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Presentazione di "La nostra civiltà" di Soumaila Diawara

Venerdì 5 luglio alle 19, GRIOT ospita la presentazione della raccolta poetica di Soumaila Diawara “La nostra civiltà”. Con l’autore parteciperà l’attivista Roberta Parravano. Le letture saranno accompagnate dalla musica del griot Pape Kanouté. 

“Guai a guardare con ingenuità o superficialità le parole che Soumaila Diawara scolpisce nei suoi versi. Versi che non hanno, per i nostri canoni, metrica o ritmica, ma a leggerli possiedono un’armonia profonda, vitale, emanano un calore come provenissero da un vulcano sotterraneo ma si espongono allo sguardo di tutti, si schierano. Perché Soumaila è schierato, direttamente e senza ambiguità, non tentenna, non cerca il facile consenso attraverso frasi consolatorie ma scende in profondità, colpisce basso e ferisce anche, perché ferire è il compito di chi, scrivendo, ci fa risentire vivi. Lui questo mondo lo ama e lo vorrebbe cambiare, con le persone vuole crescere e poter sognare, vuole amare ed essere ricambiato, discutere e mettersi in discussione” (dalla Prefazione di Stefano Galieni).

La seconda raccolta poetica di Soumaila Diawara ci parla di amore e di rabbia, di migrazione, di politica e di civiltà, la “nostra”, quella di un’umanità che combatte tutti i giorni contro le ingiustizie.

Soumaila Diawara è nato nel 1988 a Bamako (Mali), dove consegue la laurea in Scienze Giuridiche. Nel periodo universitario inizia la sua esperienza politica prendendo parte attiva nei movimenti studenteschi a fianco della società civile. Al termine degli studi si inserisce definitivamente in politica entrando nel partito “Solidarité Africaine pour Démocratie et l’Indépendance” (SADI) di cui è responsabile del movimento giovanile. Diventa il dirigente della comunicazione del suo partito, carica grazie alla quale compie molti viaggi all’estero per raccontare l’esperienza dei partiti di sinistra del suo paese. Nel 2012 è stato costretto ad abbandonare il Mali perché accusato ingiustamente, insieme ad altri, di una aggressione ai danni del Presidente dell’Assemblea Legislativa. Per tali accuse molti suoi compagni sono stati uccisi, altri, come lui, sono dovuti partire seguendo la rotta libica e attraversando il Mediterraneo su un gommone. Soumaila Diawara è arrivato in Italia nel 2014, grazie al salvataggio di una nave della Marina Militare. Ha ottenuto la protezione internazionale ed è rifugiato politico, si occupa attivamente dei diritti dei migranti a Roma. Questa è la sua seconda raccolta di poesie in italiano dopo “I sogni di un uomo”.

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Presentazione di "Africa loro" di Franco La Cecla (2019, Milieu edizioni)

Giovedì 4 luglio alle 19, GRIOT presenta il libro di Franco La Cecla “Africa loro. Viaggio lungo un continente” (2019, Milieu edizioni). Insieme all’autore ci sarà il sinologo e cineasta Carlo Laurenti. 

L’Africa è il luogo per eccellenza della presunzione europea e in particolare italiana. Da “aiutiamoli a casa loro”, a “ricacciamoli a casa loro”, dal becerismo salviniano alla France-Afrique, al buonismo veltroniano, alla retorica degli aiuti, quello che prevale è la totale ignoranza di un mondo che non è solo un serbatoio di potenziali invasori o il luogo di residenza dei miserabili della terra. L’Africa è un continente vasto, moderno e antichissimo di cui continuiamo a ignorare abitanti e geografia facendo finta di sapere ma che non siamo mai andati a vedere di persona.
Una ricerca sulla sostenibilità alimentare in Kenya, Tanzania e Sudafrica vi ha spinto Franco La Cecla. In questo diario di campo, tramite l’amicizia con un personaggio singolare, l’autore racconta quello che capisce e che non capisce. Soprattutto si accorge che esiste una “Africa loro” che per un bianco europeo è problematico cogliere nella sua interezza. L’Africa è un luogo intenso e nuovissimo per il nostro sguardo così abituato ad accontentarsi di stereotipi.

