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Soomaaliyeey toosoo. Somalia – Un paese senza diritti. Storie, immagini, testimonianze

Venerdì 25 novembre, alle ore 18.00, GRIOT in collaborazione con Amnesty International presenta
Soomaaliyeey toosoo. Somalia – Un paese senza diritti. Storie, immagini, testimonianze
 

Introdurrà l’incontro Lidia Ferrari, del Coordinamento Africa Centrale e Orientale di Amnesty International. Interverranno inoltre Matteo Guglielmo, dottore di ricerca presso l’Università “L’Orientale” di Napoli ed esperto di Corno d’Africa, che traccerà un quadro generale della situazione politica e del conflitto interno al paese; la mediatrice Rahma Mustafa, che dialogherà assieme al fotografo Giulio Di Sturco giustapponendo immagini e storie di vita dalla Somalia; Maria Teresa De Riz, responsabile Coordinamento minori di Amnesty International, che parlerà delle condizioni di vita di bambine e bambini nel conflitto somalo; Liliana Cereda, responsabile coordinamento Africa Centrale e Orientale di Amnesty International, che parlerà di libertà di stampa; e Nour Melehi, dell’Associazione Fondo Alberto Moravia – Onlus, che leggerà dei brani dal testo “Passeggiate africane” di Alberto Moravia.
Nota: La foto è di Giulio Di Sturco. Tutti i diritti riservati

 

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"L'ultima colonia. Come l'Italia è tornata in Africa. 1950-1960", di Antonio Morone, con Matteo Guglielmo e Benvenuto Francesco Isaaq

Sabato 12 novembre, alle ore 18.30, GRIOT presenta “L’ultima colonia. Come l’Italia è tornata in Africa. 1950-1960”, di Antonio Morone
Oltre all’autore, saranno presenti Matteo Guglielmo, africanista esperto di Somalia, e Benvenuto Francesco Isaaq, ex notaio somalo 

Nel 1941 si concluse l’esperienza coloniale italiana in Africa, iniziata alla fine dell’800 e proseguita nel ventennio fascista. Nove anni più tardi, la Somalia meridionale viene “riaffidata” dalla comunità internazionale alla “tutela” dell’ex potenza coloniale per un decennio di Amministrazione Fiduciaria (AFIS), durante il quale l’Italia avrebbe dovuto guidare l’ex colonia sul cammino della democrazia, formando classi dirigenti italofone e garantendo un legame continuativo tra i due paesi. Il difficile parto della Somalia postcoloniale però mise in evidenza, anche alla luce degli eventi successivi, il sostanziale fallimento di quest’esperienza. Nel suo libro “L’ultima colonia. Come l’Italia è tornata in Africa 1950-1060” Antonio Morone ripercorre l’esperienza dell’AFIS, ricorrendo a ricerche d’archivio approfondite e puntuali e riconsegnando al dibattito un periodo che viene quasi sempre omesso nella storia del colonialismo italiano e che invece è essenziale per comprendere molte delle vicende che hanno caratterizzato gli ultimi cinquant’anni di storia dei due paesi.
Assieme all’autore, saranno presenti Matteo Guglielmo, dottore di ricerca in Africanistica e autore del libro “Somalia. Le ragioni storiche del conflitto”, e Benvenuto Francesco Isaaq, ex notaio somalo che ha ricoperto incarichi istituzionali in Somalia nel periodo dell’AFIS.
L’autore: Antonio Morone è ricercatore in Storia e istituzioni dell’Africa presso il Dipartimento di Studi politici e sociali dell’Università di Pavia
Nota: L’immagine utilizzata proviene dalla collezione fotografica privata Franco Granata. Per gentile concessione di Matteo Guglielmo. Cerimonia dell’alzabandiera in una località somala nel 1954. Sventolano la bandiera somala, quella delle Nazioni Unite e quella italiana.

