Sabato 20 gennaio alle 18 GRIOT ospita un un incontro intitolato “Avere la pelle nera in Italia oggi: domande sull’identità”
L’incontro avrà la forma di un dibattito a più voci aperto a tutti/e. Tra i partecipanti vi saranno Federica De Matthias (italo-burkinabè, sociologa, operatrice sindacale e promotrice dell’evento), Rahel Sereke (italo-eritrea, urbanista, videomaker e socia fondatrice di Cambio Passo ONLUS), Martina (italo – keniota, donna e madre)
Che cos’è l’identità? Secondo il vocabolario Treccani, il termine indica tra le altre cose: “L’essere identico, perfetta uguaglianza”, “l’essere tutt’uno, di persona o cosa”, “l’essere quello e non un altro”. Io sono io perché appartengo a me stesso/a. In termini sociologici, l’identità è legata al background socio-culturale e al territorio di appartenenza.
Ma cosa comporta in una società come la nostra, variamente definita come “multietnica”, “discontinua”, “liquida”, definire la propria identità?
La scelta di definirsi in termini netti ed univoci può essere per chi non è “del tutto” italiano/a, o per chi in effetti lo è ma non è percepito/a e riconosciuto/a come tale (perché non è bianco/a o non ha gli stessi diritti) può rappresentare un modo per rivendicare la propria appartenenza ad un gruppo collettivo, ottenere un riconoscimento, essere in qualche modo tutelati e difesi, e allo stesso tempo opporsi al rischio di una crisi identitaria.
Oggi si usano termini come ragazzi di seconda generazione, afro-italiani, italo-africani, misti, mulatti…ma se dovessimo chiedere ad un qualsiasi ragazzo nero incontrato per strada di definirsi, riceveremmo risposte differenti : “io sono italiano e non conosco la mia cultura d’origine; io sono afro-italiano, perché i miei genitori sono di origine africana o sono nato in un paese africano ma cresciuto in Italia; io sono nero e basta; io sono figlio di seconda generazione perché nato da due genitori stranieri o da una coppia mista; io sono figlio adottato ma sento di appartenere alla cultura del mio paese di provenienza”…
Lo scopo dell’incontro non è quello di trovare un unico termine per rappresentare le varie sfaccettature di una identità personale ma quello di porsi delle domande e dar voce alla pluralità degli attori sociali coinvolti.
Che cos’è davvero l’identità? Essere definito/a e categorizzato/a a chi giova? Chi ha il potere di definire l’identità dell’altro/a? Si può essere più cose, avere più identità? Il background culturale del paese di origine dei miei genitori può essere tramandato vivendo in Italia? Oppure posso conoscere la mia cultura di origine, apprezzarla e con il tempo far sì che diventi parte di me stesso/a?