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Presentazione di "Tutto cominciò a Nairobi" di Marco Cochi (2018, Castelvecchi editore)

Domenica 23 settembre alle 18,30 GRIOT ospita la presentazione del saggio “Tutto cominciò a Nairobi” di Marco Cochi (2018, Castelvecchi editore). Insieme all’autore parteciperanno l’antropologa Annamaria Cossiga e il giornalista di Nigrizia e Oltrefrontiera News, Rocco Bellantone. 

Marco Cochi in questo saggio analizza la storia di al Qaeda e dei suoi gruppi terroristici affiliati in Africa partendo dagli attentati che nell’agosto del 1998 hanno colpito le ambasciate degli Stati Uniti a Nairobi (Kenya) e Dar es Salaam (Tanzania) provocando 213 morti. Da quel momento è iniziata l’ascesa del gruppo terroristico nato nel 1998 in Pakistan che per la  prima volta, in quell’estate del 1998, ha ricevuto attenzione dai media mondiali e che solo tre anni dopo ha concepito e attuato l’attentato alle Torri Gemelle. Boko Haram in Nigeria, Al Shabaab in Somalia e Kenya e moltissimi altri piccoli gruppi insanguinano ancora il continente  – sette anni dopo la morte del fondatore Osama Bin Laden – sullo sfondo della rivalità con lo Stato Islamico, rivalità che si declina a livello locale e a livello globale. L’Africa è quindi uno dei principali territori di uno scontro che sta provocando vittime e spostamenti epocali di popolazioni (2,7 milioni di profughi solo in Nigeria) le cui conseguenze arrivano solo in minima parte in Europa.

Marco Cochi, giornalista e ricercatore, si occupa di Africa da oltre 15 anni scrivendone su Nigrizia, Eastwest e altre testate. Direttore di ricerca presso il CeMISS per il monitoraggio dell’Africa subsahariana e del Sahel, docente al Master in Governo dei flussi migratori attivato presso la Link Campus University ed è ricercatore presso l’Osservatorio sul terrorismo e il fondamentalismo dell’Università della Calabria. È membro del consiglio scientifico di Africana – Rivista di studi extraeuropei (Index Islamicus – Cambridge University Library) e in passato ha realizzato progetti di ricerca a lungo termine per il Centro Militare di Studi Strategici (CeMiSS) del ministero della Difesa, il Centro Altiero Spinelli – Cattedra Jean Monnet (CeAS) dell’Università Roma Tre, l’Africa Research and Development Forum.

 

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Il mercatino delle pulci di GRIOT!

Domenica 16 settembre dalle 12 alle 20 vi aspettiamo per uno speciale “mercatino delle pulci” da GRIOT

Tanti dei nostri prodotti di artigianato tessile, oggetti, stoffe e gioielli provenienti da paesi dell’Africa e del Medio Oriente saranno in vendita a prezzi scontatissimi. Sarà l’occasione per sostenere le attività della libreria, curiosare tra i nostri libri e fare degli ottimi affari!
Chi verrà a trovarci potrà ristorarsi con un fresco drink a base di lime e zenzero, una bella tazza di tè o bissap…che aspettate? Ci vediamo da GRIOT domenica 16 settembre dalle 12 alle 20!

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Presentazione di "Afrotopia" di Felwine Sarr (2018, Edizioni dell'Asino)

Giovedì 20 settembre, alle 19, GRIOT ospita Felwine Sarr per la presentazione del suo saggio “Afrotopia”, pubblicato da Edizioni dell’Asino. Parteciperanno insieme all’autore, Livia Apa (Università Orientale di Napoli),  Sandro Triulzi (Archivio delle Memorie Migranti) e Goffredo Fofi. 

 

Felwine Sarr è considerato uno dei più autorevoli intellettuali dell’Africa Francofona. “Afrotopia” è un saggio scritto nel 2016 con il quale Sarr cerca di sanare il contrasto tra l’ottimismo economico del capitalismo che negli ultimi anni ha individuato nell’Africa la terra promessa della crescita e l’eterno sospetto occidentale che il continente non sarà mai capace di acquisire standard che facciano uscire le sue popolazioni dalla povertà e dalle emergenze politiche, economiche e sociali. Sarr propone per l’Africa una terza prospettiva – una prospettiva africana – partendo dalla tradizione dei pensatori africani della decolonizzazione del pensiero e dello sguardo per approdare alla profonda critica al concetto di sviluppo.