 

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"La guerra di Boubacar", di Francesca Caminoli. Assieme all'autrice interverranno la giornalista Lidia Campagnano e il sociologo Aly Baba Faye

Sabato 19 novembre alle 18.30 GRIOT presenta il romanzo “La guerra di Boubacar”, di Francesca Caminoli
Assieme all’autrice, interverranno la giornalista e saggista Lidia Campagnano e il sociologo Aly Baba Faye 

Francesca Caminoli fa ruotare il suo romanzo, “La guerra di Boubacar”, sullo sfondo di un evento della seconda guerra mondiale: lo sbarco alleato sull’Isola d’Elba del 17 giugno 1944. In prima linea in una delle operazioni più sanguinose e meno conosciute dell’intero conflitto nel Mediterraneo c’erano proprio i tiralleurs senegalesi, un corpo militare dell’esercito francese costituito da africani provenienti soprattutto dalle colonie dell’Africa Occidentale, che combatterono nelle due guerre mondiali al fianco dei loro commilitoni (e superiori in grado) francesi. Tra loro, Boubacar, che dal suo villaggio natale viene addestrato a Dakar e poi a Casablanca, e partecipa allo sbarco sulla spiaggia minata di Marina di Campo per “liberare” l’Italia. Quella stessa Italia che, molti decenni dopo, diventa la meta di un altro Boubacar, il nipote del primo: anche nella sua vita c’è un attraversamento rischioso via mare, stavolta per trovare un lavoro e migliori opportunità di vita. Il desiderio di vedere la spiaggia dove combatté il nonno lo accomuna a Gustavine, giovane francese precaria come tanti suoi coetanei: suo nonno, il sergente Flaubert, aveva combattuto nella stessa battaglia, guidando il battaglione in cui militava Boubacar nonno. Un intreccio tra esistenze individuali e grandi eventi che dà la portata di quanto le storie di Europa e Africa siano intrecciate.A presentare il romanzo, assieme all’autrice, anche la giornalista e saggista Lidia Campagnano e Aly Baba Faye, sociologo senegalese da anni impegnato per i diritti dei lavoratori migranti in Italia.

 

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"Casablanca" di Marco Barbon. Assieme all'autore interverrà Claudio Corrivetti della casa editrice Postcart

Sabato 5 novembre, alle 18.30, GRIOT presenta il libro fotografico “Casablanca”, di Marco Barbon
Assieme all’autore, sarà presente anche Claudio Corrivetti, fotografo e ideatore della casa editrice Postcart
Ogni città ha una sua anima, un suo carattere, proprio come gli esseri umani. Casablanca, una delle principali metropoli del Nord Africa e la più grande del Marocco,  è soprattutto un porto, proteso verso l’oceano e aperto a chi qui ci è approdato da tutto il mondo. Nei suoi numerosi vagabondaggi tra le strade e i vicoli della “città bianca”, Marco Barbon ha seguito itinerari assolutamente personali per cogliere l’anima della “sua” Casablanca: un’anima che ha il colore bianco dei muri dipinti con la calce e l’odore del pesce che si espande dagli imbarcadero del porto. E’ una città dai mille volti, che può essere sontuosa e imporsi con l’eleganza dei suoi viali, delle sue passeggiate sul lungomare, dei suoi palazzi, ma può essere anche misera, marginale, decadente. Le polaroid di Marco Barbon cercano di cogliere le molte sfaccettature della città, senza lasciarsi impigliare dal prestigio di un luogo più famoso – questa non è una guida turistica – ma restituendo il senso di scoperta, di meraviglia e di nostalgia che si prova quando ci si immerge nei colori e negli odori di una città complessa e affascinante come questa. Un intenso scritto della scrittrice marocchina Souad Bahechar, che è stata anche conservatrice presso il Museo della Kasbah e direttrice della Tanjah Flandria Art Gallery, commenta e conclude il volume.§
Assieme a Marco Barbon, con noi a discutere del libro ci sarà Claudio Corrivetti, fotografo e ideatore della casa editrice Postcart, una delle più interessanti realtà editoriali italiane sul versante della fotografia.
L’autore: Marco Barbon è autore dei libri “Asmara Dream” (Postcart 2009) e “Cronotopie” (Postcart 2010). I suoi scatti sono pubblicati su importanti riviste internazionali ed esposti regolarmente in Italia, Francia e Marocco.
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"Il PCI e l'Africa indipendente", con l'autore Paolo Borruso e Maria Cristina Ercolessi

