GIARDINI DEI DEVOTI

Editore:Orientamento/Al-Oibla
ISBN: 9788889795132

28,00

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Descrizione

Il Profeta Muhammad (su di lui la preghiera e la pace divine), latore dell’ultima Rivelazione divina destinata all’umanità, è il ‘bellissimo Esempio’ al quale i credenti si devono conformare per ottenere grazia in questa vita e salvezza nell’Altra, nonché ‘Realizzazione’ spirituale, per chi ne abbia la qualificazione. ‘Mediatore’ supremo, i suoi insegnamenti e le sue indicazioni costituiscono la Sunna, che rappresenta, assieme al Corano, la fonte sulla quale si basa la Legge sacra islamica, e la matrice dei mezzi con i quali avvicinarsi alla Conoscenza di Allah. Di qui la necessità di conoscere la Sunna, anche perché, come dice molto giustamente Abû ‘Uthmân Al-Hîrî (citato dal Qâdî ‘Iâd nel Kitâbu sh-shifâ), “chi si fa governare nella parola e nell’opera dalla Sunna finisce per parlare secondo la Sapienza, mentre chi si fa governare dalla passione finisce per parlare secondo inopportuna innovazione (bid‘a),” contraria alla Tradizione e all’intelletto rettamente ispirato. Il libro che qui presentiamo, intitolato Riyâdu s-sâlihîn [1], rappresenta una ‘vulgata’ della Sunna profetica; quest’ultima infatti è propriamente trasmessa in un corpus immenso di hadith [2] radunati in alcune raccolte ‘canoniche’ (come anche in altre meno note), spesso citate ma in realtà raramente studiate a fondo dai comuni credenti, in ragione e della loro stessa vastità, e della profondità e sottigliezza che contraddistingue il ‘tessuto logico’ che presiede all’organizzazione dei testi (e intendo la successione dei capitoli, la disposizione degli hadith ecc.), ciò che senza dubbio richiede da parte del lettore un’applicazione non usuale, perlomeno nel caso che egli voglia intraprenderne la lettura completa. E dunque diciamo, per esprimerci in altro modo, che stante la relativa difficoltà di libri come il Sahîh di Al-Bukhârî o quello di Muslim, ne conseguì la necessità di una ‘vulgata’ appunto, e cioè di un testo che fosse accessibile ai più, e che al contempo contenesse i punti fondanti della Sunna; un testo di carattere prevalentemente ‘exoterico’, ma privo di ogni chiusura rispetto agli aspetti più elevati dell’insegnamento profetico; un testo che tagliasse corto con la problematica relativa alla veridicità dell’attribuzione al Profeta (su di lui la preghiera e la pace divine) di parte degli hadith, presentando al pubblico solamente quelli indiscutibilmente ‘certi’ in tal senso; un testo infine nel quale la suddivisione degli argomenti risultasse la più chiara possibile, e che contenesse perlomeno qualche accenno a come essi sono trattati nel Corano. Di quanti si incaricarono della bisogna, il siriano An-Nawawî (Muhiyyu d-Dîn Abû Zakariyâ Yahyâ ben Sharaf An-Nawawî, nato nel 631 dall’Egira, 1233 dell’era cristiana, a Nawâ, ed ivi morto nel 676, o 1277 dopo Cristo) fu senza dubbio il più fortunato, rispondendo perfettamente il suo Riyâdu s-sâlihîn alle citate esigenze: la sua opera risulterà sempre ricercata, e specialmente in epoca recente sarà diffusa massicciamente, e sarà letta da decine di milioni di persone nell’oriente come nell’occidente del mondo islamico.