Sabato 18 giugno, alle ore 19, GRIOT presenta il libro “Trinidad & Tobago. Carnevale, fango e colori”, di Giuseppe Sofo
Sarà presente, assieme all’autore del libro, Marie-José Hoyet, docente di Studi Caraibici all’Università dell’Aquila
Quando si pensa ai Caraibi, tralasciando per un attimo le immagini più note di spiagge paradisiache e acque coralline, la prima cosa che non può non venire in mente è lo straordinario crogiolo di culture, storie, geografie che ha dato vita al paesaggio umano di queste splendide isole. Un crocevia di itinerari diversi, molti provenienti da lontano e intrisi del dolore di quell’immane oltraggio all’umanità che fu la tratta degli schiavi, i Caraibi di oggi vivono quella condizione di “creolità” che Glissant ha descritto e raccontato nelle pagine più belle della sua produzione letteraria. Trinidad&Tobago è una delle perle di questo grande arcipelago, un frammento di mondo che ripudia allegramente qualsiasi tentazione a ricercare origini più o meno “pure” di sistemi culturali complessi. E’ americana, africana, inglese, indiana… è insomma creola, una condizione che trova la sua rappresentazione più plastica e al tempo stesso più appassionata nel carnevale. Giuseppe Sofo si è immerso in questo evento e ha deciso di raccontarlo in questo libro, con la curiosità di un viaggiatore vero. “Trinidad&Tobago. Carnevale, fango e colori” (Miraggi Edizioni) racconta di un momento di festa che diventa occasione per gli abitanti dell’isola di mettere in scena la loro cultura e la loro storia, una girandola di colori attraverso cui scrollarsi di dosso il fango della tratta, del colonialismo, delle difficoltà economiche, e riaffermare orgogliosamente l’unicità di un universo culturale meticcio, e dunque assolutamente umano.
Assieme all’autore del libro, sarà presente anche Marie-José Hoyet, docente di studi caraibici all’Università dell’Aquila
Giuseppe Sofo è un giornalista, ricercatore e traduttore di testi caraibici e europei. A Trinidad ha svolto una ricerca per la sua tesi, sul teatro carnevalesco come momento di resistenza culturale
Foto di Giuseppe Sofo