Domenica 28 ottobre alle 18 GRIOT ospiterà il fotografo Murat Yazar, che presenterà il suo progetto “Shadows of Kurdistan”
La traduzione sarà a cura di Marco Frongia
La traduzione sarà a cura di Marco Frongia
Tutti – afferma il fotografo Murat Yazar – siamo nati in un posto che chiamiamo “la nostra terra”. La natura che ci circonda e le caratteristiche di quel luogo danno forma alla nostra esistenza. Con il tempo, diamo nomi e significati speciali a questi luoghi, nomi e significati che vengono dalla nostra storia e che fanno parte della nostra cultura.
Io sono nato e cresciuto in un villaggio presso la citta’ di Urfa. Sono cresciuto parlando curdo ma a scuola era proibito parlare la mia lingua, la lingua della mia gente, e quindi improvvisamente ho dovuto imparare il turco per poter proseguire i miei studi.
Nonostante le restrizioni linguistiche ho trovato il modo di continuare ad apprezzare la cultura ed esplorare la regione curda. In Turchia noi curdi siamo fantasmi, non esistiamo. Noi curdi viviamo in una regione ma non abbiamo la possibilità di spiegare la nostra cultura nella nostra lingua. Viviamo nella nostra terra come ombre.
Io sono nato e cresciuto in un villaggio presso la citta’ di Urfa. Sono cresciuto parlando curdo ma a scuola era proibito parlare la mia lingua, la lingua della mia gente, e quindi improvvisamente ho dovuto imparare il turco per poter proseguire i miei studi.
Nonostante le restrizioni linguistiche ho trovato il modo di continuare ad apprezzare la cultura ed esplorare la regione curda. In Turchia noi curdi siamo fantasmi, non esistiamo. Noi curdi viviamo in una regione ma non abbiamo la possibilità di spiegare la nostra cultura nella nostra lingua. Viviamo nella nostra terra come ombre.
È con questa consapevolezza che Yazar, una volta conclusi gli studi, ha iniziato a fotografare i paesaggi del Kurdistan per cogliere con le immagini la cultura e la vita quotidiana della sua gente. Le foto che mostrerà al pubblico della libreria rappresentano la prima tappa di un progetto più ampio, che si pone come obiettivo di non limitarsi al Kurdistan turco, ma di proseguire, con lo stesso sguardo e con la stessa sensibilità, in tutte e quattro le regioni popolate dai curdi.