Descrizione
Una sindrome è un complesso più o meno caratteristico di sintomi e può essere espressione di una certa malattia. Come una malattia che si presenta con sintomi ogni volta diversi a seconda della persona, eppure ugualmente minacciosi, la dittatura è prima di tutto la condizione di chi finisce per appoggiarla. È un pericolo profondo e a volte difficilmente governabile, che nessuno dovrebbe sottovalutare. Neanche in una democrazia. In un viaggio che ricorda le atmosfere e i colori di Palazzo Yacoubian, ‘Ala al-Aswani ragiona sul fascino per l’esercizio autoritario del potere, portando l’attenzione sui sintomi che sono comuni a ogni dittatura. Il sintomo principale deve interessarci, perché è urgente e ci riguarda da vicino: è l’attrazione per l’uomo forte, che offre sicurezza in cambio della rinuncia a diritti e libertà. Al-Aswani riflette sul concetto di sindrome come solo uno scrittore può fare: rievoca episodi della sua vita in Egitto sotto Nasser ma anche episodi decisivi della storia del Novecento, dimostrando che in Europa e in Medio Oriente la stessa sindrome si è manifestata in forme diverse e che la Germania di Hitler, l’Iran di Khomeini e l’Iraq di Saddam Hussein sono lontani nella geografia, ma forse lo sono di meno nell’esperienza. Come scrive al-Aswani, “in una dittatura c’è sempre una contraddizione tra ciò che viene annunciato e la verità, tra le idee e la pratica, tra le parole e le azioni”. Il risultato è un catalogo dei segni che dobbiamo riconoscere in noi anche oggi, anche in Italia. Ed è anche una guida per affacciarsi a una conoscenza più attenta e vigile di noi stessi, come cittadini e come membri di una società.