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Presentazione di "Allah, la Siria, Bashar e basta?" di Alberto Savioli (2018, BiancaeVolta ed.)

Venerdì 23 novembre alle 18,00 GRIOT ospita la presentazione del libro “Allah, la Siria, Bashar e basta?” di Alberto Savioli. Insieme all’autore parteciperà l’islamista Lorenzo Declich.

Alberto Savioli dal 1997 ha lavorato come archeologo in Siria, divenendo un esperto di tribù beduine, poi in Libano, Turchia, Iraq, Arabia Saudita. Dal 2012 è impegnato con l’Università di Udine nel Progetto Archeologico Terra di Ninive nel Kurdistan Iracheno. In “Allah, la Siria, Bashar e basta?” Savioli  racconta la sua esperienza ventennale in Siria scavando nei ricordi precedenti alla guerra civile, quando il paese era considerato uno dei più avanzati del Medioriente. Questo scavare, messo in relazione con il presente, tira fuori tutte le contraddizioni del passato che non appare più così idilliaco come viene raccontato dal regime. Nel libro di Savioli si intrecciano esperienze, ricordi, conoscenza e molto amore per un paese del quale l’autore ha vissuto in prima persona la distruzione e per il quale si è schierato senza timore, scegliendo chi chiedeva democrazia cambiamento e libertà. Dal 2011, infatti, Savioli ha partecipato alle vicende della rivolta siriana, collaborando con la redazione del sito SiriaLibano, con il sito Q Code Magazine e con la rivista di geopolitica Limes. Le vicende politiche del Medio Oriente lo hanno portato ad assistere ad eventi epocali: nel 2014 mentre si trova a nord di Mosul (Iraq), assiste all’avanzata dello Stato islamico e all’attacco contro le comunità yezide dell’area.

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Etiopia ed Eritrea: che succede? Incontro con Aster Carpanelli, Emilio Ernesto Manfredi e Chiara Nielsen

Venerdì 16 novembre, alle 19, GRIOT ospita un incontro per capire cosa sta succedendo tra Etiopia ed Eritrea.
Partecipano all’incontro Aster Carpanelli, docente di lingua amarica, Emilio Ernesto Manfredi, analista e docente di “Migration and Conflict prevention in Africa” presso la Paris School of International Affairs e Chiara Nielsen, giornalista di Internazionale. 

L’estate del 2018 ha portato dei cambiamenti epocali nel Corno d’Africa: Etiopia ed Eritrea, due stati in guerra per decenni, hanno fatto pace.

Isias Afewerki, dittatore dell’Eritrea dal 1993 e Abiy Ahmed Ali, giovane primo ministro etiope eletto da qualche mese, hanno dato una svolta hai rapporti tra i due paesi, vicini e legati da una storia comune. E se l’Etiopia già da qualche tempo ha intrapreso la strada verso della democratizzazione – come dimostrano l’elezione di Abiy Ali e la nomina di numerose donne ad altissime cariche dello Stato – così non è per il paese vicino, chiuso in una dittatura asfittica e brutale.
Etiopia ed Eritrea si configurano quindi come due paesi accomunati dalla posizione e dalla storia, ma alle prese con un presente profondamente diverso. Cosa sta davvero succedendo, dunque, nel Corno d’Africa? Con l’aiuto degli ospiti presenti tenteremo di capirlo, entrando nelle maglie dei rapporti che legano Etiopia ed Eritrea tra loro, da un lato, e con il resto del mondo, dall’altro.

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Presentazione del libro "Siamo qui. Storie e successi di donne migranti" di Giusi Sammartino

Sabato 17 novembre alle 18 GRIOT presenta il saggio “Siamo qui. Storie e successi di donne migranti” di Giusi Sammartino (Bordeaux ed.). Insieme all’autrice parteciperanno Alba Coppola, docente di Storia e Filosofia, e Tatiana Nogalic sociologa e presidente di AssoMoldave.

“Siamo qui” raccoglie le storie di trenta donne migranti, arrivate nel nostro paese per i più svariati motivi e obiettivi e capaci di reinventarsi di fronte alle difficoltà di una scelta, quella migratoria, spesso presa in totale autonomia e con il peso di una famiglia lasciata a casa.

