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Presentazione di "Mother Eritrea" di Daniel Wedi Korbaria

Sabato 28 settembre alle 18, GRIOT ospita la presentazione di “Mother Eritrea” di Daniel Wedi Korbaria. Insieme all’autore parteciperanno il Prof. Furio Pesci, docente universitario di storia della pedagogia e la neuropsichiatra infantile e dell’età evolutiva Prof. Marinella Canale. Lettura interattiva col pubblico condotta dalla drammaturga e linguista Flavia Gallo.

Sullo sfondo di un paese in guerra, l’Eritrea, si consuma il dramma di Selam,  la “Mother Eritrea” del titolo, una madre coraggio costretta a crescere da sola due figli mulatti facendo di tutto affinché sopravvivano. La vicenda è ambientata nella città di Asmara, oppressa dal feroce controllo  del colonnello etiope Menghistu Hailemariam. I fratellini Yonas e Sami crescono circondati da un gruppo di donne sole che usano i melodrammi indiani come panacea alla loro misera vita, combattendo quotidianamente contro uomini violenti. Attraverso i flashback dei protagonisti e il racconto delle loro peripezie l’autore ricostruisce il periodo drammatico della guerra di indipendenza eritrea visto dal punto di vista infantile e ingenuo di chi ha come unico scopo quello di trovare qualcosa da mangiare e sopravvivere giorno dopo giorno.

Daniel Wedi Korbaria è nato ad Asmara e vive e lavora in Italia dal 1995. Dopo una lunga esperienza nel mondo del teatro, negli ultimi anni si è occupato di immigrazione dal Corno d’Africa. Ha pubblicato numerosi racconti e articoli; “Mother Eritrea” è il suo primo romanzo.

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Primo incontro del circolo del libro con Editoriaraba

Domenica 29 settembre, alle 18.30 inauguriamo il circolo di lettura con un appuntamento speciale organizzato da Chiara Comito di editoriaraba e la casa editrice e/o.

Primo appuntamento introduttivo con il circolo del libro di editoriaraba dedicato alla lettura collettiva del romanzo Una piccola morte, dello scrittore saudita-canadese Mohamed Hasan Alwan (pubblicato da e/o nel 2019, trad. dall’arabo di Barbara Teresi). In questo primo incontro, Chiara Comito di editoriaraba ci spiegherà il funzionamento del gruppo di lettura e ci introdurrà alla lettura del libro insieme a Lorenzo Declich, saggista ed esperto di mondo arabo-islamico. Per partecipare a questo incontro non c’è bisogno di avere già letto il romanzo, il circolo si riunirà nuovamente dopo due mesi per discutere del libro dopo la lettura collettiva.

Una piccola morte racconta la vita, romanzandola, del grande mastro del sufismo islamico Ibn Arabi dall’infanzia fino alla morte. Una piccola morte è una grande ed epica avventura nel Medioevo islamico, a cavallo tra Andalusia, Maghreb e Medio Oriente narrata da Alwan con eleganza e dovizia di particolari. Alwan, che è nato in Arabia Saudita ma vive in Canada da anni, grazie a questo romanzo nel 2017 si è aggiudicato il Premio internazionale per la Letteratura araba.

L’incontro di Roma è uno dei tanti appuntamenti sparsi per l’Italia dedicati alla lettura di questo romanzo. L’iniziativa è stata ideata da editoriaraba con il sostegno della casa editrice e/o.

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Presentazione di "Dalla guerra. Cronache di ordinaria oppressione" di Luca Salvatore Pistone (2019, Aut Aut)

Venerdì 27 settembre alle 19 GRIOT presenta il libro “Dalla guerra. Cronache di ordinaria oppressione” di Luca Salvatore Pistone, edito da Aut Aut. Insieme all’autore parteciperà il reporter Valerio Nicolosi.

 

Dieci reportage. Dieci storie di sopravvivenza, prevaricazioni, violenza, speranza. Sono storie vissute, viste, ascoltate in prima persona nei viaggi di Luca Salvatore Pistone al centro delle zone calde del mondo dal 2012 in poi. Dall’Africa (Gambia, RCD, Repubblica Centrafricana, Niger) al Sud est Asiatico (Cambogia, Filippine), passando per Mosul: paesi molto diversi ma con la caratteristica comune di essere terreno di conflitti più o meno riconosciuti dalla comunità internazionale. “Dalla guerra” è un viaggio all’interno della cronaca raccontata con uno stile asciutto, a volte obbligatoriamente duro, senza autocompiacimento né pietismo per vittime coinvolte.  

