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Domenica 26 Ottobre, ore 19.00; Nero di Roma, di MauroValeri

Nell’ambito di Ottobre piovono libri 2008
la Libreria GRIOT presenta

NERO DI ROMA
Storia di Leone Jacovacci, l’invincibile mulatto italico.

Nero di RomaDomenica 26 ottobre, ore 19.00, La Libreria GRIOT è lieta di invitarvi alla presentazione del volume di Mauro Valeri "Nero di Roma. Storia di Leone Jacovacci, l’invincibile mulatto italico" (Palombi, 2008), ricostruzione delle discriminazioni razziali subite dal pugile italiano mulatto che il 24 giugno 1928 conquistò il titolo di campione d’Italia e d’Europa dei pesi medi. Parteciperanno alla serata insieme all’autore, la scrittrice italo-somala Igiaba Scego e lo storico del pugilato Alfredo Bruno.

Il volume di Mauro Valeri, edito da Palombi, ricostruisce la storia di Leone Jacovacci, il pugile mulatto che il 24 giugno 1928 conquistò il titolo di campione d’Italia e d’Europa dei pesi medi. La sua vicenda racconta che anche dopo la vittoria i razzisti provarono a contestarne l’italianità.

Questa di Leone Jacovacci è una storia all’italiana di una possibilità mancata. Di come il nostro paese abbia rifiutato l’occasione di diventare più aperto, più giusto, più multiculturale. Di come non abbia usato lo sport per emanciparsi da una cultura incivile, che ancor oggi sopravvive negli stadi. Il Nero continua ad essere uno straniero per forza, perché siamo tutti convinti, più o meno inconsciamente, che è la pelle e non la cittadinanza burocratica a determinare le appartenenze. Siamo convinti che i Neri non possano essere italiani. O meglio, non possono essere "italiani veri". Al Nero attribuiamo una colpa irrevocabile: non ha "la pelle giusta", per dirla con Paola Tabet. Tutto si può nascondere, ma non il colore della pelle, che resta un marchio indelebile. Facile dire che, costretto a dover prendere la vita a pugni, alla fine Leone ha scelto di fare il pugile, di aderire allo stereotipo del Forzuto Nero. Ma il ring e la vita sono due realtà differenti. Se sul quadrato Leone è riuscito ad affermarsi a suon di k.o., fuori dal ring ha dovuto combattere contro pregiudizi razziali e razzisti, che gli hanno reso più difficile la carriera e forse anche la vita.

Proprio questa estenuante lotta contro la barriera di colore, assegna a Leone Jacovacci un importante ruolo in quella storia di meticciato che per Mauro Valeri è fondamentale ricostruire in modo da ridare dignità a chi ha subito discriminazioni, e che dovrebbe essere maggiormente valorizzata soprattutto oggi in un’Italia davvero multirazziale.
 

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Sabato 25 Ottobre, ore 19.00: Presentazione di "Una leonessa in Senegal" di Peppe Sessa.

Nell’ambito di Ottobre piovono libri 2008
la Libreria GRIOT presenta

UNA LEONESSA IN SENEGALIn viaggio nel paese dei Teranga


Sabato 25 ottobre alle ore 19.00 La libreria GRIOT è lieta di invitarvi alla presentazione del saggio "Una leonessa in Senegal. In viaggio nel paese dei Teranga" (Robin, 2008), scritto da Peppe Sessa per "trasmettere le emozioni, quello stravolgimento interiore che con una semplice conversazione non mi era riuscito. Far viaggiare il lettore in un’Africa tanto vera quanto diversa da come viene presentata dai media: fame, guerra, miseria e malattie …". Sarà presente l’autore .
 
Dalla recensione di Roberto Duiz – "Alias, la Talpalibri" del 4 ottobre 2008:
 
"L’elegante felina, alta e fiera, "maestosa nella sua postura più bella, semisdraiata e attenta ai suoi cuccioli che un giorno saranno re della foresta", è solo un’immagine inattesa sbucata dalla foresta e lesta a farvisi reinghiottire. Una fugace apparizione che si merita il titolo di un libro, pure occupandovi lo spazio di un flash (16 righe), così come s’è proposta sulla via da Kédougou a Tambacounda. Una leonessa in Senegal (Robin edizioni) è infatti il titolo scelto da Peppe Sessa per il suo racconto di viaggio in quel paese affacciato sull’Atlantico, piccolo rispetto alle usuali dimensioni degli stati africani, ma vario abbastanza per contenere tutti gli umori e i colori d’Africa, inserito nella grande regione chiamata Sahel, ai confini di un Sahara che si fa sempre più prepotente e schiacciante. Viaggio con bagaglio leggero e su "persanti" mezzi di trasporto locali, su strade polverose e con ritmi imprevedibili, che sono il prezzo da pagare per evadere dalle prisones touristiques.

