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Sabato 25 Ottobre, ore 19.00: Presentazione di "Una leonessa in Senegal" di Peppe Sessa.

Nell’ambito di Ottobre piovono libri 2008
la Libreria GRIOT presenta

UNA LEONESSA IN SENEGALIn viaggio nel paese dei Teranga


Sabato 25 ottobre alle ore 19.00 La libreria GRIOT è lieta di invitarvi alla presentazione del saggio "Una leonessa in Senegal. In viaggio nel paese dei Teranga" (Robin, 2008), scritto da Peppe Sessa per "trasmettere le emozioni, quello stravolgimento interiore che con una semplice conversazione non mi era riuscito. Far viaggiare il lettore in un’Africa tanto vera quanto diversa da come viene presentata dai media: fame, guerra, miseria e malattie …". Sarà presente l’autore .
 
Dalla recensione di Roberto Duiz – "Alias, la Talpalibri" del 4 ottobre 2008:
 
"L’elegante felina, alta e fiera, "maestosa nella sua postura più bella, semisdraiata e attenta ai suoi cuccioli che un giorno saranno re della foresta", è solo un’immagine inattesa sbucata dalla foresta e lesta a farvisi reinghiottire. Una fugace apparizione che si merita il titolo di un libro, pure occupandovi lo spazio di un flash (16 righe), così come s’è proposta sulla via da Kédougou a Tambacounda. Una leonessa in Senegal (Robin edizioni) è infatti il titolo scelto da Peppe Sessa per il suo racconto di viaggio in quel paese affacciato sull’Atlantico, piccolo rispetto alle usuali dimensioni degli stati africani, ma vario abbastanza per contenere tutti gli umori e i colori d’Africa, inserito nella grande regione chiamata Sahel, ai confini di un Sahara che si fa sempre più prepotente e schiacciante. Viaggio con bagaglio leggero e su "persanti" mezzi di trasporto locali, su strade polverose e con ritmi imprevedibili, che sono il prezzo da pagare per evadere dalle prisones touristiques.

Dunque un prezzo accettabile, tanto più che dà diritto a "benefit" altrimenti inaccessibili, primi fra tutti gli incontri ravvicinati con "gli altri"  e col loro mondo, visto senza il filtro deformante degli stereotipi, pur con la consapevolezza che in Africa avere la pelle biance già di per sé significa essere in possesso di quello che Kapuscinski ha chiamato "certificato di esclusione".

L’immagine della leonessa non è un pretesto sensazionalistico. Ha una valenza simbolica, invece. "il Senegal- constata Sessa- non ha conosciuto le guerre civili postcolonial, né la sanguinante opulenza dei signori della guerra, dei diamanti o del petrolio. La sua fortuna è stata proprio l’assenza di ricchezze naturali, cosicchè non si è reso appetibile alla razza devastatrice dei ricchi del mondo. In quel cantuccio, il Senegal ha conservato la sua natura fiera e selvaggia, le sue tradizioni, pur nello sforzo di modernizzazione in atto." Ed è in quella natura conservata che il narratore si immerge. Ed è per induzione, partendo dalle immagini e dalle voci che coglie, che costruisce l’intero contesto fatto di guerre (che da noi si chiamavano "guerre di civilizzazione" e da loro "di liberazione"), di rivolte, di raccolta di schiavi, di credenze e rituali sopravvissuti a ogni conversione coatta.

E’ un piccolo paese, il Senegal, ma a percorrerlo per intero, dai centri principali alle regioni più remote, da nord a sud, a zig zag per l’interno tra villaggi rurali, fiumi, foreste, distese di baobab e di catapecchie di fango e lamiera, sembra enorme. L’agghiacciante Dakar e il fascino decadente di St-Luis. Thiès, la ville rebelle, che "ricorda una cittadina spaghetti-western", e la Casamance, sfrontatamente selvaggia e teatro di guerra civile. Suggestioni felliniane e allucinazioni da Apocalypse Now, enclave turistiche e spiagge da condividere solo con gli zebù. Per finire inevitabilmente invischiati in quell’inestricabile mistero per convenzione chiamato "mal d’Africa".

