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“Lo sguardo del leone”. Incontro con la scrittrice etiope Maaza Mengiste

Domenica 7 Novembre, alle ore 18.30, sarà ospite da GRIOT la scrittrice etiope Maaza Mengiste.

Opera strabiliante sulla tragedia di una rivoluzione e sull’insopprimibile bisogno di libertà degli esseri umani.

In un giorno del 1974, la vita di Hailu e di milioni di etiopi muta di colpo. Dal cielo terso e acceso dal sole di Addis Abeba, gli elicotteri dell’esercito imperiale lasciano cadere migliaia di volantini. Adagiandosi al suolo con la grazia di piume strappate, i fogli annunciano alla popolazione l’impensabile: la ribellione dell’arma a una «monarchia vetusta e decadente», incapace di assicurare alla giustizia i corrotti e i responsabili della carestia che flagella l’Etiopia.

Nei mesi seguenti, l’imperatore Hailè Selassiè, subito dopo aver firmato l’ordinanza di scioglimento del governo e del consiglio della corona, viene arrestato e trasportato in una modesta casa sulla collina che sovrasta la capitale. Nella notte fra il 26 e il 27 agosto del 1975, l’eletto del Signore, il monarca con nelle vene il sangue di re Salomone, il Leone di Giuda che ha combattuto Mussolini, viene soffocato con un cuscino e sepolto sotto il pavimento di una latrina, di fronte alla finestra dell’ufficio del nuovo tiranno, Menghistu.

Nei trent’anni trascorsi come medico del Prince Mekonnen Hospital, ribattezzato dal nuovo regime Black Lion Hospital, Hailu non ha mai visto una città così sconvolta come ora. Jeep e uniformi, marce militari e assemblee obbligatorie, una continua parata di manifesti propagandistici, stelle, falci e martelli, operai dall’aria fiera e con i pugni alzati e, soprattutto, incessanti arresti ed esecuzioni di intellettuali, notabili, aristocratici e funzionari imperiali finiti, inermi, nelle mani del Derg, il consiglio della rivoluzione, dopo essersi fidati della sua falsa promessa di non ricorrere a un bagno di sangue.

Il Derg ha trasformato persino l’ospedale in un luogo desolato, pieno di dottorini russi e pazienti etiopi mal assistiti e afflitto da una perenne scarsità di medicinali. Hailu tuttavia, non si ribella. Continua la sua vita segnata dalla solitudine seguita alla morte della moglie per un male incurabile, anche quando scopre che il figlio più giovane, Dawit, non frequenta affatto i corsi universitari, ma le riunioni clandestine della resistenza studentesca contro il Derg. Un giorno, però, al Black Lion Hospital viene trasportato il corpo di una ragazza avvolto in un foglio di plastica trasparente. Un corpo orrendamente torturato, i jeans e la camicetta a fiori letteralmente zuppi di sangue, i piedi che sporgono gonfi dall’estremità della barella. Un’oscenità inaudita, che costringe Hailu a drammatiche e inevitabili decisioni.

Maaza Mengiste è nata ad Addis Abeba e vive a New York. Si è laureata in Scrittura Creativa alla New York University, dove insegna. Nel 2007 è stata nominata New Literary Idol dal New York Magazine. “Lo sguardo del leone” è il suo primo romanzo, tradotto in numerosi paesi.

Titolo: Lo sguardo del leone
Autore: Maaza Mengiste
Editore: Neri Pozza
Anno: 2010 pag. 366
ISBN: 9788854503595
Prezzo: 17.00€

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Aperitivo in compagnia di Boubacar Boris Diop

Domenica 10 Ottobre, lo scrittore Boubacar Boris Diop incontrerà il pubblico della Libreria GRIOT a partire dalle 19.

Boubacar Boris DiopChi è Boubacar Boris Diop? E’ un giornalista, saggista e drammaturgo. È nato a Dakar nel 1946. E’ autore di numerosi libri di argomento politico e di opere teatrali in francese e in wolof, la principale lingua parlata in Senegal. E’ stato direttore del quotidiano le Matin. Nel 1998 ha partecipato al progetto “Rwanda: écrire par devoire de mémoire” con altri nove intellettuali africani, allo scopo di raccogliere materiale sul genocidio del 1994 e dalle cui riflessioni è nato “Murambi, le livre des ossements”, l’unico (per ora) tradotto in Italia, pubblicato casa editrice E/O. Collabora con Internazionale.
GRIOT contribuisce a WIKIAFRICA, creando voci di autori africani e attivando persone, istituzioni e reti che possano contribuire ad africanizzare Wikipedia.
A questo proposito GRIOT ha creato la voce Wikipedia Boubacar Boris Diop. Contribuite a migliorarla ed arricchirla a seguito dell’incontro con l’autore: http://it.wikipedia.org/wiki/Boubacar_Boris_Diop
Bibliografia in francese:
Le Temps de Tamango, Paris, L’Harmattan, 1981, coll. Encres noires. Réédition : Paris, Le Serpent à Plumes, 2002, coll. Motifs (Prix du bureau sénégalais du droit d’auteur)
Les Tambours de la mémoire, Paris, L’Harmattan, 1991, coll. Encres noires (Grand prix de la République du Sénégal pour les lettres)
Les Traces de la meute, Paris, L’Harmattan, 1993, coll. Encres noires
Le Cavalier et son ombre, Paris, Stock, 1997 (Prix Tropiques)
Murambi, le livre des ossements, Paris, Stock, 2000
Doomi Golo, Dakar, Papyrus, 2003 (en wolof)
L’impossible innocence, Paris, Éditions P. Rey, 2004
Kaveena, Paris, Editions Philippe Rey, 2006
Les petits de la guenon, Paris, Editions Philippe Rey, 2009 (traduction libre de Doomi Golo assurée par Boubacar Boris Diop lui-même)

