Descrizione
Il discorso pubblico sull’immigrazione è un’arena dominata da attori politici che spingono al limite le proprie idiosincrasie, individuando ‘nemici pubblici’ su cui canalizzare i disagi e le ansie dei cittadini. L’immigrazione è un tema emotivamente coinvolgente, che viene visto come uno strumento per raggiungere obiettivi utilitaristici: l’incremento dell’audience per i media e dei consensi per i leader di partito. Si impongono così parole e gesti basati sull’idea che ‘gli immigrati sono una minaccia’. Più che domandarsi perché molti politici facciano ricorso a questo schema, il libro intende rispondere alla domanda sul perché esso abbia tanto successo. Nella costruzione sociale dell’immigrato come minaccia, il ruolo giocato dall’alto (l’imbroglio che semplifica un fenomeno epocale e promette soluzioni impossibili) è preponderante, ma non è l’unico elemento a pesare. Vi è anche una visione dal basso (la rabbia della gente), che matura nel contesto disumanizzato delle periferie urbane ed è inasprita dalla crisi economica e sociale. L’obiettivo è comprendere questo punto di vista allo scopo di superarlo.