 
Vincitore del premio nazionale di giornalismo e saggistica 2008  "Più a sud di Tunisi".
Per maggiori informazioni:www.unaleonessainsenegal.com
 
Peppe Sessa è nato nel 1968. È ingegnere e lavora a Catania per una multinazionale dell’elettronica, in cui svolge anche attività sindacale per la FIOM/CGIL. Da anni viaggia al di fuori dell’Europa, preferendo il sud del mondo. È stato in Israele e Palestina, Siria, Turchia, Senegal, Brasile, Nigeria e Benin. Ha giocato a rugby, è appassionato di antropologia, ama cucinare, scrivere di viaggi e di politiche del lavoro.

È  raggiungibile all’indirizzo: [email protected]

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Domenica 19/10, ore 18/30: L'APARTHEID. Viaggio inchiesta di Toni Fontana nel regime di segregazione che sta nascendo nel Nord Est (Nutrimenti 2008).

Nell’ambito di “Ottobre piovono libri 2008”
la Libreria GRIOT presenta

L’APARTHEID. Viaggio inchiesta di Toni Fontana nel regime di segregazione che sta nascendo nel Nord Est (Ed. Nutrimenti 2008).
Saranno presenti: l’autore, Toni Fontana, e Massimo Ghirelli, giornalista, direttore dell’Archivio Immigrazione e presidente dell’Agenzia Migra.
Toni Fontana, giornalista e reporter dell’Unità, racconta in questo libro il L’Apartheidsuo ultimo viaggio nel Nord-Est Italiano, in cui dilagano una cultura dell’odio e del razzismo. Partendo da piccole e grandi storie, l’autore attraversa i profondi mutamenti e i contrasti determinati dall’arrivo nel Nord-Est dell’Italia di centinaia di migliaia di stranieri: la piccola Fatima, dieci anni, discriminata a scuola perché porta il velo; Meryem, studentessa di economia internazionale all’Università di Padova, che guida le marce contro le discriminazioni razziali; i musulmani di Treviso che pregano inginocchiandosi sui tappeti distesi nei parcheggi dei supermercati, sono alcuni dei personaggi protagonisti del racconto di viaggio di Toni Fontana.
In Veneto risiedono e lavorano oltre 350.000 immigrati. Contro di loro la Lega di Umberto Bossi sta costruendo un nuovo e moderno “apartheid”, una società piramidale al cui vertice ci sono i “bianchi” ai quali sono riservati tutti i diritti. Gli altri, gli stranieri, sono accettati solo come produttori di ricchezza, ma esclusi dalla vita sociale.
Toni Fontana, 53 anni, è nato a Feltre (Belluno). Vive tra Roma, il Veneto e la Spagna. È giornalista dell’Unità. Ha inviato reportage dall’Africa, dai Balcani e dal Medio Oriente. Ha scritto: La guerra degli altri. Golfo, Somalia, Jugoslavia: un racconto dal fronte della follia (Castelvecchi, 1993) e Hotel Palestine, Baghdad. Nelle mani degli iracheni (Il Saggiatore, 2004). È tra gli autori di La guerra dei dieci anni (Il Saggiatore, 2001).
Toni Fontana, L’apartheid, Nutrimenti, 2008. € 10.00
Isbn 978-88-95842-03-5

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Domenica 19 Ottobre, ore 18.30: L'APARTHEID. Viaggio inchiesta di Toni Fontana nel Nord-Est Ita

APARTHEID. Viaggio inchiesta di Toni Fontana nel regime di segregazione che sta nascendo nel Nord Est.

In occasione della pubblicazione di “L’Aparthed. Viaggio inchiesta di Toni Fontana nel regime di segregazione che sta nascendo nel Nord Est”, Nutrimenti 2008, la Libreria GRIOT invita ad una presentazione-dibattito in presenza dell’autore, Toni Fontana e dell’Editore Nutrimenti. DOMENICA 19 Ottobre, ore 18.30

Toni Fontana, giornalista e reporter dell’Unità, racconta in questo libro il L'Apartheidsuo ultimo viaggio nel Nord-Est Italiano, in cui dilagano una cultura dell’odio e del razzismo. Partendo da piccole e grandi storie, l’autore attraversa i profondi mutamenti e i contrasti determinati dall’arrivo nel Nord-Est dell’Italia di centinaia di migliaia di stranieri: la piccola Fatima, dieci anni, discriminata a scuola perché porta il velo; Meryem, studentessa di economia internazionale all’Università di Padova, che guida le marce contro le discriminazioni razziali; i musulmani di Treviso che pregano inginocchiandosi sui tappeti distesi nei parcheggi dei supermercati, sono alcuni dei personaggi protagonisti del racconto di viaggio di Toni Fontana.

