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Presentazione di “Freetown” di Federico Monica
23 Giugno 2023 @ 18:30 - 20:00
Venerdì 23 giugno alle 18,30 GRIOT ospita la presentazione di “Freetown” di Federico Monica, pubblicato da OGZero. Insieme all’autore partecipa Gianfranco Belgrano, direttore editoriale di InfoAfrica.
Piccolo stato dell’Africa occidentale, la Sierra Leone, è stata una colonia inglese, nata alla fine del XVIII secolo, principalmente per ospitare ex-schiavi africani liberati sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti. Freetown è stata fondata per ospitare questi africani tornati nel continente dopo la schiavitù. Una storia molto complessa, che dopo l’indipendenza nel 1961 ha portato ad anni di dittatura di Stevens e a una guerra civile durata più di dieci anni. E adesso? Cosa accade a Freetown? Come è questa città? Ce lo racconta l’urbanista Federico Monica, specialista in sviluppo urbano e consulente di NGO e organismi internazionali.
!È una bella mattina di novembre e il sole sembra accarezzare le foglie degli alberi che ricoprono la cima del monte Aureol, una delle alture che domina la penisola su cui sorge Freetown. Da qui si ha una vista quasi complessiva della città. Al centro alti palazzi e affollatissime strade strette intorno a un enorme albero che dicono sia lì da sempre, più a ovest spiagge dorate baciate dal sole e colline punteggiate di villette, hotel e ambasciate. Dalla parte opposta, a est, alle spalle del porto si dipana un interminabile susseguirsi di fabbriche e sobborghi popolari che si estende per chilometri, fra meccanici a cielo aperto, mobili e suppellettili esposti lungo le strade e grigie case di cemento perennemente in costruzione. Ma nel caos di Freetown anche i concetti classici di centro e periferia sembrano vacillare: il mare da un lato e le montagne dall’altro riducono al minimo gli spazi liberi ed è così che a poche decine di metri dal palazzo presidenziale si accumulano baracche brulicanti di vita e i vetri del grattacielo della banca centrale si sovrappongono allo sfondo di una discarica avvolta dai fumi.
Tutto si stratifica e tutto si mischia in questa città complessa e dal nome meraviglioso e ingombrante. La terra della libertà: può esistere luogo più dolce? Forse no, ma quanto è rimasto oggi di quel sogno di libertà? Di quelle speranze? Quanto è stato spazzato via dal correre della storia, dalle tragedie che con cinica puntualità colpiscono questa gente, dalla necessità quotidiana di arrangiarsi, far giornata, sopravvivere?”