Descrizione
L’irruzione dell’ISIS sulla scena geopolitica internazionale, il modo in cui comunica e il contagio del suo fanatismo, riscrivono le regole della guerra e rendono obsolete perfino le attuali definizioni di terrorismo. Oggi il terreno di scontro principale di ogni conflitto è sui media. E lì che si fa proselitismo, si risponde colpo su colpo al nemico e soprattutto si gioca la reputazione delle parti. In questa partita, l’ISIS ha, per così dire, preso tutti in contropiede: ha eliminato l’informazione occidentale dal suo territorio sostituendola con propri tg, spot e format; si è imposta come brand sul mercato del sacro, generando tanti emuli fanatici solitari che colpiscono in ogni Paese. In gioco è l’occidentalizzazione del mondo, e per questo il principale campo di battaglia sono i media stessi. Ma per vincere questa guerra non basta opporsi al pensiero unico del vecchio mondo chiudendosi ancora di più nel proprio etnocentrismo, come vogliono i fondamentalisti, o abbracciando magari un generico meticciato culturale come propongono le ideologie deboli occidentali. Occorre invece essere ben radicati nelle proprie tradizioni e nello stesso tempo saper rispettare la diversità.