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Presentazione di "Un milione di vite" di Gaddo Flego (Terre di mezzo)

Giovedì 3 dicembre alle 18,30 per la presentazione del libro “Un milione di vite” di Gaddo Flego
Ne discuteranno insieme Gaddo Flego, autore del libro, Pietro Veronese, giornalista della Repubblica e prefatore del volume, Loris De Filippi, responsabile dei progetti di MSF Italia, e Natalia Cangi, direttrice organizzativa dell’Archivio diaristico Nazionale.
CL241x168_11125Giugno 1994: il genocidio dei Tutsi insanguina il Rwanda. Gaddo Flego è lì, ha trent’anni e lavora per Medici Senza Frontiere.
Nel suo ospedale arrivano a centinaia i sopravvissuti, stremati dalla fuga, dai colpi degli aggressori, dalle malattie. Sono giorni convulsi, di impegno febbrile, di incredulità e rabbia.
Oggi Gaddo sente il bisogno di raccontarli. Una testimonianza unica per ripercorrere “da dentro” una vicenda ancora controversa, fra le più buie della nostra storia.
Il libro ha vinto “Premio Pieve Saverio Tutino 2014”, indetto dall’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano e assegnato da una giuria di scrittori, studiosi, giornalisti ed editori.
Gaddo Flego Nato nel 1963, ha partecipato a missioni di cooperazione internazionale in Ciad e in Rwanda. Lavora come medico presso l’Asl di Chiavari.
Vi aspettiamo giovedì 3 dicembre alle 18,30 per la presentazione di “Un milione di vite” con Gaddo Flego,  Pietro Veronese (La Repubblica) , Loris De Filippi (MSF Italia) e Natalia Cangi (Archivio Diaristico Nazionale).

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Presentazione del libro "Guarire la guerra. Storie che curano le ferite dell'anima" di Natale Losi (L'Harmattan Italia)

Venerdì 4 dicembre alle 18 GRIOT presenta “Guarire la guerra. Storie che curano le ferite dell’anima” di Natale Losi

Interverranno assieme all’autore Ersilia Bosco, psicologo clinico e psicoterapeuta, Arévalo Cuadra, psicoterapeuta e didatta, e Ugo Melchionda, presidente IDOS

A seguire vi sarà una presentazione della Scuola di Psicoterapia ad indirizzo Sistemico-Relazionale e orientamento Etno-Sistemico-Narrativo e verrà offerto un rinfresco
guarire-la-guerra-copertinaNel suo ultimo libro Natale Losi, attraverso la descrizione di esperienze  in Kosovo, Palestina, Colombia e Italia analizza in modo critic
o le modalità più comuni di intervento psicoterapeutico rivolto a persone che hanno subito il dramma della guerra o dell’esilio forzato e descrive una strategia terapeutica innovativa (etno-sistemico-narrativa), di cui si parlerà in modo diffuso nella seconda parte dell’incontro, che sarà dedicata alla presentazione della Scuola.
Gli psichiatri e gli psicoterapeuti -ci si chiede nel libro- sono preparati a curare le ferite invisibili di chi fugge dalla guerra e arriva, a volte dopo anni di viaggio, sulle nostre sponde, senza confondere normali reazioni di sofferenza con situazioni eccezionali o, peggio, con sindromi psichiatriche tipiche di contesti di non belligeranza?
Il libro descrive “storie che curano” adottando uno stile rivolto a un pubblico più vasto di quello degli addetti ai lavori.
Natale Losi, psicoterapeuta, antropologo-medico e sociologo, ha fondato e diretto per quindici anni l’Unità Psicosociale e di Integrazione Culturale dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Ginevra/Roma). Ha lavorato in programmi di ricerca e intervento per la collaborazione tra sistemi sanitari convenzionali e tradizionali in Africa (Mali e Etiopia) e sviluppato programmi e interventi sui traumi collettivi a l’attivazione della resilienza in numerosi paesi t
ra cui il Kosovo, la Serbia, la Palestina, il Libano, la Colombia, la Georgia. È il Presidente di Interculture International e Direttore della Scuola Etno-Sistemico-Narrativa di Roma, riconosciuta dal MIUR (Ministero dell’Istruzione Universitaria e Ricerca). Ha insegnato in Svizzera (Ginevra) e in Italia nelle Università di Milano e Perugia. È rispettivamente Visiting Professor e Docente all’Università di Essex (UK) e nel Master “International Trauma” dell’Università di Harvard (USA). Attraverso la sua esperienza clinica e accademica ha sviluppato l’approccio etno-sistemico-narrativo, che include narrazione e memoria – in particolare nelle comunità di migranti – come strumento fondamentale di integrazione culturale e resilienza.