Luca Salvatore Pistone è un giornalista, fotografo e videomaker freelance. Laureato prima in Teoria Politica e poi in Relazioni Internazionali, ha un master in Studi afro-asiatici e uno in Giornalismo di guerra. Da diversi anni lavora come inviato in zone di guerra e di crisi per diverse testate e organizzazioni internazionali. 

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Presentazione di "Pensieri sostenibili ai piedi di un baobab" di Giuseppe Daconto (2019, La Meridiana)

Domenica 22 settembre alle 19, GRIOT ospita la presentazione del libro “Pensieri sostenibili ai piedi di un baobab” di Giuseppe Daconto, pubblicato da edizioni la meridiana. Insieme all’autore ci saranno  Vincenzo Marino, ICN-Confcooperative e Istituto Colorni-Hirschman ed Elvira Zaccagnino, direttrice delle edizioni la meridiana.

Non si tratta di un taccuino di viaggio, di un reportage giornalistico, di un racconto romanzato di incontri. Non è un saggio di politica o di economia sull’Africa, sulla sua cultura, né un libro sullo sviluppo sostenibile. Ma è un po’ tutto questo. Queste pagine sono un misto di emozioni e riflessioni sull’Africa che l’autore fa scoprendo che in quel pezzo di mondo, rappresentato nelle cartoline dai baobab, come nel nostro, come in tutti i sud della terra, c’è ancora tanto da fare, tanto da costruire, tanto da migliorare.
In filigrana il libro contiene considerazioni che essenzialmente riguardano noi europei, racchiuse in una domanda provocatoria: non è che ci stiamo “africanizzando”? Se è vero che quei luoghi pongono domande stringenti sul futuro, proprio dal confronto tra noi e loro, Senegal e Italia, sicuramente nemmeno troppo lontani e pur sempre dello stesso pianeta, sorge un dubbio: verso dove stiamo andando?
Ed ecco che guardare e raccontare un pezzetto dell’Africa, il Senegal, può servire a parametrare meglio il nostro futuro, come umanità, senza distinzioni di sorta, partendo da alcune immagini forti come “chiavistelli metaforici” per entrare in questa porzione di continente e rapportarla al nostro.
Giuseppe Daconto, è laureato in Economia all’Università Aldo Moro di Bari e alla Federico Caffè di Roma 3, si dedica anche allo scoutismo cattolico e al volontariato politico, tra la Puglia e Roma. Attualmente è economista presso Fondosviluppo, il fondo mutualistico di Confcooperative, all’interno del Centro Studi. Si occupa principalmente di economia cooperativa, sviluppo e politiche della coesione.

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Presentazione "Carolina Maria de Jesus. Una biografia ai margini della Letteratura" di Rita Ciotta Neves (2019, Alpes)

Sabato 21 settembre, alle 18.30 GRIOT ospita la presentazione di “Carolina Maria de Jesus. Una biografia ai margini della Letteratura” di Rita Ciotta Neves (2019, Editrice Alpes). Insieme all’autrice parteciperanno l’antropologo Massimo Canevacci, la regista Elisabetta Pandemiglio e per la casa editrice Doriano Fasoli, poeta e saggista.

La biografia della scrittrice Carolina Maria de Jesus (1914-1977) vuole ripercorrere la vita e la produzione letteraria di una singolare protagonista della letteratura brasiliana del ‘900, raccontando, allo stesso tempo, alcuni momenti fondamentali del grande paese sudamericano: dal periodo coloniale fino agli anni ’60. Carolina, nera, nubile e madre di tre figli, vive nella favela di Canindé, dove è scoperta per caso da un reporter che le permette, nel 1960, di pubblicare la sua prima opera, il diario Quarto de Despejo. Il libro, che racconta la durissima vita della favela, avrà uno straordinario, anche se effimero, successo letterario. L’avvento della dittatura militare e l’ abbandono dei media, la respingeranno, pochi anni dopo, nell’oblio e nella miseria. Eppure Carolina non smetterà mai di scrivere: diari, un romanzo, poemi, testi teatrali. Considerata, in Brasile, tra le prime protagoniste della Letteratura Marginale, Carolina influenzerà l’attuale Letteratura Periferica. Accusata di “scrivere male” Carolina stravolge in realtà ogni canone letterario e ci lascia un’opera affascinante e sorprendente, che va al di là del genere autobiografico e della pura testimonianza sociale.

