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Presentazione del saggio "Comunicare l'Africa" a cura di Alessandro Suzzi Valli (2018, Aracne)

Venerdì 5 aprile, alle 18, GRIOT ospita la presentazione del volume “Comunicare l’Africa”, curato da Alessandro Suzzi Valli, pubblicato da Aracne. Insieme al curatore partecipano gli autori Barbara Cannelli e Oreste Floquet. Modera Virgilio Bartolucci.

Il volume è una raccolta di contributi scritti da studiosi internazionali di lingue e culture africane, oltre che da esperti di comunicazione sociale e di filosofia del linguaggio, già incontratisi in occasione della conferenza internazionale ICoCALL 2015 per dibattere, in un contesto multidisciplinare, su temi di grande attualità inerenti la comunicazione sociale dell’Africa subsahariana. La raccolta è presentata in una prospettiva diacronica che spazia dalle prime forme di comunicazione alle tecnologie più moderne, passando per le lingue native e l’oralità — vero nocciolo della questione —, il cinema e la radio, senza dimenticare il grande ruolo della musica, intesa qui come surrogato della comunicazione linguistica.
Il libro è composto dai contributi di: Andrea Alejo Jara, Felix Amani, Barbara Cannelli, Oreste Floquet, Moses Gatambuki Gathigia, Alessandro Jedlowski, Herrmann Jungraithmayr, Antonietta Limatola, Giuliano Luongo, Susana Moreno Maestro, Armella Muhimpundu, Martin Njoroge, Martin Nkafu Nkemnkia, Francesco Raffaele, Raymond Siebetcheu, Alessandro Suzzi Valli.

Alessandro Suzzi Valli, studioso di lingue e culture africane, ha completato i suoi studi presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” specializzandosi in Linguistica africana storico–comparativa. Nello stesso ateneo ha insegnato Linguistica africana. Si è anche occupato, attraverso la partecipazione a progetti internazionali di ricerca, di linguistica descrittiva ed etno–linguistica delle lingue minoritarie della Nigeria, pubblicando numerosi contributi su riviste e collane specializzate. Recentemente ha esteso i suoi interessi scientifici alla sociolinguistica e alle scienze della comunicazione sociale.

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Un aperitivo per le donne del Madagascar

Sabato 30 marzo, alle 18.30, GRIOT ospita un aperitivo in sostegno di H4O – Help For Optimism e delle sue attività in Madagascar. Per la partecipazione è richiesta la prenotazione e un contributo di almeno 20 euro.

C’è un piccolo villaggio sulla piccola isola di Nosy Komba in Madagascar, a pochi chilometri dalle spiagge bianche paradiso dei turisti, le cui capanne da qualche tempo hanno i loro primi bagni. Bagni privati. Una cosa per niente scontata da quelle parti, dove la prima causa di stupro per le donne, così come la prima causa di abbandono scolastico femminile, è proprio l’assenza di un bagno sia a casa che a scuola.
I bagni di Antintorona li ha costruiti, con l’aiuto degli stessi abitanti, un giovane torinese, Edoardo Bono. Che nel 2014 ha iniziato a raccogliere fondi per i villaggi del Madagascar con la sua Ong, H4O, la formula dell’acqua rivisitata che sta per “Help for Optimism”.
E invita all’ottimismo vedere ciò che Edoardo è riuscito a fare in soli 4 anni: non solo i bagni nel villaggio, ma anche la produzione del primo dentifricio made in Madagascar – “Tsara Tsiki”, bel sorriso – e un programma di educazione all’igiene per i bambini e per le loro mamme. Con l’obiettivo di raggiungere tutti gli abitanti di Nosy Komba.

Vi aspettiamo da GRIOT per conoscere Edoardo e i suoi progetti e contribuire al miglioramento della vita delle donne malgasce!

Per partecipare prenotatevi scrivendo a [email protected] 

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Presentazione di "Cook for good" di Amal for Education

Sabato 23 marzo alle 18, ospitiamo la presentazione del libro di ricette “Cook for good” edito da “Amal for Education”. Partecipano la presidente di “Amal” Isabella Chiari, e i docenti di lingua araba e attivisti Sami Haddad e Alma Salem. 

