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GRIOT da E/O all’Isola Tiberina n. 1: Arti contemporanee in Africa, dalle Comore al Capo di Buona Speranza

Domenica 12 Luglio, la Libreria GRIOT all’Isola Tiberina presenta: Arti contemporanee in Africa, dalle Comorre al Capo di Buona Speranza, video, corti e chiacchierate con Marco Dotti e W. Paolo Tamburella.

Prende il via la serie di incontri sulle culture contemporanee africane a cura di GRIOT presso lo spazio E/O sull’Isola Tiberina. Domenica 12 luglio l’artista Paolo W. Tamburella e Marco Dotti saggista, redattore di Stampa Alternativa presentano il progetto Djahazi esposto alla 53a Biennale di Venezia

Djahazi è l’imbarcazione tradizionale delle Isole Comore. Per secoli la djahazi ha trasportato uomini e merci, collegando l’arcipelago comoriano con le vicine coste di Zanzibar, della Somalia e del Madagascar. Usate ai giorni nostri per trasferire i containers dalle navi al porto, recentemente le imbarcazioni – proprio in seguito alla “modernizzazione” del porto della capitale Moroni – sono state dichiarate “fuori legge” e di conseguenza abbandonate. Il progetto Djahazi di Paolo W. Tamburella, presentato Venezia, mira alla rivalorizzazione di un patrimonio simbolico, oltre che materiale, della cultura comoriana.  
Paolo W. Tamburella: artista italiano in movimento; la sua arte mostra dinamicità formale e creativa attraverso l’utilizzo di diversi media tra cui il video, l’installazione e la performance, crea dei documenti che indagano la globalizzazione e le dinamiche post-coloniali collegate alla modernizzazione. Artista poliedrico, scultore e videomaker, ha iniziato da grandi disegni e piccoli basso rilievi, è transitato, in the movie per luoghi pubblici e spazi aperti per installare opere site specific dalle grandi dimensioni. Nel 2008 l’artista e i docker di Moroni hanno lavorato per rimettere in funzione le Djahazi, tradizionali imbarcazioni comoriane, con lo scopo di trasportarla a Venezia e di affidarle nuovamente la possibilità di connettere le Isole Comore agli altri paesi, rappresentando la metafora di una globalizzazione ambigua, che porta con sé speranza e rassegnazione. Tra le sue mostre ricordiamo: Wonder Biennale di Singapore 2008, Inscriptions Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Guarene 2007, Post- Cards Stazione di S. Maria Novella 2006, Annina Nosei Gallery New York 2003\2001.
Marco Dotti: Docente alla facoltà di Comunicazione interculturale e dei media dell’università di Pavia. Scrive per Il Manifesto, Alias, l’Indice dei Libri e lavora per il progetto tysm.org. Ha curato e tradotto testi di Antonin Artaud, Jean Genet, Jean Cocteau, Léon-Paul Fargue, Catherine Pozzi. Il suo ultimo libro è: Luce nera. Strindberg, Paulhan, Artaud e l’esperienza della materia (Medusa, Milano 2007).