Venerdì 14 giugno, alle 18.30 GRIOT presenta il saggio di Mauro Valeri “Afrofobia. Razzismi vecchi e nuovi” (Fefè editore). L’autore ne parlerà con l’editore Leonardo De Sanctis.
Nei documenti ufficiali ONU e UE si fa sempre più uso del termine afrofobia per indicare “paura eccessiva” e avversione nei confronti di africani e afrodiscendenti. In realtà il razzismo moderno nei confronti dei neri ha origine molto antica e mutazioni recentissime. Il libro ricostruisce, attraverso un’analisi storica e sociologica, le metamorfosi del razzismo da quello schiavista a quello coloniale, da quello di Stato a quello democratico, da quello ribaltato a quello di guerra. Con particolare attenzione al razzismo italiano dal 1860 ad oggi. Nel 2018 Mauro Valeri ha tenuto presso GRIOT un corso di 10 lezioni dal titolo “Vecchi e nuovi razzismi. Il caso italiano” che ha accompagnato la stesura del saggio.
Mauro Valeri è Dottore in sociologia e psicoterapeuta, ha diretto l’Osservatorio nazionale sulla xenofobia dal 1992 al 1996, e dal 2005 è responsabile dell’Osservatorio su razzismo e antirazzismo nel calcio. Ha insegnato Sociologia delle Relazioni Etniche alla Sapienza Università di Roma. Ha pubblicato diversi saggi sul tema del razzismo, tra cui: La razza in campo. Per una storia della rivoluzione nera nel calcio (Edup, 2005); Black Italians. Italiani neri in maglia azzurra (Palombi, 2007); Nero di Roma. Storia di Leone Jacovacci, l’invincibile mulatto italico (Palombi, 2008); Che razza di tifo. Dieci anni di razzismo nel calcio italiano (Donzelli, 2010); Stare ai Giochi. Olimpiadi tra discriminazioni e inclusioni (Odradek, 2012); Mario Balotelli. Vincitore nel pallone (Fazi, 2014); con Mohamed Abdalla Tailmoun e Isaac Tesfaye, Campioni d’Italia? Sport e seconde generazioni (Sinnos, 2014); Il generale nero. Domenico Mondelli: bersagliere, aviatore e ardito (Odradek, 2015).

“I cento pozzi di Salaga” è un romanzo storico, ambientato in Ghana nel 1800. Wurche e Aminah sono due donne molto diverse per provenienza sociale e temperamento ma le loro vite si intrecciano quando una delle due comprerà l’altra a Salaga, grande mercato di schiavi. “I cento pozzi di Salaga” è un libro di viaggio, di formazione e di amore che riflette sul ruolo delle donne nella storia del Ghana e sugli sconvolgimenti che lo schiavismo e gli europei hanno causato in Africa.
«Com’è potuto un intero villaggio, con la sua gente, la sua storia, tutto, scomparire così?» Se lo chiede il giovane Ngugi wa Thiong’o, di ritorno nell’aprile 1955 dal college britannico vicino Nairobi che frequenta, quando scopre che il suo paese natale è sparito, e la sua casa di famiglia rasa al suolo. Attraverso il racconto dei suoi anni giovanili e della sua formazione all’interno del sistema scolastico coloniale wa Thiong’o rievoca le esperienze che lo trasformarono in un dissidente politico e in un autore fondamentale per la letteratura mondiale. Scritto nel 2012, questo memoir trasmette tutta la complessità del vivere e formarsi sotto il regime coloniale, apprendere la bellezza della letteratura europea e vedere il proprio villaggio distrutto. “Nella casa dell’interprete” è un nuovo capolavoro dell’autore keniano che nella sua vastissima produzione letteraria ha spaziato dalla critica, al teatro, dall’autobiografia al romanzo.
«Ci chiamano mercanti della morte, immigrazione clandestina, la chiamano. Io sono la sola cosa legale di questo Paese. Prendo ciò che è mio, pago a tutti la loro parte. E anche il mare, anche il mare si tiene una parte della mia mercanzia. Mi chiamo Khaled, il mio nome significa immortale. Mi chiamo Khaled e sono un trafficante».
Tra lo stereotipo dell’Africa come continente perduto e quello dell’Africa come futuro del mondo c’è una via di mezzo: quella delle realtà differenziate e complesse di 54 stati, ognuno con le proprie storie e culture.
È impossibile non scorgere nelle pagine dello scrittore siriano George Salem echi della filosofia esistenzialista europea, non a caso lo scrittore siriano fu traduttore di Camus. Tratti salienti di questa corrente di pensiero possono facilmente essere scovati nei racconti qui tradotti. Indubbiamente, il centro dell’universo di Salem è l’individuo in sé, e non certo le grandi masse, quasi del tutto assenti. Il singolo, poi, come già ricordato, nel corso delle novelle, si ritrova nel mondo e non lo riconosce, come se vi fosse stato scagliato dentro a sua insaputa. Il viaggio che si intraprende immergendosi nei racconti di George Salem somiglia purtroppo a una
Torna per due giorni il mercatino di GRIOT con le stoffe, le sciarpe e i vestiti della cooperativa Wubetu (Etiopia).