Pubblicato il

Proiezione del film documentario "Solo andata. Il viaggio di un Tuareg"

Sabato 19 marzo, alle ore 18.30, da GRIOT verrà proiettato il film documentario “Solo andata. Il viaggio di un Tuareg” (Italia, 2012), di Fabio Caramaschi
Sarà presente l’autore

Sidi è un giovane Tuareg, emigrato assieme alla sua famiglia dal Sahara Nigerino a Pordenone, nel cuore del nord-est industriale italiano. Quando la famiglia è partita per l’Italia, Sidi e i suoi sono stati costretti dalle leggi sul ricongiungimento a lasciare in Niger il figlio più piccolo, che sta crescendo con il nonno e gli ultimi custodi della tradizione, mentre il fratello Sidi diventa ogni giorno più italiano. Dopo avere vissuto metà della sua vita in Africa e metà in Italia, l”identità adolescente di Sidi è oggi divisa fra il desiderio di integrarsi nella nuova realtà italiana e la nostalgia degli immensi spazi e  della vita semplice e libera dell’infanzia africana ormai lontana. Per affrontare i suoi dubbi e le sue paure, è Sidi stesso ad impugnare la telecamera per scoprire il nostro mondo e contemporaneamente rivelarci il suo. L’ “inchiesta” di Sidi raggiunge un fondamentale punto di svolta quando il padre riesce a vincere la sua lunga battaglia contro la burocrazia italiana e ottiene finalmente i documenti per fare venire in Italia anche il figlio più piccolo, Alkassoum. Mentre il nonno e quelli che non hanno mai abbandonato il loro deserto lo percorrono ancora una volta in carovana, i due fratelli in Italia affrontano uniti una non facile integrazione in un mondo dove sembrano essere necessari, ma non sempre voluti.
Fabio Caramaschi, autore, fotografo e regista, racconta questa storia con il documentario “Solo andata. Il viaggio di un Tuareg”, frutto di un paziente lavoro durato otto anni. In questo periodo, le riprese sono maturate di pari passo con la creazione di un rapporto di conoscenza e fiducia reciproca, necessario per rappresentare da un punto di vista interno le complesse dinamiche del fenomeno migratorio, fatto di soggetti portatori di storie personali e familiari, e non di numeri o di etichette. Trasmesso per la prima volta il 4 luglio 2010 nel programma DOC3 di Rai Tre, “Solo andata” è stato proiettato in decine di sale in tutta Italia, partecipando a diversi festival internazionali.

Pubblicato il

Libia, tra rivolta, repressione e intervento internazionale. Riflessione con Eric Salerno e Annamaria Rivera


Libia, tra rivolta, repressione e intervento internazionale. Riflessione con Eric Salerno e Annamaria Rivera

Domenica 20 Marzo, alle ore 18.30, la Libreria GRIOT organizza un incontro sugli eventi in Libia. Interverranno Eric Salerno, giornalista e autore di numerosi testi sul Medio Oriente e sulla Libia, e Annamaria Rivera, docente di Etnologia e Antropologia Sociale all’Università di Bari

La straordinaria e (almeno da questa parte del Mediterraneo) inattesa ondata di rivolte e manifestazioni che ha attraversato il Nordafrica e il Medio Oriente dallo scorso dicembre si è drammaticamente impaludata in Libia. In molti, nelle settimane precedenti all’esplosione delle proteste nel paese, avevano escluso quello libico dal novero dei regimi “a rischio”.
Queste ipotesi sono state spazzate via dalle manifestazioni che hanno attraversato anche la Libia e che sono state accolte da Gheddafi e dai suoi fedelissimi con un’intransigenza sanguinaria che le diplomazie occidentali hanno faticato a condannare del tutto. Nel mezzo di una brutale guerra civile, sono moltissime le emergenze che destano preoccupazione: dalla repressione feroce messa in atto dal regime di Gheddafi contro i ribelli al rischio di veri e propri stermini di massa nei confronti delle popolazioni di regioni come la Cirenaica, storicamente più riottose rispetto al controllo esercitato dal centro; dalla gravissima situazione in cui si trovano le migliaia di migranti detenuti nelle carceri libiche anche a seguito delle politiche di chiusura delle frontiere e di respingimenti messi in atto dal nostro paese ai rischi legati al blocco degli approvvigionamenti energetici. L’atteggiamento della comunità internazionale nei confronti della cr isi libica è stato ambiguo e prudente, fino alle importanti decisioni prese poche ore fa in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La situazione continua a mutare di ora in ora: per commentare gli ultimi sviluppi e tentare di darne un quadro più ampio, saranno con noi Eric Salerno, giornalista e autore di due testi sulla storia della presenza italiana in Libia, e Annamaria Rivera, antropologa e attivista antirazzista.