Come scrive Livia Apa nell’introduzione del saggio “Il progetto di Felwine Sarr non è quello di promuovere un’idea di africanità da opporre astrattamente all’Occidente, ma piuttosto quello di riflettere sull’oggi, per creare una rinnovata coscienza dell’essere parte di un sistema di valori in grado di produrre una ecologia di saperi utili al progresso globale.”

Felwine Sarr è nato in Senegal nel 1972, è economista e docente all’Università Gaston Berger di Saint-Louis. Nel 2016 ha fondato con l’intellettuale camerunense Achille Mbembe “Les Ateliers de la Pensée” un laboratorio che si tiene a Dakar una volta l’anno e che raccoglie i migliori pensatori dell’Africa francofona. Sempre a Dakar ha fondato la casa editrice Jimsaan con Boubacar Boris Diop e Nafissatou Dia. E’ musicista e scrittore di saggi, romanzi e librettista dello spettacolo Kirina che aprirà il Romaeuropa Festival 2018.

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Presentazione del romanzo "Antar" di Eliana Iorfida (2018, Vertigo)

Venerdì 21 settembre alle 18,30 GRIOT presenta il libro “Antar” di Eliana Iorfida
A discuterne assieme all’autrice ci sarà la scrittrice Laura Venezia
Antar – il personaggio che dà il nome al libro – si chiama come un importante poeta-guerriero arabo di epoca preislamica, Antara Ibn Shaddad, una sorta di Ulisse del mondo arabo di cui porta in qualche modo sulle spalle il complesso e avventuroso destino. Il romanzo è la storia di un giovane italo-siriano diviso tra due mondi: siriano in Italia e italiano in Siria, Antar vive un costante cortocircuito identitario che lo porta ad intraprendere un vero e proprio “viaggio di ritorno” in Siria. Un viaggio in cui la storia familiare del protagonista si intreccia con quella di personaggi forti come padre Paolo Dall’Oglio, sullo sfondo di un paese ormai distrutto e smembrato. L’Io narrante del romanzo diventa, dunque, una lente attraverso cui leggere la dolorosa Storia della Siria contemporanea e, allo stesso tempo, la dimensione sospesa di chi è ponte inconsapevole tra culture.
Eliana Iorfida, cresciuta a Serra San Bruno, in provincia di Vibo Valentia, Eliana Iorfida si è laureata in Archeologia a Firenze nel 2007. Ha lavorato nell’ambito della museologia e della didattica e ha partecipato a importanti missioni di scavo in Italia e in Medio Oriente (Siria, Egitto e Israele). Il suo romanzo di esordio “Sette paia di scarpe” (2014, Rai-Eri)si è classificato al secondo posto durante l’edizione 2013 del Premio letterario La Giara.
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Presentazione di "L'ultimo melograno" di Bachtyar Ali (2018, Chiarelettere editore)

Lunedì 10 settembre alle 19, GRIOT presenta “L’ultimo melograno” del romanziere curdo – iracheno Bachtyar Ali (2018, Chiarelettere). Insieme all’autore parteciperanno Simona Maggiorelli, direttrice della rivista Left, Chiara Comito di Editoriaraba, Soran Ahmad dell’Istituto Internazionale di Cultura Kurda e il professore Adriano Rossi, Presidente dell’Ismeo.

“Il melograno simbolizza proprio la solidarietà, l’idea dello stare insieme come i grani di questo frutto, uniti all’interno di una piccola buccia. È un simbolo molto importante che ricorre spesso nei miei romanzi. La (loro) ricerca di una solidarietà, del vivere insieme proteggendosi a vicenda è molto presente nelle vicende dei miei personaggi, ed è centrale all’interno di questo romanzo.

Così il romanziere curdo Bachtyar Ali risponde a Goffredo Fofi che nel luglio 2018 lo ha intervistato per la rivista “Gli Asini” sul simbolismo del melograno del titolo del libro, ed è un melograno di vetro che accomuna le tre persone che potrebbero essere il figlio del protagonista del romanzo, Muzafari Subhdam.

