Descrizione
Il saggio di Demel determina e mette a fuoco questo passaggio storicamente importante per la coscienza europea attraverso la ricognizione di una vicenda esemplare: come i cinesi divennero ‘gialli’. Dagli inizi del Cinquecento alla fine del Settecento viaggiatori e missionari recatisi in Estremo Oriente relazionano sull’aspetto fisico dei cinesi affermando che essi sono di aspetto e di carnagione molto simili agli europei. Se in Occidente i pregiudizi nei confronti di popoli diversi sono di antica data, le prime formulazioni di vere e proprie teorie della razza risalgono solo alla seconda metà del secolo XVII. Demel ripercorre sinteticamente le posizioni di autori quali Bernier, Buffon, Kant e Linneo, variamente impegnati nello sforzo di creare ciascuno una propria teoria della razza imperniata fra l’altro sul riconoscimento del differente colore della pelle: nella ricostruzione di Demel risulta interessante e significativo il contributo dato dall’Illuminismo al consolidamento del pregiudizio razziale. Dalla convinzione che i cinesi non possano essere del tutto bianchi si passa, durante il secolo XIX, ad attribuire loro il colore giallo. Ma perché il giallo? In quanto intermedio fra il bianco e il marrone, il giallo esprime l’immagine ambivalente della civiltà cinese: per quanto apparisse arretrata nei confronti della coeva civiltà europea, ben difficilmente si poteva negare la sua superiorità rispetto al livello culturale di altri popoli…