In Veneto risiedono e lavorano oltre 350.000 immigrati. Contro di loro la Lega di Umberto Bossi sta costruendo un nuovo e moderno "apartheid", una società piramidale al cui vertice ci sono i "bianchi" ai quali sono riservati tutti i diritti. Gli altri, gli stranieri, sono accettati solo come produttori di ricchezza, ma esclusi dalla vita sociale.

Toni Fontana, L’apartheid, Nutrimenti, 2008. € 10.00
Isbn 978-88-95842-03-5

Toni Fontana, 53 anni, è nato a Feltre (Belluno). Vive tra Roma, il Veneto e la Spagna. È giornalista dell’Unità. Ha inviato reportage dall’Africa, dai Balcani e dal Medio Oriente. Ha scritto: La guerra degli altri. Golfo, Somalia, Jugoslavia: un racconto dal fronte della follia (Castelvecchi, 1993) e Hotel Palestine, Baghdad. Nelle mani degli iracheni (Il Saggiatore, 2004). È tra gli autori di La guerra dei dieci anni (Il Saggiatore, 2001).

 

 

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L'Africa è ovunque, GRIOT riapre le porte con un calendario fitto di eventi e incontri!

L’AFRIQUE EST PARTOUT
AFRICA IS EVERYWHERE

La libreria GRIOT riapre le porte e vi aspetta con un calendario che si annuncia fitto di eventi, incontri, corsi e laboratori. Denominatore comune: “l’Africa è ovunque”. Da non perdere a Settembre, Abdourahman Waberi, scrittore di Gibuti di passaggio a Roma dopo il festival di Mantova, Kapuscinski letto da Giuseppe Cederna, “L’inattesa piega degli eventi” di Enrico Brizzi, Lisa Ginzburg con il suo laboratorio di scrittura.

E ancora, corsi settimanali di arabo, wolof e swahili. per saperne di piu……

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Giovedì 18: Nessuna aggravante! Maratona di letture antirazzista in memoria di Abdul Guibre

Nessuna aggravante!

Maratona di letture antirazzista in memoria di Abdul Guibre, cittadino italiano, ucciso a soli 19 anni per un pacco di biscotti.

Giovedì 18 settembre, Libreria GRIOT, ore 19,00


Nessuna aggravante razziale! L’omicidio di Abdul Guibre, un giovane italiano originario del Burkina Faso ucciso a sprangate domenica notte a Milano all’età di 19 anni per aver rubato un pacco di biscotti, non avrebbe motivazioni razziali: così dicono gli uomini di legge. Una ricostruzione discutibile che preoccupa tutti coloro che osservano con sgomento il crescente clima d’intolleranza in Italia.


Mossi dallo sdegno per il linciaggio e uniti dal ricordo del giovane Abdul, scrittori, attori e intellettuali si ritroveranno Giovedì 18 settembre presso la Libreria GRIOT, alle ore 19,00, per dare vita ad una maratona di letture antirazzista seguita da un dibattito animato da Jean-Leonard Touadi, deputato DS ed ex Assessore alla Sicurezza del Comune di Roma e Ali Baba Faye.