Un combattente curdo, un rivoluzionario le cui gesta avevano ispirato tanti dopo di lui nella rivolta curda contro Saddam Hussein, poi incarcerato in una prigione in mezzo al deserto. Dopo 21 anni miracolosamente esce e si mette alla ricerca del figlio mai conosciuto, l’unico essere umano che non aveva dimenticato in quella prigione di sabbia. “Comincia così un viaggio nelle ferite dell’Iraq, ma raccontato attraverso il genere fantastico: Muzafari e il romanzo si muovono infatti tra castelli incantati, alberi profetici, uomini dai cuori di vetro e bianche sorelle magiche. Scopriamo quindi che i tre Seriasi (…) sono i figli perduti di un’intera generazione, di un’intera comunità, di un intero Paese – l’Iraq –  che negli ultimi 30 anni di guerre e tragedie si è perso i propri figli per strada, senza dar loro speranza.” (Chiara Comito, Editoriaraba).

Bachtyar Ali è uno dei più importanti scrittori del Medio Oriente. Nato nel 1966 a Sulaymaniyah, nel Kurdistan iracheno, ha preso parte non ancora ventenne alle proteste studentesche contro il regime di Saddam Hussein, rimanendo ferito. Insignito nel suo Paese dei premi letterari HARDI (2009) e Sherko Bekas (2014), in Europa ha ricevuto l’English PEN Award (2015) e il premio Nelly Sachs (2017). Romanziere, poeta e saggista, ha firmato il primo romanzo curdo tradotto in inglese della storia. I suoi libri sono pubblicati in numerosi Paesi in tutto il mondo, tra cui Germania, Regno Unito, Francia e Stati Uniti. Dal 1998 vive a Colonia, in Germania.

L’incontro è stato organizzato grazie alla collaborazione dell’Istituto Internazionale di Cultura Kurda.

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Presentazione de "L'ariete" di Mehdi Asadzadeh (2018, Ponte33)

Domenica 9 settembre alle 19.00, GRIOT ricomincia la sua programmazione culturale presentando il libro dell’autore iraniano Mehdi Asadzadeh “L’Ariete”, uscito per l’editore Ponte33. Parteciperanno il traduttore dell’opera Giacomo Longhi, l’editrice e docente Bianca Maria Filippini e Parisa Nazari, traduttrice.

“L’Ariete” è Hamed, giovane di Tehran che mentre sta facendo il servizio militare viene a sapere che la sua ex fidanzata si sta per sposare con un altro. Scappato dalla caserma, vaga rocambolescamente per la città alla ricerca di un modo per riconquistare la sua amata con improbabili e costosi regali, Hamed ci porta nel corso di una intera giornata negli angoli più insoliti, dimessi, pittoreschi e malinconici della capitale iraniana, dai bassifondi ai quartieri alti. Con un flusso di coscienza caratterizzato da un gergo irruente, questo breve romanzo ci porta a conoscere i pensieri, i sentimenti, i sogni e i tic della gioventù iraniana declinata al maschile. Un ritratto veritiero che trabocca tenerezza e ironia.

Mehdi Asadzadeh è nato nel 1987 e vive a Tehran. Si è laureato in giurisprudenza e lavora come autore per il cinema, il teatro, la radio e la televisione. Ha pubblicato una raccolta di racconti e il romanzo breve L’ariete, che nel 2015 è stato scelto come miglior libro dell’anno dalla rivista Tajrobe.

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Presentazione del Romaeuropa Festival 2018 e aperitivo di fine stagione

Giovedì 26 luglio, alle 19, GRIOT vi invita a un aperitivo di fine stagione. Sarà l’occasione per presentarvi gli spettacoli del Romaeuropa Festival dedicati all’Africa e per acquistare uno speciale abbonamento creato per gli amici di GRIOT, tre spettacoli per 45 euro.

Il Romaeuropa Festival, uno dei più importanti appuntamenti europei per il teatro, la danza e la musica, quest’anno inaugura il suo programma il 19 settembre con lo spettacolo “Kirina“, un’opera per 9 danzatori, 1 attore, 4 musicisti, 2 cantanti e 40 figuranti nata dalla collaborazione tra il coreografo Serge-Aimè Coulibaly (già danzatore per Les Ballets C de la B di Alain Platel e fondatore della Faso Danse Théâtre), la cantante maliana, icona della musica mondiale, Rokia Traorè e lo studioso e scrittore Felwine Sarr (per l’occasione nelle vesti di librettista).