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Mandela Dance – un documentario di Massimo Ghirelli

MANDELA DANCE
Un film documentario di Massimo Ghirelli             9 ottobre 2010 – ore 19,00

Sabato 9 Ottobre 2010, ore 19: Ultimo appuntamento della rassegna “Nel segno dell’arcobaleno”, a cura di Maria Teresa Carbone.

Mandela Dance. Un film documentario di Massimo Ghirelli. Sarà presente l’autore.

Young_Mandela
Mandela Dance è un documentario che ripercorre la vita di Nelson Mandela, dal Sudafrica delle tribù Xhosa alla storia  di un giovane avvocato di successo che si trasforma in un rivoluzionario  costretto in clandestinità dal Sudafrica dei bianchi, poi in un ergastolano nelle prigioni dell’apartheid; e  più tardi, molta sofferenza più tardi, un Mandela grigio, uscito dalla galera dopo 27 anni e capace di riprendere in mano il percorso di libertà del suo Paese, fino a diventarne il primo Presidente eletto democraticamente da tutti i sudafricani, bianchi e neri.

Ma Mandela Dance vuole soprattutto offrire un ritratto – in forma di ballata, attraverso poesie e canti, musiche ed immagini, interviste inedite e album fotografici – di un Paese e di un uomo fuori dall’ordinario, che hanno saputo trasformarsi e vincere la sfida di un futuro arcobaleno senza perdere di umanità e cultura. E oggi si presentano al mondo con il primo Mondiale di calcio nel continente africano.
“Mandela dance” (27’30”) è una produzione SD Cinematografica.
Foto da Wikimedia Commons

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Indépendances Cha Cha

Congo 1960. Brazzaville balla al ritmo del «cha-cha dell’indipendenza». I ricordi di due intellettuali congolesi tra musica e letteratura. Lo scrittore e musicista Wilfried N’Sondé dialoga con Jean-Léonard Touadi.

Lunedì 4 ottobre, Villa Medici – Accademia di Francia a Roma, ore 19.30.


Al termine dell’incontro aperitivo sulla terrazza di Villa Medici offerto dall’azienda biologica Bosco Falconeria

Jean-Léonard Touadi
Jean-Léonard Touadi è un giornalista e politico italiano. È nato nel Congo-Brazzaville nel 1959. Laureato in filosofia, giornalismo e scienze politiche a Roma, insegna in diverse università italiane. Scrive per la rivista Nigrizia e dal 2008 è presidente dell’Associazione Officina GRIOT.
Ha pubblicato Africa, la pentola che bolle. Politica, economia e società (EMI 2003), Congo, Ruanda, Burundi. Le parole per conoscere (Editori Riuniti 2004), L’Africa in pista. Storia, economia e società (SEI 2006).

Wilfried N'Sondé
Wilfried N’Sondé è un musicista e scrittore congolese. È nato a Brazzaville nel 1968, nel 1973 si è trasferito a Parigi e oggi vive a Berlino. Il suo primo romanzo, Le coeur des enfants léopardsIl morso del leopardo, Morellini Editore 2009), ha ottenuto nel 2007 il premio RFO.