Parteciperanno gli autori Amara Lakhous, Cristina Ali Farah, Jorge Canifa Alves, Lisa Ginzburg, Igiaba Scego, Lidia Ravera, Daniele Scaglione, Elisa Davoglio, Lidia Riviello, Mauro Covacich, Fausto Pellegrini, Victor Maggiar, gli attori Andrea Rivera e Giuseppe Cederna, i giornalisti e ricercatori tra cui Marino Sinibaldi, Maria De Lourdes, Gabriele del Grande, Barbara Romagnoli, Chiara Nielsen, Marina Astrologo, Wasim Dahmash, Massimo Ghirelli, Leonardo de Franceschis, Sandro Portelli; tra i musicisti Badara Seck, Andrea Satta dei Tetes de Bois e tanti altri.
Ode per Abdoul (pubblicata sull’Unità del 18 Settembre)
di Abdourahman A. Waberi
Mentre in Francia l’ormai 80enne leader del Front National, Jean-Marie Le Pen, col suo carico d’odio, appende i guantoni al chiodo lasciando ai suoi eredi un bilancio nullo, l’Italia di oggi scopre con spavento che parte dei suoi cittadini vorrebbero buttare a mare tutti quelli che non hanno il colore della pelle, la religione e il cognome giusti. Ecco allora che africani, magrebini, Rom e altri sfortunati extracomunitari sono messi alla gogna, e non soltanto negli stadi di calcio di cattiva reputazione. Rieccoci al razzismo e al fascismo! Neanche essere omosessuali a Verona porta bene, di questi tempi. Né esibire una targa automobilistica della Romania quando si vuole andare a Milano o altrove in quel Nord così freddoloso, così geloso delle sue ricchezze e così assorbito da se stesso. Ho la netta sensazione che il vecchio paese sornione e raffinato sia sull’orlo di una crisi di nervi. Anzi, peggio: è inebetito dopo l’inutile morte di Abdoul Guibre, un giovane italiano di 19 anni.
Dove sono finiti i suoi grandi viaggiatori curiosi ed empatici, tutti eredi di Marco Polo, tutti aperti all’altro? Penso a penne della tempra di un Claudio Magris, o di Gianni Celati, che aveva così ben descritto il Mali. Che cosa dicono oggi i grandi ingegni transalpini – almeno quelli che conosciamo in Francia, da Antonio Tabucchi a Giorgio Agamben, da Erri De Luca a Umberto Eco ?
Sarebbe illusorio voler vivere nell’isolamento, come predicano certi politici italiani, quando le sfide del mondo moderno ci invitano alla massima apertura – dei mercati, delle idee, ma anche delle persone. Certo, nessun paese sfugge all’illusione di dovere soltanto a se stesso il suo sviluppo, le sue conquiste, le sue arti e le sue specificità. E tuttavia, l’esperienza dimostra che le imprese umane prosperano appieno soltanto se gli orizzonti sono vasti e le menti aperte ai quattro venti del mondo.


Fuori d’Italia, siamo in tanti a non aver visto questo paese, un tempo tanto luminoso, accartocciarsi pericolosamente su se stesso. Di questo passo diventerà sempre più provinciale, fino a ridursi a una pallida imitazione di sé, o peggio, a un luna park per il resto del mondo… A meno che la popolazione e la società civile – in breve, la «moltitudine» cara a Toni Negri – non faccia sentire la sua voce. Esigendo l’instaurazione di un clima di rispetto e di tolleranza per tutti, misure più umane per coloro che vengono riaccompagnati alla frontiera, e l’applicazione della legge – tutta la legge – a chi minaccia la vita dei cittadini, quale che ne sia la razza, la religione o l’orientamento sessuale. Solo così vedremo finalmente i Le Pen locali, come Gianfranco Fini o Umberto Bossi, gettare anche loro l’infame spugna.
Abdourahman A. Waberi
scrittore francese e di Gibuti
[Traduzione di Marina Astrologo]

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Sabato 20 Settembre: Ornella Genito, Rimbocchiamoci il cuore

Ornella Genito presenta

Rimbocchiamoci il cuore

la presentazione sarà accompagnata dalla musica della Kora di Madya Diebate

Un autentico messaggio di speranza di salvezza di quei popoli che ormai da troppo tempo subiscono il sopruso della manipolazione delle menti e lo sfruttamento delle proprie risorse. L’autrice nel modo più fantasioso, ed allo stesso tempo realistico, interpreta nel romanzo quello che dovrebbe essere l’atteggiamento tenuto dagli uomini nei confronti dei propri simili che, portatori delle proprie diversità socio- economiche ed etniche, rappresentano la ricchezza dell’umanità.

Attraverso un sogno, che spera possa essere realizzato, la stessa sostiene che chiunque con animo puro e sensibile e con sentimento di amore possa sconfiggere l’intolleranza e l’odio verso il prossimo, semplicemente “rimboccandosi il cuore” ponendosi con atteggiamento propositivo e soprattutto di accoglienza verso chi ha bisogno. Laddove i bisogni di ognuno vengono espressi nelle forme più diverse del dialogo, molte volte anche difficili da interpretare, senza l’utilizzo di codici universali, il più diffuso tra tutti, quello della musica.