La scelta di aprire il Festival con una produzione originale di alcuni tra i migliori artisti e intellettuali africani si inserisce nella tradizione della manifestazione che in 33 anni ha richiamato a Roma attori, registi, musicisti, danzatori da tutto il mondo. L’edizione di quest’anno, non a caso, si intitola “Between worlds”, “tra mondi”.

A dare rilievo alle espressioni artistiche che arrivano dal continente africano, oltre allo spettacolo inaugurale del Festival, al REf18 ci saranno anche i concerti della maliana Oumou Sangaré e della super star beninese Angélique Kidjo.

Il 26 luglio da GRIOT sarà in vendita uno speciale abbonamento per questi tre spettacoli (45 euro per tutti e tre) e la possibilità di acquistare con il 10% di sconto i biglietti per tutti gli altri appuntamenti REf18. Vi presenteremo gli spettacoli e ci saluteremo per le vacanze! 

 
 

  • -10% di sconto generico su
  • Pacchetto tre spettacoli di artisti africani al prezzo speciale di € 45 (€15 a spettacolo).
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GRIOT alla Casa Internazionale delle Donne

Dal 16 al 18 luglio GRIOT parteciperà con i suoi libri alla rassegna  di documentari a cura di Isabella Peretti, Nadia Pizzuti, Stefania Vulterini “IL COLONIALISMO ITALIANO RACCONTATO DALLE DONNE”​

Non ci fu una Norimberga italiana sui crimini di guerra in Etiopia ed Eritrea: il passato coloniale venne sepolto. Fu riscoperto, ma non divenne memoria collettiva. Ora le donne lo fanno riemergere e ne colgono nuovi elementi: le imprese coloniali propagandate per rigenerare la mascolinità italiana videro varie figure di uomini: ufficiali e soldati, tra virilità ed esotismo, coloni tra sogni e sfiducia. E videro uomini bianchi e donne nere, la nazione e la colonia, dal madamato alla convivenza, al proibizionismo razziale.

La ricerca delle registe della rassegna si inserisce negli studi post coloniali e femministi che elaborano la memoria per capire il presente, anche partendo da vicende personali e familiari. Oggi il passato bussa alle nostre porte attraverso le migliaia di persone che, in fuga da miseria e persecuzioni , dall’Africa tentano di raggiungere le nostre coste.

Lunedì 16 luglio, ore 20.30

PAGINE NASCOSTE (2017, 67′) di Sabrina Varani, ispirato al libro ‘Sangue giusto’ di Francesca Melandri.

All’origine del romanzo che la scrittrice Francesca Melandri sta preparando, “Sangue giusto”, vi è l’urgenza personale di fare luce sulla generazione di suo padre, quei ‘nativi fascisti’ la cui giovinezza si svolse interamente dopo la Marcia su Roma e che,dopo il 25 aprile 1945, della propria adesione al regime non parlarono più. Francesca sa che suo padre da giovane è stato fascista ma crede che Franco, sopravvissuto alla tragica campagna di Russia, abbia subito come molti reduci una profonda conversione anti fascista.

Il ritrovamento negli archivi di un articolo che porta la sua firma rivela però alla figlia una realtà diversa.
 La scrittrice si avventura così in altre leggende, più collettive e pubbliche e non collegate alla biografia del padre, quelle legate alla guerra d’Abissinia (dove Franco non è mai stato), e la successiva occupazione così poco raccontata alla generazione post-bellica, tradizionalmente rappresentata come bonaria e praticamente indolore. La sua ricerca, condotta attraverso viaggi in Etiopia, ascolto di testimonianze e studio delle fonti storiche, racconta invece un’altra storia, fatta di stragi e violenze.