Franco La Cecla è un antropologo, ha pubblicato molti libri e collabora stabilmente con la RepubblicaAvvenireIl Sole 24 ORE. Ha insegnato in numerose università italiane e straniere tra cui l’Università di Bologna, Palermo, Venezia, Berkley.

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"Che cosa leggo questa estate?" Le ultime novità della letteratura africana raccontate da GRIOT.

Domenica 30 giugno alle 18.30 GRIOT vi racconta le ultime uscite letterarie africane in lingua italiana e inglese per consigliarvi cosa leggere questa estate. 

Ancora non avete una lista dei libri da leggere questa estate? Volete qualcosa di nuovo oltre ai candidati al Premi Strega, ai bestseller internazionali e alle mode letterarie del momento? E’ dall’inverno che rimandate il momento di scegliere cosa leggere?

Negli ultimi mesi le case editrici italiane hanno pubblicato molti libri di autori africani e noi vogliamo consigliarveli e raccontarveli! Dai romanzi più tradizionali ai racconti horror, gli scrittori africani e le scrittrici africane stanno spopolando in tutto il mondo (e da GRIOT). Vi parleremo anche delle prossime uscite e delle novità in inglese. 

La scelta è ampia e per tutta la giornata del 30 giugno vi faremo anche uno sconto sui libri. 

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Presentazione di "Generazione senza padri" di Gaja Pellegrini-Bettoli (2019, Castelvecchi)

Giovedì 27 giugno alle 18.30, GRIOT ospita la presentazione di “Generazione senza padri. Crescere in guerra in Medio Oriente” di Gaja Pellegrini-Bettoli (2019, Castelvecchi). Insieme all’autrice parteciperà il giornalista Luigi Galluzzo. 

Questo libro, nato dall’esperienza di vita quotidiana dell’Autrice in Medio Oriente, ne racconta gli scenari dietro le quinte ricordando che il rischio di una narrativa troppo semplificata distorce e ostacola la comprensione della storia e dei popoli. Dal primo reportage sulle tracce del rapimento della cooperante italiana, Rossella Urru, in Algeria nel 2012, alla vita a Gaza, nel Territorio Palestinese Occupato, e in Israele, fino allo scoppio della guerra nell’estate del 2014, la narrazione prosegue poi in Libano, con interviste politiche ai vertici di Hezbollah, ministri in Iraq e sul fronte, a Mosul, durante l’offensiva contro lo Stato Islamico, con gli jihadisti e le loro vittime. Un testo ricco di aneddoti che mette in risalto le contraddizioni della vita in Medio Oriente e le sfumature della complicata quotidianità della vita in questi Paesi, a volte con risvolti paradossali e comici.
Gaja Pellegrini-Bettoli Giornalista laureata in Scienze Politiche e con un Master in Storia Economica conseguito alla London School of Economics, dal 2013 vive in Medio Oriente. In italiano pubblica per «Limes» e per il «Corriere della Sera» e in inglese in numerose testate e e siti di think-tank Si è occupata di reportage sul fronte a Mosul in Iraq e di interviste politiche in Libano, Israele, Iraq, Algeria e nel Territo-rio Palestinese Occupato. Ha lavorato per le Nazioni Unite a Gaza come addetto stampa e presso il Parlamento Europeo e la Commissione a Bruxelles.
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Presentazione di "Afrofobia" di Mauro Valeri (2019, Fefé editore)

Venerdì 14 giugno, alle 18.30 GRIOT presenta il saggio di Mauro Valeri “Afrofobia. Razzismi vecchi e nuovi” (Fefè editore). L’autore ne parlerà con l’editore Leonardo De Sanctis.  

Nei documenti ufficiali ONU e UE si fa sempre più uso del termine afrofobia per indicare “paura eccessiva” e avversione nei confronti di africani e afrodiscendenti. In realtà il razzismo moderno nei confronti dei neri ha origine molto antica e mutazioni recentissime. Il libro ricostruisce, attraverso un’analisi storica e sociologica, le metamorfosi del razzismo da quello schiavista a quello coloniale, da quello di Stato a quello democratico, da quello ribaltato a quello di guerra. Con particolare attenzione al razzismo italiano dal 1860 ad oggi. Nel 2018 Mauro Valeri ha tenuto presso GRIOT un corso di 10 lezioni dal titolo “Vecchi e nuovi razzismi. Il caso italiano” che ha accompagnato la stesura del saggio.