Dunque un prezzo accettabile, tanto più che dà diritto a "benefit" altrimenti inaccessibili, primi fra tutti gli incontri ravvicinati con "gli altri"  e col loro mondo, visto senza il filtro deformante degli stereotipi, pur con la consapevolezza che in Africa avere la pelle biance già di per sé significa essere in possesso di quello che Kapuscinski ha chiamato "certificato di esclusione".

L’immagine della leonessa non è un pretesto sensazionalistico. Ha una valenza simbolica, invece. "il Senegal- constata Sessa- non ha conosciuto le guerre civili postcolonial, né la sanguinante opulenza dei signori della guerra, dei diamanti o del petrolio. La sua fortuna è stata proprio l’assenza di ricchezze naturali, cosicchè non si è reso appetibile alla razza devastatrice dei ricchi del mondo. In quel cantuccio, il Senegal ha conservato la sua natura fiera e selvaggia, le sue tradizioni, pur nello sforzo di modernizzazione in atto." Ed è in quella natura conservata che il narratore si immerge. Ed è per induzione, partendo dalle immagini e dalle voci che coglie, che costruisce l’intero contesto fatto di guerre (che da noi si chiamavano "guerre di civilizzazione" e da loro "di liberazione"), di rivolte, di raccolta di schiavi, di credenze e rituali sopravvissuti a ogni conversione coatta.

E’ un piccolo paese, il Senegal, ma a percorrerlo per intero, dai centri principali alle regioni più remote, da nord a sud, a zig zag per l’interno tra villaggi rurali, fiumi, foreste, distese di baobab e di catapecchie di fango e lamiera, sembra enorme. L’agghiacciante Dakar e il fascino decadente di St-Luis. Thiès, la ville rebelle, che "ricorda una cittadina spaghetti-western", e la Casamance, sfrontatamente selvaggia e teatro di guerra civile. Suggestioni felliniane e allucinazioni da Apocalypse Now, enclave turistiche e spiagge da condividere solo con gli zebù. Per finire inevitabilmente invischiati in quell’inestricabile mistero per convenzione chiamato "mal d’Africa".

 
Vincitore del premio nazionale di giornalismo e saggistica 2008  "Più a sud di Tunisi".
Per maggiori informazioni:www.unaleonessainsenegal.com
 
Peppe Sessa è nato nel 1968. È ingegnere e lavora a Catania per una multinazionale dell’elettronica, in cui svolge anche attività sindacale per la FIOM/CGIL. Da anni viaggia al di fuori dell’Europa, preferendo il sud del mondo. È stato in Israele e Palestina, Siria, Turchia, Senegal, Brasile, Nigeria e Benin. Ha giocato a rugby, è appassionato di antropologia, ama cucinare, scrivere di viaggi e di politiche del lavoro.

È  raggiungibile all’indirizzo: [email protected]

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Domenica 19/10, ore 18/30: L'APARTHEID. Viaggio inchiesta di Toni Fontana nel regime di segregazione che sta nascendo nel Nord Est (Nutrimenti 2008).

