimi 20 anni per Professione reporter, Mixer, La storia siamo noi e infine per il TG1. Attualmente è alla redazione Speciali del TG1. Ha ricevuto riconoscimenti nazionali e internazionali
Lorenzo Declich è un esperto di mondo islamico contemporaneo. Co-traduttore dall’arabo di saggi e romanzi, ha curato libri e collaborato con diverse testate giornalistiche. Le sue pubblicazioni più recenti sono L’islam nudo: le spoglie di una civiltà nel mercato globale (Jouvence, 2015), Islam in 20 parole (Laterza, 2016), Giulio Regeni, le verità ignorate (Alegre, 2016)
Presentazione di "Non dirle che non è così" di Raffaella Greco Tonegutti (2016, Blonk edizioni)
Sabato 11 febbraio alle 18,30 GRIOT presenta il romanzo “Non dirle che non è così” di Raffaella Greco Tonegutti” (Blonk edizioni). Insieme all’autrice parteciperanno Ingy Mubiayi e Simona Marchetti.
Due figlie e due padri ai confini del vecchio mondo e al centro della Storia. Amina e Ljuba camminano sul crinale della Storia, con i loro lunghi capelli sciolti nel vento della Goulette di Tunisi, in piena Primavera. Involontarie paladine di una rivolta che le ha travolte senza interrogarle, scoprono l’amore, la lotta contro le ingiustizie sociali, la libertà, l’appartenenza. Non dirle che non è così è una storia di frontiere: emotive, storiche, geografiche. Un intreccio di storie dentro la Storia, un ritratto visionario dei confini dell’Europa impressi negli sguardi di due giovani che si scoprono donne nel breve corso della Primavera 2011.
Raffaella Greco Tonegutti lavora per la Commissione Europea dove si occupa di politiche di integrazione, migrazione, asilo in Europa e in Africa. Ha pubblicato il romanzo “L’Espagnole” e il saggio “Silenzio su Bamako” per Editori Riuniti, con Infinito editore ha pubblicato la pièce teatrale “Racconto a due voci”.
Vi aspettiamo sabato 11 febbraio alle 18,30 con l’autrice Raffaella Greco Tonegutti, la scrittrice Ingy Mubiayi e la sociologa Sabrina Marchetti.
Presentazione di "La rana e la pioggia" di Antonello Sacchetti (2016, Infinito edizioni)
Sabato 28 gennaio alle 18,30 presentiamo “La rana e la pioggia. L’Iran e le sfide del presente e del futuro” di Antonello Sacchetti. Insieme all’autore sarà presente Bianca Maria Filippini, docente di Lingua Persiana e fondatrice della casa editrice Ponte33.
Secondo una credenza popolare del nord dell’Iran, quando tre rane cantano, vuol dire che sta per piovere. “La pioggia quando arriva?”, chiede Nima Yooshij alla rana in una sua celebre poesia del 1952: una metafora della rivoluzione, ma anche una premonizione. Di lì a poco, infatti, l’Iran avrebbe conosciuto il golpe anti-Mossadeq, la “rivoluzione bianca” voluta dallo scià per modernizzare il Paese, la rivoluzione del 1979 e la nascita della Repubblica islamica. Un Novecento vivace e drammatico ha portato nel terzo millennio un Iran con un’identità forte e apparentemente immutabile.
E oggi? All’indomani dello storico accordo sul nucleare, la Repubblica islamica sembra in procinto di entrare definitivamente nel mercato globale. Ma quali sfide e quali compromessi comporta tutto questo per la cultura e il popolo iraniano? Insomma: “La pioggia quando arriva?». La rana e la pioggia è un viaggio nell’Iran dei nostri giorni, attraverso il complesso e affascinante rapporto tra Paese e modernità.
“Sacchetti offre al lettore tanti diversi frammenti. Appassionato di cultura persiana, ne ha studiato la lingua e – come gli iraniani – intercala prosa e poesia. Il risultato è una lettura scorrevole, piacevole. Con la politica a fare da filo conduttore con i suoi protagonisti”. (Farian Sabahi)
Antonello Sacchetti, giornalista, blogger, appassionato di Iran. Ha pubblicato con Infinito edizioni I ragazzi di Teheran (2006), Misteri persiani (2008), Iran. La resa dei conti (2009) e Trans-Iran (2012). Dal 2012 cura il blog Diruz. L’Iran in italiano (www. diruz.it), da lui fondato.
