Descrizione
L’autore ripercorre una vicenda di profonda diffamazione subita, mettendo in luce ipocrisie ed ignoranza. Ci dona un racconto sentito, invitandoci a cercare sempre il bene. “Non solo affinché dell’ingiustizia resti scritta la memoria, ma perché si sappia l’ingiustizia. Solo così l’ingiustizia potrà acquisire un valore pasquale: Pasqua, dall’aramaico pasha, che corrisponde all’ebraico pesach e da cui si è sviluppato il latino pascha(m) passando attraverso il greco páscha. Passaggio in tutti i sensi, attraverso le lingue antiche e “passaggio” come significato della parola Pasqua, andare oltre, saltare. Andare oltre non vuol dire ignorare, non vuol dire non considerare; vuol dire prendere consapevolezza che il male esiste per decidere di non lasciarsi schiacciare da esso. Ma il male non è mai qualcosa di vuoto. È gravido della luce di Pasqua. Chi confida in Dio e nel suo immancabile Amore, scopre, con immenso stupore, ch’Egli ogni volta riesce a fare meraviglie nella nostra vita, trasformando anche il male da noi vissuto o subito, in un Bene assolutamente Prezioso e inimmaginabile”.