Descrizione
Una base statunitense nella provincia di Kandahar in Afghanistan. In lontananza si distingue la sagoma di una donna avvolta nel suo burqa. Lei è venuta giù dalla montagna in una sedia a rotelle da quando le sue gambe sono state mutilate. Viene a reclamare il corpo di suo fratello, un leader tribale pashtun ucciso durante un’offensiva lanciata contro gli americani. Il personale militare rimane diffidente: si tratta di una sorella in lutto, di un attentatore suicida, di un inviato dei talebani o di un terrorista travestito da donna o è un tentativo di deviazione? Per tre giorni, la donna insiste giustificando il suo unico scopo: evitare che il cadavere del fratello si decomponga sotto il sole cocente. Le sorti di tutti gli uomini si collegano, loro malgrado, nello spazio ostile e maestoso del deserto. Senza mai prendere posizione, l’autore dà voce ai diversi soggetti – la giovane donna, l’interprete, il medico, e i diversi ufficiali e soldati. Sperimentiamo un conflitto crudele e assurdo, rivelandone la complessità. Ogni personaggio, qualunque sia il suo campo, non ha solo una voce, ma anche un volto, una propria personalità.