Descrizione
Che cos’ha a che fare il razzismo con il senso di colpa? E in che rapporto sta con l’universalismo? Un libro rigoroso e provocatorio, un percorso sorprendente tra filosofia, storia e psicoanalisi. Una riflessione sul razzismo nella sua relazione con l’universalismo etico e con le conseguenze psico-sociali della violenza estrema che ne travolge i dettami fondamentali. Si compone di quattro capitoli.
Nel primo («Razzismo e universalismo. La crisi della coscienza moderna») è tematizzato il nesso tra la crisi etica della modernità (generata dalla violazione dei principi universalistici) e il costituirsi del macrotesto razzista tra XVII e XVIII secolo; ed è quindi posto in rilievo il carattere giustificatorio del discorso razzista. Il secondo («Razzismo e senso di colpa. Un esercizio in due tempi e cinque paradossi») sviluppa questa analisi prendendo in considerazione la funzione reattiva e “liberatoria” del dispositivo razzista come trasfigurazione della violenza e come meccanismo proiettivo, incentrato sulla colpevolizzazione delle vittime. Il terzo capitolo («“Comme des nègres et des Chinois”. Sul razzismo politico e di classe») studia il caso storico della costruzione e del radicamento del discorso razzista che si sviluppò in Francia e in Italia a cavallo tra la fine dell’Otto e i primi del Novecento, dopo la vicenda della Comune di Parigi. Il quarto capitolo («La persistenza dell’universale. Ascesa e caduta dell’antisemitismo nazista») prende infine in considerazione l’antisemitismo nazista nella sua funzione di base ideologica dello sterminio ebraico.