Rita Ciotta Neves è nata a Roma nel 1949, dove si è laureata in Lettere presso l’Università La Sapienza, concludendo il dottorato in Storia presso l’Università Portucalense di Porto. Dal 1980 vive a Lisbona. È stata docente di Italiano all’Università di Coimbra e, nell’ambito del Progetto Erasmus, docente alle Università di Perugia, Arezzo e Lecce. A Lisbona è stata docente di Italiano all’Istituto Italiano di Cultura e di Semiotica e Teoria Letteraria all’Università Lusófona. Oltre a numerosi articoli, saggi e traduzioni, ha pubblicato “Italo Calvino, Lições de Modernidade” (Edições Universitárias Lusófonas, 2007) e “Gramsci: a Cultura, os Subalternos e a Educação” (Edições Colibrí, 2016).

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Presentazione di "Morire a Mogadiscio. Diario di guerra. Ritorno a Mogadiscio" di Hassan Osman Ahmed

Martedì 10 settembre alle 18.30 GRIOT presenta il libro “Morire a Mogadiscio. Diario di guerra. Ritorno a Mogadiscio” di Hassan Osman Ahmed (2019, Edizioni Efesto). Insieme all’autore parteciperanno Sandro Triulzi, docente di Storia dell’Africa e Zakaria Mohamed Ali, giornalista e documentarista di origini somale. 

«Nel gennaio del 1991 mi trovavo in Somalia per la ricerca sul campo per il dottorato in Africanistica, quando ho assistito al crollo del regime di Siyad Barre. Spinto da mia moglie Udi e dagli amici, ho tenuto un diario di testimonianze: “Morire a Mogadiscio”. A distanza di ventisette anni, nel gennaio del 2017, ho fatto ritorno per assistere mia madre che era in coma in ospedale. Anche questa volta ho messo per iscritto un diario: “Ritorno a Mogadiscio”, con le impressioni sulla situazione politica e sociale della Somalia. Nel primo diario descrivo come sono stato colto impreparato dagli avvenimenti di inaudita violenza che si susseguivano fuori, intorno a me, e nella mia famiglia. A volte mi sembrava di vivere in una città che non riconoscevo più, e non vedevo l’ora di fuggire per non impazzire. Mi dispiaceva per i giovani che erano coinvolti in un wargame più grande di loro. Quando sono ritornato nel 2017, mi sono chiesto come un’intera generazione fosse potuta sopravvivere a decenni di guerra, senza sapere il significato di pace. Allora ho capito perché i giovani fuggono dalla Somalia: perché noi della diaspora gli facciamo scoprire un altro mondo che a loro è permesso sbirciare solo su facebook» (dalla quarta di copertina).

Hassan O. Ahmed è nato in Somalia nel 1948, ha studiato Lettere e Filosofia a Milano. Negli anni ’80 ha insegnato lingua italiana presso l’Università di Mogadiscio e, dopo aver ottenuto una borsa di dottorato in Africanistica all’Università Orientale di Napoli, ha condotto una ricerca sulla città di Marka. Con la caduta di Siyad Barre e l’inizio della guerra è tornato in Italia con la sua famiglia.  Successivamente ha vissuto a Londra , insegnando sempre italiano. Attualmente vive a Londra.

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Presentazione di "Storia dei Mediterranei. Popoli, culture e scoperte dal tardo Medioevo al 1870"

Giovedì 12 settembre, alle 18.30, GRIOT ospita la presentazione di “Storia dei Mediterranei. Popoli, culture e scoperte dal tardo Medioevo al 1870.”, edito da Edizioni di storia e studi sociali. All’incontro partecipano: Pino Blasone, scrittore e studioso del mondo arabo, Massimo Cultraro, ricercatore IBAM-CNR, Flavio Enei, direttore del Museo di Santa Severa,  e Carlo Ruta, storico del Mediterraneo e saggista. 

