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"Nuove lettere persiane. Sguardi dall’Italia che cambia"

Venerdì 27 maggio alle 18.30, GRIOT presenta “Nuove lettere persiane. Sguardi dall’Italia che cambia” a cura di Francesca Spinelli
Partecipano insieme alla curatrice del libro, gli autori Ejaz Ahmad e Paula Baudet Vivanco.

Quattordici racconti di quattordici narratori d’eccezione compongono questo volume edito da Ediesse: sono giornalisti che vivono e lavorano in Italia, ma che sono di origine straniera. La professione del giornalista consente loro di avere uno sguardo attento, raffinato e approfondito sul nostro paese, sui suoi vizi e le sue virtù, i suoi tic culturali e le sue resistenze identitarie. Il titolo del libro, “Nuove lettere persiane”, vuole essere un omaggio a uno dei più geniali e virulenti testi di satira che siano mai stati scritti, ossia le “Lettere persiane” di Montesquieu: nella sua opera, l’illuminista francese affidava a due alter ego “stranieri”, persiani, il compito di raccontare la Francia dell’Ancien Régime, e di sottolineare le ingiustizie e l’oppressione su cui si fondava. In queste “Nuove lettere persiane” Barbara Spinelli lancia a quattordici colleghi la sfida di raccontare l’Italia: lo fanno parlando con amici e parenti, e partendo da episodi di vita quotidiana che illuminano storie diverse tra loro, ma tutte ambientate in un Paese – il nostro – che è anche il loro, e ci appare all’improvviso diverso, e al tempo stesso familiare.
Come scrive Gad Lerner nella sua introduzione, “Il rovesciamento dello sguardo su noi stessi che dobbiamo alla sensibilità di questi autori, produce vantaggi da non sottovalutare.  Rivitalizza una lingua italiana destinata, senza questo interscambio, alla marginalità. Sollecita un atteggiamento sprovincializzato nei riguardi dei problemi  nazionali. Rivela i cambiamenti intervenuti nel nostro tessuto sociale (…). Ci segnala il pericolo di adagiarsi in un piccolo mondo antico che esiste solo nei nostri sogni”.

Il libro nasce da una collaborazione tra l’ong Cospe e il settimanale Internazionale, di cui Francesca Spinelli è collaboratrice da Bruxelles. Gli autori sono Farid Adly Ahmad Ejaz, Ismail Ali Farah, Lubna Ammoune, Mayela Barragan, Paula Baudet Vivanco, Domenica Canchano, Alen Custovic, Raymon Dassi, Darien Levani, Gabriela Pentelescu, Edita Pucinskaite, Akio Takemoto,  Sun Wen-Long.

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"Donne d’Africa, maestre di vita". Presentazione della Campagna NOPPAW, Premio Nobel per la Pace alle donne africane

Domenica 15 maggio alle ore 18, GRIOT in collaborazione con il comitato NOPPAW – Nobel Peace Prize for African Women presentano “Donne d’Africa, maestre di vita”
Parteciperanno all’incontro assieme alla portavoce di NOPPAW Ilaria Signoriello e a Eugenio Melandri, coordinatore di ChiAma l’Africa, Helene Yinda, teologa camerunense, Fatima Mohamed Lmeldeen, insegnante del Darfur Occidentale, Salimata Porquet, della Rete Pace e Sicurezza delle Donne in Costa d’Avorio, Giuseppina Tripodi della Fondazione Rita Levi Montalcini e le Persone Libro dell’Associazione Donne di Carta.

