Venerdì 27 maggio alle 18,30 GRIOT presenta la raccolta di poesie “Miroirs/Specchi” di Alfonso Canale
A presentare il libro assieme all’autore ci sarà Simone Palmieri
“Miroirs/Specchi” è un viaggio poetico in italiano e in francese che l’autore racconta così:
“La duplicità linguistica dell’opera, principale peculiarità, si lega alle fondamentali tematiche che cerco di affrontare, disturbare, ‘poetare’ nella silloge: si tratta di un viaggio, di un incontro/scontro con il mondo, l’alterità per eccellenza, e l’altro ‘umano’, quello fuori-di-sé e quello dentro-di-sé. E’ una ricerca ch’inizia in un momento di crisi, quale può essere la ‘crisi’ di questi primi venti anni del XXI secolo, e che investe ogni aspetto del mio io, dell’io umano, e della realtà che ‘scriviamo’ ogni giorno e che, a sua volta, ci ‘scrive’.
L’alterità è l’elemento di disturbo e di scacco all’origine del ‘movimento’ dei singoli poemi, un leitmotiv conduttore che abbraccia e lega tutte le composizioni, tutti questi frammenti di uno stesso specchio (il mio, il mondo che mi circonda) ritrovatosi frammentato, plurimo, diverso, altro. La raccolta dunque si pone come viaggio di maturazione, di ricerca della propria e dell’altrui identità. Ed il confronto con l’altro muove, decostruisce e rinvigorisce la poesia, questo ‘fare poetico’: quell’altro della dimensione ‘comune’, ‘quotidiana’, di quei sparsi frammenti del proprio essere (anche oscuri e nascosti) incarnati dall’universo di segni e individui che ci circondano; anche l’alterità dei popoli e civiltà, quelle francesi immerse nel liquido della cultura europea, quella del mondo arabo-musulmano, i suoi echi ridondanti, così familiari, così temuti e quella della ‘mediterraneità’ che ci diversifica e ci accomuna. E la dialettica intrinseca nella derridiana différence che muove, smuove, terremota convinzioni, culture, tempi e luoghi, ogni tentativo definitorio.
Tutta la mia poesia di questa raccolta è il disperato tentativo di ritrovare una propria identità, ‘re-incollare’ di nuovo i tasselli del mosaico personale ( e comune) dell’essere più profondo, cercando il superamento definitivo delle opposizioni (che animano, vivificano, ma spesso uccidono il nostro tempo) in una dimensione di ‘armonia disarmonica’ delle diversità, degli infiniti possibili ‘fenomeni’ dell’essere, della connessione, dell’ibrido nello ‘spazio’ pericoloso e rivoluzionario dell’ipertestualità. E quindi ecco che i miei versi pullulano di ossimori, metafore volte a conciliare le opposizioni, a sintetizzarle, a sottolinearne la reciproca necessità; e di assonanze, consonanze, sistemi rimici volti a disturbare il lettore, suggerendo un significato altro. E il tentativo di sondare altre vie, oscure, tenebrose nella notte (elemento particolarmente significativo) che tutto ingolla, tutto distrugge, slega per creare nuovi legami: la poesia è il suo canto…il canto della notte. Ogni poema può esser definito ‘cubista’ per il suo tentativo di spulciare, rovistare nelle viscere delle idee, delle ispirazioni, delle immagini, farvi immergere il lettore, a 360°, per trovare uno spiraglio di ‘novità’ assoluta.
Queste sono le linee guida essenziali che caratterizzano l’opera e che si declinano in varie sfaccettature, vari perni tematici che la scandiscono: il rapporto con il mondo, l’osservazione, il proto-tentativo di un manifesto programmatico che mi definisca, come poeta o poetucolo, agguanti per un attimo la poesia, definendone il suo ruolo, il suo destino (Un’abbuffata, un gran galà, una visione); la volontà di vita, la sorpresa, la paura nell’incontro con la vita stessa, il tentativo di definizione, il limbo tra sogno e realtà (Aysha De La Vie); il Mare Nostrum, teatro, platea, foro di culture, popoli, idee, religioni, la descrizione appropriatrice di una realtà, una storia, una ‘vergogna storica’ (cit. Khaled Khalifa) che sta ridisegnando il mondo e il mare come simbolo di naufragio, libertà, speranza, inizio e tragica fine (Mare Nostrum); l’amore, il desiderio, la pulsione, la ‘mancanza’, la pienezza dell’esperienza dell’Eros, i suoi compagni, i suoi nemici, la novità di questa dolce devastante inondazione, il tentativo di rinchiuderla in uno spazio definitivo, la sensazione d’aver trovato una colla per riaccorpare i frammenti del proprio essere, ma forse più la definitiva accettazione della sua frammentarietà (Eros & Co.); e la fine (non definitiva) di questo viaggio la si trova nell’ultima macro-sezione dove si ricerca, attraverso la memoria, il ricordo, di fissare momentaneamente la ‘nuova’ identità ‘conquistata’ e accettata così com’è, ovvero plurima, diversa, differenziata, meravigliosamente instabile.”
Vi aspettiamo venerdì 27 maggio alle 18,30 per la presentazione di “Miroirs/Specchi” con l’autore Alfonso Canale e Simone Palmieri!