Presentazione di "Arabia Saudita. Uno Stato contro le donne e i diritti" di Liisa Liimatainen (2016, Castelvecchi)
Domenica 29 gennaio, alle 18,30, la Libreria GRIOT presenta il libro di Liisa Liimatainen “Arabia Saudita. Uno stato contro le donne e i diritti”. Parteciperanno l’autrice e Deborah Scolart, docente di Diritto musulmano presso l’Università Roma Tre.
Liisa Liimatanein da anni studia e documenta il mondo mediorientale, in questo libro ci consegna un ritratto approfondito dell’Arabia Saudita, paese fondamentale, insieme all’Iran, per capire gli equilibri – i disequilibri – di tutto il Medioriente. L’autrice ci racconta di un paese governato da un regime assolutista e la cui vita sociale è pesantemente influenzata dalla lettura rigida dell’Islam wahhabita ma pieno di fermento sotterraneo che riesce a svilupparsi nonostante le costanti violazioni dei diritti umani più elementari. Giovani e donne sono al centro di questo fermento, ed è proprio alle donne che Liisa Liimatainen dedica una parte del libro, raccontando la lotta per ottenere il diritto di voto e per superare la subalternità sancita dalla società maschile (e maschilista) che colpisce le donne di ogni classe. In un stato enorme il cui sviluppo economico è stato velocissimo -e sostanzialmente limitato alla componente etnica araba- la libertà di espressione, di stampa, di riunione, libertà religiosa, non sono garantiti per nessuno.
Liisa Liimatainen è stata corrispondente dall’Italia per la radio e televisione finlandese YLE per quasi un quarto di secolo, e come inviata ha seguito costantemente la situazione nel mondo musulmano e in particolar modo gli eventi dell’area del Mediterraneo e del Medio Oriente a partire dagli anni ’80.
Domenica 29 gennaio vi aspettiamo alle 18,30 per incontrare l’autrice e Deborah Scolart, docente di Diritto musulmano.
Presentazione di "Esilio siriano", a cura di Marina Calculli e Shady Hamadi (2016, Guerini editore)
Sabato 21 gennaio, alle 16,30, GRIOT presenta la raccolta di saggi “Esilio siriano. Migrazioni e responsabilità politiche” curato da Marina Calculli e Shady Hamadi. Parteciperanno Marina Calculli e il professore Vittorio Emanuele Parsi.
Il dramma del popolo siriano non è soltanto racchiuso nella guerra devastante che dal 2011 ha ucciso migliaia di persone e distrutto gran parte delle infrastrutture del paese, ma si risolve soprattutto nell’esilio. L’esilio è al contempo una condizione materiale e mentale: è il trauma sentimentale della privazione e del distacco forzato dalla propria terra ma si realizza anche nell’impossibilità di essere libero in patria. L’esule si accomiata dall’esercizio della cittadinanza, perché privato del suo spazio pubblico. In questa prospettiva, Esilio siriano esalta il carattere squisitamente ed essenzialmente «politico» della condizione dell’esule – cominciato ben prima del 2011 e articolatosi attraverso vie di fuga, sopravvivenza e resistenza al regime degli Asad. Tuttavia, attraverso la rivoluzione del 2011 e la guerra che ne segue, la Siria si dissolve nei fragili equilibri geopolitici che uniscono tra loro la crisi dei confini mediorientali, la creazione del sedicente «Stato Islamico», fino a un’Europa che ha già in parte sacrificato le sue premesse liberali di fronte all’emergenza umanitaria dei rifugiati. Attraverso l’unione di competenze diverse, mutuate da un’esperienza diretta della Siria, comune a tutti gli autori di questo libro, Esilio siriano ha l’ambizione di proporre una sintesi dell’intreccio delle varie crisi politiche – nazionali, regionali e internazionali – oggi rappresentate dal dramma del popolo siriano.
Marina Calculli, studiosa di Relazioni Internazionali del Medio Oriente. Fulbright fellow presso l’Institute for Middle Eastern Studies, Elliott School of International Affairs, The George Washington University. Attualmente è assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” e associate research fellow presso il Middle East Centre del St. Antony’s College, University of Oxford.
Vittorio Emanuele Parsi, Direttore di ASERI (Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali) dell’Università Cattolica di Milano, insegna Relazioni Internazionali. E’ editorialista de “Il Sole 24 Ore” e ha scritto numerosi saggi di scienza politica e relazioni internazionali.