Un libro di ricette tutto particolare. Fatto dai nostri volontari siriani e turchi. I piatti della tradizione spiegati passo passo con bellissime immagini e le parole di persone che collaborano con noi dall’Italia e dal confine turco-siriano.
Un gruppo di persone che si sono incontrate e messe al servizio del bene. Ci sono architetti e docenti universitari di arabo, siriani a Roma, cuochi turchi a Roma, insegnanti di arabo e matematica siriane profughe in Turchia. Ciascuno a dedicato una ricetta e la sua storia per questo libretto. 
Un libretto nato dopo molte cene di beneficenza offerte da Amal for Education, con cuochi di eccezione, e dall’apprezzamento dei nostri ospiti. È così venuta l’idea di questo libretto che spiega la Siria e la Turchia con i loro profumi e le loro tradizioni gastronomiche.

Per scoprire l’hummus e tanti altri piatti meno conosciuti della tradizione mediorientale, spiegati passo passo dai nostri autori e con note culturali e suggerimenti di preparazione. Il ricavato di questo libretto servirà a sostenere le attività di Amal per i bambini e le donne siriane profughe in Turchia. Dal confine-turco siriano storie e ricette che aiuteranno famiglie, orfani, bambini e donne nel loro cammino verso la crescita e l’autonomia.
Aiutaci a diffondere la tradizione, l’educazione e la cultura anche attraverso il piacere della tavola.

Le ricette sono di: Fadwa Ajmi, Elif Altug, Osman Avci , Fatimah Bakry, Hala Ghazal, Ayhan Gürçam, Sami Haddad, Evren Kuru, Duaa Masry, Maisà Sahrour, Un Kulthum.

Amal for education (amal in arabo significa ‘speranza’) è un’associazione non profit dedicata allo sviluppo e promozione di progetti di sostegno all’educatione e alla formazione specialmente in aree di conflitto. Ad Amal collaborano come volontari educatori, insegnanti, professori, traduttori ed esperti di comunicazione, persone che conoscono il mondo arabo e la lingua che gratuitamente mettono le loro competenze al servizio di chi ha bisogno per lo sviluppo di progetti di sostegno all’educazione. Operiamo soprattutto in Medio Oriente e per il sostegno all’educazione ai rifugiati in Siria e Turchia, ma anche in Italia in risposta al terremoto o per l’accoglienza degli immigrati.

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Presentazione di "Fuga dall'Egitto" di A. Meringolo Scarfoglio e "Il paese che era la nostra casa di A. Malek

Domenica 31 marzo, alle 18, GRIOT ospita una doppia presentazione sull’esilio e il ritorno, la rivoluzione e la storia in Egitto e Siria. Azzurra Meringolo Scarfoglio, autrice di “Fuga dall’Egitto” (Infinito edizioni) e Alia Malek, autrice de “Il paese che era la nostra casa” (Enrico Damiani editore) dialogano con Francesca Gnetti, giornalista di Internazionale.  

Alia Malek, figlia di siriani emigrati negli USA, nel 2011 è tornata a Damasco con la scusa di ristrutturare la vecchia casa di famiglia, in realtà per raccontare su diversi giornali– in forma anonima – quello che stava accadendo all’inizio della mancata rivoluzione contro Bashar Al-Assad. Questo memoir è il racconto dei due anni passati in Siria e il racconto del passato della sua famiglia, due storie inevitabilmente intrecciate con il dolore e la resilienza di una esperienza personale di ritorno ad una madrepatria che diventa matrigna.

Alia Malek è una giornalista, con un passato da avvocata per i diritti civili. Ha scritto per Al Jazeera America, The New Yorker, The New York Times, Foreign Policy e The Nation. “Il paese che era la nostra casa” è il suo terzo libro, il primo ad essere tradotto in italiano.

Azzurra Meringolo Scarfoglio nel suo nuovo reportage ha incontrato e intervistato alcuni esuli egiziani scappati dal loro paese dopo il ritorno dei militari al potere nel 2013. In un paese in cui la censura è fortissima e molte persone finiscono in carcere (almeno 113 nel 2018) con accuse molto gravi solo per aver parlato di politica o sessualità, l’esilio è spesso l’unica maniera per rimanere vivi e continuare a lavorare. La giornalista ricostruisce la geografia della nuova diaspora egiziana composta da giornalisti, sindacalisti, artisti, medici, poeti, politici e attivisti per i diritti umani, che dall’estero continuano a lavorare per il ritorno della democrazia e di un futuro migliore per il loro paese.