I messaggi di pace portati dal linguaggio della musica hanno sempre suscitato armonia di buoni sentimenti e momenti di aggregazione fra i popoli,contrapponendosi al linguaggio dell’ipocrisia e degli interessi economici che favoriscono le contrapposizioni fino a sfociare nell’odio e nelle guerre. La decodificazione della chiave della neutralità che la protagonista del romanzo realizza nella sua avventura si sostanza appunto nella scoperta di un importante messaggio rivolto all’umanità: “porsi con atteggiamento di disponibilità ad ampliare la propria capacità di ascolto perché si possa arrivare tutti a provare il medesimo sentimento di amore verso ogni popolo facendo proprio ogni bisogno altrui come proprio”.
Ornella Genito vive a Roma. Ha pubblicato Una finestra sulla luna, (ed. Aletti), una raccolta di poesie il cui ricavato è stato interamente devoluto all’Associazione Labor Mundi, per la costruzione di una scuola elementare nel Gatare in Rwanda. RImbocchiamoci il cuore è il suo primo romanzo, un giallo ambientanto in Mozambico, il cui ricavato sarà in parte devoluto all’associazione Cuore, per il progetto Una mano lava l’altra, che si occupa i realizzare progetti per l’infanzia in Congo.

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Giovedi 25 Settembre: Per una Letteratura Mondo, incontro con lo scrittore Abdourahman Waberi

Per una Letteratura Mondo

Abdourahman A. Waberi incontra Maria Teresa Carbone

Libreria GRIOT, giovedi 25 Settembre ore 19.00

Tra gli intellettuali africani che si confrontano con le vicende del continente successive alla colonizzazione, Abdourahman Waberi, scrittore di Gibuti, spicca per la lucida ironia con cui mette in crisi gli stereotipi di un’Africa circoscritta alle antiche tradizioni o all’oralità. Autore dalle idendità multiple, africana, francese, francofona, Waberi è stato tra gli iniziatori del “Manifeste pour une littérature monde en français”, lanciato l’anno scorso in Francia via il giornale Le Monde e che ha suscitato un dibattito acceso in cui è intervenuto l’allora candidato all’Eliseo Nicolas Sarkozy sulla distinzione tra scrittori francesi ‘doc’ e scrittori ‘francofoni’, ovvero autori immigrati. Un dibattito che offre materia di riflessione ai cittadini italiani sul contributo che gli intellettuali di origine straniera possono offrire alla cultura italiana attuale.

Ospite della Libreria GRIOT, giovedi 25 Settembre alle 19.00, Waberi dialogherà con la giornalista e traduttrice Maria Teresa Carbone su questo ed altri temi legati alla letteratura mondo e alle identità cosmopolite.

Nella foto, i promotori del Manifesto per una “Letteratura Mondo”, da sinistra gli scrittori Jean Rouaud, Alain Mabanckou, Anna Moi, Abdourahman Waberi, Michel Le Bris.

Abdourahman A. Waberi (Gibuti/Francia)

Nato nel 1965 a Gibuti, Abdourahman A. Waberi vive in Francia dal 1985. Waberi è l’autore di romanzi, saggi e racconti, tradotti nelle principali lingue europee. Quattro libri di Waberi sono stati tradotti in lingua italiana: “Balbala”, “Mietitura di teste”, “Transit” e “Gli Stati Uniti d’Africa”, pubblicati da Edizioni Lavoro e Morellini. L’ultimo romanzo “Gli Stati Uniti d’Africa” (Morellini, 2007) racconta l’Africa come un continente prosperoso che attrae migranti dall’Europa e dall’America.

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Venerdi 26 sett, ore 18.00: Il giudice e il terrorista (Einaudi), con il magistrato Roberta Barberin

AMNESTY INTERNATIONAL sezione italiana
Il Gruppo 221 – Roma Centro,
per il progresso della pace nel mondo
e a sostegno della politica di educazione ai diritti umani

Invita alla presentazione del libro di
Roberta Barberin

Il giudice e il terrorista

Il diritto e le sfide del terrorismo globaleEINAUDI, 2008

Interverrà l’Autrice, magistrato
Introduzione di Stefano Pratesi, vicepresidente della
Sezione Italiana di Amnesty International

Cos’è il terrorismo? Qual è la differenza tra un terrorista e un combattente per la libertà? Come possiamo difenderci dalla nuova violenza fondamentalista senza rinunciare alla nostra civiltà del diritto?