Mauro Valeri è Dottore in sociologia e psicoterapeuta, ha diretto l’Osservatorio nazionale sulla xenofobia dal 1992 al 1996, e dal 2005 è responsabile dell’Osservatorio su razzismo e antirazzismo nel calcio. Ha insegnato Sociologia delle Relazioni Etniche alla Sapienza Università di Roma. Ha pubblicato diversi saggi sul tema del razzismo, tra cui: La razza in campo. Per una storia della rivoluzione nera nel calcio (Edup, 2005); Black Italians. Italiani neri in maglia azzurra (Palombi, 2007); Nero di Roma. Storia di Leone Jacovacci, l’invincibile mulatto italico (Palombi, 2008); Che razza di tifo. Dieci anni di razzismo nel calcio italiano (Donzelli, 2010); Stare ai Giochi. Olimpiadi tra discriminazioni e inclusioni (Odradek, 2012); Mario Balotelli. Vincitore nel pallone (Fazi, 2014); con Mohamed Abdalla Tailmoun e Isaac Tesfaye, Campioni d’Italia? Sport e seconde generazioni (Sinnos, 2014); Il generale nero. Domenico Mondelli: bersagliere, aviatore e ardito (Odradek, 2015).

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Firmacopie con Ayesha Harruna Attah

Venerdì 28 giugno alle 19 incontriamo Ayesha Harruna Attah, autrice di “I cento pozzi di Salaga”, pubblicato da Marcos y Marcos. Sarà l’occasione per avere una dedica sulla propria copia del suo bellissimo libro!

“I cento pozzi di Salaga” è un romanzo storico, ambientato in Ghana nel 1800. Wurche e Aminah sono due donne molto diverse per provenienza sociale e temperamento ma le loro vite si intrecciano quando una delle due comprerà l’altra a Salaga, grande mercato di schiavi. “I cento pozzi di Salaga” è un libro di viaggio, di formazione e di amore che riflette sul ruolo delle donne nella storia del Ghana e sugli sconvolgimenti che lo schiavismo e gli europei hanno causato in Africa.

Il 25 giugno Attah sarà al Festival Letterature presso la Basilica di Massenzio.

Ayesha Harruna Attah, ghanese, è l’autrice di tre romanzi: “Harmattan Rain” nominato per il Commonwealth Writers’ Prize 2010; “Saturday’s Shadows”, finalista Kwani? Manuscript Project nel 2013 e “I cento pozzi di Salaga”.
Attah ha studiato in Ghana e negli Stati Uniti, alla Columbia University e alla New York University. Vincitrice del premio Africa Centre Artists in Residency per il 2015 e Sacatar Fellow, lenè stata assegnata la borsa di studio 2016 Miles Morland Foundation per la non-fiction. Vive in Senegal.

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Presentazione di "La straordinaria storia di cinque uomini che vissero in Iraq" di Abdul Munim Altai (2018, Schena editore)

Giovedì 20 giugno alle 19 ospitiamo la presentazione del libro “La straordinaria storia di cinque uomini che vissero in Iraq” di Abdul Munim Altai. All’incontro partecipano Muna Altai, traduttrice del libro e figlia dell’autore e Marisa Paolucci, giornalista e scrittrice. Introduce Leila Karami (Università La Sapienza).

“Vi racconto la storia di cinque uomini che vissero in Iraq. Li accompagnerò nel loro cammino, dall’infanzia fino alla loro tragica fine. Un racconto suddiviso in due parti: la prima sul periodo che va dalla rivoluzione popolare irachena del 1920, con la quale si proclamò l’indipendenza dell’Iraq, fino alla seconda rivolta del partito Baath avvenuta nel 1968; la seconda parte comprende il periodo che va dall’avvento della dittatura di Saddam Hussein del 1968 alla fine della guerra del Golfo nel 1992.
Chi sono e cosa rappresentano questi uomini? Sono persone speciali o addirittura degli eroi? Non è semplice definire, in base ai confusi criteri del nostro tempo, un eroe. Anche se sono d’accordo con Brecht quando afferma: “Beato il popolo che non ha bisogno di eroi. Non voglio azzardare un giudizio in merito, specialmente quando i nostri personaggi sono completamente sconosciuti, senza che un monumento, una piazza o una semplice lapide ne rammenti la memoria, senza alcuna occasione che li commemori. Molti non hanno nemmeno una tomba che raccolga i loro miseri resti. Sono, però, rimasti nei cuori e nei ricordi di coloro che li hanno conosciuti, coronando la loro memoria con una gloriosa luce di stima e di rispetto.”

