Domenica 19 Aprile alle 19.30: Intervengono: insieme agli autori Marco Barbon (fotografo) e Cristina Ali Farah (scrittrice italo-somala), il sociologo eritreo Habte Weldemariam e l’editore Claudio Corrivetti
Questo libro è nato dal desiderio di evocare, attraverso immagini di dettagli urbani, interni e qualche ritratto, l’atmosfera caratteristica di Asmara, la capitale dell’Eritrea. Realizzato tra il 2006 e il 2008 con una macchina Polaroid SRL 690, il mio lavoro insiste sull’idea di una sospensione del tempo e della storia, tra un passato coloniale che ha lasciato delle tracce profonde sul volto della città e un presente che pare immobilizzato in un’attesa senza fine.
Mi sono chiesto più volte, durante i miei diversi soggiorni ad Asmara, a che cosa somigliasse la sensazione che provavo stando lì. Finalmente mi sono accorto che la sensazione era simile a quella di chi sta sognando. Il sogno è, in un certo senso, un’interruzione, una breccia aperta nel tessuto del tempo. Nel sogno tutto sembra avere un altro ritmo, un altro corso; le cose e le persone appaiono più aeree, più sottili, più astratte, come sospese in un limbo al di fuori del tempo. La stessa impressione coglie ad ogni passo chi visita questa città: il bancone di un caffè, la facciata di un edificio, un uomo che legge il giornale, un lampadario, l’insegna di un negozio… di fronte a tutto ciò viene da chiedersi in quale epoca ci troviamo, se siamo nel presente o in qualche luogo recondito della memoria. Ma dicevo del sogno. Asmara vive, per così dire, un triplice sogno. Innanzitutto il sogno dei coloni italiani che giunsero qui alla fine dell’Ottocento con l’intenzione di costruire, in Africa, una seconda Roma. Poi il sogno dell’indipendenza dall’Etiopia: un sogno diventato realtà nel 1991, dopo anni di coraggiosi combattimenti e innumerevoli sacrifici umani. Infine il sogno di chi, nella difficile situazione attuale, vuole fuggire a tutti i costi da questo paese, immaginandosi un futuro migliore oltre la frontiera.
Questi tre sogni, intrecciandosi, hanno tessuto e continuano a tessere il destino di questa città, ne hanno nutrito e continuano a nutrirne l’anima. Eppure il tempo passa e consuma. Le straordinarie architetture razionaliste, vestigia di un’epoca d’oro, invecchiano irrimediabilmente, le tracce del passato scoloriscono sotto il sole impietoso dell’altopiano; persino il sogno dell’indipendenza sembra perdere progressivamente consistenza…Che cosa resterà, allora, del sogno di Asmara?
Marco Barbon Nato a Roma nel 1972, vive e lavora a Parigi. Dopo una laurea in Filosofia all’università La Sapienza di Roma e un dottorato in Estetica della Fotografia all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi, ha lavorato per quattro anni come fotoeditor per l’agenzia fotografica Magnum Photos. Attualmente si dedica a tempo pieno ai propri progetti fotografici, editoriali e didattici. Le sue foto sono state esposte in Italia e in Francia e pubblicate su alcune importanti riviste internazionali. Asmara Dream è il suo primo libro.
Ubah Cristina Ali Farah è nata a Verona nel 1973 da padre somalo e madre italiana. È vissuta a Mogadiscio (Somalia) dal 1976 al 1991. Collabora con la Cronaca di Roma di Repubblica e con Internazionale. In Italia suoi racconti e poesie sono stati pubblicati in diverse antologie. Nella primavera 2007 è uscito Madre piccola, il suo primo romanzo, edito da Frassinelli (Premio Vittorini 2008).