La vicenda dei popoli mediterranei raccontata da prospettive finora inedite o poco scandagliate: è il progetto inaugurato da Edizioni di storia e studi sociali con il primo volume della Storia dei Mediterranei, già presentato nel dicembre 2018 presso GRIOT.
In questo nuovo libro, che prende le mosse dalle fratture storiche che aprirono alla modernità, vengono passati al vaglio aspetti determinanti di questo periodo lungo in grado di introdurre nel dibattito storiografico elementi del tutto innovativi. Si va dai rapporti tortuosi ma spesso anche fecondi tra mondi religiosi, alle zone d’ombra e di mediazione nei rapporti tra Occidente e Oriente, alle comunicazioni travagliate, e tuttavia non secondarie, tra l’Europa e la sponda africana nella lunga guerra. E ancora, dalle vicissitudini delle tecniche nautiche, dalla bussola alla macchina a vapore, passando per l’ancora e ai modi in cui l’Europa occidentale, dopo le grandi scoperte del XV e XVI secolo, andò inventando, modellando e stabilizzando le «sue» Americhe. Si tratta in sostanza di percorsi particolari ma ricchi di prospettiva, che puntano a slargare, appunto, l’orizzonte degli studi, con il contributo di un team di storici e archeologi di profilo altissimo quali Massimo Cultraro, Carlo Ruta, Franco Cardini, Eric Rieth, Francesco Tiboni, Renato Gianni Ridella, Irena Radić Rossi, Mauro Bondioli e Mariangela Nicolardi, Luca Lo Basso, Emiliano Beri, Flavio Enei, Deborah Cvikel, Stefano Medas, Maurizio Brescia.

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I consigli di lettura dell'estate 2019!

Nel 2019 sono usciti tantissimi libri di autori africani e afrodiscendenti. Racconti, romanzi storici, romanzi di formazione, la scelta è ampia e qui vi diamo qualche consiglio!

“I cento pozzi di Salaga” di Ayesha Harruna Attah (Marcos y Marcos) 

Ayesha Harruna Attah, scrittrice ghanese, attraverso la storia dell’incontro di due donne, Wurche e Aminah, ricostruisce la vita del Ghana precoloniale tra schiavismo, commercio ed europei. Un bel romanzo storico su una vicenda spesso negata, quella del commercio di esseri umani in Africa prima e durante dell’arrivo degli europei, con due bellissimi personaggi femminili.  Da GRIOT trovate il libro firmato dall’autrice!


“Le avventure di Washington Black” di Esi Edugyan (Neri Pozza editore)

Scrittrice canadese di origini ghanesi, Edugyan è al suo terzo romanzo, questa volta ambientato alle Barbados nel 1830. E’ la storia di un ragazzino schiavo, George Washington Black, che insieme al suo strano padrone Titch costruirà una macchina volante, il Nemboveliero, con cui andranno dal Marocco al circolo polare artico. Consigliato a chi ama i romanzi di avventura e formazione.


“La casa della fame” di Dambudzo Marechera (Racconti editore)

Racconti editore ha finalmente tradotto il lungo racconto di Dambudzo Marechera, considerato il capolavoro dell’autore dello Zimbabwe, ancora poco conosciuto in Italia ma celebre negli anni ’70 nel suo paese e in Gran Bretagna. Una esistenza segnata dalla schizofrenia e dall’indigenza ma anche dalla genialità di uno stile letterario che all’epoca venne definito “joyceano”. Un piccolo libro importante da leggere assolutamente!


“Nella casa dell’interprete” di Ngugi wa Thiong’o (Calabuig editore)

Ngugi wa Thiong’o ripercorre la sua adolescenza nel Kenya occupato dagli inglesi e i suoi studi in una scuola missionaria. Il grande scrittore riflette sull’ambiguità del rapporto con i colonizzatori che hanno distrutto il suo paese ma grazie ai quali ha potuto conoscere la bellezza dell’arte e della letteratura europea. Un libro che pone molte domande agli appassionati di studi postcoloniali.


“Il Mago dei corvi” di Ngugi wa Thiong’o (La Nave di Teseo editore)

Secondo libro di Ngugi wa Thiong’o pubblicato in pochi mesi, Il Mago dei corvi è un romanzo sulla magia e il potere, la lotta e la resistenza. Il Presidente dell’Aburiria – poverissimo paese africano vessato dalla dittatura – soffre di una strana malattia: l’uomo vorace e senza scrupoli che ha instaurato un governo repressivo fondato sulla paura, ora fluttua nella stanza del trono, e incapace di parlare. Nessuno può curarlo, tranne il famigerato Mago dei corvi: un giovane stregone di nome Kam ̃ıt ̃ı, noto tra la gente per le sue straordinarie facoltà magiche. Consigliato a chi ha delle vacanze molto lunghe (è un libro di 900 pagine)!


“La felicità è come l’acqua” di Chinelo Okparanta (Racconti editore)

I racconti di Chinelo Okparanta, ambientati tra la middle class nigeriana, parlano di uomini e donne insoddisfatti, pressati da richieste sociali, alla ricerca di un ruolo, di un amore, di un lavoro, di una nuova vita oltreoceano. Una autrice americana – nigeriana da tenere d’occhio!


