Giovedì 8 novembre, alle 19.00, GRIOT presenta il libro “Biografia Plurale. Virginia Ryan: arte, Africa e altrove” a cura di Ivan Bargna e Maurizio Coccia
A dialogare con l’artista Virginia Ryan e con il curatore del libro Ivan Bargna, ci saranno gli antropologi Mariaclaudia Cristofano e Vincenzo Padiglione
Il libro prende spunto dalla mostra di Virginia Ryan tenutasi a Palazzo Lucarini Contemporary di Trevi nel 2017 e intitolata Biografia Plurale. Virginia Ryan 2000-2016.
La pubblicazione accoglie i saggi di Maurizio Coccia e Ivan Bargna, curatori della mostra, che inquadrano dal punto di vista storico-artistico e antropologico il lavoro portato avanti dalla Ryan negli ultimi due decenni in Ghana e Costa d’Avorio. Si affiancano a questi due testi un intervento di Osei Bonsu (critico e curatore britannico-ghanese) e uno di Manuela De Leonardis (curatrice e giornalista italiana), per chiudere con una lunga intervista con Steven Feld (antropologo e sound-artist americano) e la postfazione di Silvano Manganaro (storico dell’arte ed editor del libro).
La pubblicazione rappresenta la più completa trattazione del lavoro di Virginia Ryan ma anche un’analisi della situazione artistica in Ghana e Costa d’Avorio nonché del rapporto tra sguardo occidentale e realtà africana contemporanea.
La pubblicazione accoglie i saggi di Maurizio Coccia e Ivan Bargna, curatori della mostra, che inquadrano dal punto di vista storico-artistico e antropologico il lavoro portato avanti dalla Ryan negli ultimi due decenni in Ghana e Costa d’Avorio. Si affiancano a questi due testi un intervento di Osei Bonsu (critico e curatore britannico-ghanese) e uno di Manuela De Leonardis (curatrice e giornalista italiana), per chiudere con una lunga intervista con Steven Feld (antropologo e sound-artist americano) e la postfazione di Silvano Manganaro (storico dell’arte ed editor del libro).
La pubblicazione rappresenta la più completa trattazione del lavoro di Virginia Ryan ma anche un’analisi della situazione artistica in Ghana e Costa d’Avorio nonché del rapporto tra sguardo occidentale e realtà africana contemporanea.
Virginia Ryan
Virginia Ryan è un’artista australo-italiana che lavora in Italia ed in Africa Occidentale. Laureata alla National Art School di Camberra e specializzata in terapeutica artistica presso l’Università di Edimburgo, è attiva dal 1981 nel campo della pittura, della fotografia, della scultura e dell’installazione. Ha vissuto in Egitto, Brasile, Serbia, Scozia, Ghana e Costa d’Avorio e nel corso del suo lavoro ha spesso collaborato con artisti, antropologi e musicisti.
In parallelo con la sua produzione artistica, in Ghana (2004) ha fondato, assieme al professor Joe Nkrumah, la Foundation for Contemporary Art (FCA), di cui è stata direttrice fino al 2007; in Costa d’Avorio, ha creato, in collaborazione con giovani artisti e assistenti, la ONG “Make Art Not War” finalizzata a ricostruire i legami sociali in un’ottica di riconciliazione dopo i devastanti effetti della lunga guerra civile; in Italia, nella città di Trevi, ha dato vita ad un open art workshop con richiedenti asilo provenienti dall’Africa Occidentale denominato #MakeArtNotWalls/Italia. Nel 2008 la città di Spoleto le ha dedicato una restrospettiva nell’ambito del Festival dei Due Mondi.
Identità, terra e memoria sono i temi su cui si sono concentrate le sue opere più recenti, come dimostrano lavori di ampio respiro come “The Castaway’s Project” ed “Exposures: A White Woman in West Africa”, realizzati in collaborazione con l’antropologo e sound-artist Steven Feld.
In parallelo con la sua produzione artistica, in Ghana (2004) ha fondato, assieme al professor Joe Nkrumah, la Foundation for Contemporary Art (FCA), di cui è stata direttrice fino al 2007; in Costa d’Avorio, ha creato, in collaborazione con giovani artisti e assistenti, la ONG “Make Art Not War” finalizzata a ricostruire i legami sociali in un’ottica di riconciliazione dopo i devastanti effetti della lunga guerra civile; in Italia, nella città di Trevi, ha dato vita ad un open art workshop con richiedenti asilo provenienti dall’Africa Occidentale denominato #MakeArtNotWalls/Italia. Nel 2008 la città di Spoleto le ha dedicato una restrospettiva nell’ambito del Festival dei Due Mondi.
Identità, terra e memoria sono i temi su cui si sono concentrate le sue opere più recenti, come dimostrano lavori di ampio respiro come “The Castaway’s Project” ed “Exposures: A White Woman in West Africa”, realizzati in collaborazione con l’antropologo e sound-artist Steven Feld.
Ivan Bargna è professore associato di antropologia estetica e antropologia dei media presso l’Università di Milano Bicocca. Si è occupato di produzioni artistiche, cultura visuale e alimentare nei Grassfield camerunesi e del rapporto tra antropologia e arte in progetti collaborativi che hanno coinvolto numerosi artisti come Stefano Arienti, Maria Papadimitriou, Adrian Paci, Emilio Fantin, Steve Piccolo, Paola Anziché, Leone Contini, Virginia Ryan.
Maurizio Coccia è Direttore del Centro per l’Arte Contemporanea Palazzo Lucarini di Trevi e docente di Storia dell’Arte Contemporanea e Storia della Critica d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. È critico e curatore indipendente, consulente di numerose istituzioni per l’arte pubblica, l’architettura, la didattica museale.
Maurizio Coccia è Direttore del Centro per l’Arte Contemporanea Palazzo Lucarini di Trevi e docente di Storia dell’Arte Contemporanea e Storia della Critica d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. È critico e curatore indipendente, consulente di numerose istituzioni per l’arte pubblica, l’architettura, la didattica museale.