Descrizione
Questo importante libro di due eminenti studiosi dell’Africa esamina una serie di questioni centrali nella questione del postcoloniale. Il paradigma postcoloniale, e il più recente paradigma decoloniale, sollevano la questione dell’universale: è il postcoloniale la prima fase di un nuovo universalismo, che sarebbe veramente universale perché sarebbe pienamente inclusivo, o è al contrario la negazione di ogni universalismo, il trionfo del particolare e della frammentazione?
Nell’affrontare questo tema Diagne e Amselle affrontano anche molti temi correlati, come i concetti di razza, cultura e identità, il ruolo delle lingue nella filosofia come vengono praticate nelle diverse aree culturali, le diverse concezioni dell’Islam, in particolare nell’Africa occidentale, e i contorni di un’Africa che può essere pensata al tempo stesso singolare e plurale. Ognuno dei due ripercorre i propri scritti su questi temi, confrontandoli e contrapponendoli a quelli dell’altro. Mentre Amselle cerca di esporre le logiche essenzialiste e culturaliste che potrebbero essere alla base del pensiero postcoloniale e decoloniale, Diagne rifiuta costantemente di adottare le trappole del pensatore afrocentrista e particolarista. Sostiene invece un decentramento totale di ogni pensiero, che rifiuti tutti i “centrismi” ed evidenzia invece ramificazioni e connessioni, trasferimenti, analogie e reciproche influenze tra luoghi culturali e campi intellettuali anche distanti ma non distinti nello spazio e nel tempo.
Questo volume è un contributo puntuale agli attuali dibattiti sul postcoloniale questione e la sua nuova forma decoloniale. Sarà di grande interesse per studenti e studiosi in una varietà di campi, dagli studi africani e studi neri alla filosofia, antropologia, sociologia e studi culturali, nonché a chiunque sia interessato ai dibattiti sugli studi postcoloniali e sul pensiero decoloniale.