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Autografi d'autore: Wilfried N'Sondé e Louis-Philippe Dalembert

Il 5 ottobre, al Goethe Institut di Via Savoia, aperitivo con Wilfried N’Sondé e Louis-Philippe Dalembert. Il musicista scrittore congolese e il globetrotter romanziere haitiano incontrano il loro pubbico e firmano copie dei loro libri.

morso_leopardo

Il romanzo della dannazione, della fine di ogni speranza. Un romanzo che si legge d’un fiato, che travolge il lettore con un ritmo vertiginoso. Un romanzo che trabocca di amore e di rabbia e che prende il lettore al cuore e allo stomaco. Lasciato dal suo grande amore, ubriaco, il protagonista corre per la città senza meta, poi si ferma e piscia (senza rendersene conto) su una macchina della polizia dentro la quale sono seduti due poliziotti. Nessuna parola di scusa impedisce la violenza brutale (il razzismo, gli insulti, le botte), il protagonista perde il controllo, uccide un poliziotto e si ritrova in prigione, tra sangue, vomito e urina. È in prigione che il lettore trova il protagonista e da lì assiste a un lungo monologo rabbioso, un disperato canto interiore di un uomo braccato come un leopardo in gabbia. I pensieri si accavallano ai ricordi, il presente al passato: la lotta di un nero di banlieue che vuole combattere la maledizione di essere nero. Un ragazzo che studia, che si innamora (di una bianca) e vive un amore pulito e pieno di speranze. Un ragazzo africano che sente risuonare nelle orecchie le parole del nonno e offre così al lettore il ritratto di un’Africa reinventata, sublime, idillica, nobile.

Wilfried N’Sondé è un musicista e scrittore congolese. È nato a Brazzaville nel 1968, nel 1973 si è trasferito a Parigi e oggi vive a Berlino. Il suo primo romanzo, Le coeur des enfants léopards (traduzione italiana Il morso del leopardo, Morellini Editore 2009), ha ottenuto nel 2007 il premio RFO.

la matita_buon dio

Nell’universo suggestivo di Port-au-Prince, capitale di Haiti, il narratore, ormai adulto, va alla ricerca delle proprie origini, ricordando, immaginando e ricreando luoghi e personaggi che hanno segnato la sua infanzia, negli anni Sessanta. Figure reali e personaggi storici, luoghi mitologici e leggendari si confondono in questo romanzo di formazione e di riflessione sul valore del tempo e della memoria. L’enigmatico titolo, derivato da un detto popolare creolo, sarà svelato man mano nel corso del romanzo.

Louis-Philippe Dalembert è uno scrittore e poeta haitiano, nato a Port-au-Prince nel 1962. In Italia ha pubblicato Poesia per accompagnare l’assenza (Ellis 2010) e La matita del buon Dio non ha la gomma (Edizioni Lavoro 1997). Dopo la sua partenza da Haïti, ha vissuto a Nancy, Parigi, Roma, Gerusalemme, Brazzaville, Kinshasa e Firenze. Nel 2008 ha ricevuto il premio Casa de las Américas per il romanzo « Les dieux voyagent la nuit ». Attualmente risiede a Berlino dove è pensionario della DAAD (Deutscher Akademischer Austausch Dienst). L’8 Settembre 2010 è stato nominato “Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres” dal ministro della cultura francese Frédéric Mitterand.

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AFRICA TRA LE RIGHE: WikiAfrica Workshop

AFRICA TRA LE RIGHE: Mercoledi 6 ottobre 2010, nell’ambito della manifestazione “Biografia di un continente: Africa 1960-2010”, dedicata al cinquantenario delle indipendenze, Officina GRIOT organizza un WikiAfrica Workshop che si terrà tra le 17 e le 19 presso la Libreria GRIOT. Interverranno Iolanda Pensa, Fondazione lettera27 Onlus, direttore scientifico di WikiAfrica, Deborah De Angelis, avvocato del Foro di Roma, Gruppo di lavoro giuridico Creative Commons Italia, e un rappresentante di Wikimedia Italia.
wikiafricaNato nel 2006 da una collaborazione tra Wikimedia Italia e la Fondazione lettera27 Onlus,  WikiAfrica www.wikiafrica.org è un progetto volto a ampliare la presenza dell’Africa su Wikipedia attraverso iniziative di vario tipo (network, ricerche, pubblicazioni, incontri). L’obiettivo è di ottenere 30.000 “voci africane” in diverse lingue  su Wikipedia e una rete di risorse umane, africana e mondiale, che proseguirà autonomamente generando a sua volta nuove reti.
Concretamente, per “africanizzare” Wikipedia, WikiAfrica collabora con archivi internazionali, riviste, banche dati e istituzioni culturali che rendono i propri contenuti disponibili alla riutilizzazione
tramite l’adozione della licenza libera Creative Commons Attribution Share-Alike (CC-BY-SA).
Il workshop è rivolto a istituzioni, associazioni e imprenditori culturali con sede a Roma per sensibilizzarli all’uso di Wikipedia e coinvolgerli affinché rendano accessibile la propria documentazione e coinvolgano il loro pubblico nella produzione e condivisione di contenuti tramite adesione al Progetto WikiAfrica. A questo scopo, il workshop fornirà elementi approfonditi circa la licenza libera Creative Commons Attribution Share-Alike (CC-BY-SA), dal punto di vista legale e come strategia di visibilità delle istituzioni culturali, di coinvolgimento del pubblico e di comunicazione e distribuzione di contenuti.
Nel corso del workshop verranno forniti esempi pratici su come costruire  una voce Wikipedia, utilizzando testi, immagini, citazioni. Il numero di posti al workshop è limitato. Siete pregati di contattare la Libreria GRIOT per richiedere l’iscrizione.
Associazione culturale Officina GRIOT
Via di Santa Cecilia 1/A, 00153 Roma | Tel. + 39 06 58 33 41 16 |
www.africatralerighe.com
www.libreriagriot.it
www.officinagriot.org