Venerdì 4 dicembre alle 18 Ersilia Bosco, Arévalo Cuadra e Ugo Melchionda presentano “Guarire la guerra. Storie che curano le ferite dell’anima” di Natale Losi.
Nella seconda parte dell’incontro sarà presentata Scuola di Psicoterapia ad indirizzo Sistemico-Relazionale e orientamento Etno-Sistemico-Narrativo e verrà offerto un rinfresco. Vi aspettiamo!

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Proiezione di "Scalo a Pajol" di Mahamoud Ibrahim e "Africa 50" di René Vautier

Sabato 21 novembre alle 18,30 GRIOT vi invita alla proiezione dei film “Africa 50” di René Vautier e “Scalo a Pajol” di Mahamoud Ibrahim

Le proiezioni saranno introdotte da Aude Fourel, ricercatrice, artista e filmaker che ha curato i sottotitoli in italiano
All’incontro parteciperà in collegamento skype il regista di “Scalo a Pajol” Mahamoud Ibrahim

“Africa 50” (1950) e “Scalo a Pajol” (2015) sembrano essere due film molto lontani tra loro, almeno da un punto di vista temporale. Eppure si tratta di due storie profondamente legate: un discorso critico sulle politiche europee in materia di migrazioni e sugli inquietanti esiti del Vertice di Malta non può prescindere dalla storia coloniale di paesi come la Francia e l’Italia. Una storia troppo spesso rimossa ed ignorata.

AFRICA 50, 1950, 20′ di René Vautier
afrique50-5Nel 1949 René Vautier, giovane regista di 21 anni e resistente decorato della Croce di Guerra nel 1944, appena diplomato dell’IDHEC (Scuola Nazionale di Cinema di Parigi, oggi La Fémis) parte per la Costa D’ Avorio per girare un documentario ordinato dalla Lega dell’Istruzione.
René Vautier  racconta “quello che è vero” decidendo di non servire gli interessi della  propaganda ufficiale e filmando ciò che vede quotidianamente: la mancanza di medici e insegnanti, i crimini commessi dall’esercito francese e lo sfruttamento delle popolazioni colonizzate.
Le autorità coloniali rimproverano René Vautier di filmare senza l’autorizzazione del governo. Ricercato, ufficialmente espulso, fugge verso Bamako e filma clandestinamente lungo un percorso di mille chilometri tracce di oppressione e di repressione. Al termine di un viaggio di quasi un anno, riuscirà grazie alla solidarietà di africani, di pescatori bretoni, di giudici e di doganieri a tornare in Francia e a rimpatriare le pellicole del film. René Vautier consegna le pellicole alla Lega dell’Istruzione che vengono sequestrate dalla polizia. Durante un interrogatorio, grazie a un sotterfugio riesce a salvaguardare 21 bobine positive sulle 60 girate per realizzare il montaggio di Africa 50.
Africa 50 è il primo film francese dichiaratamente anticoloniale. Censurato dal 1950 al 1990, porterà 13 accuse a René Vautier e una condanna a un anno di carcere.

SCALO A PAJOL, 2015, 13′ di Mahamoud Ibrahim
escale a pajol (1)Yacoub, giovane ragazzo libico, è fuggito dalla guerra; arrivato in Francia dopo aver attraversato il Mediterraneo, si ritrova con altri migranti in un campo nel quartiere Pajol del 18 arro
ndissement di Parigi.
Mahamoud Ibrahim è un regista comoriano appassionato di fotografia. Dopo gli studi cinematografici all’Università Rennes 2 (Francia), decide di tornare alle Comore per dedicarsi a un film documentario sul suo paese. Nel 2015, segue i corsi della Summer School della Femis (Scuola Nazionale di Cinema – Francia) e realizza il cortometraggio “Scalo a Pajol”.