Nell’ambito di “Ottobre piovono libri 2008”
la Libreria GRIOT presenta

L’APARTHEID. Viaggio inchiesta di Toni Fontana nel regime di segregazione che sta nascendo nel Nord Est (Ed. Nutrimenti 2008).
Saranno presenti: l’autore, Toni Fontana, e Massimo Ghirelli, giornalista, direttore dell’Archivio Immigrazione e presidente dell’Agenzia Migra.
Toni Fontana, giornalista e reporter dell’Unità, racconta in questo libro il L’Apartheidsuo ultimo viaggio nel Nord-Est Italiano, in cui dilagano una cultura dell’odio e del razzismo. Partendo da piccole e grandi storie, l’autore attraversa i profondi mutamenti e i contrasti determinati dall’arrivo nel Nord-Est dell’Italia di centinaia di migliaia di stranieri: la piccola Fatima, dieci anni, discriminata a scuola perché porta il velo; Meryem, studentessa di economia internazionale all’Università di Padova, che guida le marce contro le discriminazioni razziali; i musulmani di Treviso che pregano inginocchiandosi sui tappeti distesi nei parcheggi dei supermercati, sono alcuni dei personaggi protagonisti del racconto di viaggio di Toni Fontana.
In Veneto risiedono e lavorano oltre 350.000 immigrati. Contro di loro la Lega di Umberto Bossi sta costruendo un nuovo e moderno “apartheid”, una società piramidale al cui vertice ci sono i “bianchi” ai quali sono riservati tutti i diritti. Gli altri, gli stranieri, sono accettati solo come produttori di ricchezza, ma esclusi dalla vita sociale.
Toni Fontana, 53 anni, è nato a Feltre (Belluno). Vive tra Roma, il Veneto e la Spagna. È giornalista dell’Unità. Ha inviato reportage dall’Africa, dai Balcani e dal Medio Oriente. Ha scritto: La guerra degli altri. Golfo, Somalia, Jugoslavia: un racconto dal fronte della follia (Castelvecchi, 1993) e Hotel Palestine, Baghdad. Nelle mani degli iracheni (Il Saggiatore, 2004). È tra gli autori di La guerra dei dieci anni (Il Saggiatore, 2001).
Toni Fontana, L’apartheid, Nutrimenti, 2008. € 10.00
Isbn 978-88-95842-03-5

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G. Matteo, Somalia, le ragioni storiche del conflitto, Edizioni Altravista 2008


La Somalia rimane caratterizzata da una spiccata frammentazione politica, economica e sociale, la quale se da un lato ha ridotto drammaticamente le possibilità di riconciliazione e di ripristino di un qualsiasi apparato statale, dall’altro ha prodotto nuove e importanti opportunità per ben definiti gruppi di interesse…Ma come si è arrivati a tutto questo? Quali sono le responsabilità politiche delle élite somale e della comunità internazionale?
Matteo Guglielmo è dottorando in Africanistica all’Università degli studi “L’Orientale” di Napoli con un progetto di ricerca sulla “Dimensione Regionale della Crisi Somala”. Collabora inoltre con il CeSpi (Centro Studi di Politica Internazionale).Autore di diversi articoli, tra cui: “La crisi di confine tra Eritrea ed Etiopia apre un altro fronte in Somalia”, in Afriche e Orienti: rivista di studi ai confini tra Africa e Mediterraneo, anno VIII, n. 3-4, 2007; e “Rebus Somalia: tra politica e terrorismo”, in Limesonline.
G. Matteo, Somalia, le ragioni storiche del conflitto
192 pp. – Altravista: 2008
ISBN: 978-88-95458-07-6
18 Euro.

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Léonora Miano, I contorni dell'alba, Epoché 2008

“Adesso vivere tocca a me. Ho valicato la montagna. Sono sul versante opposto al disastro”.

Nell’immaginario Stato africano dello Mboasu, la guerra civile è finita lasciandosi dietro morte e distruzione. Nei quartieri malfamati di Sombé, la capitale, pattugliati da gruppi di ribelli riconvertiti in trafficanti, ormai prevalgono la legge della giungla e la superstizione. A farne le spese sono i più piccoli: gli adulti, nella loro follia, li ritengono la causa dei mali che li affliggono e li allontanano. Così Musango, di appena nove anni, viene cacciata via da sua madre, che la accusa di stregoneria. Sola, senza famiglia né appoggi, la bambina viene presa e venduta come schiava. Nonostante le mille peripezie e i pericoli, si attacca con tenacia e lucidità a un’unica speranza: ritrovare sua madre e fare i conti con il passato per potere, finalmente, pensare a un futuro.

Léonora Miano è nata a Douala (Camerun) nel 1973 e vive a Parigi. Notte dentro, il suo romanzo d’esordio, è stato giudicato dalla rivista francese “Lire” come migliore opera prima del 2005 e ha vinto numerosi premi letterari: Les lauriers verts de la forêt des livres – Révélation 2005, Prix Louis Guilloux 2006, Prix Montalambert du premier roman de femme 2006, Prix René Fallet 2006, Prix Bernard Palissy 2006, e il Premio Grinzane Cavour 2008 nella sezione Giovane Autore Esordiente. I contorni dell’alba ha ottenuto il prestigioso Prix Goncourt des Lycéens.