Venerdì 28 ottobre, alle ore 18.30, verrà presentato il libro “Il PCI e l’Africa indipendente. Apogeo e crisi di un’utopia socialista (1956-1989)
Assieme all’autore Paolo Borruso sarà presente anche la professoressa Maria Cristina Ercolessi 

La fine della seconda guerra mondiale vede l’emergere di due fenomeni distinti, ma destinati a incrociarsi fino alla fine degli anni ’80. In Italia, il Partito Comunista emerge nel nuovo contesto post-fascista e repubblicano come il più grosso partito comunista in Europa occidentale. In Africa i movimenti per l’indipendenza dalle potenze coloniali si rafforzano e danno l’avvio, a partire dalla seconda metà degli anni ’50, alla grande stagione delle indipendenze africane. Il PCI ha coltivato fertili rapporti con i movimenti di liberazione nazionale in alcune aree del continente africano (Algeria, Corno d’Africa, paesi afro-lusofoni). Questi movimenti hanno costituito un orizzonte importante, anche dal punto di vista ideologico, per lo sviluppo di una politica estera che, nonostante il rapporto stretto tra PCI e PCUS (il Partito Comunista sovietico), ha dato vita a una linea terza rispetto ai due blocchi configuratisi con l’inizio della guerra fredda. Paolo Borruso ricostruisce nel libro “Il PCI e l’Africa indipendente” la storia di questi rapporti e delle influenze reciproche in un arco di tempo che va dal dopoguerra alla metà degli anni ’80. Uno strumento prezioso per comprendere un capitolo importante della nostra storia diplomatica, e soprattutto per far emergere rapporti e influenze storiche tra il nostro paese e il continente africano.
Assieme al professor Borruso, discuteremo del libro con la professoressa Maria Cristina Ercolessi, docente di Sistemi politici dell’Africa presso l’Università degli Studi “L’Orientale” di Napoli.
L’autore: Paolo Borruso è ricercatore di Storia contemporanea presso l’Università Cattolica di Milano. Tra le sue pubblicazioni, “Il mito infranto” (1997), “L’ultimo impero cristiano. Politica e religione nell’Etiopia contemporanea” (2002), “L’Africa al confino. La deportazione etiopica in Italia” (2003).
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L'Africa da GRIOT, in collaborazione con il gruppo editoriale L'Harmattan

Sabato 22 ottobre, alle ore 18.30 GRIOT in collaborazione con il gruppo editoriale L’Harmattan presenta

L’Harmattan e l’Africa da GRIOT. Presentazione di quattro libri della casa editrice L’Harmattan
Il gruppo editoriale L’Harmattan è da decenni tra i più attenti a tutto ciò che si muove nel continente africano. Il catalogo della casa editrice francese e delle sue filiali in numerosi paesi del mondo (tra cui l’Italia) comprende una ricchissima offerta di titoli di saggistica e narrativa relativi all’Africa e alla sua diaspora, arricchendo il sapere su un continente troppo spesso trascurato dai media e dall’editoria. Proprio per questo motivo, GRIOT Libreria ha aderito con entusiasmo alla proposta ricevuta dalla casa editrice di ospitare i libri in lingua francese e italiana pubblicati dall’Harmattan, entrando a far parte del circuito di librerie sparse in tutto il mondo in cui ricercatori, giornalisti, operatori delle ONG e appassionati di Africa possono trovare testi su tematiche e argomenti anche molto specifici. Per inaugurare questa nuova collaborazione, GRIOT e L’Harmattan organizzano la presentazione di quattro volumi appena pubblicati:

Il movimento pentecostale nel post-genocidio rwandese
di Silvia Cristofori

Linee guida per la sicurezza degli operatori umanitari e dei viaggiatori nelle aree a rischio
di Antonio Kamil Mikhail e Marco Ramazzotti

Insediamenti umani e dinamiche migratorie in Capo Verde
di Sergio Moscone

Narrare l’arte africana
di Giovanni Maria Incorpora

Saranno presenti gli autori dei volumi, la responsabile dell’Harmattan Italia e il vice-direttore dell’Harmattan Paris. Interverrà inoltre Filomeno Lopes, filosofo e giornalista di Radio Vaticana.


