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RWANDA, 15 ANNI DOPO: VERITÀ, GIUSTIZIA, RICONCILIAZIONE: Incontro con la scrittrice ruandese Esther Mujawayo

Sabato 16 maggio alle 18.00, in occasione della commemorazione del quindicesimo anniversario del genocidio che ha sconvolto il Rwanda, l’associazione “Progetto Rwanda” e la comunità rwandese di Roma organizzano un incontro con Esther Mujaway, una delle voci più intense e autorevoli della diaspora rwandese, autrice de Il fiore di Stephanie (edito in Italia da E/O).
Partecipano: Jean Pierre Ruhigisha, della comunità rwandese di Roma e Patrizia Salierno, presidente dell’Associazione Progetto Rwanda attiva dal 1997 nel paese africano.



Sopravvissuta al genocidio del 1994, sociologa, psicoterapeuta, fondatrice dell’associazione delle vedove Avega impegnata nel sostegno alle donne sopravvissute, Esther ha scritto, in collaborazione con la giornalista di origine algerina Souad Belhaddad, “Il fiore di Stephanie”, il racconto personale del difficile, talvolta impossibile, e tuttavia inevitabile, cammino della riconciliazione.

“Non riesco bene a esprimere che cosa significhi per un sopravvissuto la riconciliazione. E’ qualcosa di molto, molto lontano, come il cielo. Prima di tutto perché ti accorgi che la persona che ti ha fatto soffrire così tanto non cede. Si rifiuta di parlare, e il dolore che provi è così profondo, impossibile da descrivere, quindi convincersi che riusciremo a riconciliarci è difficile. Tuttavia per preparare il futuro di un paese non si può continuare a vivere nella discordia, e allora, in mancanza di meglio, accettiamo di percorrere la strada più breve. Ma anche la più dura”.

Progetto Rwanda Onlus promuove da oltre un decennio progetti di sviluppo, realizzati, implementati e monitorati da personale locale, con l’obiettivo di aiutare i sopravvissuti e le categorie a rischio – orfani e ragazzi in difficoltà, donne e vedove del genocidio, adolescenti capifamiglia -, sostenere le associazioni rwandesi che operano per la pace e la riconciliazione in un paese tuttora traumatizzato dal genocidio, e rendere autonome le comunità locali nelle quali interviene.

Per saperne di più sull’Onlus Progetto Rwandawww.progettorwanda.it
Wikipedia:

Genocidio rwandese
Letteraura Rwandese (in francese)

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"Outsiders" le seconde generazioni a teatro. Uno spettacolo di Jessica Costa Moreno e Francesco Talarico e la regia di Walter do Rosario.

Domenica 17 maggio alle 19:00: GRIOT presenta Outsiders”, uno spettacolo sull’integrazione, le seconde generazioni, il razzismo, la società e l’immigrazione in Italia. Ne parlano gli autori Jessica Costa Moreno e Francesco Talarico insieme al regista Walter do Rosario. Sarà presente l’intero cast dello spettacolo, di cui verranno proposti passaggi.

“Outsiders” Uno sguardo su una società che sta cambiando più in fretta di quanto possa sembrare, un grido di denuncia proiettato verso un futuro che si preavvisa sempre più pieno di odio e spaccature.  Un’analisi a 360° su questa società italiana sempre più multietnica, ma mai così chiusa.

Fresco, intenso, arrabbiato, giovane, con un cast d’eccezione: tutto questo è OUTSIDERS. Spettacolo teatrale scritto, diretto e interpretato da giovani under 30, giovani capoverdiani di “seconda generazione” e giovani italiani che condividono con loro le difficoltà di questa società e la passione per il teatro. Alla difficoltà del vivere l’età adolescenziale, dove tutto è fonte di grande emozione e caos sentimentale, spesso si aggiunge una profonda difficoltà di integrazione culturale ed aspettative familiari che troppo spesso rappresentano il frutto di uno stato di emarginazione ed un forte senso di rivalsa nei confronti della popolazione ospite.

Questa è la nuova realtà italiana, dove il nuovo multiculturalismo nasconde ancora scenari di forte lontananza culturale.

OUTSIDERS è un progetto di Tabanka onlus finanziato dall’Unione Europea Gioventù in Azione, e vede il patrocinio dell’Ambasciata del Capo Verde in Roma.

Durante la presentazione presso la libreria GRIOT, i biglietti verranno venduti al prezzo ridotto di 13 euro anche per gli over 26.

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“Materiali di ricerca sulla medicina tradizionale in area nzema (Ghana)”di Mariano Pavanello e Pino Schirripa

Sabato 9 maggio, alle 19.00 Mariano Pavanello e Pino Schirripa presentano “Materiali di ricerca sulla medicina tradizionale in area nzema (Ghana)”. Introduce l’antropologo Marco Simonelli.