Azzurra Meringolo Scarfoglio è una giornalista della redazione esteri del Giornale Radio Rai. Ha vissuto in Egitto prima e dopo la rivoluzione del 2011 e ha pubblicato “I ragazzi di Piazza Tahrir” (2011, Clueb) e “Il sogno antiamericano” (2017, Clueb).

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Proiezione di "Footballization" del Collettivo AGOSF

Sabato 9 marzo alle 18 proiettiamo il documentario “Footballization” del Collettivo AGOSF. Parteciperanno Stefano Fogliata, autore e protagonista del film e Costanza Pasquali Lasagni, esperta di questioni mediorientali.

Siria, Libano e Palestina si incontrano sui campi di calcio libanesi dove rifugiati palestinesi e siriani cercano un riscatto attraverso lo sport. “Footballization” di Francesco Furiassi e Francesco Agostini seguendo alcune squadre di calcio racconta la vita del campo profughi di Bourj El-Barajneh, dove in un chilometro quadrato vivono 45mila persone, palestinesi “storici” e siriani arrivati negli ultimi anni. Tra i calciatori della squadra dell’al-Aqsa c’è anche un italiano, Stefano Fogliata, un ricercatore italiano che vive in Libano e che insieme ai due registi ha voluto raccontare una storia che parte dagli anni ’70 quando i calciatori palestinesi in esilio erano tra i più forti del Medioriente. Quella memoria rimane e se i bambini dei campi hanno ancora il sogno di diventare dei campioni è perché il calcio è ancora un mezzo di riscatto per chi non ha più una terra in cui tornare ma riesce a trovare un senso nello sport. Qui il trailer del documentario 

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Presentazione di "Lo specchio vuoto" di Samir Toumi (2018, Mesogea)

Sabato 16 marzo, alle 18.30, GRIOT presenta il libro dello scrittore algerino Samir Toumi, edito da Mesogea. Insieme all’autore ci saranno Chiara Nielsen di Internazionale e Chiara Comito di Editoriaraba. 

Algeri. La mattina del suo quarantaquattresimo compleanno, un anonimo impiegato della Società nazionale gas e petroli algerini si sveglia, si guarda allo specchio e non vede la propria immagine. È la prima delle cancellazioni che da quel giorno scandiranno la sua vita determinandone il destino. In preda al terrore che gli procura lo specchio vuoto, l’uomo ricorre alle cure di uno psichiatra, il Dottor B., il quale lo dichiara affetto dalla «sindrome da cancellazione», disturbo molto raro, poco studiato ma di grande suggestione simbolica e politica. Infatti, sembra colpire «per lo più individui algerini di sesso maschile nati dopo l’Indipendenza», proprio come il protagonista, figlio di un valoroso e rispettato ex combattente del fln, la cui figura continua a pesare come un macigno sulla sua vita.

Samir Toumi, qui tradotto per la prima volta in italiano da Daniela De Lorenzo, in una scrittura asciutta ma intensa, venata di amara ironia e sostenuta da un ritmo serrato, con Lo specchio vuoto consegna al lettore una storia di ordinaria follia e la metafora di un paese, l’Algeria contemporanea. Il travaglio di generazioni strette tra indipendenza ereditata e coscienza colonizzata.

Samir Toumi (Bologhine, Algeri, 1968) ha vissuto saltuariamente in Francia e in Tunisia, per poi tornare in pianta stabile ad Algeri nel 2004. Lo specchio vuoto è il suo secondo romanzo dopo Alger, le cri (Barzhak 2013) e gli è valso, nel 2016, il premio dell’associazione Francia-Algeria del cnl di Parigi. Nel 2017 è stato tra i finalisti del Premio per la Letteratura araba.
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Presentazione di "Al mercato con Aida" di Brigida Proto (2018, Carocci editore)

Domenica 17 marzo alle 18, GRIOT ospita la presentazione di “Al mercato con Aida. Una donna senegalese in Sicilia” (2018, Carocci). Insieme all’autrice parteciperanno Aida Fall e Antonello Mangano, giornalista e saggista. 

La ricercatrice Brigida Proto nel 2013 ha seguito Aida Fall, una donna senegalese che ogni anno, da primavera ad autunno inoltrato, vende bigiotteria nei mercati in Sicilia. Portopalo, Gela, Noto, Vittoria, Catania arrivando fino a Reggio Calabria, Aida gira per il Sud del nostro paese incontrando difficoltà e discriminazioni da parte di clienti, colleghi e istituzioni.

