Sabato 11 gennaio alle 18 GRIOT ospita la presentazione di “Djibril Diop Mambéty o il viaggio della iena” a cura di Simona Cella e Cinzia Quadrati
A dialogare con le curatrici ci sarà il critico cinematografico Roberto Silvestri
Proprio come il mio eroe in Touki Bouki, che ha rifiutato, mentre la nave era là, di andare in Europa, anch’io ho rifiutato il meccanismo di visione sul quale si è basato il cinema occidentale per conquistare gli intelletti del pubblico senegalese. (Djibril Diop Mambéty)
Questo libro, realizzato con la collaborazione di Alessandra Speciale e con la prestigiosa prefazione di Martin Scorsese, nasce come un omaggio collettivo al grande poeta del cinema Djibril Diop Mambéty (Dakar, 1945 – Parigi, 1998), in occasione del ventesimo anniversario della sua scomparsa.
I contributi di critici, ricercatori e professionisti del cinema raccolti nel libro ci restituiscono la carica dirompente del regista senegalese, il suo linguaggio cinematografico così innovativo all’epoca del suo esordio, capace di rinnovarsi continuamente nel corso della sua filmografia e ancora così attuale oggi.
Film profetici e lucidi su
un’Africa stretta tra i fantasmi del vecchio e nuovo colonialismo, la chimera
del sogno migratorio, la disillusione dell’Indipendenza e gli artigli
neoliberisti della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale.
In questo scenario si muovono,
corrono, sognano gli eroi di Mambéty, irriverenti, ebbri di vita e di eros. Le
sue eroine, Anta, Linguère, Sili portano sul proprio corpo i segni di una
mutazione antropologica e culturale: sono cyborg, androgine, guerriere
resilienti, nonostante l’handicap fisico.
E’ un cinema ribelle che vuole
scuotere lo spettatore. Un cinema politico che
ribalta come in uno specchio il cinema di Sembène Ousmane.
Unendo ad una rigorosa analisi critica – che dialoga con gli sviluppi recenti dell’Afrofuturismo, della cultura transgender e dell’immaginario cyborg – i ricordi e le testimonianze di chi ha lavorato con Djibril Diop Mambéty o ne è stato influenzato, questo libro, che è anche la prima monografia in italiano sul regista, fa i conti con la sua immensa eredità, ci invita a ricordarlo e soprattutto a ricordare che il cinema può e deve essere reinventato ogni giorno.
Simona Cella, laureata in Storia del Cinema (Università di Parma) con una tesi su Djibril Diop Mambéty, ha lavorato come responsabile sviluppo progetti presso la società di produzione cinematografica Lumière & Co., per poi specializzarsi nello sviluppo e nella gestione di progetti culturali legati all’Africa. Dal 2008 al 2015 ha programmato le attività del Festival Center del Festival del Cinema Africano d’Asia e America Latina di Milano. È autrice di soggetti e sceneggiature di documentari e lungometraggi. Fa parte della redazione della rivista Africa & Mediterraneo e ha una rubrica fissa (Cinema) sul bimestrale Africa.
Cinzia Quadrati, laureata in Storia del Cinema (Università di Pavia) con una tesi su Djibril Diop Mambéty, ha cominciato a lavorare al Festival del Cinema Africano d’Asia e America Latina di Milano prima nella segreteria organizzativa, poi, nel comitato di selezione per i cortometraggi. In parallelo si è sempre interessata di migrazione, insegnando la lingua italiana a stranieri e occupandosi di servizi per immigrati in differenti associazioni. Ha scritto articoli di cinema per la rivista Popoli e ha partecipato alla traduzione del volume Sembène Ousmane, a cura di Thierno I. Dia.