Abdul Munim Altai (Bassora 1926 – Faenza 2001), si è laureato in medicina all’Università degli Studi di Napoli Federico II, mentre insegnava arabo all’Università degli Studi L’Orientale. Per decenni è stato il medico dell’Ambasciata italiana a Baghdad e delle più importanti società italiane in Iraq. Ha pubblicato diversi articoli ed è stato autore di diverse pubblicazioni di medicina e di opere letterarie: “Lawrence, il famoso avventuriero inglese”, “L’avventura della corazzata Bismark”, “Evoluzione del tempo”, “Il vagabondo”, “Hiroshima mai più”, “Lawrence e il suo ruolo nella rivolta araba”, Un nuovo Dio per un nuovo uomo”.

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Presentazione di "Nella casa dell'interprete" di Ngugi wa Thiong'o (2019, Calabuig)

Domenica 24 novembre alle 18.00 GRIOT presenta “Nella casa dell’interprete” di Ngugi wa Thiong’o (2019, Calabuig). Parteciperanno la traduttrice del libro Maria Teresa Carbone e Alessandro Triulzi, docente di Storia dell’Africa.

«Com’è potuto un intero villaggio, con la sua gente, la sua storia, tutto, scomparire così?» Se lo chiede il giovane Ngugi wa Thiong’o, di ritorno nell’aprile 1955 dal college britannico vicino Nairobi che frequenta, quando scopre che il suo paese natale è sparito, e la sua casa di famiglia rasa al suolo. Attraverso il racconto dei suoi anni giovanili e della sua formazione all’interno del sistema scolastico coloniale wa Thiong’o rievoca le esperienze che lo trasformarono in un dissidente politico e in un autore fondamentale per la letteratura mondiale. Scritto nel 2012, questo memoir trasmette tutta la complessità del vivere e formarsi sotto il regime coloniale, apprendere la bellezza della letteratura europea e vedere il proprio villaggio distrutto. “Nella casa dell’interprete” è un nuovo capolavoro dell’autore keniano che nella sua vastissima produzione letteraria ha spaziato dalla critica, al teatro, dall’autobiografia al romanzo.

Ngugi wa Thiong’o (1938) è la principale figura letteraria dell’Africa orientale ed è considerato fra i massimi esponenti della letteratura africana. Dopo aver studiato a Kampala (Uganda) e a Leeds in Inghilterra, pubblica il suo primo romanzo Weep Not, Child (Se ne andranno le nuvole devastatrici, Jaca Book), ma è con A Grain of Wheat (Un chicco di grano) che guadagna fama internazionale. Dopo avere insegnato per un decennio all’Università di Nairobi, nel ’77 pubblica Petals of Blood (Petali di sangue, Jaca Book), romanzo in cui condensa una dura critica alla società keniota postcoloniale. Più volte candidato al Nobel per la letteratura e vincitore di numerosi premi internazionali, vive e insegna negli Stati Uniti.

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Presentazione di "Euridice e la città meccanica" di Mauro Moruzzi (2018, Bonomo editore)

 
 
Giovedì 13 giugno alle 18.30 GRIOT ospita la presentazione del romanzo “Euridice e la città meccanica” di Mauro Moruzzi (2018, Bonomo editore). Insieme all’autore partecipano Yordanos Beyene (Associazione Donne Eritree in Italia, la scrittrice Maria Rosa Cutrufelli,  e Maria Caterina Federici, docente di sociologia dell’Università di Perugia. 
 

È il racconto di un lungo viaggio nell’architettura razionalista degli anni trenta, tra aride montagne e villaggi di un’Eritrea incantata; su vecchi treni, in bicicletta, con barche e auto di fortuna. Nei luoghi della memoria del colonialismo italiano, in una città, Asmara, che ha conservato, come in un incantesimo, i lineamenti materiali dell’era meccanica del novecento. È un percorso drammatico, nello spazio africano e nel tempo, alla ricerca di una Città del Futuro scomparsa nel nulla.
Mauro Moruzzi, sociologo, autore di molte pubblicazioni sul Welfare e la Rete, è al suo primo romanzo.