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Un viaggio musicale in Etiopia: incontro con Gabriella Ghermandi

Sabato 7 dicembre, alle 18,30, GRIOT incontra la scrittrice, musicista e narratrice italo-etiope per scoprire un bellissimo viaggio in Etiopia. 

Avete mai sognato di andare in un paese e viverlo come se foste di casa, accompagnati dal vostro migliore amico, una persone che conosca bene la vostra lingua e la vostra cultura e al contempo, in egual modo, la cultura e la lingua del paese che visitate? Che ne conosca le pieghe più intime e nascoste? E se questa persona fosse anche un artista? Una narratrice che vi condurrà in viaggio anche attraverso l’arte delle sue storie? Dei tanti aneddoti della sua vita intrecciati a tradizioni e storie locali.

Questo è il viaggio che  Gabriella Ghermandi, scrittrice, narratrice e musicista italo-etiope, ha ideato con Medir Tour. Gabriella aveva 14 anni quando si è trasferita dall’Etiopia all’Italia, ma ancora oggi, dice lei, quando va nella sua Etiopia ogni alito di vento la riconosce e sussurra il suo nome per ricordarle che è a casa.

Gabriella conosce la lingua, le usanze, conosce il paese e vi porterà a vedere i luoghi che hanno ispirato la sua arte, le tradizioni musicali di vari gruppi etnici, vi porterà a casa della sua gente, le sue tante famiglie, e, sopratutto, i suoi amici musicisti. Assieme a lei farete un viaggio che vi poterà dentro all’anima della terra d’Etiopia, ad ascoltare musica e rituali di un’Etiopia fuori dai circuiti turistici usuali.

Durante l’incontro Gabriella Ghermandi presenterà il programma del viaggio e darà tutte le informazioni per chi volesse partecipare, si parte il 23 gennaio 2020. 

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Presentazione di "In Ghana. Etnografie dallo Nzema" (Ed. Mincione 2019)

Sabato 23 novembre alle 18.30 GRIOT ospita la presentazione del libro “In Ghana. Etnografie dallo Nzema” a cura di Matteo Aria, Pino Schirripa e Elisa Vasconi
A dialogare con i curatori ci sarà Susanna Panitti (Editions Mincione
)

“In Ghana” raccoglie le più recenti ricerche etnografiche condotte dagli antropologi della Missione Etnologica Italiana in Ghana(MEIG) e mira a riflettere non solo sulle prospettive scientifiche adottate, ma anche sulle implicazioni di un campo condiviso e sulle modalità con cui si strutturano le etnografie in un terreno di lunga durata. In particolare, l’obiettivo del volume è quello di presentare gli attuali lavori che testimoniano un periodo di passaggio della Missione e soprattutto un profondo cambiamento del campo di ricerca. Gli antropologi italiani, che svolgono le proprie indagini in uno specifico tratto costiero di quella che fu la Costa d’oro, denominato area nzema, si trovano oggi dinanzi a rilevanti trasformazioni sociali, ambientali, economiche e politiche causate prevalentemente dalla scoperta di preziose risorse naturali e dagli interessi che ruotano attorno a esse. I saggi qui raccolti si presentano, dunque, come uno stato dell’arte delle etnografie della Missione che, dinanzi a un terreno in profondo mutamento, vede i propri ricercatori indagare su nuovi argomenti e interpretare i propri oggetti di studio attraverso innovativi orizzonti interpretativi.