Pubblicato il

Presentazione del laboratorio "Scrivere l'Africa, scrivere la migrazione" a cura della scrittrice e giornalista Igiaba Scego. Interviene Jean-Léonard Touadi, deputato e giornalista

Domenica 13 marzo alle 18.30 presso la Libreria GRIOT sarà presentato il laboratorio “Scrivere l’Africa, scrivere la migrazione” a cura di Igiaba Scego
Intervengono Igiaba Scego, scrittrice e giornalista e Jean-Léonard Touadi, deputato e giornalista

Nei media italiani – con pochissime eccezioni – l’immigrazione è presentata come un “problema”, l’immagine degli immigrati – di donne, uomini, bambini, adulti e anziani – è stereotipata e lontana dalla realtà: gli immigrati vengono spesso ridotti alle rispettive etichette “etniche”, perdono la loro soggettività e diventano un unico insieme, problematico appunto. Gli stereotipi li conosciamo: si va da quelli pietistici a quelli criminali. Sembra che la normalità non esista, quando si parla di immigrati, e che le etichette che riconducono uomini, donne e bambini alle loro origini nazionali o alle loro fedi religiose esaurisca tutto quello che c’è da dire di loro. La “paura del diverso” trae linfa da questa ghettizzazione mediatica.
Sarebbe invece fondamentale, in una società sana, aperta e informata, che i media si dessero delle regole nel trattare il fenomeno dell’immigrazione, pretendendo dai professionisti del settore il massimo rigore nel riportare le notizie e stigmatizzando rappresentazioni sensazionalistiche e semplificate di realtà che sono complesse, multiformi e, soprattutto, fatte di soggetti e non di etichette. ll soggetto migrante merita quindi un’analisi che tenga conto di elementi di natura storica, geopolitica e sociale approfonditi, e necessita di una narrazione che permetta il superamento dei pregiudizi che alimentano atteggiamenti e comportamenti discriminatori.
La costruzione di una società pluriculturale passa anche attraverso un’informazione imparziale, equilibrata e matura, in grado di restituire la profondità e le sfaccettature del fenomeno migratorio. In questo contesto, il seminario a cura della scrittrice/giornalista Igiaba Scego si propone lo sviluppo di un nuovo, alto, profilo di esperto dell’immigrazione e delle relazioni interculturali nell’ambito dei media. Articolato in otto appuntamenti di due ore, il seminario fornirà spunti tramite letture di giornali e riviste, una bibliografia ragionata e una selezione di video. Comprenderà inoltre dei momenti laboratoriali, in cui i partecipanti potranno confrontarsi sui propri modi di raccontare la migrazione, riportando fatti, delineando analisi ed esprimendo opinioni di tipo più approfondito e attento.

Igiaba Scego è nata a Roma nel 1974, da una famiglia di origini somale. Dopo la laurea in Letterature Straniere presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha conseguito un dottorato di ricerca in Pedagogia all’Università di Roma Tre e attualmente si occupa di scrittura, giornalismo e ricerca avente come centro il dialogo tra le culture e la dimensione della transculturalità e della migrazione. Le sue opere, non prive di riferimenti autobiografici, si caratterizzano per il delicato equilibrio tra le sue due realtà culturali d’appartenenza, quella italiana e quella somala, quella d’origine e quella vissuta nella quotidianità, che restituiscono abilmente la doppiezza della dimensione sincretica in cui è cresciuta. Per la casa editrice Sinnos ha pubblicato La nomade che amava Alfred Hitchcok (2003) e Rhoda (2004). Suoi racconti sono usciti nelle antologie Pecore nere (Laterza 2006) e Amori Bicolori (Laterza 2008). Insieme a Ingy Mubiayi ha curato il reportage sulle seconde generazioni afroitaliane Quando nasci è una roulette (Terre di Mezzo). I suoi ultimi libri sono Oltre Babilonia (Donzelli 2008) e La mia casa è dove sono (Rizzoli 2010). Collabora regolarmente con l’Unità e Internazionale.
Per maggiori informazioni sul programma dei corsi e le modalità di iscrizione, contattare: [email protected] – tel. 06 58 33 41 16. Via di S. Cecilia 1/A – 00153 Roma.
Pubblicato il

Incontro con Gilbert Gatore, autore del libro "Il passato davanti a sé"