Il saggio di Brigida Proto ci racconta questi problemi e mostra la forza e l’ironia della femminilità senegalese con cui la protagonista della ricerca riesce a superarli. Un racconto del Sud e dal Sud, basato su una indagine etnografica condotta da due donne, per riflettere sui mercati come nuove frontiere di democrazia in società urbane sempre più in affanno.

Brigida Proto e’ dottore di ricerca in Politiche pubbliche del territorio (2007, Università IUAV di Venezia). È vincitrice del Premio nazionale Giovanni Ferraro 2008 per la migliore tesi di dottorato in Pianificazione territoriale. Ha condotto ricerche etnografiche su migrazioni e welfare locale e anche sulla sicurezza urbana. È stata Marie Curie IOF Fellow per il progetto “Welfare Unbound” (2011-13), in collaborazione tra l’Università IUAV di Venezia e la University of Chicago, e Marie Curie-Ipodi Fellow per il progetto “Asyliving” (2015-17) alla Technische Universität Berlin.

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Presentazione di "Specchi degli Angeli" di Ibrahim Nasrallah (2019, Edizioni Q)

Domenica 10 marzo, alle 18, GRIOT ospita la presentazione della nuova raccolta di poesie dello scrittore Ibrahim Nasrallah, “Specchi degli Angeli” pubblicato da Edizioni Q. Insieme all’autore parteciperanno Wasim Dahmash, saggista, docente e traduttore e Simone Sibilio, docente di lingua e cultura araba presso l’Università Ca’ Foscari. Modera Chiara Comito di Editoriaraba.

“Specchi degli Angeli” è una raccolta di poesie che Ibrahim Nasrallah, uno dei più importanti poeti arabi contemporanei, concentra attorno ad un solo tema: una bambina ancora in culla, colpita a morte nel corso di un bombardamento, dialoga col suo angelo custode. Qui la figura dell’angelo affonda nel mito dell’angelo protettore, il custode di ogni bambino delle credenze popolari. Il libro si frammenta in distacchi emotivi racchiusi nelle strofe, scansioni che si diramano soprattutto dai dialoghi dei due personaggi principali. Ma il racconto è affidato anche ad altri punti di vista: prendono la parola la madre o il padre e, come per una sorta di indicazione del passare delle generazioni, la “nonna”. È la nonna a ricordare che i palestinesi possono trovare nella speranza un rimedio collettivo di sopravvivenza ed è la nonna a essere sovrapponibile alla bambina, se le fosse stato dato di crescere.

Nato ad Amman nel 1954 in un campo profughi, Ibrahim Nasrallah alterna la scrittura poetica a quella in prosa. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui Booker Prize nel 2018. Sono stati tradotti in italiano i romanzi: Febbre, Edizioni Lavoro, Roma 1999 e Dentro la notte, Ilisso, Nuoro 2004. Tradotte in italiano si trovano anche alcune sue composizioni pubblicate in miscellanee di poesia araba. Un’antologia, Versi, è uscita per le Edizioni Q, Roma 2009 e 2017.

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Presentazione "Immaginari migratori" di Angelo Turco e Laye Camara (2018, Franco Angeli edizioni).

Domenica 24 febbraio alle 18, ospitiamo al presentazione di “Immaginari migratori”, volume curato da Angelo Turco e Laye Camara (2018, Franco Angeli). Insieme agli autori parteciperà il giornalista Gino Barsella. 

La vita sulla Terra non si può concepire senza il movimento. Il Pianeta Migrante è un modo peculiare di abitare-il-mondo, una forma di vita radicata e diffusa, che si svolge non solo e non tanto secondo logiche emergenziali, di risposta a bisogni primari più o meno impellenti, di fuga da realtà insostenibili, ma secondo modelli simbolici densi, seguendo elaborazioni e stili di pensiero sofisticati e non riducibili a catene lineari di tipo causa-effetto.