Matteo Aria insegna antropologia economica, della cultura popolare e dell’Oceania alla Sapienza, Università di Roma. Ha condotto ricerche in Ghana sulla pesca e sui processi di patrimonializzazione, in Polinesia Francese e in Nuova Caledonia sui temi della memoria, della terra, del patrimonio e dei passeurs culturels, e in Italia sulla donazione del sangue e sulla cultura materiale e gli oggetti domestici.
Pino Schirripa è professore associato di discipline demo-etno-antropologiche presso la Sapienza, Università di Roma. Da più di venti anni svolge ricerche sul campo in Ghana ed Etiopia e attualmente dirige la Missione Etnologica Italiana in Ghana e la Missione Etnologica Italiana in Tigray – Etiopia. Si occupa prevalentemente di antropologia medica, antropologia religiosa e migrazioni.
Elisa Vasconi ha conseguito il dottorato di ricerca in antropologia medica presso l’Università di Siena. Dal 2005 svolge ricerca in Ghana e ha condotto diverse ricerche etnografiche in Uganda e in Niger. Ha insegnato Antropologia dello sviluppo al corso di laurea triennale nella scuola di Economia e Management dell’Università di Firenze e ha tenuto il corso di Antropologia culturale e Antropologia Medica presso la Makerere University di Kampala, Uganda.

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Presentazione di "Silenced by sound: The Music Meritocracy Myth", di Ian Brennan

Venerdì 6 dicembre alle 19,00 GRIOT ospita la presentazione del libro “Silenced by sound: The Music Meritocracy Myth”, di Ian Brennan. L’autore converserà con il noto scrittore e giornalista de Il Manifesto, Marco Boccitto e con la regista e scrittrice italo-ruandese, Marilena Delli Umuhoza.

“Ogni pagina di Silenced by sound contiene almeno una rara perla di saggezza: sfide allarmanti, osservazioni profonde e taglienti, riflessioni storiche unite a dettagli personali intensi e sorprendenti. È come ascoltare una musica pura, stimolante e sconosciuta per la prima volta in assoluto.” —David Harrington (Kronos Quartet)

Silenced by sound: The Music Meritocracy Myth è una straordinaria esplorazione delle sfide riguardanti arte, musica e mass media nell’era digitale. Con il suo quinto libro, Ian Brennan, rinomato produttore, attivista e autore, scava a fondo nella sua storia personale per farsi portavoce dell’iniqua distribuzione dell’arte a livello globale. Brennan sfida i giganti dell’industria musicale dimostrando che esistono al mondo decine di persone anonime, molto più dotate delle superstar per cui si spendono milioni nel promuovere l’illusione che siano loro i rari geni baciati dal talento. Il libro contiene scatti della regista e scrittrice italo-ruandese, Marilena Delli Umuhoza.

Ian Brennan è un produttore musicale americano vincitore di un Grammy che ha firmato quattro album nominati ai Grammy e pubblicato cinque libri, iniziando la sua carriera professionale nel 1987. Dal 1993 è un lavoratore indipendente che insegna gestione della rabbia e prevenzione alla violenza in tutto il mondo per ospedali, cliniche e università, incluse prestigiose organizzazioni come il Betty ford Center, il Bellevue Hospital (NYC), UC Berkeley e l’Accademia Nazionale delle Scienze (Roma).

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Presentazione di "#tellusyourstory" di Aglaya Jiménez Turati (Prisma Luce)

Sabato 9 novembre alle 18.30 GRIOT ospita la presentazione di “#tellusyourstory. Racconti di violenza e discriminazione. Lo storytelling come strumento per il cambiamento sociale” di Aglaya Jiménez Turati.
Ne discute assieme all’autrice Laura Pensini, psicologa.

“#tellusyourstory” è prima di tutto il nome di un progetto di storytelling terapeutico sui temi della violenza di genere e della discriminazione razziale. L’obiettivo dell’iniziativa era permettere a chiunque volesse di immedesimarsi, attraverso la narrazione in prima persona, nel vissuto dei partecipanti.
Il libro è uno dei frutti di questo progetto: una pubblicazione divulgativa e accessibile a tutti che descrive in dettaglio lo strumento dello storytelling e presenta, suddivise per tematiche, le prime dieci storie emerse all’interno del progetto.
La psicologa Laura Pensini e il giornalista Filomeno Lopes, entrambi sostenitori del progetto, hanno curato rispettivamente l’introduzione e la postfazione che corredano il testo.