Sabato 12 Marzo, alle ore 18.30, GRIOT in collaborazione con il Centre Saint-Louis de France organizza un incontro con l’autore ruandese Gilbert Gatore

L’autore del romanzo “Il passato davanti a sé” (Fazi Editore) incontrerà i suoi lettori da GRIOT

Nato nel 1981 in Ruanda, Gilbert Gatore è fuggito dal suo paese nel 1994, e dal 1997 vive in Francia. Allo scoppio della guerra e per i successivi quattro anni ha tenuto un diario dove ha riportato gli orrori ai quali, ancora bambino, era stato costretto ad assistere. Un diario che gli verrà poi confiscato alla frontiera con lo Zaire. Dal tentativo di ricostruire quelle pagine perdute nasce il romanzo “Il passato davanti a sé” (Fazi Editore).
Nel libro, sono due i personaggi a dialogare senza saperlo. Il primo, Niko, si è volontariamente sequestrato in una grotta dove, per perdere ogni nozione di sé, si lascia ridurre in schiavitù da una colonia di scimmie: un teatro d’ombre all’interno del quale diventa ostaggio dei suoi sogni, dei suoi segreti. L’altro è la giovane Isaro, una ragazza che non ha conservato delle proprie origini africane che il nome. Nata in Ruanda, adottata da una coppia di francesi, Isaro è cresciuta ignorando ogni cosa del proprio passato; fino a quando una frase, ascoltata per caso, non la fulmina costringendola a tornare indietro, a quella storia che è riuscita finora a cancellare.
Con asciutta determinazione Gilbert Gatore pone l’una di fronte all’altro, in uno spazio e un tempo indeterminati, vittima e carnefice senza mai chiuderli nel perimetro di un atto di accusa, di un giudizio. Perché, simili come sono nella loro impotenza, le domande da porsi sono per entrambi le stesse: come perdonare, come dimenticare. «Il Ruanda e l’Africa non sono mai citati», dice Gatore di quest’opera, «Di fronte all’orrore incommensurabile, la testimonianza brutale mi dà fastidio. Il mio libro non è né un saggio politico, né l’ennesima testimonianza del povero, piccolo ruandese».
“Il passato davanti a sé” è stato selezionato per il Prix Goncourt du Premier Roman 2007, il Prix Inter/Telerama e il Prix des cinq continents de la Francophonie 2008. Ha vinto il Prix du roman Ouest-France Etonnants Voyageurs 2008. È il primo volume di una trilogia, “Figures de la vie impossibile”.
In collaborazione con il Centre Saint-Louis de France

Pubblicato il

"Verrà domani e avrà i tuoi occhi". Presentazione dell'antologia di scrittori migranti, con Aly Baba Faye

Venerdì 11 Marzo, alle ore 18.30 GRIOT presenta “Verrà domani e avrà i tuoi occhi”, un’antologia di scrittrici e scrittori migranti pubblicata dalla casa editrice Compagnia Delle Lettere
Introduce Aly Baba Faye, sociologo ed esperto di tematiche legate alla migrazione
Essere stranieri in Italia può non essere molto divertente, ma gli autori che hanno contribuito all’antologia “Verrà domani e avrà i tuoi occhi” pubblicato dalla casa editrice La Compagnia delle Lettere, hanno scelto l’arma affilata dell’ironia per parlare di sé, delle loro vite nel nostro Paese e anche di noi.
C’è il buttafuori senegalese che canta l’amore e la lontananza che uccide i rapporti, “l’eterna attesa di mogli e mariti, di figli e figlie”. C’è la prostituta dell’Est intrappolata nel cortocircuito della propria vita e c’è la badante ecuadoriana che proprio non ci sta a farsi mettere i piedi in testa. C’è lo scrittore del Burkina Faso ingannato da un editore senza scrupoli e c’è la bambina rom con le dita sporche di inchiostro che non si cancellerà. Sono loro i protagonisti di questi frammenti di vita, spaccato di una società che senza immigrati è condannata al declino, scorci di esistenze raccontati con originalità da scrittori migranti e italiani.
Dei racconti, del contesto dal quale hanno preso vita e dell’Italia che raccontano ne parleremo durante un’incontro alla Libreria GRIOT, assieme al sociologo ed esperto delle tematiche legate alle migrazioni Aly Baba Faye. Interverranno alcune delle autrici che, assieme alla casa editrice, hanno dato vita a questo progetto editoriale: Claudiléia Lemes Dias, Guergana Radeva, Flore Murard-Yovanovitch, Queenia Pereira de Oliveira e Kathiusca Toala Olivares leggeranno brani dei loro testi, sullo sfondo della musica del percussionista senegalese Moustapha Mbengue.
Titolo: Verrà domani e avrà i tuoi occhi
Autore: AAVV
Editore: Compagnia Delle Lettere
Anno: 2010  pag. 144
ISBN: 9788887847253

