Descrizione
La storia del colonialismo indurrebbe a pensare che le idee provenienti dall’Europa siano state sempre “importate” oltreoceano nella costruzione delle identità nazionali. Il caso dell’identità nazionale portoghese, elaborata nel periodo della decolonizzazione e della crisi del regime di Salazar, costituisce un evidente rovesciamento: è infatti la cultura ufficiale del Portogallo che sfrutta l’immagine del Brasile meticcio per definirsi come una realtà “pluricontinentale” e “plurirazziale”.
A partire dall’analisi del modello coloniale portoghese e delle sue strategie di legittimazione nel Novecento, e guardando al quadro complessivo delle lotte anticoloniali, questo saggio prende in esame l’opera di Amílcar Cabral, uomo politico, intellettuale, artefice dell’indipendenza della Guinea Bissau e di Capo Verde, che ha criticato radicalmente le contraddizioni del progetto coloniale portoghese e ha saputo descrivere, in maniera dialettica e in contrapposizione a un immaginario armonico, «il mondo che il colonialismo portoghese ha distrutto» e, nel contempo, «il mondo che l’anticolonialismo iniziò a costruire».
Queste pagine invitano a rivisitare i percorsi di emancipazione sociale e di partecipazione democratica aperti dal pensiero politico di Amílcar Cabral e dal suo progetto di una società libera dai condizionamenti materiali e culturali del colonialismo.