Le donne sono il 54% degli immigrati e tra questi sono la parte più produttiva e innovativa. dopo una prima fase che le ha viste domestiche, badanti o semplicemente mogli e madri (giunte in Italia per ricongiungimento), le donne riescono a rinnovarsi e a mettere in campo competenze e abilità che nel paese di origine non sono riuscite ad esprimersi. Il libro di Giusi Sammartino ci racconta trenta storie, trenta ritratti di donne “forti” che in Italia sono state capaci di inventarsi una nuova vita.

Giusi Sammartino è laureata in lingua e letteratura russa. Ha scritto su vari quotidiani (La Repubblica, Il Messaggero) e riviste culturali. Hao insegnato lingua russa nei licei romani e lingua italiana (L2) al CARA di Castelnuovo di Porto. Collabora come consulente e ufficio stampa della cooperativa sociale Synergasia onlus. Ho curato l’edizione  di Nuovi scenari socio-linguistici della rivista Affari internazionali (Idos, 2014) e il testo “L’interpretazione del dolore. Storie di rifugiati e di interpreti” (Sensibili alle foglie, 2014).

 

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Presentazione del libro "Riscrivere la nazione" di Caterina Romeo (Mondadori Education 2018)

Sabato 10 novembre alle 18 GRIOT presenta il libro “Riscrivere la nazione. La letteratura italiana postcoloniale” di Caterina Romeo
A discuterne assieme all’autrice ci sarà Anna Scacchi, docente di letteratura anglo-americana all’Università di Padova

Cos’è la letteratura italiana postcoloniale? In questo libro Caterina Romeo fornisce molteplici risposte a questa semplice domanda, ricostruendo ed analizzando uno dei fenomeni culturali più  rilevanti e dinamici degli ultimi decenni.
Nella letteratura italiana postcoloniale è possibile leggere l’entità dei cambiamenti sociali che hanno investito l’Italia, da quando, alla fine degli anni Ottanta, il nostro paese, da luogo di origine di imponenti flussi migratori, si è trasformato in uno dei tanti contesti di arrivo delle migrazioni globali transnazionali.

Questa letteratura, di fatto, ci spinge a mettere in discussione il concetto stesso di identità italiana, a ripensare la nostra società e a concepire le persone migranti e le generazioni seguenti di nuovi italiani in modi che vanno oltre il rifiuto e la vittimizzazione. “Riscrivere la nazione” è un tributo alla rilevanza culturale e letteraria della letteratura italiana postcoloniale e al ruolo cruciale che essa ricopre nell’ampio contesto della cultura italiana contemporanea.

Caterina Romeo è ricercatrice confermata alla Sapienza Università di Roma, dove insegna Critica letteraria e Studi di genere. È autrice di Narrative tra due sponde. Memoir di italiane d’America (Carocci, 2005) e di numerosi saggi su letteratura e cultura italoamericane, teoria e letteratura postcoloniale, costruzioni di razza nell’Italia contemporanea e critica e teoria femminista. Ha tradotto i testi di numerose autrici italoamericane, tra cui Vertigo di Louise De Salvo (2006) e La pelle che ci separa di Kym Ragusa (2008). Con Cristina Lombardi-Diop ha curato Postcolonial Italy: Challenging National Homogeneity(Palgrave Macmillan, 2012), L’Italia postcoloniale (Le Monnier Università, 2014) e un numero monografico della rivista Postcolonial Studies dal titolo Postcolonial Europe (2015).

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Hafid Moussaoui (Oud e voce) e Rashmi Bhatt (percussioni) in concerto

Domenica 11 novembre alle 19, GRIOT ospita Hafid Moussaoui (Algeria, oud e voce) e Rashmi Bhatt (India, percussioni) in concerto

Hafid Moussaoui (Algeria) torna a suonare per gli amici di GRIOT, questa volta il suono magico del suo oud sarà accompagnato dalle percussioni di Rashmi Bhatt, musicista indiano di fama internazionale impegnato da tempo nella sperimentazione e fusione tra i linguaggi musicali dei vari popoli.

Esistono testimonianze sull’esistenza dell’oud già nell’antica Mesopotamia e nell’antico Egitto. Nel IX secolo il giurista di Baghdad Miwardi utilizzava l’oud nel trattamento delle malattie, e questa idea perdurò fino al secolo XIX. L’oud vivifica il corpo perché agisce sugli umori corporali, rimettendoli in equilibrio ed è considerato terapeutico, nella sua capacità di rinvigorire e donare calma al cuore allo stesso tempo. 