E’ una carovana che è partita da lontano, quella di NOPPAW (Nobel Peace Prize for African Women), che sta attraversando città e paesi con un unico messaggio: l’Africa in cammino merita un Nobel. L’Africa in cammino è quella delle donne, pilastro di un continente così tante volte dato per morente e invece più vivo e attivo che mai, nonostante tutti i suoi problemi, grazie anche e soprattutto al lavoro silenzioso e fondamentale delle sue straordinarie donne. Pilastri sui quali spesso si reggono le sorti di nuclei familiari anche molto allargati, inesauribili sorgenti di energia ed intraprendenti ideatrici di piccole grandi attività in grado di cambiare la vita di chi le circonda, le donne africane devono affrontare molti ostacoli: l’inadeguatezza dell’istruzione, delle condizioni medico-sanitarie, il peso di tradizioni che privilegiano il potere maschile.
Nonostante questo, è spesso proprio a loro, al loro coraggio e alla loro vivacità che si deve la sopravvivenza e il benessere di intere comunità. Questo ruolo può e deve uscire dal silenzio e dall’ombra. E’ questo lo scopo della straordinaria iniziativa promossa dalla campagna “Walking Africa deserves a Nobel”, che chiede il conferimento del Premio Nobel per la Pace 2011 alle donne africane. Il comitato NOPPAW giungerà domenica 15 maggio alla Libreria GRIOT. All’incontro parteciperanno la teologa camerunense Helene Yinda, Giuseppina Tripodi della Fondazione Rita Levi Montalcini, Fatima Mohamed Lmeldeen, insegnante del Darfur occidentale, Salimata Porquet, Presidente della rete Pace e Sicurezza delle Donne in Costa d’Avorio. Ilaria Signoriello, portavoce di NOPPAW, illustrerà i temi della campagna. Conclude Eugenio Melandri, coordinatore di ChiAma l’Africa. Si ascolterà l’inno “Walking Africa”, dedicato alle donne africane da Amii Stewart, e verrà proiettato il video “La guerra delle donne” di Paolo Mongiorgi. Interventi e testimonianze saranno accompagnate da poesie e testi detti dalle Persone Libro dell’Associazione Donne di Carta.
Nota: L’immagine è utilizzata secondo i termini Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported license

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Presentazione del libro "L’Angola indipendente”, di Maria Cristina Ercolessi

Sabato 14 maggio alle 19.00 GRIOT presenta il libro di Maria Cristina Ercolessi “L’Angola indipendente”

A discuterne assieme all’autrice anche Alessandro Triulzi, docente di Storia dell’Africa all’Università di Napoli

Il vento delle indipendenze che ha soffiato sul continente africano negli anni ’60 ha lambito solo marginalmente le colonie portoghesi, che dovranno attendere la metà degli anni ’70 per ottenere l’indipendenza, al prezzo di lunghe e sanguinose guerre di liberazione. L’Angola conquista l’indipendenza nel 1975 dal Portogallo, dove nel frattempo era caduto il regime di Antonio de Oliveira Salazar, strenuo oppositore dei movimenti indipendentisti delle colonie africane. La pace dura però molto poco, e immediatamente dopo l’indipendenza, l’Angola precipita in una guerra civile che vedrà contrapposti il Movimento popolare per la liberazione (MPLA), di orientamento marxista-leninista, e l’opposizione armata dell’Unione nazionale per l’indipendenza totale (UNITA), guidato da Jonas Savimbi e appoggiato da potenti attori regionali esterni. Gli assetti globali pesantemente influenzati dalla guerra fredda trasformeranno il paese africano in un campo di battaglia in cui si giocheranno partite geopolitiche che oltrepasseranno i confini del paese, prima fra tutte quella relativa alla lotta contro il confinante regime sudafricano dominato dall’apartheid. La fine della guerra civile, nel 2002, vedrà l’MPLA emergere come forza politica dominante, chiamata a gestire gli enormi cambiamenti che avverranno nel paese in seguito all’incremento dello sfruttamento delle risorse petrolifere del paese. Un paese attraversato da conflitti e mutamenti di natura economica e sociale, ancora oggi segnato da profonde disuguaglianze nonostante gli indici di crescita economica.
Il libro di Maria Cristina Ercolessi, “L’Angola indipendente”, affronta gli ultimi trentacinque anni di storia del paese, dall’indipendenza a oggi, e offre un’analisi approfondita degli eventi drammatici che hanno segnato questo periodo inquadrandoli di volta in volta in un contesto geopolitico regionale, continentale e internazionale.
Con l’autrice Maria Cristina Ercolessi, docente di Sistemi politici dell’Africa contemporanea all’Università di Napoli “L’Orientale”, dialogherà Alessandro Triulzi, docente di Storia dell’Africa presso lo stesso ateneo

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Corso intensivo di Arabo 1

Mercoledì 1 giugno inizierà un nuovo corso intensivo di Arabo I, destinato a chi non ha alcuna conoscenza della lingua araba e vuole apprenderne gli elementi di base

Nel corso degli ultimi mesi paesi come la Tunisia, l’Egitto, la Siria, la Libia sono entrati prepotentemente nella quotidianità delle cronache giornalistiche, e gli eventi che hanno toccato le sponde meridionali e orientali del Mar Mediterraneo hanno avuto un’eco straordinaria anche su quelle settentrionali, nel nostro paese.Questo ha stimolato in moltissime persone un desiderio di approfondire le loro conoscenze su questi paesi, così vicini per geografia e per vicende storiche al nostro.

