Lunedì 10 settembre alle 19, GRIOT presenta “L’ultimo melograno” del romanziere curdo – iracheno Bachtyar Ali (2018, Chiarelettere). Insieme all’autore parteciperanno Simona Maggiorelli, direttrice della rivista Left, Chiara Comito di Editoriaraba, Soran Ahmad dell’Istituto Internazionale di Cultura Kurda e il professore Adriano Rossi, Presidente dell’Ismeo.
“Il melograno simbolizza proprio la solidarietà, l’idea dello stare insieme come i grani di questo frutto, uniti all’interno di una piccola buccia. È un simbolo molto importante che ricorre spesso nei miei romanzi. La (loro) ricerca di una solidarietà, del vivere insieme proteggendosi a vicenda è molto presente nelle vicende dei miei personaggi, ed è centrale all’interno di questo romanzo.“
Così il romanziere curdo Bachtyar Ali risponde a Goffredo Fofi che nel luglio 2018 lo ha intervistato per la rivista “Gli Asini” sul simbolismo del melograno del titolo del libro, ed è un melograno di vetro che accomuna le tre persone che potrebbero essere il figlio del protagonista del romanzo, Muzafari Subhdam.
Un combattente curdo, un rivoluzionario le cui gesta avevano ispirato tanti dopo di lui nella rivolta curda contro Saddam Hussein, poi incarcerato in una prigione in mezzo al deserto. Dopo 21 anni miracolosamente esce e si mette alla ricerca del figlio mai conosciuto, l’unico essere umano che non aveva dimenticato in quella prigione di sabbia. “Comincia così un viaggio nelle ferite dell’Iraq, ma raccontato attraverso il genere fantastico: Muzafari e il romanzo si muovono infatti tra castelli incantati, alberi profetici, uomini dai cuori di vetro e bianche sorelle magiche. Scopriamo quindi che i tre Seriasi (…) sono i figli perduti di un’intera generazione, di un’intera comunità, di un intero Paese – l’Iraq – che negli ultimi 30 anni di guerre e tragedie si è perso i propri figli per strada, senza dar loro speranza.” (Chiara Comito, Editoriaraba).
Bachtyar Ali è uno dei più importanti scrittori del Medio Oriente. Nato nel 1966 a Sulaymaniyah, nel Kurdistan iracheno, ha preso parte non ancora ventenne alle proteste studentesche contro il regime di Saddam Hussein, rimanendo ferito. Insignito nel suo Paese dei premi letterari HARDI (2009) e Sherko Bekas (2014), in Europa ha ricevuto l’English PEN Award (2015) e il premio Nelly Sachs (2017). Romanziere, poeta e saggista, ha firmato il primo romanzo curdo tradotto in inglese della storia. I suoi libri sono pubblicati in numerosi Paesi in tutto il mondo, tra cui Germania, Regno Unito, Francia e Stati Uniti. Dal 1998 vive a Colonia, in Germania.
L’incontro è stato organizzato grazie alla collaborazione dell’Istituto Internazionale di Cultura Kurda.