Hafid Moussaoui, considerato uno dei migliori virtuosi di Oud algerino, nato da una famiglia di musicisti originari di Bechar, città del deserto, ha vinto numerosi concorsi musicali e ha suonato per importanti istituzioni internazionali. Attivo in diversi campi artistici (teatro, danza, musica per il cinema) ha collaborato con musicisti internazionali americani, francesi e tedeschi suonando in prestigiose sale da concerto. Hafid ricopre la carica di Direttore dell’Atelier Musicale dell’Università di Tlemcen.
Rashmi Bhatt, nato in Gujarat, India, è cresciuto in un ambiente permeato da danza, teatro e musica indiana e ha studiato percussioni- tabla sotto la guida del Maestro Sree Torun Banerjee.
Rashmi ha suonato al fianco di grandi artsiti come Sting, Nusrat Fateh Ali Khan e Shakira, oggi vive e insegna a Roma.
Ingresso: 10€ quale sostegno all’organizzazione del concerto e delle tante attività culturali e artistiche proposte ai soci di Officina GRIOT. Tessera associativa eventi in omaggio.

E’ NECESSARIA LA PRENOTAZIONE, SCRIVENDO A: [email protected]

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Presentazione del libro "Biografia Plurale. Virginia Ryan: arte, Africa e altrove" (2018, Fabrizio Fabbri Editore)

Giovedì 8 novembre, alle 19.00, GRIOT presenta il libro “Biografia Plurale. Virginia Ryan: arte, Africa e altrove” a cura di Ivan Bargna e Maurizio Coccia

A dialogare con l’artista Virginia Ryan e con il curatore del libro Ivan Bargna, ci saranno gli antropologi Mariaclaudia Cristofano e Vincenzo Padiglione

Il libro prende spunto dalla mostra di Virginia Ryan tenutasi a Palazzo Lucarini Contemporary di Trevi  nel 2017 e intitolata Biografia Plurale. Virginia Ryan 2000-2016.
La pubblicazione accoglie i saggi di Maurizio Coccia e Ivan Bargna, curatori della mostra, che inquadrano dal punto di vista storico-artistico e antropologico il lavoro portato avanti dalla Ryan negli ultimi due decenni in Ghana e Costa d’Avorio. Si affiancano a questi due testi un intervento di Osei Bonsu (critico e curatore britannico-ghanese) e uno di Manuela De Leonardis (curatrice e giornalista italiana), per chiudere con una lunga intervista con Steven Feld (antropologo e sound-artist americano) e la postfazione di Silvano Manganaro (storico dell’arte ed editor del libro).
La pubblicazione rappresenta la più completa trattazione del lavoro di Virginia Ryan ma anche un’analisi della situazione artistica in Ghana e Costa d’Avorio nonché del rapporto tra sguardo occidentale e realtà africana contemporanea.
 Virginia Ryan
Virginia Ryan è un’artista australo-italiana che lavora in Italia ed in Africa Occidentale. Laureata alla National Art School di Camberra e specializzata in terapeutica artistica presso l’Università di Edimburgo, è attiva dal 1981 nel campo della pittura, della fotografia, della scultura e dell’installazione. Ha vissuto in Egitto, Brasile, Serbia, Scozia, Ghana e Costa d’Avorio e nel corso del suo lavoro ha spesso collaborato con artisti, antropologi e musicisti.
In parallelo con la sua produzione artistica, in Ghana 
(2004) ha fondato, assieme al professor Joe Nkrumah, la Foundation for Contemporary Art (FCA), di cui è stata direttrice fino al 2007; in Costa d’Avorio, ha creato, in collaborazione con giovani artisti e assistenti, la ONG “Make Art Not War” finalizzata a ricostruire i legami sociali in un’ottica di riconciliazione dopo i devastanti effetti della lunga guerra civile; in Italia, nella città di Trevi, ha dato vita ad un open art workshop con richiedenti asilo provenienti dall’Africa Occidentale denominato #MakeArtNotWalls/Italia. Nel 2008 la città di Spoleto le ha dedicato una restrospettiva nell’ambito del Festival dei Due Mondi.
Identità, terra e memoria sono i temi su cui si sono concentrate le sue opere più recenti, come dimostrano lavori di ampio respiro come “The Castaway’s Project” ed “Exposures: A White Woman in West Africa”, realizzati in collaborazione con l’antropologo  e sound-artist Steven Feld.
Ivan Bargna è professore associato di antropologia estetica e antropologia dei media presso l’Università di Milano Bicocca. Si è occupato di produzioni artistiche, cultura visuale e alimentare nei Grassfield camerunesi e del rapporto tra antropologia e arte in progetti collaborativi che hanno coinvolto numerosi artisti come Stefano Arienti, Maria Papadimitriou, Adrian Paci,  Emilio Fantin, Steve Piccolo, Paola Anziché, Leone Contini, Virginia Ryan.
Maurizio Coccia è Direttore del Centro per l’Arte Contemporanea Palazzo Lucarini di Trevi e docente di Storia dell’Arte Contemporanea e Storia della Critica d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. È critico e curatore indipendente, consulente di numerose istituzioni per l’arte pubblica, l’architettura, la didattica museale.
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Presentazione del progetto fotografico "Shadows of Kurdistan" di Murat Yazar