Sabato 21 novembre alle 18,30 GRIOT ospita la proiezione di “Africa 50” e “Scalo a Pajol”. L’incontro sarà a cura di Aude Fourel, ricercatrice, artista e filmaker, e vedrà la partecipazione del regista Mahamoud Ibrahim in collegamento skype.

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Presentazione del libro "Capo di Buona Speranza" di Nganguè Eyoum (EMI)

Venerdì 27 novembre alle 18,30 GRIOT presenta “Capo di Buona speranza” del giornalista e antropologo camerunense Nganguè Eyoum

All’incontro saranno presenti l’autore del libro ed il giornalista de La Repubblica Pietro Veronese.
La traduzione simultanea sarà a cura di Lorenzo Fazzini, direttore della casa editrice EMI.

Il motore che funzunnamediona… a pipì, brevettato da quattro adolescenti nigeriane; la città di Ifrane (Marocco), secondo centro urbano più pulito al mondo; Vuya, il tablet made in Sudafrica che si ricarica con la luce del sole; il pepe bianco di Penja, la spezia camerunese più pregiata della terra; il primo corso per donne imam lanciato in Mauritania, antidoto all’estremismo religioso; Natnael Berhane, ciclista eritreo in fuga dalla dittatura e nuova stella del ciclismo afro…
Con la sua vivace penna di cronista Eyoum Nganguè ci fa conoscere un’altra Africa rispetto a quella dei soliti cliché. Una terra di donne e uomini che costruiscono una società migliore grazie a fantasia, talento e inventiva. L’Africa vanta mille vicende di bene spesso (e purtroppo) a noi sconosciute. In questa carrellata spiccano numerose storie al femminile che raccontano un continente intriso di speranza e capace di futuro: scrittrici e fumettiste, modelle e attrici, esploratrici e cuoche di fama internazionale. Grazie a Nganguè vediamo l’Africa da una prospettiva diversa. E ci nutriamo di un «afrottimismo» che ribalta tanti (e ormai vecchi) luoghi comuni.

Eyoum Nganguè, giornalista e antropologo, è nato in Camerun nel 1967. Risiede a Parigi, dove lavora al settimanale francese Pelerin e dove è stato tra i fondatori dell’associazione «Giornalisti africani in esilio». Negli anni Novanta dovette rifugiarsi in Francia a causa di alcuni articoli pubblicati sul quotidiano del suo paese Le Messager – Popoli, per i quali venne anche imprigionato. Da diversi anni collabora con il mensile del PIME Mondo e Missione.

Venerdì 27 novembre alle 18,30 siamo lieti di ospitare Eyoum Nganguè che presenterà il suo libro “Capo di Buona Speranza” assieme a Pietro Veronese (La Repubblica) e Lorenzo Fazzini (EMI)…vi aspettiamo!

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Presentazione del libro "C'era una volta" di Amarildo Ajasse (Aviani & Aviani)

Domenica 15 novembre alle 18,30 GRIOT presenta “C’era una volta” di Amarildo Ajasse
unnamed“C’era una volta” è un libro bilingue (portoghese-italiano) di poesie per bambini, con illustrazioni di Alessia Panfili (Aviani & Aviani Ed.). L’autore, Amarildo Ajasse, mozambicano trapiantato in Italia da diversi anni, è stato per cinque anni coordinatore del programma “Notte di poesia” presso il Goethe Zentrum di Maputo e animatore di diverse iniziative letterarie legate a progetti di scolarizzazione. La serata sarà un’occasione per parlare di poesia e di Mozambico e per illustrare il progetto legato alla pubblicazione di questo libro.

Vi aspettiamo domenica 15 novembre alle 18,30 per la presentazione del libro “C’era una volta”, con Amarildo Ajasse!