Aglaya Jiménez Turati è traduttrice, interprete e consulente linguistica. Dal 2015, inoltre, è la presidente dell’associazione Peace Words, promotrice di numerosi progetti di sensibilizzazione, tra cui #tellusyourstory e una serie di altre iniziative incentrate sullo strumento dello storytelling.

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Workshop di musica araba e ritmi arabi del M° Hafid Moussaoui (Algeria)

SABATO 30 NOVEMBRE WORKSHOP DI MUSICA ARABA E RITMI ARABI CON HAFID MOUSSAOUI (Algeria), SEGUITO DA CONCERTO.

Un laboratorio di canto, ritmi e musica araba del Mediterraneo che volge uno sguardo al passato e uno al presente, perché il musicista Hafid Moussaoui è convinto che il linguaggio musicale sia una forma di interculturalità positiva, creativa e pacifica.

DATE ED ORARI

  • Sabato 30 novembre: ore 14,00 – 18,30 (alle 19,00 seguirà un concerto di Hafid Moussaoui)

PROGRAMMA DEL WORKSHOP

Il programma didattico è finalizzato all’avvicinamento alla musica araba, attraverso la conoscenza dei modi, dei ritmi e dei vari stili musicali dei paesi del Mediterraneo.

Il coinvolgimento dei partecipanti sarà attivo, attraverso esercizi ritmico-espressivi e canto di semplici melodie. In particolare il programma prevede:

  • Introduzione all’ascolto di musica araba
  • Presentazione degli strumenti musicali soprattutto dello strumento principe di questa musica, l’oud  con cenni sulla storia di questo strumento considerato l’antenato del liuto.
  • Analisi delle caratteristiche e degli stili e dei brani di musica araba
  • Introduzione ai  maqam ( modi musicali della musica araba) attraverso gli esercizi di ascolto attivo ed ed esercizi ritmico- espressivi attraverso il canto di semplici melodie
  • La musica del deserto algerino: stili e caratteristiche
  • Ascolto di esempi musicali suonati dal docente, un momento di improvvisazione solistica
  • Approccio alle tecniche dei melismi
  • Esercizi ritmico melodici utilizzando i maqam
  • Improvvisazione guidata  dal docente con l’utilizzazione sia della voce che degli strumenti suonati dal pubblico partecipante

Il Workshop è rivolto a giovani (dai 17 anni) e adulti, viaggiatori, musicisti, cantanti, appassionati, studenti dei corsi di arabo o semplicemente curiosi della cultura araba

DOCENTE DEL LABORATORIO

Hafid Moussaoui – Direttore dell’Atelier Musicale dell’Università di Abu Bekr Belkaid di Tlemcen (Algeria), considerato uno dei migliori virtuosi algerini di oud. Da anni Hafid alterna l’attività didattica a quella di concertista solista o con musicisti di fama internazionale.

COSTI
Il costo del workshop – quale contributo alla sua organizzazione –  è di 50€, inclusa tessera associativa annuale di APS Officina GRIOT. Gli allievi potranno assistere gratuitamente al concerto finale.

Per iscrizioni e/o maggiori informazioni scriveteci a [email protected] 

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Presentazione di "Mai Bela. Tempo di amare" di Mauro Moruzzi (2019, Bonomo)

Sabato 16 novembre alle 17,30 GRIOT ospita la presentazione di “Mai bela. Tempo di amare” di Mauro Moruzzi. Insieme all’autore partecipano Maria Caterina Federici dell’Università di Perugia, Pasquale Santoro studioso della Comunità Italiana d’Eritrea, e Vito Zita studioso di storia coloniale e militare.