Pubblicato il

"ONG e Africa". Incontro a cura dell'Associazione Culturale "Il Cosmopolita"

Sabato 26 febbraio, alle 18.30 incontro organizzato dall’Associazione Culturale “Il Cosmopolita” in collaborazione con la libreria GRIOT sul tema “ONG e Africa”

Partecipano Gianpaolo Rampini (responsabile progetto “Invisible cities), Marinella D’Amico (presidente AliZeta Onlus) e Nicoletta Pirozzi (ricercatrice Istituto Affari Internazionali)
L’Associazione Culturale “Il Cosmopolita”, attiva nella promozione e nella diffusione della cultura attraverso lo sviluppo di attività attinenti alla politica, all’arte, alla letteratura, alla filosofia e alla musica, organizza in collaborazione con la libreria GRIOT, un incontro sul tema “ONG e Africa. Le criticità della cooperazione allo sviluppo: dagli aspetti economico-culturali a quelli politici e di sicurezza.
L’incontro nasce dal desiderio di interloquire con un’autrice le cui tesi stanno facendo molto discutere e riflettere il mondo della cooperazione internazionale: Dambisa Moyo, autrice del libro “La carità che uccide” (Rizzoli, 2010), ex funzionaria della Banca Mondiale e della banca d’affari Goldman Sachs. Alla vigilia del suo secondo, attesissimo, libro, “How the West was lost”, operatori impegnati nella cooperazione internazionale e studiosi di scienze sociali ed economiche continuano a dibattere sulle tesi provocatorie sollevate dall’autrice zambiana, secondo la quale gli aiuti internazionali non solo non sarebbero stati di alcuna utilità allo sviluppo dell’Africa, ma lo avrebbero addirittura rallentato, se non arrestato del tutto.
“Il Cosmopolita” ha invitato Gianpaolo Rampini (Responsabile del progetto “Invisible cities”), Marinella d’Amico (Presidente di AliZeta Onlus) e Nicoletta Pirozzi (Ricercatrice dell’Istituto Affari Internazionali) a un dibattito aperto sul rapporto tra le ONG internazionali e il continente africano. Nel corso dell’incontro si rifletterà sulla natura delle difficoltà del continente africano di affrancarsi dalla sua condizione di ritardo nello sviluppo economico, sociale e politico, sul ruolo giocato dalle ONG internazionali nei processi di sviluppo e sulla possibilità di ripensare l’aiuto internazionale alla luce dei fallimenti e dei successi del passato.
Pubblicato il

A lezione di Kora con Madya Diebate. Incontro introduttivo gratuito

A LEZIONE DI KORA CON MADYA DIEBATE’: INCONTRO INTRODUTTIVO GRATUITO
a cura di Officina GRIOT

LIBRERIA GRIOT – VENERDI’ 25 FEBBRAIO ALLE 19.00
– sulla kora e i griot intervento a cura di Madya Diebaté e Alessandro Ciaccini (TP Africa)
– sulle caratteristiche dello strumento, arpa a ventun corde, intervento a cura del liutaio Emanuele Cinelli.
SI PREGA DI CONFERMARE LA PROPRIA PARTECIPAZIONE SCRIVENDO A [email protected]
DA SABATO 12 MARZO INIZIO DEL CORSO DI KORA DA GRIOT
Corso del sabato: a partire da Sabato 12 marzo, ore 12-14
Corso della Domenica: a partire da domenica 13 marzo ore 12-14
N. 15 lezioni
Costo: 450 euro
Il corso si attiva con un minimo di 3 allievi e può ospitare un massimo di 5 allievi
Su richiesta è possibile organizzare lezioni private
Madya Diebaté viene dalla Casamance, una regione a sud del Senegal in cui prevale l’etnia mandinka. Discende da una famiglia griot, con una parentela stretta con la famiglia di Toumani Diabate e Ballake Sissoko. La kora, l’arpa a 21 corde dei mandingo, è originaria di quelle terre. A differenza dei maliani, in Gambia e in Casamance la kora si suona in modo più ritmico e percussivo, con le corde che vengono colpite e pizzicate.
Madya Diebaté può essere considerato uno dei più virtuosi suonatori di kora della diaspora africana. Attento interprete della cultura mande suona sia in gruppi tradizionali che in progetto di fusione che vedono assieme la crema del jazz italiano e la tradizione orale ouest-africaine.
I corsi si svolgono presso la Libreria GRIOT in via di Santa Cecilia 1/A a Roma (Trastevere).