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Domenica 19 Ottobre, ore 18.30: L'APARTHEID. Viaggio inchiesta di Toni Fontana nel Nord-Est Ita

APARTHEID. Viaggio inchiesta di Toni Fontana nel regime di segregazione che sta nascendo nel Nord Est.

In occasione della pubblicazione di “L’Aparthed. Viaggio inchiesta di Toni Fontana nel regime di segregazione che sta nascendo nel Nord Est”, Nutrimenti 2008, la Libreria GRIOT invita ad una presentazione-dibattito in presenza dell’autore, Toni Fontana e dell’Editore Nutrimenti. DOMENICA 19 Ottobre, ore 18.30

Toni Fontana, giornalista e reporter dell’Unità, racconta in questo libro il L'Apartheidsuo ultimo viaggio nel Nord-Est Italiano, in cui dilagano una cultura dell’odio e del razzismo. Partendo da piccole e grandi storie, l’autore attraversa i profondi mutamenti e i contrasti determinati dall’arrivo nel Nord-Est dell’Italia di centinaia di migliaia di stranieri: la piccola Fatima, dieci anni, discriminata a scuola perché porta il velo; Meryem, studentessa di economia internazionale all’Università di Padova, che guida le marce contro le discriminazioni razziali; i musulmani di Treviso che pregano inginocchiandosi sui tappeti distesi nei parcheggi dei supermercati, sono alcuni dei personaggi protagonisti del racconto di viaggio di Toni Fontana.

In Veneto risiedono e lavorano oltre 350.000 immigrati. Contro di loro la Lega di Umberto Bossi sta costruendo un nuovo e moderno "apartheid", una società piramidale al cui vertice ci sono i "bianchi" ai quali sono riservati tutti i diritti. Gli altri, gli stranieri, sono accettati solo come produttori di ricchezza, ma esclusi dalla vita sociale.

Toni Fontana, L’apartheid, Nutrimenti, 2008. € 10.00
Isbn 978-88-95842-03-5

Toni Fontana, 53 anni, è nato a Feltre (Belluno). Vive tra Roma, il Veneto e la Spagna. È giornalista dell’Unità. Ha inviato reportage dall’Africa, dai Balcani e dal Medio Oriente. Ha scritto: La guerra degli altri. Golfo, Somalia, Jugoslavia: un racconto dal fronte della follia (Castelvecchi, 1993) e Hotel Palestine, Baghdad. Nelle mani degli iracheni (Il Saggiatore, 2004). È tra gli autori di La guerra dei dieci anni (Il Saggiatore, 2001).

 

 

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L'Africa è ovunque, GRIOT riapre le porte con un calendario fitto di eventi e incontri!

L’AFRIQUE EST PARTOUT
AFRICA IS EVERYWHERE

La libreria GRIOT riapre le porte e vi aspetta con un calendario che si annuncia fitto di eventi, incontri, corsi e laboratori. Denominatore comune: “l’Africa è ovunque”. Da non perdere a Settembre, Abdourahman Waberi, scrittore di Gibuti di passaggio a Roma dopo il festival di Mantova, Kapuscinski letto da Giuseppe Cederna, “L’inattesa piega degli eventi” di Enrico Brizzi, Lisa Ginzburg con il suo laboratorio di scrittura.

E ancora, corsi settimanali di arabo, wolof e swahili. per saperne di piu……

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Giovedì 18: Nessuna aggravante! Maratona di letture antirazzista in memoria di Abdul Guibre

Nessuna aggravante!

Maratona di letture antirazzista in memoria di Abdul Guibre, cittadino italiano, ucciso a soli 19 anni per un pacco di biscotti.

Giovedì 18 settembre, Libreria GRIOT, ore 19,00


Nessuna aggravante razziale! L’omicidio di Abdul Guibre, un giovane italiano originario del Burkina Faso ucciso a sprangate domenica notte a Milano all’età di 19 anni per aver rubato un pacco di biscotti, non avrebbe motivazioni razziali: così dicono gli uomini di legge. Una ricostruzione discutibile che preoccupa tutti coloro che osservano con sgomento il crescente clima d’intolleranza in Italia.


Mossi dallo sdegno per il linciaggio e uniti dal ricordo del giovane Abdul, scrittori, attori e intellettuali si ritroveranno Giovedì 18 settembre presso la Libreria GRIOT, alle ore 19,00, per dare vita ad una maratona di letture antirazzista seguita da un dibattito animato da Jean-Leonard Touadi, deputato DS ed ex Assessore alla Sicurezza del Comune di Roma e Ali Baba Faye.

