DOMANI SORGERÀ IL SOLE

Autore: Beah Ishmael
Traduzione: Prandino, Laura
Editore: Beat
Collana: Beat
ISBN: 9788865594520
Pubblicazione: 06/07/2017

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Descrizione

Imperi fu attaccata un venerdì pomeriggio in cui quasi tutti gli abitanti erano già rientrati alle loro case dal mercato, dai campi e dalle scuole, per riposarsi e pregare. Diverse granate scagliate dai lanciarazzi annunciarono che la guerra, che insanguinava da qualche tempo la Sierra Leone, era inaspettatamente giunta in città. Spari, urla, lamenti. Fu una di quelle operazioni che i combattenti erano soliti chiamare «No living thing», perché uccidevano qualsiasi essere vivente. I soldati in avanzata, per la maggior parte bambini, sparavano a chi non era ancora morto. E ridevano perché, con la loro fuga rovinosa, i civili facilitavano l’operazione. Quel giorno Mama Kadie vide le pallottole trafiggere i due figli maggiori e tre figlie. Caddero a terra con gli occhi spalancati, pieni di sorpresa per quello che stava loro accadendo. Pa Moiwa, invece, dalla moschea in cui si trovava, scorse la moglie e la nipote di vent’anni uscire di casa correndo. Nella fuga, cercavano disperatamente di spegnere a manate il fuoco che le divorava. Due bambini, però, un maschio e una femmina, le abbatterono e continuarono poi a sparare su altre persone, sempre ridendo. Ora la guerra è finita e Mama Kadie e Pa Moiwa sono tornati a Imperi. Hanno percorso i sentieri dove la terra respira, dorme, si sveglia e intrattiene gli spiriti, con circospezione, poiché, come a tutti i sopravvissuti al «No living thing», è rimasto loro il riflesso di dubitare della dolcezza di un paese tranquillo. In città è tornato anche Bockarie, l’insegnante, con la moglie e due bambini in più, due gemelli nati durante la guerra. Bockarie è passato vicino alla sua vecchia scuola media, dove ha insegnato prima del conflitto. La scuola è deserta, invasa da alberi ed erbacce, i pavimenti ormai percorsi da radici e coperti di foglie. Eppure Bockarie è contento di essere a casa, di riabbracciare il vecchio con la faccia sfigurata che soltanto gli occhi gli svelano come suo padre. È bello che gli anziani si ritrovino coi giovani, che si banchetti di nuovo con minestre, burro d’arachidi e selvaggina, che ritorni la vecchia tradizione per cui i figli sono figli di tutti e appartengono a tutti. È bello che il sole splenda di nuovo su Imperi.