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Weekend etiope!

Sabato 28 e domenica 29 novembre la libreria GRIOT ospiterà il consueto mercatino di artigianato tessile etiope dell’associazione Panafrica, con sciarpe, borse, portafogli, tovaglie, copriletto, gabi, braccialetti, cinture e altri oggetti provenienti direttamente dall’Etiopia o elaborati dal laboratorio WUBETU.
Tutti i prodotti teeef608284b9d43bbffda0b225dc6fae5ssili sono lavorati in modo artigianale, interamente a telaio ed utilizzando esclusivamente cotone e fibre naturali.
Sarà un’occasione per scoprire l’artigianato etiope e farsi una prima idea per i regali di Natale, assaporando pane, thè e caffè etiopi.
 
Domenica sera dalle ore 19,30, Aster, l’insegnante di lingua amarica di GRIOT, porterà succulenti piatti della cucina etiope per una cena vegetariana.
Il menu della serata ethiopian-foodsarà composto da shiro a base di legumi, misirna ater wot a base di lenticchie e ceci, atikilt wot a base di verdure, e insalata. Il tutto sarà accompagnato dall’ injera e da bevande.
Costo della cena 15€ (ingresso riservato ai soci di Officina GRIOT – tessera annuale eventi 5€). Prenotazione richiesta, entro venerdi 27: [email protected]   tel. 0658334116
Sabato 28 dalle 13.00 alle 20.00 e domenica 29 a partire dalle 11.00, GRIOT e l’Associazione Panafrica vi aspettano per un week end interamente dedicato all’Etiopia!

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Presentazione del graphic novel "Trattate male" di Laura Bastianetto e Valerio Chiola (Round Robin)

Sabato 7 novembre alle 19 GRIOT presenta il graphic novel “Trattate male. Sogni e paure delle più belle del reame” di Laura Bastianetto e Valerio Chiola
Sarà presente all’incontro insieme agli autori Francesca De Masi di Be Free, cooperativa sociale contro tratta, violenze e discriminazione
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Durante un naufragio nel 2009 nel canale di sicilia, un gruppo di nigeriani si dispera: ha perso il suo “carico” di ragazze avvenenti pronte a prostituirsi sulla bonifica del Tronto, tra le marche e l’abruzzo. è solo un piccolo intoppo per un’organizzazione ben collaudata che in quattro anni ha assoggettato, sfruttato e ridotto in schiavitù giovani nigeriane. Secondo l’ufficio delle nazioni unite sulla droga e il crimine, la Nigeria è tra i primi otto paesi al mondo in cui è maggiormente diffuso il traffico di esseri umani. “Trattate male” è la ricostruzione di un’indagine avviata nel 2007 dal ROS de L’Aquila e del processo che ha portato a una sentenza esemplare. Per la prima volta con la confisca dei beni sequestrati agli aguzzini: sono state risarcite 17 donne nigeriane con una provvisionale immediata di 50mila euro.

Laura Bastianetto, giornalista, è portavoce della croce rossa italiana. Ha raccontato roma per 8 anni su radio dimensione suono e ha collaborao con diverse testate giornalistiche. È autrice, insieme con Tommaso Della Longa, del libro “Lampedusa, cronache dall’isola che non c’è”. Nel 2014 ha realizzato con Gabriele Bròcani il documentario “Il mio nome è Omar”, la storia di un desaparecido italo-cileno scomparso pochi giorni dopo il golpe per mano di Pinochet.

Valerio Chiola, diplomato presso la sede romana della “Scuola internazionale di comics” nel 2010, lavora come fumettista, illustratore e grafico. Dal 2012 organizza laboratori di fumetto in alcune scuole di Roma.

Vi aspettiamo quindi sabato 7 novembre alle 19 per discutere del libro trattate male insieme agli autori Laura Bastianetto e Valerio Chiola e a Francesca De Masi (Be Free). Non mancate!