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L'allegro canto della pernice – Incontro con la scrittrice mozambicana Paulina Chiziane

Martedì 28 Settembre, alle ore 19.30, sarà ospite da GRIOT la scrittrice mozambicana Paulina Chiziane, una delle voci femminili più intense e originali della nuova letteratura africana.
Parteciperanno la scrittrice italo-somala Cristina Al Farah e Giorgio de Marchis, docente di Lingua e Letteratura Portoghese e Brasiliana all’Università degli Studi di RomaTre.

chizianeChiziane parlerà del suo ultimo romanzo ‘L’allegro canto della pernice’ (La Nuova Frontiera 2010), con cui ci porta di nuovo in Zambesia, nel Mozambico degli anni Cinquanta, durante il regime coloniale portoghese e, ancora una volta, svela ai suoi lettori tutta la magia e la forza di una terra sconosciuta e affascinante.

L’amore è una trappola per topi. Serafina lo ha sempre detto, Delfina ne è convinta, Maria das Dores lo scoprirà presto. Tre generazioni di donne per raccontare storie di amanti, madri, figlie, sorelle, puttane e mogli che hanno dovuto scegliere tra la libertà e il dolore, tra la fame e l’ipocrisia, per dimostrare al mondo che il paradiso è sempre tra le braccia di una madre.
L’allegro canto della pernice è un indimenticabile romanzo sull’amore, ma anche una spietata requisitoria sul razzismo che non potrà che scuotere le nostre rassicuranti certezze, puntando con coraggio il dito sulle responsabilità individuali di tutti: vittime e carnefici.

Paulina Chiziane è una scrittrice del Mozambico. È nata nel 1955. Durante la guerra civile ha collaborato con la Croce Rossa Internazionale in alcune delle zone più colpite dal conflitto e attualmente è impegnata in Zambesia, dove coordina programmi di sviluppo. Nel 1990, con “Balada de amor ao vento” Chiziane si è affermata come la prima romanziera mozambicana. In Italia sono usciti “Il settimo giuramento” (La Nuova Frontiera 2003), “Niketche, una storia di poligamia” (La Nuova Frontiera 2006) e “L’allegro canto della pernice” (La Nuova Frontiera 2010), che hanno riscosso un notevole successo e l’hanno definitivamente consacrata come una delle voci femminili più intense e originali della nuova letteratura africana.

Titolo: L’allegro canto della pernice
Autore: Paulina Chiziane
Editore: la Nuova frontiera (Collana Nutrimenti)
Anno: 2010, Pag. 230
ISBN: 9788883731334
Prezzo: 17.50€


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Nel segno dell’arcobaleno: Home is where the music is: Il jazz sudafricano in esilio: la musica dei Blue Notes e degli esuli sudafricani a Londra

Nel segno dell’arcobaleno. Rassegna di proiezioni, letture e ascolti dal Sudafrica, a cura di Maria Teresa Carbone.
Hugh Mesekela
Quinto appuntamento, Domenica 3, ore 19: Home is where the music is: Il jazz sudafricano in esilio: la musica dei Blue Notes e degli esuli sudafricani a Londra (a cura di Fabrizio Spera e Roberto Corinaldesi, selezione video: Claudio Fusacchia).
Come succede spesso, il Sudafrica, al centro dell’attenzione di tutto il mondo nei giorni della World Cup 2010, sembra essere scomparso dai radar dei media. Un buon motivo per muoverci controcorrente e continuare il nostro viaggio nella storia e nella cultura della Rainbow Nation avviato prima dell’estate. Il percorso che vi proponiamo (trovate qui sotto il programma completo) passa attraverso la viva voce di una poetessa importante come Ingrid de Kok, i suoni – e le immagini – del grande jazz sudafricano, le battute irriverenti del guerriero urbano zulu Dumiso Ngcobo, la battaglia “positiva” contro l’Aids.
Al centro di questo appuntamento, La storia Dei Blue Notes e dei musicisti sudafricani esuli a Londra: ritratti di Chris Mc Gregor, Mongesi Feza, Johnny Djani, Dudu Pukwana, e Louis Moholo.
A documentare l’interazione e la cooperazione tra i musicisti sudafricani e l’ala progressista del jazz europeo degli anni sessanta e settanta, una selezione di audio e video.