Descrizione
Il Comitato Internazionale Olimpico fu fondato nel 1894 – a mezza strada della spensierata Belle Époque: quella pure degli zoo umani – su maggior iniziativa delle cosiddette patrie della democrazia in un momento, e di poi, in cui i risultati delle teorie razziste dei concittadini – il francese Joseph-Arthur de Gobineau (1816-82), e l’inglese Houston Stewart Chamberlain (1855- 1927) – iniziavano a prender piede nel Continente. Al I Congresso del CIO a Parigi (16-23 giugno del predetto anno), ascoltavano estasiati l’Inno ad Apollo, musicato da Gabriel Fauré: un uomo d’affari greco, un generale zarista, un capitano svedese, due professori austro-ungarici, un rettore uruguaiano, un amministratore sportivo neozelandese, un insegnante statunitense, un esattore delle tasse britannico, un lord inglese nato a Roma, un funzionario ministeriale francese e un suo concittadino barone, e nessuna rappresentatività popolare e afro-asiatica in seno a tal consesso. Erano gli anni in cui maggiormente si rafforzavano le convinzioni sul suprematismo, che si sarebbero sviluppate atrocemente in seguito. Alla Conferenza di pace di Versailles del 1919 la richiesta giapponese di includere nel patto costitutivo della Società delle Nazioni una clausola sul principio di eguaglianza e parità di trattamento delle razze e delle religioni era stata respinta per l’opposizione delle matrigne e figliastre della democrazia borghese: Stati Uniti d’America – per bocca del presidente Thomas Woodrow Wilson – Regno Unito e Australia (ECKART CONZE, pp. 310-311, 407). Ad un dipresso i Giochi delle Nuove Forze Emergenti furono lo sportivo ludus scenicus della rivolta afro-americo-asiatica, che indossò le vesti dei Taiping (GANEFO) contro la senescente e obsoleta dinastia Qing (CIO). Presentazione di Lucio Caracciolo.