Il nuovo terrorismo attraversa le frontiere nazionali e sfugge ai nostri tradizionali strumenti giuridici. Le idee di legge, diritto e libertà che la comunità internazionale ha definito nel corso del tempo non bastano ad afferrarne il profilo. Anche per questo manca nel mondo un’idea condivisa di come combatterlo, mentre si moltiplicano le risposte unilaterali. Roberta Barberini, da molti anni impegnata su questo fronte nelle istituzioni nazionali e internazionali, accompagna il lettore tra i molti interrogativi che attraversano la nostra coscienza civile e giuridica nel tempo nuovo del terrore globale.
«Terrorismo» non è un termine neutro. Per quanto si cerchi di essere distaccati, è difficile ignorare il fatto che il concetto implica un giudizio morale. Sono pochi i gruppi, le organizzazioni o gli stati che accettano volentieri l’etichetta. Ciò ha indotto molti a ritenere che la nozione di terrorismo abbia in sé un significato inevitabilmente soggettivo. In particolare, scegliere l’etichetta di «terrorista» o quella di «combattente per la libertà» dipenderebbe solo dal punto di vista e dalle simpatie politiche dell’osservatore. Se taluno condivide gli obiettivi di un individuo, costui è un combattente per la libertà, altrimenti è un terrorista. All’interno di un singolo stato è facile decidere chi è il terrorista: colui che esercita una minaccia qualificata nei confronti dello stato in quel determinato momento storico. A lungo, in Italia, gli irredentisti sudtirolesi furono qualificati come «terroristi», prima di essere soppiantati dalle Brigate Rosse.
Sul piano internazionale avviene l’opposto: non c’è accordo su chi debba considerarsi terrorista, e sembra anzi che in giro non vi sia un solo terrorista unanimamente considerato tale. È questa la ragione per cui le Nazioni Unite non sono riuscite sinora a formulare una definizione di terrorismo valida universalmente. Di tale mancanza la lotta contro il terrorismo risente pesantemente, perché nomina sunt substantia rerum. E per combattere un nemico occorre anzitutto identificarlo.

2008
Gli struzzi
EINAUDI
pp. XXII-246
16,5
ISBN 8806188577

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Ottobre Piovono Libri 2008: il calendario di GRIOT

Nell’ambito di Ottobre piovono libri 2008
la Libreria GRIOT presenta


domenica 12 ottobre, ore 19

Paola Splendore presenta “Mappe del corpo” di Ingrid De Kok (Donzelli, 2008), raccolta di testi della poetessa sudafricana emigrata in Canada, per la prima volta tradotta in italiano.
domenica 20 ottobre, ore 19

Presentazione del volume di Toni Fontana, “L’apartheid”, (Nutrimenti, 2008), prefazione di Walter Veltroni, analisi dei primi sintomi di un regime di segregazione che stanno emergendo in Italia. Saranno presenti l’autore e gli editori.


sabato 25 ottobre, ore 19

Presentazione del saggio “Una leonessa in Senegal. In viaggio nel paese dei Teranga ” (Robin, 2008), scritto da Peppe Sessa per “trasmettere le emozioni, quello stravolgimento interiore che con una semplice conversazione non mi era riuscito. Far viaggiare il lettore in un’Africa tanto vera quanto diversa da come viene presentata dai media: fame, guerra, miseria e malattie …”. Sarà presente l’autore.
domenica 26 ottobre, ore 19

Presentazione del volume di Mauro Valeri “Nero di Roma. Storia di Leone Jacovacci, l’invincibile mulatto italico” (Palombi, 2008), ricostruzione delle discriminazioni razziali subite dal pugile italiano mulatto che il 24 giugno 1928 conquistò il titolo di campione d’Italia e d’Europa dei pesi medi. Sarà presente l’autore.