“La stagione delle prugne” di Patrice Nganang (66th&2nd editore)

Secondo libro di una trilogia sulla storia del Camerun, “La stagione delle prugne”, racconta di uno sgangherato gruppo di soldati africani reclutati, più o meno consapevolmente, dall’esercito francese nella cittadina di Edéa come fucilieri. Sullo sfondo degli accadimenti della Seconda Guerra mondiale in Africa, Nganang mescola personaggi reali e inventati con l’ironia che contraddistingue la sua scrittura.


“Quando un uomo cade dal cielo” di Lesley Nneka Arimah (SEM Libri)

Lesley Nneka Arimah, autrice anglo-nigeriana, ha appena vinto il prestigioso Caine Prize for African Writing con il racconto “Skinned”. Questo dovrebbe bastare per aver voglia di leggere questa raccolta di belle storie appena pubblicata da SEM Libri. Filo comune dei racconti, molto diversi tra loro per approccio e stile, sono le donne, “cattive ragazze” che non fanno nulla per piacere alla società e per soddisfare le richieste della famiglia. Sono dei ritratti che colpiscono, ambientati in Usa e in Nigeria, le cui dinamiche sono molto più simili di quello che si possa pensare.


“Acquadolce” di Akwaeke Emezi (Il Saggiatore)

Particolarissimo romanzo di una giovane autrice americana – nigeriana, “Acquadolce” racconta la vita di Ada, a partire dalla sua nascita, con la voce narrante degli spiriti che abitano il suo corpo. Un “romanzo spirituale” in cui magia, follia, amore e morte si intrecciano creando qualcosa che nella letteratura africana ancora non si era letto.


“Cronache dalla polvere” di Zoya Barontini (Bompiani editore)

Zoya Barontini non esiste, è il nome collettivo di un gruppo di scrittori che ha messo insieme un romanzo storico per ragazzi sul colonialismo italiano nel Corno d’Africa. Un libro consigliato ad adulti e ragazzi curiosi che amano la storia e vogliono sapere di più di una pagina oscura del nostro passato.


“La freccia di Dio” di Chinua Achebe (La Nave di Teseo)

Dopo “Le cose crollano” e “Non più tranquilli”, La Nave di Teseo pubblica la nuova traduzione del terzo libro della trilogia di Chinua Achebe. Un grande classico della letteratura nigeriana e africana, finalmente tornato in libreria. I sei villaggi di Ulmuaro e il sacerdote Ezeulu affrontano la convivenza forzata con i bianchi, la perdita della fede nelle loro divinità e lo sconvolgimento del mondo come lo hanno conosciuto fino a quel momento.


“La vita senza fard” di Maryse Condé (La Tartaruga editore)

Autobiografia della grande scrittrice della Guadalupa – insignita lo scorso anno del Premio Nobel Alternativo per la letteratura – finalmente tradotta e pubblicata in Italia. Maryse Condé ripercorre la sua vita dai Caraibi, alla Francia, fino all’ Africa occidentale che diventerà protagonista della celebre saga di Segù. Una donna eccezionale che ha iniziato a scrivere dopo i 40 anni, ci racconta della sua vita difficile ma entusiasmante, “senza fard” e abbellimenti. E’ appena uscita anche una nuova edizione del suo romanzo “Io, Tituba, strega nera di Salem”, ripubblicata da Giunti Editore.


“Rue de Berne, n. 39” di Max Lobe (66th&2nd editore)

Autore camerunense di lingua francese trasferito in Svizzera da giovane, Max Lobe ha la capacità di parlare di storie e situazioni difficili con delicatezza e ironia, trasformando una storia tragica in un romanzo di formazione in cui la speranza di un avita migliore e del riscatto non viene mai meno. Dipita, un ragazzino nato e cresciuto nel quartiere a luci rosse di Ginevra, vive in una comunità di spacciatori e prostitute da cui vuole emanciparsi per aiutare uno zio idealista e sognatore in Camerun. Dalla scoperta dell’omosessualità a quella delle proprie origini, il destino di Dipita riserverà molte dure sorprese e tante speranze.


