Domenica 11 giugno, alle 18,30, GRIOT presenta la raccolta di poesie Il luogo stretto (nottetempo 2016) – tradotto dall’arabo da Elena Chiti – del poeta siriano Faraj Bayrakdar. Insieme alla traduttrice partecipano Simone Sibilio, Università Cà Foscari, Chiara Comito, editoriaraba.
Il luogo stretto è la prima raccolta di poesie composte dal poeta siriano Faraj Bayrakdar nei primi anni di prigionia, nelle carceri di Hafez al-Assad. Bayrakdar viene arrestato tre volte dalle autorità siriane, due negli anni Settanta, perché dirigeva una rivista letteraria che promuoveva giovani poeti siriani, e la terza nel 1987 come membro del Partito di Azione Comunista. A un anno dall’arresto, scandito da torture e intimidazioni, il poeta viene trasferito nella prigione di Palmira, dove sopravvive a cinque anni di isolamento. Resta senza processo fino al 1993, quando viene condannato a 15 anni di lavori forzati. Esce di prigione solo nel 2000, grazie ad una campagna internazionale, coordinata da Amnesty International e da PEN, che da anni chiedeva il suo rilascio, anche se per le autorità siriane Faraj Bayrakdar “non esisteva”.
Negli anni di prigionia il poeta scrive per scappare all’oblio, e affida alla memoria dei suoi compagni di cella i versi che compone, impossibilitato a scriverli su carta. Solo dopo sei anni di carcere vede la famiglia per la prima volta e consegna di nascosto alla figlioletta di 10 anni i primi versi scritti sulla carta delle sigarette. Il luogo stretto è la raccolta di quei primi versi clandestini.