La lingua diventa uno strumento straordinario per acquisire una conoscenza di prima mano attingendo direttamente alle informazioni provenienti dai media del mondo arabo, oltre che alle testimonianze in viva voce di cittadini dei paesi arabi che già vivono nel nostro paese. Proprio per rispondere a queste esigenze, e alle numerose richieste ricevute, Officina GRIOT ha istituito un corso intensivo di Arabo I, che si svolgerà nei mesi di giugno e luglio.

Il corso sarà suddiviso il due parti: nella prima parte gli allievi acquisiranno gli elementi di base della lingua araba – lettere dell’alfabeto e relativa pronuncia, forme di scrittura – e appreso alcuni vocaboli di base e formule di saluto; nella seconda parte le nozioni apprese nella prima saranno consolidate attraverso esercitazioni intensive, e si studieranno piccoli dialoghi generici – formule di presentazione, situazioni tipo al ristorante, in aereo, all’aeroporto, in albergo, dal medico, al mercato, in città.

Il corso, che prevede 15 incontri di due ore ciascuno (lunedì e mercoledì dalle 18 alle 20, dal 1 giugno al 20 luglio) sarà tenuto da insegnanti madrelingua (Egitto, Algeria). Per la partecipazione sarà necessaria l’adesione all’Associazione Officina GRIOT.
Per maggiori informazioni scriveteci a [email protected] o chiamateci allo 06 58 33 41 16.

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Nuovo corso di arabo giornalistico

Martedì 17 maggio inizierà un nuovo corso di Arabo giornalistico, destinato a chi ha già delle buone conoscenze di base della lingua e desidera approfondire la lingua utilizzata dai mezzi di comunicazione diffusi nel mondo arabo.

La necessità di incrementare l’offerta formativa di Officina GRIOT in questo ambito, potenziando ulteriormente il settore dedicato ai corsi di arabo e in particolare a quelli di arabo giornalistico, è sorta in seguito agli eventi che si stanno susseguendo in Nordafrica e in Medio Oriente da alcuni mesi a questa parte. Paesi che abitualmente restavano ai margini delle cronache hanno fatto improvvisamente irruzione sulle prime pagine dei nostri quotidiani e hanno dettato l’agenda delle nostre trasmissioni di approfondimento politico, determinando un rinnovato desiderio di comprendere più in profondità la storia culturale e politica dei Paesi in fermento sulle sponde del Mediterraneo. Il corso proposto da Officina GRIOT vuole offrire l’opportunità di attingere, senza alcuna mediazione, alle fonti di informazione in lingua araba, alle quali mai come in questo periodo si rivolgono anche i media occidentali per approfondire i loro contenuti. E’
rivolto a studenti, ricercatori, giornalisti, operatori culturali e a chiunque voglia conoscere più in profondità un mondo complesso e variegato come quello che utilizza l’arabo come lingua principale.
Il corso si terrà il martedì e il giovedì, dalle 16.30 alle 18.30, e prevede 25 incontri. Sarà attivato con un minimo di quattro iscritti. Per la partecipazioni ai corsi, è necessaria l’adesione annuale all’Associazione Officina GRIOT (20,00 €). La quota complessiva di partecipazione è di 400 € e comprende le dispense a supporto del corso.
Il corso prevede la partecipazione minima di 4 studenti e le iscrizioni saranno considerate automaticamente chiuse al raggiungimento di 10 iscritti, numero massimo di partecipanti al corso.
Per maggiori informazioni: scriveteci a [email protected] o chiamateci allo 06 58 33 41 16.