Il libro di Pavanello e Schirripa ha l’obbiettivo di mettere a disposizione degli studiosi di antropologia medica e di medicine tradizionali dei materiali di ricerca sui saperi locali nzema di ordine nosografico, botanico e farmacologico, frutto di alcuni anni di studi e ricerche, nel quadro delle attività scientifiche della Missione Etnologica Italiana in Ghana.
I materiali pubblicati possono costituire una notevole base di partenza per i successivi studi sugli nzema, popolazione akan stanziata nell’estremo lembo sud occidentale del Ghana.
La pubblicazione inaugura una linea scientifica ed editoriale in antropologia medica che costituisce uno degli ambiti privilegiati di ricerca e didattica del Dottorato di Ricerca in Etnologia e Etnoantropologia dell’Università La sapienza di Roma, pubblicata dall’editore Nuova Cultura.
Mariano Pavanello è professore ordinario di Etnografia dell’Africa presso l’Università La Sapienza di Roma. Dal 1973, ha svolto ricerche etnologiche in molti paesi africani, e dal 1989 si dedica soprattutto all’area akan in Ghana.
Pino Schirripa antropologo medico, è ricercatore a contratto presso l’Università La Sapienza di Roma ed è membro del SIAM (Società italiana di Antropologia medica).

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“37.423 km in Africa” immagini e appunti di viaggio

Sabato 16 maggio alle 20:30, presso la Libreria GRIOT Pina Bigoni e Alberto Negroni presentano “37.423 km in Africa”, immagini e appunti di viaggio, l’attrice Sonia Barbadoro leggerà dei brani tratti dal libro.

Il libro di Pina Bigoni e i quadri di Alberto Negroni  sono il racconto di un viaggio in Africa durato quasi anno a bordo di una jeep.

Tornati a Milano, hanno deciso di dare una mano alle tante persone e alle piccole realtà di volontariato che hanno incontrato durante il loro incredibile viaggio. Con questo scopo hanno fondato la Niphelping Onlus, a cui sono destinati tutti i proventi della vendita del libro.

“Che ci faccio qui?- il titolo di questo libro di Chatwin, uno degli scrittori che piu’ amiamo, ci continuava a ronzare in testa e la risposta a questa domanda, stimolante ma inquietante, tardava ad arrivare. Abbiamo lasciato tutto, un lavoro gratificante, una vita agiata e rassicurante, abbiamo scelto di -morire- metaforicamente perché sapevamo, consciamente o inconsciamente, che saremmo rinati”.

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Mettiamoci in gioco! Un gioco africano di strategia – due giorni organizzata dall'Associazione Amici del Museo Pigorini e la Libreria GRIOT

METTIAMOCI IN GIOCO! UN GIOCO AFRICANO DI STRATEGIA
23-24 MAGGIO 2009

In occasione della Giornata dell’Africa e in concomitanza con la Giornata mondiale del Gioco, l’Associazione Amici del Museo Pigorini e la Libreria GRIOT organizzano il 23 e il 24 maggio 2009 un evento che consentirà di imparare a giocare uno dei meno conosciuti, ma più interessanti, giochi di strategia diffuso con nomi diversi (ayo-awale-bao-omwhesosongo-sungka-warri…,ecc.) su tutto il continente africano, in Medio Oriente, Asia orientale, Caraibi, Brasile.


METTIAMOCI IN GIOCO! sarà un’occasione per conoscere l’altro giocando, iniziando al mattino al Museo Pigorini all’EUR e proseguendo nel pomeriggio con il torneo alla Libreria GRIOT.
Una maratona di gioco (workshop, tornei, incontri) che ha come obiettivo la creazione di un momento di confronto e di dialogo tra culture e tra generazioni, stimolando, la reciproca comprensione e il riconoscimento delle differenze.
Link utili per saperne di più:
Awele su Wikipedia
YouTube

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“Microfinanza, economia popolare e associazionismo in Africa Occidentale. Uno sguardo al femminile”: incontro con l’autrice Francesca Lulli

Sabato, 6 Giugno alle 19:00: GRIOT presenta “Microfinanza, economia popolare e associazionismo in Africa Occidentale. Uno sguardo al femminile” interverrà insieme all’ autrice anche l’antropologo Francesco Zanotelli.