Francesca studia e indaga per cinque anni, elaborando le sue conoscenze in una narrazione articolata, che intreccia il nostro passato coloniale con l’Italia razzista del nostro presente, riscoprendo i legami culturali dell’Italia contemporanea con quella mentalità intollerante mai realmente debellata alla radice e che oggi riemerge con prepotenza. Allo stesso tempo, molti dei testimoni che incontra, come Massimo Rendina (a lungo vicepresidente del’ANPI) che salvò suo padre dalle epurazioni sommarie di fine guerra mettendogli al collo il suo fazzoletto da partigiano, le rivelano come la realtà storica, quando s’incarna nelle persone, sia ben più interessante e viva sia dei silenzi sia dei giudizi sommari.

Il film è il racconto di questa ricerca, che intreccia passato e presente, rimozioni private e pubbliche, ambivalenze e contraddizioni, e del processo creativo che trasforma la realtà biografica e storica in quella restituzione della complessità che è la letteratura.

Intervengono dopo la proiezione la regista Sabrina Varani e Francesca Koch, storica e presidente della Casa Internazionale delle Donne.

Martedì 17 luglio ore 20.30

OLTREMARE di Loredana Bianconi (2017, 83′)

Nell’Italia degli anni ’30, il piccolo paese di Borgo Tossignano, non lontano da Imola, vede una parte dei suoi abitanti emigrare nelle colonie dell’«Impero Italiano d’Africa», spinti dalla miseria o dallo spirito di avventura. Convinti dalla propaganda fascista del mito della terra promessa, vanno a prendersi il loro «posto al sole». Ma il sogno si spezza dopo qualche anno soltanto di duro lavoro. La guerra provoca la perdita delle colonie, obbligandoli a ritornare a Borgo, malvisti e senza più nulla.

La loro epopea ci è svelata dalle parole, dalle memorie scritte e dalle centinaia di fotografie di alcuni abitanti. Il film ci porta a esplorare quel pezzetto di Italia che questi uomini e queste donne hanno portato con sé in Africa, le tracce che vi hanno lasciato. Piccole vicende personali si intrecciano con gli eventi drammatici della grande Storia, che emerge puntualmente attraverso le immagini d’archivio.

Intervengono dopo la proiezione la regista Loredana Bianconi, lo storico Alessandro Triulzi e la scrittrice Igiaba Scego.

18 luglio, ore 20.30 

2000 ERITREI A ROMA – A TESTIMONIANZA DI UNA CONDIZIONE (1977, 20′di Federico Bruno, Giovanni Gervasi, Ali Reza Movahed, Paolo Rossato, Johannes Yemane.

La dura condizione delle colf eritree a Roma negli anni ’70 e le attività del Fronte popolare di liberazione dell’Eritrea.

GOOD MORNING ABISSINIA di Chiara Ronchini e Lucia Sgueglia (2005, 40’)

Un percorso nello spazio e nel tempo dell’immigrazione a Roma da Eritrea ed Etiopia, due delle ex colonie italiane d’oltremare. Da Piazza dei Cinquecento (ricordo dei morti italiani a Dogali), proseguendo per via Volturno (dove un negozio di souvenir etiopi espone immagini di Hailé Salassié), via Montebello e dintorni (con i ristoranti Massaua e Asmara, l’Alimentari Etnico), passando per la discoteca Freetime, fino a chiudere l’anello in via Milazzo con il ristorante etiopico Aduliss.

Intervengono dopo la proiezione dei documentari la regista Chiara Ronchini, rappresentanti delle comunità eritrea ed etiope, Paola Scarnati (Aamod, Archivio Audiovisivo del Movimento operaio e democratico), Leonardo De Franceschi (docente universitario), Caterina Romeo (docente universitaria), Giuliana Sgrena (giornalista), Mario Boccia (fotografo)

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GRIOT AL TEATRO INDIA – "Come smontare gli stereotipi sui musulmani: dialogo tra Takoua Ben Mohamed e Lorenzo Declich"

Mercoledì 27 giugno, alle 19.30, al Teatro India la fumettista Takoua Ben Mohamed e l’islamista Lorenzo Declich dialogano sugli stereotipi sui musulmani e su come smontarli uno per uno.

