Descrizione
Chiusa nel suo monolocale parigino, la protagonista del romanzo (ampiamente autobiografico) cerca di trovare una propria collocazione in un ambiente che tende a incasellarla in categorie non sue. Sottrarsi al mondo, tuttavia, non protegge dalle disavventure: ratti che scorrazzano per l’appartamento, telefonate inopportune e testimoni di Geova punteggiano le riflessioni agrodolci di Najwa Barakat sull’esilio e la nostalgia. Il suo consueto stile ironico e incisivo non risparmia staffilate a chi le parla soltanto di cuscus, chador e altri stereotipi sul mondo arabo, fornendo così una chiave originale per interpretare il multiculturalismo di oggi.