Domenica 28 ottobre alle 18 GRIOT ospiterà il fotografo Murat Yazar, che presenterà  il suo progetto “Shadows of Kurdistan”
La traduzione sarà a cura di Marco Frongia

Tutti – afferma il fotografo Murat Yazar –  siamo nati in un posto che chiamiamo “la nostra terra”. La natura che ci circonda e le caratteristiche di quel luogo danno forma alla nostra esistenza. Con il tempo, diamo nomi e significati speciali a questi luoghi, nomi e significati che vengono dalla nostra storia e che fanno parte della nostra cultura.
Io sono nato e cresciuto in un villaggio presso la citta’ di Urfa. Sono cresciuto parlando curdo ma a scuola era proibito parlare la mia lingua, la lingua della mia gente, e quindi improvvisamente ho dovuto imparare il turco per poter proseguire i miei studi.
Nonostante le restrizioni linguistiche ho trovato il modo di continuare ad apprezzare la cultura ed esplorare la regione curda. In Turchia noi curdi siamo fantasmi, non esistiamo. Noi curdi viviamo in una regione ma non abbiamo la possibilità di spiegare la nostra cultura nella nostra lingua. Viviamo nella nostra terra come ombre. 
È con questa consapevolezza che Yazar, una volta conclusi gli studi, ha iniziato a fotografare i paesaggi del Kurdistan per cogliere con le immagini la cultura e la vita quotidiana della sua gente. Le foto che mostrerà al pubblico della libreria rappresentano la prima tappa di un progetto più ampio, che si pone come obiettivo di non limitarsi al Kurdistan turco, ma di proseguire, con lo stesso sguardo e con la stessa sensibilità, in tutte e quattro le regioni popolate dai curdi.
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Lascia il Segno. Laboratorio di scrittura a mano con Monica Dengo