“Fratelli d’anima” di David Diop (Neri Pozza Editore)

David Diop, scrittore franco-senegalese, con questo romanzo ha vinto il Prix Goncourt des Lycéens e il Premio Strega Europeo. Romanzo storico ambientato nelle trincee francesi durante la Prima Guerra Mondiale, alterna crudezza e poesia, follia e spaesamento. Alfa Ndiaye e Mademba Diop sono due fucilieri senegalesi dell’esercito francese, due ragazzi che partono soldati per fuggire dalla noia del villaggio, per conquistare una donna, per dimostrare di essere diventati grandi. Solo uno sopravviverà ma la sua vita sarà comunque distrutta dalla follia della guerra e dalla stupidità umana.


“Friday Black” di Nana Kwame Adjei-Brenyah (Sur Edizioni)

Raccolta di racconti di un giovane scrittore americano di origini ghanesi, è un libro sorprendente per la capacità di leggere il presente della società americana e di parlare del futuro con ironia e intelligenza. I racconti spaziano dall’horror alla fantascienza ma hanno sempre i piedi ben piantati nella realtà, nell’ossessione tecnologica, nel consumismo estremo, nella violenza dei nostri giorni. Un esordio folgorante che ha avuto grandi riscontri in tutto il mondo.


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L’Algeria di una volta, 1976-1978. Fotografie di Michael Ivy

Giovedì 18 luglio alle 19, GRIOT incontra Michael Ivy per vedere insieme le sue fotografie di un’Algeria d’altri tempi. 

Michael Ivy (Londra 1953), ha vissuto e lavorato in Algeria da novembre 1976 a giugno 1978, come insegnante d’inglese in un istituto tecnico ad Annaba, una città di porto sul mare nell’Est del Paese, l’ex-“Bone La Coquette” dell’epoca francese. Nel tempo libero ha esplorato il Nord Constantinois e una parte del Sahara, da Annaba a Constantine, dal suggestivo sito romano di Timgad alle montagne degli Aurès ed alle oasi del nord Sahara come Biskra, El-Oued, la “ville aux mille cupoles” della viaggiatrice Isabelle Eberhardt, Touggourt e il suggestivo M’zab. In questi viaggi ha scattato moltissime fotografie in bianco e nero di persone e paesaggi in un periodo in cui in Algeria si poteva girare senza problemi pur non essendo un paese turistico.

Era infatti un Paese in via di sviluppo, indipendente dalla Francia da relativamente poco tempo (1962). Il governo era essenzialmente militare, presidiato dal colonnello Houari Boumediène, allora uomo forte dell’Africa del Nord. Oggi, l’Algeria è il più grande Paese dell’Africa e la quarta potenza economica del continente, negli ultimi mesi alle prese con un cambio di regime di cui non si capisce ancora l’esito.

Partendo dalle foto di Michael Ivy si parlerà del passato e del presente di un paese a noi vicino ma ancora poco conosciuto.

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Aperitivo con il Romaeuropa Festival 2019

Venerdì 12 luglio, alle 19, GRIOT vi invita ad un aperitivo con il Romaeuropa Festival. L’evento sarà l’occasione per presentare gli spettacoli che il festival dedicherà all’Africa quest’anno e per acquistare uno speciale abbonamento creato per gli amici di GRIOT, 4 spettacoli per 40 euro.

Anche quest’anno il Romaeuropa Festival, uno dei più importanti appuntamenti europei per il teatro, la danza e la musica, presenta un programma ricco di protagonisti provenienti dal continente africano.

Nel caleidoscopico panorama del festival, infatti, spicca la presenza di artiste di fama internazionale come la maliana Fatoumata Diawara e la sudanese Alsarah, accompagnata dalla sua band The Nubatones e dal burundese J.P. Bimeni. A questi appuntamenti si aggiungono altri due doppi concerti: la serata che unisce musicisti di sorprendente talento come il camerunense Blick Bassy – che presenterà 1958, il suo concept album dedicato alla morte del leader anticoloniale Ruben Um Nyobé – e la capoverdiana Mayra Andrade – definita da molti l’erede di Cesaria Evora; e l’evento Le cri du Caire + Love and Revenge, che “in perfetto stile GRIOT” celebra le contaminazioni mettendo insieme lo sperimentalismo di Abdullah Miniawy, scrittore e cantante del Cairo – affiancato dal sassofonista Peter Corser, dal violoncellista Karsten Hochapfel e dal trombettista Erik Truffa – e l’immaginario electro-pop evocato dai libanesi Rayess Bek e Randa Mirza.

Il 12 luglio da GRIOT sarà in vendita uno speciale abbonamento per questi quattro spettacoli (40 euro per tutti e quattro) e la possibilità di acquistare con il 25% i biglietti singoli. Presenteremo gli spettacoli e berremo un bicchiere insieme, vi aspettiamo!