Il Pianeta Migrante è una forma di vita culturalmente evoluta. Componente strategica di questa cultura della migrazione, di là dalle spinte materiali, è l’immaginario migratorio, la scena di rappresentazione individuale e collettiva dell’atto del migrare.
Il migrante raccontato in questo libro si muove sulle ali del suo immaginario che flotta in base agli stimoli e ai saperi della cultura migratoria che ne nutre pensieri e azioni. È una persona che non fugge da un pericolo imminente, da un rischio troppo forte, dai colpi ripetuti di piccole e grandi emergenze. Al contrario, prende liberamente la decisione di mettersi in movimento. E non lo fa per “un motivo”; tanto meno se questo si riduce a un aggettivo, sia pur di sintetica potenza come “economico”. Il migrante volontario mette in campo pratiche sociali complesse e risponde a sollecitazioni plurali. La sua “ragione” non è né unica, né definita. Essa deve confrontarsi sempre con altre ragioni, tessendo tele i cui fili hanno carattere razionale non meno che emotivo. Di riflesso, le sue geografie non sono mappe di spostamenti, ma spazi di vita, topografie né puntuali né sequenziali, ma puramente e semplicemente esistenziali.

 
Angelo Turco, professore ordinario di Geografia Umana, è Presidente della Fondazione Università IULM di Milano. Studia il processo di territorializzazione privilegiando i profili configurativi e ontologici della territorialità. È uno specialista della geografia africana. Tra i suoi ultimi libri: Geografie politiche d’Africa. Trame, spazi, narrazioni (2015). Nel quadro della riflessione IULM sulle Culture della valutazione ha curato, tra il 2017 e il 2018, i tre volumi sulla ricerca, sulla didattica e sul public engagement.

Laye Camara
, PhD, geografo, è specialista di sviluppo e sostenibilità, e consulente internazionale nei progetti di cooperazione (Unione Europea, FAO, Banca mondiale). Ricercatore presso l’Università IULM di Milano, dove insegna “Sviluppo locale e beni comuni” e “Formazione e gestione dei valori territoriali”, la sua ricerca, svolta in collaborazione con Fondazione Università IULM e diverse università italiane e africane, si concentra attualmente sulle migrazioni.

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Presentazione di "Il buon americano. Scrittura e identità nazionale in Henry James" di Tatiana Petrovich Njegosh (2017, Ombre Corte edizioni)

Sabato 23 febbraio, alle 18, GRIOT ospita la presentazione del saggio di Tatiana Petrovich Njegosh “Il buon americano. Scrittura e identità nazionale in Henry James” (2017, Ombre Corte edizioni). Insieme all’autrice parteciperanno Donatella Izzo, docente di letteratura angloamericana all’Università Orientale di Napoli, e Anna Scacchi, docente di letteratura angloamericana all’Università di Padova.

Per più di cento anni, lo scrittore Henry James è stato al centro dell’agenda nazionalista dei nascenti studi statunitensi in quanto americano espatriato in Gran Bretagna e come tale è considerato un modello negativo di anti-americano o, all’opposto, come americano ideale che grazie alla distanza dalla madrepatria riesce a guadagnare un punto di vista cosmopolita. Tatiana Petrovich Njegosh in questo saggio ripercorre la lunga storia critica dello scrittore muovendosi tra una pluralità di fonti primarie e dimostra la centralità dell’idea di nazione e il complesso intreccio tra identità nazionale, genere e razza nelle opere, nella vita, nella canonizzazione e ricanonizzazione di James. Se l’espatrio, l’adesione apparentemente entusiasta al Vecchio Mondo e la rinuncia alla cittadinanza americana hanno a lungo orientato il giudizio critico sulla sua opera e sulla sua figura, Petrovich Njegosh ribalta la prospettiva interpretativa attraverso la lente degli studi post-coloniali e mette al centro dell’attenzione la relazione tormentata tra James e gli Stati Uniti d’America.
In quest’ottica anche il legame dello scrittore con la Gran Bretagna si rivela ambivalente, ma soprattutto non esclusivo. E mentre l’Italia diventa nel tempo esempio di modernità complessa, alternativa a quella statunitense, James assume il ruolo del “buon americano”, l’americano che nonostante l’espatrio mantiene l’identità delle origini. Il saggio di Petrovic Njegosh cerca appunto di capire di quale identità e di quali origini si stia parlando.

Tatiana Petrovich Njegosh insegna Letteratura e cultura angloamericana e Storia della cultura americana all’Università di Macerata. Ha lavorato su T.S. Eliot, Edith Wharton, Anzia Yezierska, Dorothy West, Américo Paredes, Edwidge Danticat, ed è autrice di numerosi saggi su Henry James. Ha curato, con Anna Scacchi, Parlare di razza. La lingua del colore tra Italia e Stati Uniti (2012, Ombre Corte). Fa parte di InteRGRace, gruppo di ricerca su razza e razzismi.