Descrizione
Ad Assuan il Nilo è bello, docile e più pulito che altrove, gli abitanti – nubiani, arabi e rifawi – amano recitare versi di rinomate poesie nelle cerimonie importanti della loro vita, le botteghe risplendono tutte di un miscuglio di colori, luci, persone e, a qualche chilometro più a sud, il primo raggio di sole penetra due volte l’anno nel tempio di Abu Simbel per andarsi a posare giusto sulla statua di Ramses II. In questa magnifica città, vive un ragazzo di pure origini arabe. Suo padre appartiene al gruppo degli arabi stanziati nel Nord del Sudan, sua madre fa parte del clan dei Ja’fara, abitanti in Egitto da tempo immemorabile e il cui lignaggio risale fino al casato del Profeta. Il ragazzo, vent’anni, bella carnagione scura e occhi altrettanto belli e scuri, studia sociologia a Khartum e, per mantenersi ad Assuan, di tanto in tanto accompagna scolaresche e turisti in giro per i templi e i siti archeologici di Luxor. Abita dalla parte del lago, in una corte con due stanze annessa alla zawiya, dove hajj Bilal, il muezzin che l’ha preso sotto la sua protezione, guida la preghiera per pochi oranti. Il ragazzo segue con cura i precetti del muezzin, soprattutto la tradizione del Profeta che recita: «Sette sono coloro che Iddio proteggerà nel giorno in cui non vi sarà altra protezione che la sua: fra cui un ragazzo cresciuto nell’obbedienza a Dio». Il ragazzo ama intensamente una ragazza conosciuta durante un’escursione turistica. Si chiama Nora, viene da Alessandria, studia anche lei scienze sociali, ha una carnagione immacolata di un bruno morbido, capelli lunghi e folti di un nero deciso, e grandi occhi di un colore particolare in cui il grigio si mescola al verde. L’esistenza del ragazzo scorrerebbe così, felice e segnata da un destino forse altrettanto fausto, se le circostanze accidentali della vita e gli eventi impetuosi della Storia non approntassero tutt’altro per lui. Sua madre lo invita un giorno ad accompagnare suo padre a Khartum da uno shaikh saudita che lavora negli appalti. Uno shaikh potente e buono, visto che ogni giorno sgozza due dei montoni che il padre del ragazzo gli porta per distribuirne le carni ai poveri. Un uomo alto, secco e barbuto, con una voce bassa e tranquilla e, a detta di suo padre, con negli occhi la tristezza latente di un poeta che soffre. Un uomo, il cui nome, Osama bin Laden, incute rispetto a ammirazione a Khartum…