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Ondjaki presenta "NonnaDiciannove e il segreto sovietico" (Il Sirente)

Venerdì 13 novembre, alle 18, GRIOT è lieta di ospitare lo scrittore angolano Ondjaki per la presentazione del suo ultimo libro “NonnaDiciannove e il segreto sovietico”

Parteciperanno all’incontro, insieme all’autore, Livia Apa, docente di lingua e letteratura portoghese all’Università Orientale di Napoli, e Simone Benvenuti della casa editrice Il Sirente.

Luanda, Praia Do6069392_348539 Bispo. In un tempo imprecisato tra l’Angola postcoloniale e l’età dell’oro della fanciullezza, due bambini hanno una missione: far saltare in aria il Mausoleo del Compagno Presidente Agostino Nheto, la cui costruzione minaccia di sgombero gli abitanti delle strade vicine. Sullo sfondo di un Paese segnato dai conflitti successivi all’indipendenza e sotto l’influenza sovietica e cubana, Ondjaki filtra attraverso lo sguardo di un bambino le tracce del disordine; inventando una lingua impossibile, infantile e colta allo stesso tempo, riformula la realtà storica di un quartiere della capitale angolana in una vera e propria “comunità alternativa” in cui si sviluppano relazioni sociali tra angolani, cubani e sovietici caratterizzate da creatività, avventura, compassione – e infine riscatto.
Vincitore nel 2010 del prestigioso premio letterario Jabuti, NonnaDiciannove e il segreto del sovietico sancisce la maturità artistica di uno dei più significativi scrittori in lingua portoghese, vincitore nel 2013 del Premio Saramago.

Ondjaki è nato a Luanda nel 1977, si è formato a Lisbona e vive a Rio de Janeiro. Autore di cinque romanzi e tre raccolte di racconti, di diverse volumi di poesia e di racconti per l’infanzia, ha inoltre realizzato un documentario sulla propria città natale (“May Cherries Grow”). Già vincitore di premi letterari autorevoli, tra cui il Grinzane for Africa (2008) ,lo Jabuti (2010) e il Premio Saramago (2013), i suoi lavori sono stati tradotti in otto lingue. “NonnaDiciannove e il segreto del sovietico” è il suo quarto volume pubblicato in Italia.

Venerdì 13 novembre, alle 18, GRIOT presenta “NonnaDiciannove e il segreto sovietico” di Ondjaki. Ne discuteranno insieme all’autore Livia Apa (Università L’Orientale di Napoli) e Simone Benvenuti (Il Sirente).

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Nappy Hour, seminario sui capelli afro con Evelyne Sarah Afaawua (Nappytalia)

Sabato 7 novembre, dalle 15 alle 18,30, GRIOT vi invita al Nappy Hour,  seminario sulla cura dei capelli afro a cura di Evelyne Sarah Afaawua

Avete mai sentito il tIMG_1583-copy-1024x682ermine “nappy”? E’ un termine americano che fonde insieme le parole “naturally ed “happy” e viene usato per definire le ragazze che intraprendono il percorso di ritorno ai loro capelli naturali, perché, come scrive la famosa scrittrice nigeriana Chimamanda N. Adichie, per molte donne africane o afrodiscendenti  “stirarsi i capelli è come essere in prigione. Sei intrappolato e  i tuoi capelli ti comandano”. Proprio intorno a questo tema è nata la community facebook “Afro-Italian Nappy Girls” che riunisce le ragazze afro-italiane che hanno scelto di abbandonare una volta per tutte le stirature chimiche per sfoggiare le loro chiome ricce e ribelli con orgoglio. Sul sito Nappytalia ci si scambiano consigli e informazioni tecniche per gestire i capelli afro al naturale (solo apparentemente indomabili!) nel modo migliore possibile. Ma non si tratta solo di capelli. Le Afro-Italian Nappy Girls rivendicano, riappropriandosene, la loro molteplice identità di figlie di unioni miste, seconde e terze generazioni…italiane con i capelli afro! “Il termine Afro-Americano e’ ormai riconosciuto a livello mondiale, ed e’ bene che anche quello di afro-italiani emerga perche’ esistiamo anche noi” scrive sul sito Evelyne Sarah Afaawua.