Autunno 1935. All’inizio di ottobre Benito Mussolini ha uniteralmente dichiarato guerra all’Etiopia. Vittorio, un meccanico di Vicenza, una camicia nera, s’imbarca sul piroscafo Principessa Maria, volontario per l’Africa Orientale. Raggiunge l’Eritrea, gli altopiani etiopici del Semièn, Góndar e il Lago Tana. Vive gli orrori della guerra, ma anche le bellezze di Asmara della fine degli anni ‘30; i suoi sentimenti devono però fare i conti con assurde leggi razziali e al suo ritorno in patria, con un’Italia violenta, travolta dal crollo del fascismo. Molti anni dopo un medico milanese cercherà di scoprire i misteri della vita e della scomparsa di questo legionario, dimenticato dalla storia. Una ricerca drammatica, in un’Eritrea travolta da guerre e rivoluzioni, ma anche in un’Italia che ha sepolto ogni ricordo assieme a una parte della sua identità.

Mauro Moruzzi, manager, sociologo, scrittore, autore di Euridice e la Città Meccanica (2018), è al suo secondo romanzo ambientato nelle ex colonie italiane del Corno d’Africa .

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Presentazione di "Kurdistan Memories" di Eugenio Grosso (2018, Kehrer)

Sabato 19 ottobre, alle 18, GRIOT ospita la presentazione del libro fotografico “Kurdistan Memories” di Eugenio Grosso. Insieme all’autore ci sarà il giornalista de La Repubblica, Fabio Tonacci. 

Dalla loro resistenza allo Stato islamico, i curdi sono tornati ad essere al centro dell’attenzione pubblica. Chi è questa gente, divisa tra Turchia, Iraq e Siria, che ha sfidato il terrore? Il giovane fotografo italiano Eugenio Grosso ha trascorso molti mesi nelle aree curde dell’Iraq, prima e dopo l’offensiva militare per liberare Mosul. E al di là della pura cronaca militare, le sue immagini mostrano la vita di tutti i giorni, le ville di lusso e gli alloggi per rifugiati, i Peshmerga, i mercati, le montagne e le città. La guerra c’è e se ne sente il pericolo, nelle immagini e nel diario del fotoreporter che accompagna le fotografie.

Eugenio Grosso, siciliano, ha lavorato come fotografo commerciale dal 2007 e come fotoreporter a tempo pieno dal 2009. Collabora regolarmente con pubblicazioni italiane e il suo lavoro è stato pubblicato su testate internazionali come Guardian, Telegraph, Financial Times, la BBC e il Washington Post.

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Presentazione di "Scomparso" di Ahmed Masoud (2019, Lebeg)

Giovedì 24 ottobre, alle 18.30, GRIOT presenta il romanzo “Scomparso – La misteriosa sparizione di Mustafa Ouda” dello scrittore anglo-palestinese Ahmed Masoud, edito da Lebeg. Insieme all’autore ci saranno la traduttrice e scrittrice Pina Piccolo e e Wasim Dahmash, docente di lingua e letteratura araba. 

Ambientato a Gaza dagli anni Ottanta ai nostri giorni, il romanzo di Ahmed Madoud racconta l’affannosa ricerca da parte di Omar Ouda del padre Mustafa, scomparso una notte dalla casa di famiglia. Cosa è successo? E’ stato rapito dalle forze di occupazione israeliane o è una vittima delle lotte intestine tra gruppi palestinesi rivali? Oppure partito improvvisamente per motivi familiari? Con la sua ricerca, in cui è sostenuto dal fedele amico Ahmed, Omar attira però l’attenzione delle forze militari israeliane che lo costringono a scegliere tra la sua famiglia e la comunità, e a prendere decisioni che nessun ragazzino dovrebbe mai trovarsi a considerare.

Ahmed Masoud, nato e cresciuto nella Striscia di Gaza, si è trasferito poi in Gran Bretagna dove ha ottenuto un dottorato in  letteratura inglese. Scrive testi per la radio e il teatro, ha fondato una compagnia di teatro e danza; “Scomparso” è il suo primo romanzo.  

