TRATTATO SUL DESTINO

Autore: Al Ghazâlî
Editore: Mimesis
Collana: I cabiri
ISBN: 9788884838872
Pubblicazione: 29/04/2009

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Descrizione

Il tema di questo libro è il destino, un argomento che appartiene alla dimensione interiore di ognuno di noi, a volte invocato, altre accolto, anche rifiutato ma al quale si ricorre spesso confidando nella sua misteriosità. È la storia dell’intreccio tra fede e ragione, che anima e tormenta i nostri cuori al pari dei grandi filosofi e teologi. La tematica del destino è analizzata attraverso lo studio del famoso teologo musulmano, che si presenta per la prima volta in lingua italiana. Il testo è un eccellente punto di avvio nello studio del nostro autore, in quanto ripercorre le parole del Profeta Muhammad riguardo i principi fondamentali dell’Islam, a cui tutti i fedeli devono attenersi. ha scelto quaranta detti del Profeta che intendono abbracciare completamente il credo musulmano. L’opera, suddivisa in quaranta capitoli, rispecchia il precedente scritto, a sua volta strutturato in quaranta libri, sebbene in realtà sia un commento esplicativo al quarto tomo. Tutto è già scritto, ma è bene posare la penna sulla carta e riempire il foglio, è bene aprire la porta del cuore ed uscire, è bene comunicare con gli altri attraverso il sorriso, il destino è dietro quella finestra, basta spostare la tenda e guardare con occhi diversi. Se qualcuno ci guarda non vorrebbe certo vederci in quiete, ma agire in qualsiasi direzione. Non si lascia un assetato senza acqua perché quello è il destino scelto per lui, ma si cerca dell’acqua per aiutarlo perché questo è il nostro destino. Al – Gazali (1058-1111) fu un autore prolifico, si contano circa quattrocento opere anche se molte sono ad altri libri e alcune si ritengono spurie. Tra i contributi principali della sua attività si ricorda il tentativo di ravvivare la religione islamica tramite la riconciliazione tra l’ortodossia e il sufismo che egli perseguì con la stesura della sua opera più rappresentativa, la . Fondamentale la disputa che avviò, in seguito al suo L’incoerenza dei filosofi, con il filosofo Averroè ad indicare il momento teoreticamente più alto della filosofia islamica medievale.