Sabato 14 dicembre, alle 18 GRIOT ospita la presentazione della raccolta di poesie “Epicrisi” di Ashraf Faydah, pubblicato da Di Felice Editore. Partecipano il poeta ed editore siriano Hadi Danial, il poeta marocchino Hassan Najmi, e Sana Darghmouni, traduttrice e docente di lingua e letteratura araba dell’università di Bologna. Modera Simone Sibilio, docente di lingua e cultura araba dell’università Ca’ Foscari di Venezia.
Dopo la grande lettura poetica del gennaio 2016, da GRIOT torniamo a parlare del poeta ed artista saudita-palestinese Ashraf Faydah, in occasione della pubblicazione della raccolta di poesie “Epicrisi” (Di Felice Editore). Scrive Sana Darghmouni, traduttrice del libro: «Nelle poesie di Fayadh non mancano riferimenti a una patria assente sia fisicamente sia spiritualmente. Una patria ipotetica che passa davanti ai suoi occhi “calzando la scarpa della libertà”. Con la sua consueta ironia il poeta arriva a considerare fortunati i batteri perché “non hanno un vero problema a trovare una patria!”. L’esilio che soffre il poeta non è solo fisico, dovuto alle sue origini e alla sua storia personale, ma anche mentale. A nessun luogo sente di appartenere, i luoghi descritti sono spesso bui o desolati, stanze chiuse, magazzino vuoto, luoghi contraddistinti da noia, depressione, solitudine e monotonia cronica».
Ashraf Faydah è un artista, poeta nato in Arabia Saudita da una famiglia palestinese nel 1980. Attivo con l’organizzazione di artisti britannico-saudita Edge of Arabia, ha curato esposizioni di arte saudita nel Mondo Arabo e la mostra Rhizoma Biennale di Venezia del 2013. Nel 2014 è stato condannato a 4 anni di prigione e 800 frustate “relazioni sessuali improprie con persone del sesso opposto” e nel 2015, nel processo di appello, è stato condannato a morte per apostasia. In seguito a una grande campagna internazionale, pochi mesi dopo la condanna, la pena capitale è stata commutata in 8 anni di carcere e 800 frustate. Ashraf Faydah è attualmente in carcere in Arabia Saudita.