Descrizione
Aukuì significa i “diavoli neri”: era il modo in cui i cinesi chiamavano i cambogiani come Fatima – autrice del libro – mentre i vietnamiti li definivano semplicemente “indiani”. Tanti nomi per definire un´identità errante, come quella di Fatima, autrice del libro. Eh sì, perché Fatima – che nel libro si chiama Ayan – ha avuto un destino da pellegrina – nata in Cambogia, si è spostata con la sua famiglia in Somalia, terra d´origine di suo padre. Dopo un lavoro in radio a Mogadiscio, Ayan concretizza finalmente il suo sogno di studiare in Europa e più precisamente in Italia – dove finalmente riesce ad arrivare nonostante le mille difficoltà dovute alla povertà, alla sua malattia – la poliomelite – e a un padre autoritario. Qui si sposerà, lavorerà e formerà la sua futura famiglia.
“Questo libro è una commovente testimonianza della forza di volontà di una donna nel creare il proprio destino. Ayan attraverso le sofferenze, impara a trovare dentro di sé la patria distante. Il testo fa riflettere. Leggendolo, si capisce che il coraggio non é un dono ma una conquista.” così la scrittrice Christiana De Caldas Brito, descrive il libro che racconta insieme la storia di una donna, di un´immigrata, di una combattente. Tanti nomi per definire un´identità.