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"Camera Africa. Classici, noir e Nollywood e la nuova generazione del cinema delle Afriche"

Domenica 9 ottobre, alle ore 18.30, la Libreria GRIOT presenta il libro “Camera Africa”, a cura di Vanessa Lanari
Interverranno, oltre alla curatrice, Fabrizio Colombo, direttore di Afriradio e dal 2008 direttore artistico del Festival di Cinema Africano di Verona, e Dagmawi Yimer, documentarista etiope
L’idea di pubblicare “Camera Africa. Classici, noir e Nollywood e la nuova generazione del cinema delle Afriche”  nasce in occasione della trentesima edizione, nel 2010, del Festival di Cinema Africano di Verona, una delle più importanti finestre italiane su questa importante realtà culturale. Per celebrare i suoi 30 anni di cinema, il Festival ha infatti deciso di raccontare, attraverso il punto di vista delle nuove generazioni di critici e registi, il cinema contemporaneo africano ma anche quello della generazione precedente, quella degli iniziatori del cinema nel continente. Il volume, realizzato in collaborazione con la Fondazione lettera27, è stato curato da Vanessa Lanari e dalla direzione artistica del festival di Verona, Fabrizio Colombo e Stefano Gaiga.
Presenteranno il volume presso la nostra libreria Vanessa Lanari, curatrice della sezione “Cinema” per la Fondazione lettera27, Fabrizio Colombo, direttore di Afriradio e, dal 2008, direttore artistico del Festival di Cinema Africano di Verona, e Dagmawi Yimer, documentarista etiope dal 2006 rifugiato in Italia.
Il Festival del Cinema Africano di Verona contribuisce attivamente a WikiAfrica e partecipa al progetto promosso dalla Fondazione lettera27 Share Your Knowledge. Per favorire la diffusione di saperi sul cinema africano e della diaspora, per dare una visibilità internazionale a film, festival, attori e registi africani e contribuire alla creazione di sistemi di distribuzione basati sul copyleft, le schede dei film e le biografie dei registi citati nella pubblicazione “Camera Africa” contribuiscono al progetto WikiAfrica Cinema e sono coperti da licenza libera Creative Commons Attribution Share Alike CC-BY-SA.

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Imparare l'amarico da GRIOT: presentazione del corso con Aster Carpanelli

Sabato 8 ottobre, alle ore 18.30, Officina GRIOT presenta il corso di amarico

Sarà presente l’insegnante, Aster Carpanelli
A qualche giorno dalla prima lezione del nuovo corso di amarico, Officina GRIOT ha accolto con piacere la proposta dell’insegnante e curatrice del corso, Aster Carpanelli, di organizzare un incontro preliminare per presentare non soltanto il corso, ma anche e soprattutto il paese in cui l’amarico è lingua ufficiale, l’Etiopia. L’amarico è una lingua affascinante e antica, che riflette le complessità e la ricchezza culturale di un paese con il quale l’Europa, e in particolare l’Italia, ha contatti (non sempre purtroppo fertili e pacifici) sin dall’antichità.
Officina GRIOT è felice di offrire da quest’anno l’opportunità di imparare questa lingua e di conoscere qualcosa di più del bellissimo Paese dal quale proviene: Aster vi insegnerà segni e parole, in libreria potrete trovare saggi e romanzi che ve lo racconteranno, voi dovrete metterci il cuore e la passione!
Vi aspettiamo allora sabato 8 alle 18.30. A seguire, un piccolo aperitivo a base di specialità etiopiche.
Nota: L’immagine è utilizzata secondo i termini Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported license. Foto: Berkut