 

Attraverso l’analisi delle pratiche di risparmio e credito in alcune aree dell’Africa occidentale, questo testo illustra orientamenti e tensioni proprie di strategie sociali e finanziarie di riproduzione socio-culturale e di lotta alla vulnerabilità.
Cosa ci raccontano la microfinanza, l’economia popolare e l’associazionismo, nelle loro coordinate economiche e antropologiche, delle logiche di gestione sociale e simbolica del denaro? Quali le particolarità delle realtà presenti e delle modalità d’uso? Come si è sviluppata la microfinanza nella regione subsahariana, quali specificità riveste in rapporto al ventaglio delle proposte sociali e finanziarie autonome? Senza entrare metodicamente nello specifico delle interazioni fra razionalità istituzionali e non, questo testo mantiene uno sguardo su entrambe, cercando di ripercorrerne le priorità e a volte le reciprocità, attraverso un approccio transdisciplinare che, dove possibile, ne metta in luce le dimensioni sociali, economiche e antropologiche. All’interno di questo percorso un ruolo centrale, tanto nelle esperienze popolari che in quelle istituzionali, viene giocato dalle donne e dalla loro implicazione in un’economia i cui risvolti fondano la riproduzione socio-economica locale e l’espressione di una dimensione paritaria.
Le specificità delle associazioni femminili si sommano ad altre espressioni della società civile le cui funzioni sociali ed economiche sono risposte endogene alle vulnerabilità che testimoniano del valore e della funzionalità delle strategie locali autonome. Nella descrizione e nella riflessione sul panorama presentato questo testo cerca di disegnarne i tratti con un approccio transdisciplinare che, dove possibile, ne metta in luce le dimensioni sociali, economiche e antropologiche.
Francesca Lulli: antropologa, si occupa da anni di economia popolare, tematiche di genere e micro finanza in Africa occidentale, argomenti sui quali ha pubblicato alcuni articoli. Presta insegnamento in diversi master e corsi di specializzazione.

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“Il prefisso di Dio. Storie e labirinti di Once, Buenos Aires” di Francesca Bellino

Interverranno: Pietro Suber (giornalista) e Camilla Cattarulla(docente di lingua e letterature ispano-americane all’Università di Roma Tre), Letture di Luigi Diberti (attore).
Con la partecipazione del musicista Badarà Seck
Sarà presente l’autrice

Un viaggio nel quartiere ebraico di Buenos Aires
alla ricerca dell’Undicesimo Comandamento.

Rincorsa dal numero 11, l’autrice si perde in infiniti labirintidi storia antica e contemporanea e si lascia guidare dai personaggi che incontra sulla sua strada.
Immigrazionivecchie e nuove, tradizioni e mistica ebraica, credenze popolari e miracoli, tango porteňo e tango yiddish, la memoria e i fatti dell’attentato all’Ambasciata di Israele e all’Amia e della morte dei 194 ragazzi nella discoteca Cromañon, gli psicoanalisti del dopo crisi del 2001 e la convivenza tra culture diverse sono alcuni dei temi trattati in questo diario-reportage che cerca di stimolare il lettore in una personale ricerca di un nuovo Comandamento per le attuali società plurali.
“Un viaggio in compagnia de ‘Il Prefisso di Dio’ apre le porte meglio di qualunque guida turistica non solo a el Once e a Buenos Aires, perché Francesca Bellino racconta questi luoghi e storie con la partecipazione vitale e affettuosa di una scrittrice attenta e desiderosa di spaziare oltre e oltre e oltre ancora” (Luis Bacalov).
“Once è un quartiere affascinante, pieno di energia vitale, creatività e ricerche. Un quartiere che non si arrende. Di queste battaglie passate, presenti e future tratta questo bel libro” (Ivana Costa, Clarín).
Il libro ha il patrocinio di Asal, Icei e ProgettoSur.
L’Autrice
Francesca Bellino è nata a Salerno e vive a Roma. Giornalista, reporter di viaggio e autrice televisiva, collabora con numerose testate quotidiane e periodiche, tra cui Il Mattino, Il Foglio, Il Venerdì, Viaggi e D de La Repubblica, il supplemento culturale del Clarin, Ñ. È autrice dei saggi È ancora vivo! Lucio Battisti risorge attraverso i mezzi di comunicazione (Sottotraccia, 2000) e Non sarà un’avventura. Lucio Battisti e il jazz italiano (Elleu, 2004). www.francescabellino.it

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“Il Bacio della Sfinge”: incontro con l’autore Jorge Canifa Alves insieme all'editore Luca Donadei, la giornalista Maria de Lourdes Jesus e il musicista capoverdiano Keita.




Domenica, 3 Maggio alle 19:00: GRIOT presenta “Il Bacio della Sfinge” con l’autore Jorge Canifa Alves per la Fuoco Edizioni.

Ne parleranno con l’autore, l’editore Luca Donadei, la giornalista Maria de Lourdes Jesus. Accompagnerà la serata,  il musicista capoverdiano Keita.


Perché un turista entra a Capo Verde con la puzza sotto il naso? Forse non conosce questa terra e allora è bene raccontargliela prima… ondeggiando tra fantasia e realtà!