Pubblicato il Lascia un commento

L'impossibile accade. Riflessioni sulla primavera araba.

Con Anna Maria Rivera, docente di Etnologia ed Antropologia sociale all’Università di Bari e Hamadi Zribi, attivista antirazzista, ex responsabile di Rifondazione Comunista per l’immigrazione e tra i fondatori, nel 1987, della Rete Antirazzista.

Author: Carlos Latuff

Il nuovo anno è iniziato in modo drammatico in Tunisia: un giovane, diplomato e disoccupato, si è dato fuoco per protestare contro il regime di Ben Ali, al potere dal 1987 e responsabile, agli occhi del suo popolo che è sceso in piazza, dello stato di profonda crisi economica in cui versa il paese mediterraneo. Quello che sembrava il gesto di un folle si è rivelata una potentissima miccia che ha innescato una polveriera che si affaccia sul Mar Mediterraneo: la gente, soprattutto giovani donne e uomini, è scesa in piazza ogni giorno, con l’intenzione di fare fuori una volta per tutte un regime corrotto che in trent’anni di potere non ha fatto nulla per migliorare le condizioni del suo popolo.
Dalla Tunisia i disordini si sono diffusi rapidamente ad altri paesi: Algeria, Yemen, Libia, e l’Egitto, il gigante malato del Medio Oriente, hanno subito l’onda d’urto di una protesta che non è fatta di slogan ideologici, ma di pochi concetti fondamentali: democrazia, dignità, lavoro, libertà. Parole che colpiscono, con la forza della protesta pacifica, e che affondano regimi fino a ieri ritenuti ben saldi, anche per il generoso
appoggio offerto dalle potenze occidentali. Ben Ali è stato costretto a fuggire dal suo popolo, e ieri anche l’anziano Hosni Mubarak, al potere in Egitto da trent’anni, ha dovuto capitolare davanti alle richieste del suo popolo. In Europa e in America i governanti sono prudenti, stanno a guardare, mentre sono sempre di più i cittadini che avvertono delle affinità con le lotte del popolo arabo contro dittatura e corruzione. Tra i vecchi slogan archiviati dai tunisini e dagli algerini ci sono anche quelli di stampo islamista: non è in nome della religione che le giovani e i giovani arabi scendono in piazza, ma in nome della propria dignità.
Gli eventi di questi giorni si susseguono senza tregua: noi di GRIOT li seguiamo con ansia e partecipazione, e vorremmo condividere pensieri, opinioni, previsioni su quanto sta accadendo dall’altra parte del Mediterraneo. Ne parleremo domenica 13 febbraio, dalle 18.30, con Anna Maria Rivera, antropologa e Hamadi Zribi, attivista antirazzista, ex responsabile di Rifondazione Comunista per l’immigrazione e tra i fondatori, nel 1987, della Rete Antirazzista.

Pubblicato il Lascia un commento

Ivan Vladislavic, TJ-Doppia negazione, Contrasto DUE 2011

Il 27 febbraio, 18.30: “TJ-Doppia negazione” | La Johannesburg di Goldblatt e Vladislavic
Partecipano: Maria Antonietta Saracino e Antonello Frongia. Introduce Maria Teresa Carbone.

Johannesburg è una città ricca di fascino e di contraddizioni, difficile da abitare, fatta di parti disconnesse fra loro e percorse dalle cicatrici lasciate dalla tragedia dell’apartheid.
Il progetto artistico-letterario “TJ-Doppia negazione” si propone di indagare questa realtà complessa, e tentare di restituirne in parte il senso profondo. Nato dalla collaborazione tra il fotografo David Goldblatt e lo scrittore Ivan Vladislavic, si presenta come un dialogo contrappuntistico tra immagine e parola scritta, in cui la fotografia si fa discorsiva nel racconto, che a sua volta viene dotato di una dimensione visiva più immediata e intensa.
“TJ” raccoglie 270 immagini di Johannesburg e della sua gente, che Goldblatt ha scattato in oltre sessant’anni di attività. Il romanzo “Doppia negazione” è stato scritto da Vladislavic in un confronto diretto con questo lavoro fotografico.
TJ-Doppia negazione” sarà presentato presso la Libreria GRIOT. L’incontro vedrà la partecipazione di Maria Antonietta Saracino, traduttrice e docente di letterature anglofone di Africa, Caraibi e India, e Antonello Frongia, studioso di fotografia e docente presso l’Università di Roma Tre.