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Sabato 11 Ottobre, ore 18.30: Sulla sovranità alimentare. Incontro con i leaders contadini af

Sabato 11 Ottobre, ore 18.30
Sulla sovranità alimentare.
Incontro con i leaders contadini africani.

Interverranno Nora McKeon – coordinatrice della campagna EuropAfrica), Ndigou Fall – ROPPA, Réseau des organisations paysannes et de producteurs de l’Afrique de l’Ouest e Elisabeth Atangana – Presidente del PROPAC, Piattaforma di organizzazioni contadine dell’Africa centrale, Philip Kiriro – Presidente dell’Southern African Confederation of Agricultural Unions.
In occasione del convegno internazionale organizzato da EuropAfrica su L’agricoltura familiare reagisce alla “crisi” alimentare, la Libreria GRIOT vi invita Sabato 11 Ottobre alle 18.30 ad un incontro con alcuni tra i piu importanti leaders del movimento contadino africano che si battono rispondere alla crisi alimentare tramite un’agricoltura solidare e sostenibile, cui seguirà un aperitivo a base di prodotti e vini biologici.
Ndiogou Fall, Senegal, Presidente del ROPPA (Rete di organizzazioni contadine e di produttori agricoli dell’Africa occidentale, rappresenta 45 milioni di piccoli produttori).
Elisabeth Atangana, Presidente del PROPAC (Piattaforma di organizzazioni contadine dell’Africa centrale).
Philip Kiriro, Presidente del East African Farmers’ Federation, Ishmael Sunga, Director of SACAU (Southern African Confederatin of Agricultural Unions).

Fall e Atangana sono stati chiamati alle NU dal Segretaria-Generale Ban Ki-moon per portare la voce dei piccoli produttori africani nel Evento speciale sugli Obiettivi di sviluppo del millennium del 25 settembre. Le 4 reti hanno formato a maggio scorso una piattaforma continentale per fare pesare – finalmente – gli interessi della maggioranza della popolazione africana sulle decisioni politiche che condizionano le loro vita e le loro società. Il loro obiettivo è la difesa della agricoltura familiare sostenibile, che fa vivere e mangiare la maggioranza degli africani e la “sovranità alimentare”, il diritto e dovere per ogni paesi di stabilire le misure politiche considerate più idonee per assicurare il diritto al cibo dei propri cittadini. Diritto al cibo al di sopra del libero mercato.


Segue aperitivo con prodotti e vini italiani biologici.
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L’incontro è organizzato in margine al Convegno Internazionale ’agricoltura familiare reagisce alla “crisi” alimentare. Quale appoggio da parte delle politiche agricole? Un dialogo tra attori e istituzioni.

Venerdì 10 Ottobre 2008. Città dell’Altra Economia

Largo Dino Frisullo (ex Mattatoio) – Roma

Un dialogo tra attori e istituzioni che si inserisce nell’ambito delle attività della Campagna “EuropAfrica-Terre Contadine”, e costituisce un momento di confronto sul tema delle politiche agricole, del commercio e dell’integrazione regionale, e sui modelli di produzione e sviluppo dei territori. Il congresso rappresenta un occasione per intrecciare uno scambio su queste tematiche tra rappresentanti delle organizzazioni contadine europee e africane, esponenti della società civile italiana e rappresentanti delle istituzioni africane, europee ed internazionali, ed ha l’obiettivo di promuovere un dialogo costruttivo tra tutti gli esponenti.


Il congresso si svolge a pochi giorni dalla ‘Giornata Mondiale dell’Alimentazione’ del 16 Ottobre, inserita nell’ambito della sessione del Comitato di Sicurezza Alimentare Mondiale della FAO (14-17 ottobre) che sarà focalizzata sulla ricerca di soluzioni alla crisi alimentare.

La Campagna “EuropAfrica-Terre Contadine: per un’agricoltura solidale e ostenibile nel Nord come nel Sud del mondo” nasce con lo scopo di avvicinarele organizzazioni contadine e la società civile africana ed europea in una riflessione ein un’azione comune rispetto alle grandi questioni delle politiche agroalimentari, delcommercio agricolo e della cooperazione nel Nord come nel Sud del mondo

Per saperne di più sulla Campagna EuropAfrica: www.europafrica.info

Programma del Congresso Internazionale: http://www.europafrica.info/italiano/calendario/int_congresso_prog_ita.pdf