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Presentazione del libro serigrafico "Radici", le storie di diciassette migranti in forma di albero

Sabato 30 aprile, alle ore 19, GRIOT presenta “Radici”, libro serigrafico che raccoglie le storie in forma di albero di diciassette migranti, realizzato da ELSE con la collaborazione della casa editrice Orecchio Acerbo, di Asinitas Onlus e di CEMEA del Mezzogiorno Onlus

Assieme ad alcuni degli autori, interverranno Fausta Orecchio, della casa editrice Orecchio Acerbo, Paola Spigarelli e il maestro di serigrafia Claudio Tosi di CEMEA del Mezzogiorno e Stefano Cisale di Asinitas


“Radici” non è solo un libro, sottile, fatto di una ventina di pagine. E’ un progetto che nasconde e svela mondi: i mondi dei diciassette autori, migranti provenienti da diversi paesi e approdati a Roma, si sono portati dietro e hanno scelto di raccontare a chi li ha saputi ascoltare. E’ un’opera d’arte, perché le storie di Kiran, Ibrahim, Jesmin e di tutti gli altri hanno un’ispirazione, partono dall’immagine potente ed evocativa dell’albero, che dispiega i suoi rami, affonda le sue radici e produce i suoi frutti nutrendosi dell’aria, della luce e delle sostanze nutritive della terra che lo accoglie.  E’ anche un oggetto, perché le venti tavole che lo costituiscono sono il prodotto di un laboratorio di un’arte antica e affascinante, quella della serigrafia, che i diciassette autori di “Radici” hanno frequentato imparando a trasformare le loro storie in arte.
Eritrea, Ciad, Afghanistan, Palestina, Algeria, Bangladesh, India, Romania. Donne e uomini con radici lontane da qui e tra loro.  Uniti dalla comune radice della diversità, e da una nuova lingua che avvicina.
Il libro, amorevolmente cucito a mano, è il primo piccolo grande capolavoro di ELSE, che sta per Edizioni Libri Serigrafici E altro, un laboratorio serigrafico sostenuto dalla casa editrice Orecchio Acerbo, da CEMEA del Mezzogiorno Onlus e da Asinitas Onlus, oltre che dalla rivista “Lo Straniero” diretta da Goffredo Fofi. A parlare del progetto ELSE e del libro “Radici” saranno con noi Fausta Orecchio, della casa editrice Orecchio Acerbo, Paola Spigarelli e il maestro di serigrafia Claudio Tosi, di CEMEA del Mezzogiorno, e Stefano Cisale di Asinitas, oltre ad alcuni tra gli autori del libro.

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"Haile Selassie I. Discorsi scelti, 1930-1973". Presentazione del libro di Lorenzo Mazzoni

Domenica 17 aprile, alle ore 19.00, GRIOT presenta “Haile Selassie I. Discorsi scelti, 1930-1973” (Ed. Stampa Alternativa)
Ne discuteranno insieme al curatore Lorenzo Mazzoni, la scrittrice etiope Maaza Menghiste, autrice del libro “Lo sguardo del Leone” (Neri Pozza) e Matteo Guglielmo, esperto di geopolitica del Corno d’Africa.

Quella dell’imperatore Haile Selassie I è certamente una delle più importanti figure storiche del ‘900. Dal 1930, data della sua incoronazione, al 1973, quando ormai molto anziano, fu destituito da un colpo di stato militare guidato da Menghistu, Haile Selassie ha segnato con il suo lungo regno sull’Etiopia un secolo di cruciale importanza per il continente africano. Dalla sua strenua resistenza all’invasione fascista agli anni dell’esilio durante la breve occupazione italiana dell’Etiopia, si è posto come interlocutore di fondamentale importanza al cospetto della comunità internazionale, forte del governo su uno degli imperi più antichi del continente. Circondato da un’aura mitica, in quanto rappresentante di una dinastia imperiale che fa risalire le sue origini al re Salomone, nel dopoguerra la figura di Haile Selassie è al centro di drammatiche vicende storiche, simbolo di un potere imperiale di stampo medievale che pure tenta di modernizzare, ma diventa anche il riferimento spirituale del movimento transnazionale del rastafarianesimo, un movimento culturale legato alla musica reggae reso celebre dal suo principale portavoce, Bob Marley. Per i seguaci della filosofia rasta, Heile Selassie incarna la seconda venuta di Cristo, e i suoi discorsi rappresentano una sorta di Nuovissimo Testamento.
Il libro di Lorenzo Mazzoni, “Haile Selassie I. Discorsi scelti, 1930-1973”, pubblicato da Stampa Alternativa, presenta una selezione dei discorsi tenuti da Ras Tafari Makonnen, ossia Haile Selassie I, tra il 1930 e il 1973 al popolo etiope, alla Società delle Nazioni, alle Nazioni Unite, all’Organizzazione dell’Unità Africana, al Concilio Mondiale delle Chiese e ad altri organismi e istituzioni internazionali, per la prima volta in una traduzione italiana.
A discutere con l’autore, Lorenzo Mazzoni, saranno presenti Maaza Menghiste, scrittrice nata in Etiopia e residente negli Stati Uniti, autrice del romanzo “Lo sguardo del leone” (Neri Pozza), e Matteo Guglielmo, esperto di geopolitica del Corno d’Africa, autore del saggio “La Somalia. Le ragioni storiche del conflitto” e del blog Inside HOA. Notizie dal Corno d’Africa.
Lorenzo Mazzoni è fondatore di un’associazione socioculturale di carattere rastafari, con sede a Barcellona. Negli ultimi tre anni ha pubblicato due libri: per Coniglio Editore “Kebra Nagast. La Bibbia segreta del Rastafari” (Roma, luglio 2007), per Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri “Rasta Marley. Le radici del Reggae” (Viterbo, giugno 2009).
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GRIOT festeggia il "Jackie Robinson Day". Presentazione del libro "Il mio nome è Jackie Robinson", la storia del grande campione di baseball e icona delle lotte per i diritti civili in America