Parteciperanno gli autori Amara Lakhous, Cristina Ali Farah, Jorge Canifa Alves, Lisa Ginzburg, Igiaba Scego, Lidia Ravera, Daniele Scaglione, Elisa Davoglio, Lidia Riviello, Mauro Covacich, Fausto Pellegrini, Victor Maggiar, gli attori Andrea Rivera e Giuseppe Cederna, i giornalisti e ricercatori tra cui Marino Sinibaldi, Maria De Lourdes, Gabriele del Grande, Barbara Romagnoli, Chiara Nielsen, Marina Astrologo, Wasim Dahmash, Massimo Ghirelli, Leonardo de Franceschis, Sandro Portelli; tra i musicisti Badara Seck, Andrea Satta dei Tetes de Bois e tanti altri.
Ode per Abdoul (pubblicata sull’Unità del 18 Settembre)
di Abdourahman A. Waberi
Mentre in Francia l’ormai 80enne leader del Front National, Jean-Marie Le Pen, col suo carico d’odio, appende i guantoni al chiodo lasciando ai suoi eredi un bilancio nullo, l’Italia di oggi scopre con spavento che parte dei suoi cittadini vorrebbero buttare a mare tutti quelli che non hanno il colore della pelle, la religione e il cognome giusti. Ecco allora che africani, magrebini, Rom e altri sfortunati extracomunitari sono messi alla gogna, e non soltanto negli stadi di calcio di cattiva reputazione. Rieccoci al razzismo e al fascismo! Neanche essere omosessuali a Verona porta bene, di questi tempi. Né esibire una targa automobilistica della Romania quando si vuole andare a Milano o altrove in quel Nord così freddoloso, così geloso delle sue ricchezze e così assorbito da se stesso. Ho la netta sensazione che il vecchio paese sornione e raffinato sia sull’orlo di una crisi di nervi. Anzi, peggio: è inebetito dopo l’inutile morte di Abdoul Guibre, un giovane italiano di 19 anni.
Dove sono finiti i suoi grandi viaggiatori curiosi ed empatici, tutti eredi di Marco Polo, tutti aperti all’altro? Penso a penne della tempra di un Claudio Magris, o di Gianni Celati, che aveva così ben descritto il Mali. Che cosa dicono oggi i grandi ingegni transalpini – almeno quelli che conosciamo in Francia, da Antonio Tabucchi a Giorgio Agamben, da Erri De Luca a Umberto Eco ?
Sarebbe illusorio voler vivere nell’isolamento, come predicano certi politici italiani, quando le sfide del mondo moderno ci invitano alla massima apertura – dei mercati, delle idee, ma anche delle persone. Certo, nessun paese sfugge all’illusione di dovere soltanto a se stesso il suo sviluppo, le sue conquiste, le sue arti e le sue specificità. E tuttavia, l’esperienza dimostra che le imprese umane prosperano appieno soltanto se gli orizzonti sono vasti e le menti aperte ai quattro venti del mondo.


Fuori d’Italia, siamo in tanti a non aver visto questo paese, un tempo tanto luminoso, accartocciarsi pericolosamente su se stesso. Di questo passo diventerà sempre più provinciale, fino a ridursi a una pallida imitazione di sé, o peggio, a un luna park per il resto del mondo… A meno che la popolazione e la società civile – in breve, la «moltitudine» cara a Toni Negri – non faccia sentire la sua voce. Esigendo l’instaurazione di un clima di rispetto e di tolleranza per tutti, misure più umane per coloro che vengono riaccompagnati alla frontiera, e l’applicazione della legge – tutta la legge – a chi minaccia la vita dei cittadini, quale che ne sia la razza, la religione o l’orientamento sessuale. Solo così vedremo finalmente i Le Pen locali, come Gianfranco Fini o Umberto Bossi, gettare anche loro l’infame spugna.
Abdourahman A. Waberi
scrittore francese e di Gibuti
[Traduzione di Marina Astrologo]

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Sabato 20 Settembre: Ornella Genito, Rimbocchiamoci il cuore

Ornella Genito presenta

Rimbocchiamoci il cuore

la presentazione sarà accompagnata dalla musica della Kora di Madya Diebate

Un autentico messaggio di speranza di salvezza di quei popoli che ormai da troppo tempo subiscono il sopruso della manipolazione delle menti e lo sfruttamento delle proprie risorse. L’autrice nel modo più fantasioso, ed allo stesso tempo realistico, interpreta nel romanzo quello che dovrebbe essere l’atteggiamento tenuto dagli uomini nei confronti dei propri simili che, portatori delle proprie diversità socio- economiche ed etniche, rappresentano la ricchezza dell’umanità.