Evelyne Sarah AfaaAfro-Italian-Nappy-Girls-1024x682wua, impenditrice e blogger italo-ghanese, è l’ideatrice di Nappytalia, il primo sito italiano dedicato alla cura dei capelli afro e a tutto ciò che ruota intorno ad essa. Recentemente ha vinto il MoneyGram Award-Premio per l’imprenditoria giovanile 2015 ed ha tenuto una TEDx conference a Milano sul progetto Afro-Italian Nappy Girls.

Sabato 7 novembre GRIOT vi invita a partecipare ad un Nappy Hour con Evelyne Sarah Afaawua. Durante il seminario, che durerà 3 ore e mezzo, dalle 15,00 alle 18,30, Evelyne presenterà il suo progetto, esporrà le linee principali del “pensiero nappy” e spiegherà quali sono gli elementi di base per gestire con successo una capigliatura afro, mentre la parte finale dell’incontro sarà dedicata alle domande dei/delle partecipanti.

Il costo di partecipazione al seminario è di 15 € per i soci di Officina GRIOT.
Chi non fosse già socio GRIOT potrà fare la tessera eventi a 5€, oppure la tessera a 20€, necessaria per tutti coloro che frequenteranno corsi e laboratori futuri e che dà diritto allo sconto del 10% sull’acquisto di libri per un anno.
Per bambini (fino a 12 anni) accompagnati dai genitori il costo  è di 5 € (senza tessera).
Il seminario si terrà con un minimo di 12 partecipanti.
Il termine per le iscrizioni è il 4 novembre.

Per iscriversi al seminario si può pagare on-line qui, la sottoscrizione della tessera si potrà fare direttamente in libreria il 7 novembre.

Per info scriveteci a [email protected]!
 

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Muhammad Dibo presenta il suo romanzo "E se fossi morto?" (Il Sirente)

Sabato 14 novembre alle 18,30 GRIOT presenta il romanzo “E se fossi morto?” di Muhammad Dibo
Saranno presenti l’autore e la traduttrice del romanzo Federica Pistono.
L’incontro sarà introdotto da Chiarastella Campanelli (Il Sirente) e moderato dalla ricercatrice Donatella Della Ratta.
Traduzione dall’arabo all’italiano a cura di Fouad Roueiha.

«Se vivi in Siria, la morte può colpirti in ogni momento: puoi essere arrestato, essere colpito da una bomba, sparire in uno dei tenebrosi sotterranei dei servizi segreti, considerati tra le prigioni più infami del mondo…»

Il romanzo è una lunga testimonianza sulla Siria contemporanea, dal suo esordio sull’onda delle rivoluzioni tunisina, egiziana e yemenita, al suo progressivo sgretolarsi sotto la duplice onda d’urto della macchina repressiva del potere e degli interventi stranieri.
Un mattino l’autore-protagonista viene svegliato da una strana telefonata, un’amica gli comunica che un giovane dal nome Mohammed Dibo è stato ucciso nella città di Duma, lo strano caso di omonimia lo costringe ad indagare e a ripercorrere i dolorosi anni siriani dal 2011 a oggi, facendone un’opera di stretta attualità. Con uno stile lucido e modernissimo, Mohammed Dibo, ci offre una visione “dall’interno” della situazione siriana, il punto di vista di un testimone attore, in grado di avvicinare il lettore al modo di sentire del rivoluzionario e alle contraddizioni insite nella rivoluzione stessa, ma anche di chiarire il ruolo assunto dal regime nel seminare discordia e terrore procedendo all’implacabile smantellamento della rivoluzione.

Muhammad Dibo è un giornalista, scrittore e poeta siriano, nato nel 1977. Ha partecipato fin dall’inizio, nel marzo 2011, alla rivoluzione siriana contro il regime di Bashar al-Asad. Arrestato e torturato in carcere, è stato successivamente rilasciato. Si trova attualmente in esilio a Beirut. Collabora con numerose testate giornalistiche di rilievo internazionale, ed è l’editor in chief di Syria-untold, testata che si occupa di attivismo civile.