Venerdì 15 aprile alle ore 19 GRIOT festeggerà il Jackie Robinson Day, con la presentazione del libro “Il mio nome è Jackie Robinson” di Scott Simon
Interverranno: Marco Contini, della redazione Esteri del quotidiano La Repubblica, osservatore del mondo americano e appassionato di baseball, e Mauro Valeri, sociologo ed esperto di sport e razzismo.

Jackie Robinson è un’icona dello sport e un simbolo della lotta per i diritti civili, il primo afroamericano a giocare nel baseball professionistico con la maglia dei Brooklyn Dodgers. Siamo alla fine degli anni ’40, e l’appassionante vicenda sportiva e umana di Jackie Robinson ha avuto la forza di mettere l’America di fronte alle profonde contraddizioni della sua democrazia, segnata dalle pesanti discriminazioni nei confronti della sua componente afroamericana. Con caparbietà e determinazione, Jackie Robinson ha resistito all’ostilità nutrita dai suoi compagni e dai tifosi della sua squadra, conquistando tutti e spianando la strada all’ingresso di altri afroamericani nella principale lega americana di baseball. Ancora oggi, in suo onore, nessun giocatore nella Major League indossa la maglia con il numero di Jackie, il 42. Nel suo libro “Of thee I Sing: A Letter to my Daughters”, il presidente Barack Obama ha inserito Robinson tra i tredici grandi personaggi americani che hanno cambiato il corso della storia, perché con il suo esempio “ci ha mostrato come trasformare la paura in rispetto”.

Ogni anno, il 15 aprile, l’America festeggia il Jackie Robinson Day: proprio in questa data, nel 1947, Robinson esordì nella Major League e cambiò la storia del baseball professionistico e, più in generale, delle relazioni razziali negli Stati Uniti. GRIOT farà eco ai festeggiamenti negli Stati Uniti, presentando il libro “Il mio nome è Jackie Robinson”, scritto dal giornalista Scott Simon e pubblicato dalla casa editrice 66thand2nd. A conversare sul libro, sulla figura di questo straordinario atleta e sul lungo e tortuoso percorso delle lotte per i diritti civili negli Stati Uniti saranno con noi Marco Contini, della redazione Esteri del quotidiano La Repubblica, grande osservatore del mondo americano e appassionato di baseball, e Mauro Valeri, sociologo che da anni studia il fenomeno del razzismo nel mondo dello sport.

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Aperitivo Bafoulabè da GRIOT, con Madya Diebate e Djibril Gningue

Domenica 10 aprile alle ore 19, aperitivo musicale Bafoulabé da GRIOT
Un’occasione per ascoltare dal vivo Madya Diebate alla kora e Djibril Gningue a ngoni e basso e gustare sapori provenienti da Africa e Medio Oriente… nel cuore di Trastevere!