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Presentazione di Roots Routes n. 31 – Afrofuturismo

Domenica 6 ottobre alle 18.30 GRIOT presenta l’ultimo numero della rivista online Roots&Routes – Research on visual cultures, dedicato all’Afrofuturismo. Ne parliamo con le curatrici Giulia Grechi, antropologa, e Cristina Lombardi-Diop, docente alla Loyola University of Chicago. 

L’afrofuturismo è una macchina del tempo in fuga dal presente che dal passato apre visioni di futuri possibili, di mondi a venire. Nel panorama culturale nero contemporaneo, l’afrofuturismo si pone come uno dei campi di esplorazione estetica e politica più promettenti del nuovo millennio. A dar voce a questa nuova centralità dell’Africa sono oggi gli artisti e i filosofi del continente africano e delle sue diaspore.
Il numero tematico di Roots&Routes propone l’afrofuturismo come sensibilità estetica e strumento politico che riconnette la sensibilità diasporica nera americana alle sue radici afrocentriche e alle sue ramificazioni nel Mediterraneo nero e in Europa. Nell’affrontare temi che investono il rapporto tra spazialità, temporalità, estetica, embodiment, tecno-cultura, nuove epistemologie situate e decentrate, neo e post colonialità, cultura di massa, e fantascienza, il numero di Roots&Routes sollecita ricerche unite da un interesse comune per un’estetica e una pratica culturale e politica derivante da esperienze afrodiscendenti e afrodiasporiche proiettate verso l’afrotopia. (dalla presentazione).

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Presentazione di "Le vie verso Ard-Al-Agiaeb" di Siriman Kanoute (2019, Albatros)

Sabato 5 ottobre alle 18.30 GRIOT ospita la presentazione – concerto di “Le vie verso Ard-Al-Agiaeb” primo romanzo del griot “Pape” Siriman Kanoute. Insieme all’autore partecipano il sindacalista Ali Baba Faye, e il mediatore culturale Ibrahima Camara.

Il griot Pape Siriman Kanoute, dopo tanti concerti e tanti dischi, questa volta affida alla parola scritta una storia che inizia in Senegal e prosegue nella  “terra delle meraviglie”, in arabo Ard-Al-Agiaeb. Per chi – come Bala Mussa e Maudo – ha conosciuto la povertà e i soprusi del Darra, una scuola di insegnamento coranico che in realtà reclutava giovani da mandare a mendicare per la città, Ard-Al-Agiaeb significa speranza di una vita nuova e coincide inevitabilmente con quella parte di mondo che vive al di là del Mar Mediterraneo. Entrambi, in momenti diversi e con varie vicissitudini, dal Senegal approderanno in questa “terra delle meraviglie” che non sempre si rivelerà però all’altezza delle promesse di cui è investita; ambedue intraprenderanno un percorso di integrazione che significa innanzitutto arricchimento della propria identità e dono agli altri della propria esperienza.

Siriman Kanoute (detto Pape) è nato a Koussanar, in Senegal, da una grande e importante famiglia di griot. Dopo la scuola superiore ha frequentato il conservatorio di musica di Dakar, per poi entrare a far parte come musicista di studio del Golden Baobab di Francis Senghor, figlio del primo presidente del suo paese; poco dopo viene chiamato come sassofonista dall’orchestra nazionale del Senegal, dove rimane dieci anni. Nel 1995 decide di stabilirsi a Roma per diffondere la cultura e la musica Mandinga; qui fonda il gruppo Mande con il quale ha partecipato a numerosi festival, trasmissioni radiofoniche e televisive. Sassofonista, cantante e suonatore di kora, parla sette lingue e collabora con il Ministero dell’Interno come traduttore e interprete alla commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Roma.  Dal 1995 ad oggi ha inciso cinque dischi (Kambalaba, Ndo, Kewoulo, Miriya e Madiba).