 

L’Islam è sulla bocca di tutti, ma spesso chi ne parla ne ha un’idea fortemente stereotipata. Il fatto non deve stupire: tutto ciò che ruota attorno all’Islam è qui – spesso per motivi comprensibili – qualcosa di alieno e sconosciuto. È dunque ovvio che riguardo all’Islam passino nel luogo comune tante semplificazioni, dovute alla ricezione di nozioni parziali o a comparazioni avventate e improprie. Questa semplificazione, tuttavia, porta con sé dei pericoli nel momento in cui l’Islam si fa più vicino, divenendo materia pertinente nell’immaginare la propria vita relazionale, lavorativa, affettiva, il proprio stare in società. E in questi ultimi tempi l’Islam ha bussato alla porta in tante forme, alcune delle quali di certo allarmanti.

Takoua Ben Mohamed, graphic journalist italo-tunisina ideatrice de Il fumetto intercultura, e Lorenzo Declich, esperto di islam e mondo arabo, ricercatore e scrittore, con mezzi e modalità diversi cercano da anni di smontare questi stereotipi e le notizie false che circolano sui nostri media. Lei con l’ironia e l’esperienza personale, lui con la ricerca e i dati, entrambi si battono perché dell’Islam e dei suoi fedeli venga restituita un’immagine veritiera che dia corpo alla complessità di una religione a cui aderiscono quasi un quarto degli abitanti del mondo.

Alle 21 nello spazio davanti al Teatro ci sarà il concerto a ingresso gratuito della Piccola Orchestra di Tor Pignattara!

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GRIOT AL TEATRO INDIA – Presentazione di “Verso una cultura dell’incontro. Studi per una terapia transculturale” di Alfredo Ancora (2017, Franco Angeli).

Lunedì 25 giugno, alle 18.30, presso lo spazio di GRIOT nel foyer del Teatro India, ospitiamo la presentazione del saggio “Verso una cultura dell’incontro. Studi per una terapia transculturale” di Alfredo Ancora (2017, Franco Angeli editore).

Insieme all’autore parteciperà la giornalista scientifica di Repubblica Salute, Valeria Pini.

Questo lavoro (prossimo ad  essere pubblicato anche in Francia e Spagna) è destinato a operatori della salute mentale − infermieri, psicologi, assistenti sociali, psichiatri − che lavorano sul territorio quotidianamente in strutture deputate alla cura e all’accoglienza.

Le proposte teorico-pratiche qui presentate offrono un aiuto a chi si sente un “po’ spaesato” di fronte a un rifugiato, richiedente asilo, migrante, che talvolta mette in difficoltà le griglie conoscitive a cui si è normalmente abituati. Vengono qui riportate ricerche ed esperienze sul campo, per dotare l’operatore del III° millennio di un pensare/agire transculturale capace di rispondere a realtà sempre più complesse con cui viene a contatto. Attraverso la descrizione di storie individuali, di coppia e di gruppo si vuole proporre un diverso posizionarsi nel processo d’osservazione, sulla scia di George Devereux e Gregory Bateson. Verso una cultura dell’incontro è una direzione nel processo di cambiamento con persone, non con nuove categorie. Il processo di cura diviene allo stesso tempo un viaggio di conoscenza e di aiuto, facendo leva anche su risorse dell’operatore mai esplorate, entusiasmi e curiosità perdute. Come ci suggerisce Ramon Panikkar infatti: “La conoscenza senza amore è calcolo, non è vera conoscenza, manca il rapporto di intimità e di prossimità con la cosa conosciuta…”.

Alfredo Ancora, psichiatra e psicoterapeuta, già docente di psichiatria ttansculturale  presso Università diSiena,è membro ordinario dell’International Society for Academic Research on Shamanism (ISARS). Fra le sue pubblicazioni per i nostri tipi ricordiamo La consulenza transculturale della famiglia (2000, tradotto da l’Harmattan, Paris, 2010, e da Nova Science, New York, 2011) e I costruttori di trappole del vento (2006). Ha inoltre curato l’edizione italiana di Etnopsicoanalisi complementarista di G. Devereux (2014), di Counseling e psicoterapia con arabi e musulmani di M. Dwairy (2015) e di Psichiatria e culture di Julian Leff (Casale Monferrato, 1992, 2008)

Con il contributo di: T. Borgese, F. Chianese, C.A. Caldarelli, Ricciardi, R. Finco, M. Jacoub, M. Cherubini, M. Caporale, S. Morrone, F. Posabella, D. Calzoni, A. David, W. Ielasi, D. Quaresmini, S. Tarallini,  V. Tanghetti V. Fabbri, L. Liberati