Bafoulabé è il nome di una formazione musicale aperta, che vede al suo interno diversi musicisti che si alternano a seconda del progetto musicale in corso. E’ il nome di un villaggio in Mali, ma indica anche il punto esatto in cui si incrociano due fiumi. Nel caso dei due musicisti ospitati da GRIOT, Bafoulabé vuole essere punto di incontro, a cui approdano e da cui ripartono due esperienze musicali differenti.
Madya Diebate e Djibril Gningue propongono uno spettacolo di musiche dall’Africa Occidentale che attinge al repertorio della musica tradizionale mandinga, epiche e storie che narrano dell’impero del Mali e dei suoi eroi, miti tramandati dai griot, di padre in figlio, fino ai giorni nostri. Un repertorio classico, arrangiato con la sensibilità moderna di due straordinari interpreti della diaspora. Madya Diebate suona la kora, un’arpa tradizionale mandinga a 21 corde, e canta le epopee dell’impero del Mali. Djibril Gningue suona il ngoni un liuto a quattro corde originario delle savane del Sahel e il basso elettrico.
L’aperitivo che accompagnerà l’esibizione dei due artisti comprende specialità dal Nordafrica e dal Medio Oriente, the e tisane, bevande alcoliche e analcoliche e vini biologici, al costo di 10 €.
Madya viene dalla Casamance, una regione a sud del Senegal in cui prevale l’etnia mandinka. Discende da una famiglia griot, con una parentela stretta con la famiglia di Toumani Diabate e Ballake Sissoko. La kora, l’arpa a 21 corde dei mandingo, è originaria di quelle terre. A differenza dei maliani, in Gambia e in Casamance la kora si suona in modo più ritmico e percussivo, con le corde che vengono colpite e pizzicate.
Madya Diebate può essere considerato uno dei più virtuosi suonatori di kora della diaspora africana. Attento interprete della cultura mande suona sia in gruppi tradizionali che  in  progetto di fusione che vedono assieme la crema del jazz italiano e la tradizione orale ouest-africaine. http://www.myspace.com/madyadiebate
Djibril è un polistrumentista senegalese di etnia serer. Suona il basso, la chitarra acustica e elettrica, il ngoni (chitarra tradizionale africana), la kora (arpa africana) e le percussioni (sabar, djembe). Djibril ha una lunga esperienza musicale a Dakar, Senegal, dove ha suonato con i migliori musicisti. In Europa e in Italia ha collaborato con diversi gruppi musicali e teatrali. http://www.myspace.com/djibril_gningue

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Derek Walcott presenta a Roma in prima mondiale l'opera teatrale "Moon-child (Ti Jean in Concert)"

“Moon-Child (Ti Jean in Concert)”, testo, scenografia e regia di Derek Walcott
Lunedì 4 aprile, alle ore 21, presso l’American Academy in Rome, verrà presentata la prima mondiale dello spettacolo teatrale del Premio Nobel per la Letteratura Derek Walcott
Derek Walcott, residente dell’Accademia come “William B. Hart Poet-in-Residence”, mette in scena il suo ultimo lavoro teatrale con gli attori Wendell Manwarren (Trinidad), Giovanna Bozzolo (Italia) e Dean Atta (Regno Unito). Le musiche per lo spettacolo sono di Ronald Hinkson (Santa Lucia). La scenografia di Derek Walcott e Peter Walcott (SAnta Lucia).
Lo spettacolo si svolgerà in lingua inglese, con una sinossi in lingua italiana. L’evento è stato reso possibile grazie al “Maria Cox and New Initiatives for Don Fund”. L’ingresso è gratuito, previa esibizione di un documento all’ingresso.
American Academy in Rome, Villa Aurelia
Largo di Porta San Pancrazio, 1
www.aarome.org

La Libreria GRIOT sarà presente all’evento con una selezione di testi di Derek Walcott, in lingua originale e in italiano con testo originale a fronte
“Ho dell’inglese, del negro e dell’olandese in me
sono nessuno, o sono una nazione”
Così fa dire Derek Walcott, nel poemetto “La goletta Flight”, ad un personaggio che potrebbe essere il suo alter ego. Scrittore e poeta caraibico, Derek Walcott nasce nel 1930 a Santa Lucia, una delle perle del Mar dei Caraibi, crogiolo di incontri e scontri tra culture e lingue diverse. La creolità, che caratterizza gli artisti nati in quest’area, raggiunge con la vastissima opera poetica di Walcott un vertice di assoluta originalità e bellezza, coronato nel 1992 con il conferimento del Premio Nobel per la letteratura. Tra i suoi libri, si ricondano “Uve di mare”, “Mezza estate”, “Mappa del Nuovo Mondo”, “Omeros”, “Isole”, “Prima Luce”, “Odissea”.