LASCIA IL SEGNO. Un laboratorio per scoprire il potenziale creativo della scrittura a mano. 
Sabato 2 febbraio dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 14,00 alle 18,00  (8 ore)
Scoprire il potenziale creativo della scrittura a mano; quale relazione corre fra gesto, ritmo e corpo; come si libera l’espressività del segno. Si parte dalle forme dell’italico, il primo corsivo moderno, e poi ci si spinge ai limiti della leggibilità e anche oltre, per rompere tutte le regole e inventarne di nuove. Il foglio bianco diventa un territorio nuovo, tutto da esplorare.
Monica Dengo. Artista, designer, calligrafa, ha vissuto, studiato e insegnato a San Francisco dal 1993 al 2003. Oggi vive e lavora tra la Toscana e il Veneto, collabora con la Fondazione dei Musei Civici Veneziani, con il Centro Internazionale Arti Calligrafiche ed è docente all’ISIA di Urbino. E continua a viaggiare all’estero, per lavoro e per divertimento. Monicadengo.com è il suo sito per la ricerca artistica e scritturacorsiva.it quello per l’innovazione didattica.
www.monicadengo.com
PROGRAMMA
Prima parte:
RITMI DI RISCALDAMENTO
Cos’è il ritmo della scrittura, perché la scrittura ha un ritmo
TRATTI, FORME, LEGATURE
La forma delle lettere secondo il modello italico. Breve introduzione storica.
Le legature e di seguito gli spazi tra le parole, tra le righe e intorno al testo. In questo modo si arriva a comprendere la struttura, l’impalcatura del testo.
VARIAZIONI DI RITMO
La scrittura elastica, variazioni di forme e legature.
MAIUSCOLE
breve introduzione alle maiuscole: forme e spaziatura.
Seconda parte:
LE TRAME DEL TESTO
cosa succede quando vengono modificati gli spazi del testo: testo come texture.
L’ESPRESSIVITA’ DEL SEGNO
Il segno che comunica: segni grossi, sottili, lenti, veloci e tanto altro …
Il corso quindi non è solo l’apprendimento di un particolare alfabeto, ma la comprensione degli elementi che fanno di un alfabeto un insieme ritmato di forme e infine una danza di segni sulla pagina. Del rapporto che la scrittura e il segno hanno col corpo e quindi del legame profondo, personale e sociale che si crea tra noi e la scrittura a mano. Si lavorerà con la scrittura italica corsiva e al corso Monica spiegherà perché ha scelto in particolare questa scrittura.
MATERIALI DA PORTARE
– un blocco di carta, tipo questo A3: https://www.mondo-artista.it/canson-xl-blocco-per-schizzi-collato.html
– un quaderno a righe, tipo quaderno di 5a elementare.
– matita 2B
– temperino
– pennarelli Tombow nero e rosso
– altri pennarelli Tombow a scelta
– una bottiglia di plastica da mezzo litro, vuota.
– due contenitori di vetro (tipo barattolo di marmellata o yogurt), con il coperchio.
– un paio di forbici
– nastro adesivo di carta
Contributo di partecipazione al workshop: €100 (più, per chi non è già socio, 20€ di tessera associativa annuale GRIOT. La tessera dà diritto al 10% di sconto sull’acquisto di libri).
Per l’iscrizione è richiesto un acconto di 50€ da versare con bonifico bancario, entro l’11 gennaio. Per informazioni e iscrizioni – [email protected]
Il corso è a numero chiuso (max 20 partecipanti) e viene attivato al raggiungimento di 12 iscritti.
* in caso di mancata frequenza per motivi non imputabili a Officina GRIOT non è prevista la restituzione della quota di acconto/iscrizione. La quota verrà invece interamente restituita nel caso di annullamento del laboratorio per il non raggiungimento del numero minimo di iscrizioni.

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L’ESPERIENZA ARMONICA/OvertoneMethod – seminario di Roberto Laneri

Seminario di canto armonico condotto da Roberto Laneri – Libreria GRIOT, 24-25 NOVEMBRE 2018

Il canto armonico è un corpus di tecniche vocali che hanno in comune la peculiarità di rendere chiaramente percepibili gli armonici di un suono fondamentale. Le tecniche più note provengono dall’Asia centrale, ma si ha ragione di ritenere che esse fossero diffuse in tutto il mondo, e che anzi possano essere state la prima “musica” dell’umanità.

Usate in contesti rituali sciamanici e di autorealizzazione, sono state riscoperte e diffuse in occidente da musicisti contemporanei a partire dalla fine degli anni ’60, riaprendo le porte di un mondo una volta rigorosamente iniziatico nel quale valenze acustiche, geometriche, matematiche e filosofiche si intrecciano fluidamente in forma sonora.

L’O.M. è una via di autorealizzazione mediante il suono. E’ l’antica esperienza dell’O.M., vibrazione universale accessibile a tutti attraverso tecniche vocali (mantra, canto mongolo e tibetano) che non richiedono preparazione musicale specifica. La pratica dell’O.M. facilita il contatto con livelli sottili di coscienza e può essere utilizzata a scopo di espansione della propria sfera sensoriale, meditazione, canto di gruppo, esplorazione di stati di coscienza, autoconoscenza.

I partecipanti, ai quali non è richiesta alcuna conoscenza o esperienza musicale specifica, apprenderanno le tecniche principali del canto armonico e il loro uso in vari contesti, oltre alle linee generali del pensiero armonicale da Pitagora ai nostri giorni.