Attraverso un sogno, che spera possa essere realizzato, la stessa sostiene che chiunque con animo puro e sensibile e con sentimento di amore possa sconfiggere l’intolleranza e l’odio verso il prossimo, semplicemente “rimboccandosi il cuore” ponendosi con atteggiamento propositivo e soprattutto di accoglienza verso chi ha bisogno. Laddove i bisogni di ognuno vengono espressi nelle forme più diverse del dialogo, molte volte anche difficili da interpretare, senza l’utilizzo di codici universali, il più diffuso tra tutti, quello della musica.

I messaggi di pace portati dal linguaggio della musica hanno sempre suscitato armonia di buoni sentimenti e momenti di aggregazione fra i popoli,contrapponendosi al linguaggio dell’ipocrisia e degli interessi economici che favoriscono le contrapposizioni fino a sfociare nell’odio e nelle guerre. La decodificazione della chiave della neutralità che la protagonista del romanzo realizza nella sua avventura si sostanza appunto nella scoperta di un importante messaggio rivolto all’umanità: “porsi con atteggiamento di disponibilità ad ampliare la propria capacità di ascolto perché si possa arrivare tutti a provare il medesimo sentimento di amore verso ogni popolo facendo proprio ogni bisogno altrui come proprio”.
Ornella Genito vive a Roma. Ha pubblicato Una finestra sulla luna, (ed. Aletti), una raccolta di poesie il cui ricavato è stato interamente devoluto all’Associazione Labor Mundi, per la costruzione di una scuola elementare nel Gatare in Rwanda. RImbocchiamoci il cuore è il suo primo romanzo, un giallo ambientanto in Mozambico, il cui ricavato sarà in parte devoluto all’associazione Cuore, per il progetto Una mano lava l’altra, che si occupa i realizzare progetti per l’infanzia in Congo.

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Giovedi 25 Settembre: Per una Letteratura Mondo, incontro con lo scrittore Abdourahman Waberi

Per una Letteratura Mondo

Abdourahman A. Waberi incontra Maria Teresa Carbone

Libreria GRIOT, giovedi 25 Settembre ore 19.00

Tra gli intellettuali africani che si confrontano con le vicende del continente successive alla colonizzazione, Abdourahman Waberi, scrittore di Gibuti, spicca per la lucida ironia con cui mette in crisi gli stereotipi di un’Africa circoscritta alle antiche tradizioni o all’oralità. Autore dalle idendità multiple, africana, francese, francofona, Waberi è stato tra gli iniziatori del “Manifeste pour une littérature monde en français”, lanciato l’anno scorso in Francia via il giornale Le Monde e che ha suscitato un dibattito acceso in cui è intervenuto l’allora candidato all’Eliseo Nicolas Sarkozy sulla distinzione tra scrittori francesi ‘doc’ e scrittori ‘francofoni’, ovvero autori immigrati. Un dibattito che offre materia di riflessione ai cittadini italiani sul contributo che gli intellettuali di origine straniera possono offrire alla cultura italiana attuale.

Ospite della Libreria GRIOT, giovedi 25 Settembre alle 19.00, Waberi dialogherà con la giornalista e traduttrice Maria Teresa Carbone su questo ed altri temi legati alla letteratura mondo e alle identità cosmopolite.

Nella foto, i promotori del Manifesto per una “Letteratura Mondo”, da sinistra gli scrittori Jean Rouaud, Alain Mabanckou, Anna Moi, Abdourahman Waberi, Michel Le Bris.

Abdourahman A. Waberi (Gibuti/Francia)

Nato nel 1965 a Gibuti, Abdourahman A. Waberi vive in Francia dal 1985. Waberi è l’autore di romanzi, saggi e racconti, tradotti nelle principali lingue europee. Quattro libri di Waberi sono stati tradotti in lingua italiana: “Balbala”, “Mietitura di teste”, “Transit” e “Gli Stati Uniti d’Africa”, pubblicati da Edizioni Lavoro e Morellini. L’ultimo romanzo “Gli Stati Uniti d’Africa” (Morellini, 2007) racconta l’Africa come un continente prosperoso che attrae migranti dall’Europa e dall’America.