Ecco che “Il Bacio della Sfinge” diventa un’occasione per raccontare il mondo capoverdiano dentro e fuori l’arcipelago, da diversi punti di vista: quello fantasy dove un pirata cerca di salvare una forchetta dall’annegamento; quello reale dove una giovane immigrata, appena arrivata in Italia, si nutre di thè e biscotti perché non riesce a mangiare “italiano”; quello sportivo dove un gruppo di giovani della seconda generazione compie l’impresa storica di vincere un importante torneo di calcio; quello fiabesco fatto di animali parlanti, di aereo-tram volanti e di un regno fatto di “bionde bollicine”. Il libro diventa occasione anche per parlare di grandi temi come l’inquinamento ambientale in Africa, l’emigrazione e l’immigrazione, l’intolleranza razziale verso i Rom.

La sfinge è così un bacio per tutte le età, per tutti quelli che vogliono conoscere l’altro (in questo caso “capoverdiano”) nel suo dolore, nel suo divertimento… nel suo essere vivo!


Jorge Canifa Alves Un giorno prese una penna in mano e la fece sposare con la sua fantasia, era sul finire degli anni ottanta. Quel matrimonio a Jorge piacque molto e decise di farne nascere dei racconti. Jorge Canifa Alves è nato nel 1972 nella città di Mindelo, isola di S.Vicente, arcipelago del Capo Verde. In Italia dal 1979, è tra i primi scrittori della migrazione italiana. Collaboratore dell’associazione letteraria Scritti D’Africa. Ha formato il Gruppo dei Mengantini, gruppo letterario migrante che prendeva nome da via Menganti a Bologna, i suoi racconti sono stati pubblicati sulle riviste “Il giornale di Peter Pan”, “Caffé”; e nelle antologie Memorie in valigia (Fara ed. 1997), Capo Verde: nove isole e un racconto disabitato (Le Lettere ed. 2000), Libera o Liberata (Il Leccio ed. 2002), Italiani per Vocazione (Cadmos ed. 2005).Collabora con il settimanale Internazionale. Socialmente impegnato è Vice-Presidente della Consulta dell’Immigrazione per il V Municipio in Roma, e Presidente della onlus Tabanka.

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Incontro del gruppo di lettura: "I soli delle indipendenze" di Ahmadou Kourouma

Domenica 19 aprile, dalle  11.00 alle 12.30 il gruppo di lettura della Libreria GRIOT continua il suo percorso attraverso i grandi libri della letteratura africana. Dopo Il crollo del nigeriano Chinua Achebe, Il bevitore di vino di palma di Amos Tutuola, e Il Vaglia di Sembène Ousmane, il gruppo legge I soli delle indipendenze, dello scrittore ivoriano Ahmadou Kourouma.


Il gruppo di lettura è aperto; non è necessario aver partecipato agli incontri precedenti. Coordina Maria Teresa Carbone.





I soli delle indipendenze: Questo primo romanzo di Ahmadou Kourouma narra la decadenza del principe malinke Fama Dumbuya, “nato nell’oro, il cibo, l’onore e le donne” e ridotto a vivere di espedienti, sullo sfondo di una Costa d’Avorio che ha da poco conquistato l’indipendenza dalla Francia.

Il titolo allude proprio a quei regimi nati dalle lotte per l’indipendenza, che per la loro assoluta e comune negatività sembrano a Fama meritevoli soltanto di un generico plurale. Regimi dai confini aleatori tracciati dai colonizzatori, frontiere intollerabili da sopportare per chi sente di appartenere a una cultura antica, radicata in ben più ampi territori.

Il romanzo narra le peripezie di Fama, ridotto a “lavorare” chiedendo l’elemosina in occasione di funerali e matrimoni insieme ai griot. Nel narrare i viaggi tra un Africa tradizionale e senza confini e quella delle metropoli convulse e alienanti sorte dal nulla, Fama racconta la sua storia con una lingua che ricorre sistematicamente alla metafora e che si presta a illustrare l’immaginario tradizionale del protagonista.
Nella virulenta descrizione di Kourouma, viene messa alla berlina sia la borghesia arrivista e ingorda, che ha preso in mano il destino del paese, sia i capi tradizionali corrotti e servili. Questo romanzo divenne un modello per generazioni di lettori e di scrittori africani e rivelò subito un autore eccezionale, una voce sarcastica e amara, ma anche traboccante di vitalità.

L’autore: Ahmadou Kourouma (Costa d’Avorio, 1927-2003), è considerato uno dei massimi esponenti del romanzo africano in lingua francese. Le Edizioni E/O hanno pubblicato Aspettando il voto delle bestie selvagge e Allah non è mica obbligato (vincitore del premio Grinzane Cavour 2003).