Requisiti essenziali: curiosità per il mondo del suono e della vibrazione, e disponibilità a compiere un percorso usando la propria voce come accesso a stati di coscienza profondi. Sono previsti ampi tempi di pratica, per cui si consiglia di vestire comodamente e di portare un cuscino o una coperta da ripiegare.

Roberto Laneri, compositore e polistrumentista (clarinetto, sax, didjeridoo, specialista di canto armonico), formatosi negli Stati Uniti (Ph.D., Università di California). Dal ’72 inizia lo studio delle culture musicali extra-europee ed il lavoro sulle tecniche vocali: nel ’73 fonda il gruppo PRIMA MATERIA, che partecipa ad eventi prestigiosi, tra cui: Evenings on the Roof (Los Angeles); Evenings for New Music (New York); Metamusik-Festival (Berlino); Pro Musica Nova (Brema); Musik der Zeit (Colonia); Zagreb Biennale; Festival d’Automne (Parigi); Autunno Musicale (Como); Nuova Consonanza, Musica Verticale, Opening Concerts, Teatro Musica, Progetto Musica (Roma); Holland Festival; Milano Estate; BRT (Bruxelles); Biennale di Venezia; East-West Music Encounter e Jazz Yatra (India); Time Zones (Bari); Rumori Mediterranei (Roccella Jonica); Festival dei Due Mondi (Spoleto); Talos Festival (Ruvo di Puglia); Ambient Music (Bologna); la Fondazione Scelsi (Roma); Asti Musica; Torino Spiritualità.

Parallelamente sviluppa un percorso discografico di spessore con progetti personali (Two Views; Anadyomene; Memories of the Rain-Forest; PRIMA MATERIA; Sentimental Journey; Escher; Breath; Winds of Change). Autore dei libri LA VOCE DELL’ARCOBALENO NEL CIELO DI INDRA.
 Membro del Club di Budapest, ha insegnato fino al 2011 al Conservatorio Cherubini di Firenze – http://www.robertolaneri.net

Seminario  introduttivo e intensivo,  che si svolge nell’arco di un weekend dalle ore 10,00 alle ore 17,30 di sabato 24 novembre e dalle 10,00 alle 13,30 di domenica 25 novembre.

Contributo: €130 (contributo istituzionale per coprire le spese dell’associazione, tessera associativa annuale GRIOT inclusa per chi non è già socio. La tessera dà diritto al 10% di sconto sull’acquisto di libri).

Per l’iscrizione è richiesto un acconto di 50€ da versare con bonifico bancario, entro l’11 novembre. Per informazioni e iscrizioni – [email protected]
Il corso è a numero chiuso (max 20 partecipanti) e viene attivato al raggiungimento di 10 iscritti.
* in caso di mancata frequenza per motivi non imputabili a Officina GRIOT non è prevista la restituzione della quota di acconto/iscrizione. La quota verrà invece interamente restituita nel caso di annullamento del seminario per il non raggiungimento del numero minimo di iscrizioni.

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Incontro con la fumettista camerunense Elyon's

Sabato 27 ottobre alle 18.00 GRIOT incontra la fumettista del Camerun Elyon’s. Partecipano alla serata Laura Scarpa, fumettista e illustratrice, e Chiarastella Campanelli della casa editrice Il Sirente. 

Joelle Ebongue, in arte Elyon’s, è un’autrice di fumetti, nata a Bafoussam (Camerun), ha studiato Lettere moderne e Arti grafiche alla Scuola Saint-Luc a Bruxelles. I suoi lavori sono stati pubblicati in alcuni lavori collettivi (Trait Noir, Ndolè, K-mer comix), libanesi (Samandal series), algerini (La BD conte l’Afrique), brasiliani (La bouche du monde) e nel supplemento «Zamzam hebdo» del n° 3565 del giornale Spirou. LVDD – La vie d’Ébène Duta, il suo primo fumetto, è nato come opera virtuale pubblicata su facebook. In seguito alle richieste dei suoi fan e grazie a un crowdfounding ha pubblicato a sue spese una versione stampata di “LVDD – La vie d’Ébène Duta”. Elyon’s conduce dei laboratori di fumetto in Camerun e all’estero e lavora per la promozione di questa forma di scrittura e arte nel suo paese.

L’incontro è organizzato in collaborazione con il Festival Nues – fumetti e cartoni nel Mediterraneo che si terrà in Sardegna a novembre.