Sabato 7 dicembre, alle 18,30, GRIOT incontra la scrittrice, musicista e narratrice italo-etiope per scoprire un bellissimo viaggio in Etiopia.
Avete mai sognato di andare in un paese e viverlo come se foste di casa, accompagnati dal vostro migliore amico, una persone che conosca bene la vostra lingua e la vostra cultura e al contempo, in egual modo, la cultura e la lingua del paese che visitate? Che ne conosca le pieghe più intime e nascoste? E se questa persona fosse anche un artista? Una narratrice che vi condurrà in viaggio anche attraverso l’arte delle sue storie? Dei tanti aneddoti della sua vita intrecciati a tradizioni e storie locali.
Questo è il viaggio che Gabriella Ghermandi, scrittrice, narratrice e musicista italo-etiope, ha ideato con Medir Tour. Gabriella aveva 14 anni quando si è trasferita dall’Etiopia all’Italia, ma ancora oggi, dice lei, quando va nella sua Etiopia ogni alito di vento la riconosce e sussurra il suo nome per ricordarle che è a casa.
Gabriella conosce la lingua, le usanze, conosce il paese e vi porterà a vedere i luoghi che hanno ispirato la sua arte, le tradizioni musicali di vari gruppi etnici, vi porterà a casa della sua gente, le sue tante famiglie, e, sopratutto, i suoi amici musicisti. Assieme a lei farete un viaggio che vi poterà dentro all’anima della terra d’Etiopia, ad ascoltare musica e rituali di un’Etiopia fuori dai circuiti turistici usuali.
Durante l’incontro Gabriella Ghermandi presenterà il programma del viaggio e darà tutte le informazioni per chi volesse partecipare, si parte il 23 gennaio 2020.


“Ogni pagina di Silenced by sound contiene almeno una rara perla di saggezza: sfide allarmanti, osservazioni profonde e taglienti, riflessioni storiche unite a dettagli personali intensi e sorprendenti. È come ascoltare una musica pura, stimolante e sconosciuta per la prima volta in assoluto.” —David Harrington (Kronos Quartet)
Un laboratorio di canto, ritmi e musica araba del Mediterraneo che volge uno sguardo al passato e uno al presente, perché il musicista Hafid Moussaoui è convinto che il linguaggio musicale sia una forma di interculturalità positiva, creativa e pacifica.
Autunno 1935. All’inizio di ottobre Benito Mussolini ha uniteralmente dichiarato guerra all’Etiopia. Vittorio, un meccanico di Vicenza, una camicia nera, s’imbarca sul piroscafo Principessa Maria, volontario per l’Africa Orientale. Raggiunge l’Eritrea, gli altopiani etiopici del Semièn, Góndar e il Lago Tana. Vive gli orrori della guerra, ma anche le bellezze di Asmara della fine degli anni ‘30; i suoi sentimenti devono però fare i conti con assurde leggi razziali e al suo ritorno in patria, con un’Italia violenta, travolta dal crollo del fascismo. Molti anni dopo un medico milanese cercherà di scoprire i misteri della vita e della scomparsa di questo legionario, dimenticato dalla storia. Una ricerca drammatica, in un’Eritrea travolta da guerre e rivoluzioni, ma anche in un’Italia che ha sepolto ogni ricordo assieme a una parte della sua identità.
Ambientato a Gaza dagli anni Ottanta ai nostri giorni, il romanzo di Ahmed Madoud racconta l’affannosa ricerca da parte di Omar Ouda del padre Mustafa, scomparso una notte dalla casa di famiglia. Cosa è successo? E’ stato rapito dalle forze di occupazione israeliane o è una vittima delle lotte intestine tra gruppi palestinesi rivali? Oppure partito improvvisamente per motivi familiari? Con la sua ricerca, in cui è sostenuto dal fedele amico Ahmed, Omar attira però l’attenzione delle forze militari israeliane che lo costringono a scegliere tra la sua famiglia e la comunità, e a prendere decisioni che nessun ragazzino dovrebbe mai trovarsi a considerare.
Il griot Pape Siriman Kanoute, dopo tanti concerti e tanti dischi, questa volta affida alla parola scritta una storia che inizia in Senegal e prosegue nella “terra delle meraviglie”, in arabo Ard-Al-Agiaeb. Per chi – come Bala Mussa e Maudo – ha conosciuto la povertà e i soprusi del Darra, una scuola di insegnamento coranico che in realtà reclutava giovani da mandare a mendicare per la città, Ard-Al-Agiaeb significa speranza di una vita nuova e coincide inevitabilmente con quella parte di mondo che vive al di là del Mar Mediterraneo. Entrambi, in momenti diversi e con varie vicissitudini, dal Senegal approderanno in questa “terra delle meraviglie” che non sempre si rivelerà però all’altezza delle promesse di cui è investita; ambedue intraprenderanno un percorso di integrazione che significa innanzitutto arricchimento della propria identità e dono agli altri della propria esperienza.