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I gioielli di Josephine De in mostra da GRIOT

Domenica 2 ottobre, a partire dalle ore 17, GRIOT ospiterà una mostra-mercato dedicata ai gioielli dell’artista francese Josephine De
L’artista sarà presente alla mostra
Josephine De è una giovane artista francese che da cinque anni ha scelto di vivere nella lontana e bellissima Nuova Caledonia. Questa perla incastonata nel Pacifico è diventata la principale fonte di ispirazione dei suoi gioielli, vere e proprie piccole opere d’arte che riescono a fondere in pezzi unici elementi naturali e estro artistico.
I suoi gioielli traggono dal contesto naturale e culturale delle isole la loro materia prima: pietre laviche, semi, conchiglie, piume di uccelli, fibre di lino si intrecciano e si legano agli strumenti usati dai pescatori, in un abbraccio armonioso e sorprendente.
I gioielli di Josephine De sono tutti pezzi unici, irripetibili e frutto di un momento o una suggestione particolare. Sarà possibile ammirarli e acquistarli domenica 1 ottobre, a partire dalle 17, negli spazi della Libreria GRIOT. L’artista sarà con noi tutto il pomeriggio, pronta a raccontare la sua esperienza artistica e i segreti delle sue creazioni.
Vi aspettiamo!
 

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Incontro con Mario d'Offizi, autore di "Bless Me Father"

Martedì 4 ottobre, alle ore 18.30, Mario d’Offizi, autore del libro “Bless Me Father”, incontrerà i lettori da GRIOT
Assieme all’autore, interverrà il traduttore Raphael d’Abdon e Silvia De Marchi per la casa editrice Compagnia delle Lettere 
Come spesso accade, a scoperchiare il vaso di Pandora su un’esistenza condensando in scrittura ricordi ed esperienze di un vissuto complesso e doloroso è un viaggio. Il viaggio che Mario d’Offizi, poeta e scrittore sudafricano di origine italo-irlandese, decide di intraprendere all’età di 57 anni nella Repubblica del Congo. Accompagnato dal giornalista Matt O’Brien, il suo obbiettivo è realizzare un documentario su una delle più potenti chiese del paese centrafricano. Mario D’Offizi affida alle svolte e alle pieghe di questo viaggio il compito di fare da contrappunto ai frammenti della sua vita che emergono dolorosamente e si condensano in una narrazione dura e sconfinata, che non può non lasciare il segno. Tra le pagine di “Bless Me Father” d’Offizi rivive i traumi di un’infanzia segnata dalle violenze di un padre alcolista e dalle molestie subite in diversi istituti religiosi, i ricordi della sua famiglia e delle traversie che l’hanno colpita, le esperienze dell’età adulta, dalla ristorazione che lo porta a riscoprire le sue radici italiane all’attività di pubblicitario e di poeta. Un’autobiografia che è viaggio, intimo e nel mondo, dalla penna di uno scrittore assolutamente originale nel panorama della ricchissima letteratura sudafricana.
Mario d’Offizi incontrerà i lettori da GRIOT martedì 4 ottobre alle ore 18.30. Assieme a lui sarà presente il traduttore Raphael d’Abdon che proporrà delle letture di brani e di poesie di d’Offizi. Coordinerà l’incontro Silvia De Marchi, per la casa editrice Compagnia delle Lettere.
L’autore: Mario d’Offizi, di origini irlandesi e italiane, è nato a Bloemfontein (Sudafrica) nel 1946 e attualmente vive a Cape Town. Dall’età di 16 anni ha iniziato a pubblicare soprattutto poesie, ottenendo riconoscimenti di stampa e di critica. Tre dei suoi componimenti sono inclusi nell’antologia “I nostri semi – Peo tsa rona. Poeti sudafricani del post-apartheid” curata da Raphael d’Abdon per la casa editrice Compagnia delle Lettere.